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L'etimologia tradizionale: *transfaecare L'etimologia oggi considerata come certa (AEI, DEI) o come probabile (DELI, PELI) per questa voce, assente nel FEW (!) (ma "di origine incerta" nel DELF), assente anche nel REW(!) e nel VEI, è il lat. transfaecare 'liberare dalla feccia'. Venne proposta, con ottimi argomenti, per le tre forme ibero-romanze catal. trafegar, port. trasfegar, spagn. trasegare, tutti 'travasare', da M.L. Wagner, in un articolo del 1952, apparso negli «Anales del Instituto de Lingüística», Mendoza, V, pp. 142-144. Ma fu erroneamente estesa alla forma italiana trafficare, da Bruno Migliorini , p. 46 (riprodotto nei Saggi Linguistici del 1957], in un articolo in cui, dopo aver criticato le diverse proposte fatte prima di allora (*extraficare, *tra(ns)ficare, *traficcare, ar. tafrîq 'distribuzione'), e notato che il v. in origine non si riferiva esclusivamente al commercio, concludeva: "L'italiano trafficare non sarebbe dunque, secondo me, una voce ereditaria, ma un catalanismo [dalla base *transfaecare, propr. 'travasare liberando dalla feccia (faex, faecis)'] penetrato alla fine del Duecento o nei primissimi anni del Trecento. Il catal. trafegar 'travasare, intrugliare' e simili sarebbe giunto col senso di 'darsi da fare', 'maneggiare'; in Italia poi, nel Trecento, sarebbe diventato dominante il nuovo significato commerciale di 'negoziare', passato più tardi alle altre lingue occidentali (al francese fin dal Quattrocento, al tedesco e all'inglese col Cinquecento)". Se dunque si preferisse l'origine da transfaecare a quella che propongo qui sotto, si tratterebbe comunque di un sicilianismo, e non di un catalanismo.
In un precedente articolo ritengo di aver dimostrato, sulla base delle risposte dell'ALT alla domanda 533 'attecchire', che attecchire non è che una variante toscana, meno frequente e con probabile valore incoativo, di attaccare. Le due cartine riprodotte qui sotto (v. ), infatti, mostrano che alla domanda 'attecchire' la risposta più frequente è attaccare, con un rapporto fra le due risposte di 186 a 68. Figura 1: Areale di attaccare (a sinistra) e attecchire (a destra) alla domanda 'attecchire' dall'ALT (533) Nel resto dell'Italia, il tipo attecchire, nella variante tacchjire (nella vocale rizotonica più vicina all'etimo) è attestato solo ad Ascoli (cfr. AIS VII 1446 'germoglia; germogliare', P. 578). Tuttavia, là dove non sono presenti altri tipi lessicali, appare sempre (at)taccare: in tre località della Corsica (ALEIC (828 'questa pianticella non potrà attecchire': PP 1, 2 e 24, oltre al sassarese P. 50); in lombardo centrale taccà 'allegare, allignare' (el forment l'a minga taccaa ben) [Cherubini 1839, p. 348]; in bergamasco, taca o tecà (si noti la vocale protonica) 'barbare, barbicare, appigliarsi, allignare, metter radice' [Tiraboschi 1873]; nel valtellinese (Val Taratano) tacà 'attecchire, di semi che mettono radici' [Bianchini e Bracchi 2003]; ticinese tacá 'attecchire' [LSI 5, 394]; romagnolo tachêr 'attecchire' [Ercolani], ataché 'l'appiccarsi che fanno le piante colle radici, allignare, attecchire'' [Morri 1840]; modenese tachér §5 'attaccarsi, allignare, attecchire. Dicesi di piante, di fiori, ecc.' [Maranesi 1893], parmigiano tacàr 'T. d'Agr. Allignare, Attecchire' [Malaspina 1856], ferrarese tacàr 'detto delle piante che mettono radici -attecchire' [Ferri 1889], bolognese atacar 'detto delle piante -l'appigliarsi, che fanno le piante colle radici, allignare, attecchire' [Coronedi Berti 1874] etc.; piemontese atachesse 'appigliarsi, parlandosi di piante, vale allignare, abbarbicare, provenire, radicare' [di Sant'Albino 1859]; veneziano tacàr 'dicesi d'una pianta che appiglia dove è trapiantata' [Boerio 1856], veronese tacàr 'attecchire, allignare (di piante) [Beltramini e Donati
draft paper, 2023
Ripensare l'Uomo: un cammino di ricerca tra nuove ipotesi della scienza e intuizioni spirituali
Malgrado le profonde trasformazioni, la famiglia ,vista anche come insieme di membri che hanno nel gruppo modalità di funzionamento psichico inconscio differenti dal loro funzionamento individuale, è ancora un'istituzione che sopravvive ai cambiamenti sociali.
Trasparenza. Una tirannia della luce, in Genealogie del presente. Lessico politico per tempi interessanti, 2014
ECCELLENZA. SELEZIONE, DISTINZIONE, DIFFERENZA 95 di Federica Giardini EGUAGLIANZA. FARLA E DISFARLA 103 di Gianfrancesco Zanetti GOVERNABILITÀ. DELLA RESISTENZA IRRIDUCIBILE DEL GOVERNATO 113 di Sandro Chignola LEGALITÀ. OLTRE IL CRETINISMO E IL ROMANTICISMO 125 di Ugo Mattei e Michele Spanò MOVIMENTO. RISCATTARE L'INSALVABILE 135 di Marco Tabacchini POPOLO. DESTITUZIONE E FILOSOFIA 151 di Pierandrea Amato POVERTÀ. APPUNTI PER UNA POLITICA DEI POVERI 165 di Lorenzo Coccoli PRECARIETÀ. DELLA CATTURA BIOPOLITICA DELLE VITE (E DELLA LORO POTENZA) 179 di Cristina Morini RESPONSABILITÀ. PERCHÉ DARSI IN-PEGNO 195 di Bruna Giacomini SACRIFICIO. SULLA MATRICE RELIGIOSA DELLA RELAZIONE TRA DEBITO E CREDITO 207 di Marianna Esposito SOCIETÀ. POTERE, DOMINIO, ORDINE 219 di Maurizio Ricciardi TRASPARENZA. UNA TIRANNIA DELLA LUCE 231 di Valeria Pinto FUTURO. (E)SCATOLOGIA DEL TEMPO DELLA CRISI 249 di Lorenzo Bernini AUTORI / AUTRICI 265 INDICE DEI NOMI 271 231 VALERIA PINTO TRASPARENZA Una tirannia della luce Ma la terra interamente illuminata splende all'insegna di trionfale sventura. M. Horkheimer, T. W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo
Tra etimologia romanza e dialettologia. Studi in onore di Franco Fanciullo, a cura di Patrizia Del Puente, Francesca Guazzelli, Lucia Molinu e Simone Pisano, 2020
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1. L'esperienza lessicologica acquisita nel mio lavoro di tesi di dottorato, 1 volto a indagare consistenza e persistenza dell'elemento galloromanzo nel siciliano, 2 mi ha condotta piú e piú volte tra le pagine del Vocabolario siciliano di Piccitto- Tropea-Trovato (1977. 3 È proprio in relazione a tale frequentazione che ho cominciato ad affrontare il problema della stratificazione del lessico siciliano (connesso a quello della morfologia lessicale, dell'etimologia e della datazione) e ho cominciato a chiedermi a quale fascia del lessico avessero finito coll'appartenere i lessemi galloromanzi del siciliano, se a quella del vocabolario siciliano di base (comprensivo -per dirla con De Mauro -4 dei vocaboli fondamentali, di quelli di alto uso e di quelli di alta disponibilità), a quella del vocabolario comune, a quella delle voci tecnico-specialistiche, obsolete, di basso uso, straniere, italiane dialettizzate e cosí via: in una parola ho avvertito la mancanza delle marche d'uso.
Ritengo di aver già dimostrato, con alcuni recenti lavori , l'enorme valore dell'ALT come fonte di dati per qualunque ricerca etimologica che riguardi non solo i dialetti toscani ma anche, per ovvi ragioni, la lingua italiana. Con questa breve nota mi propongo di dare avvio a una serie di nuove etimologie.
A new Typhloreicheia from Prato di Campoli (Monti Ernici, Lazio) has been discovered. This taxon is well different from other species known due to the shape of the aedeagus and, especially, of copulatory piece, whose appearance could be defined to “tent”. The new species was collected at high altitude, under stones buried in beech forest.
Del divino Accadere che vede l'ingigantirsi di un “Errore” che dilania l'umanità e che sfocerà infine alla Apocatastasi-Salvezza dell'uomo grazie alla Parusia-Mostrarsi-Venuta del Figlio" segretamente ed allegoricamente dirà anche Dante" nella sua “Divina Commedia” e poi l'Ariosto che riprenderà alcune allegorie dantesche e le approfondirà mettendo meglio a fuoco importanti aspetti di quell'Errore: Dante dirà di questo "Errore-Anticristo" di questo "Accadere" in modo simile a quanto visto e mostrato da Giovanni nella sua Apocalisse ovvero ne dirà collegandosi alla Bestia giovannea che è affiancata da Babilonia-Meretrice e dal Falso Profeta: un Errore-Anticristo ed Accadere che Dante ci inviterà a vedere e capire dicendo: <..O voich’avete li ’ntelletti sani,/mirate la dottrina che s’asconde/ sotto ’l velame de li versi strani..> (Inf. IX,61)
Diritto@Storia, 2009
Brief history of attemps do develop uniform and EU Law Sources in the field of carrage of passengers by Sea. A comparizon with Uniform Law in the field of Carriage of Goods by Sea. 1. La ritardata attenzione nel processo di formazione del diritto marittimo uniforme verso il trasporto di passeggeri.-2. Il regolamento CE n. 392/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009.-3. La ratifica della convenzione da parte delle organizzazioni di integrazione regionale.-4. L'ambito del regolamento CE n. 392/2009.-5. L'introduzione (e l'estensione dell'ambito di applicazione) del diritto uniforme negli ordinamenti interni.-6. L'allineamento del diritto comunitario al diritto uniforme.-7. L'ambito di estensione del rinvio nel regolamento CE n. 392/2009.-8. I problemi di interpretazione.-9. Il persistente margine di applicazione del diritto interno. 1.-La ritardata attenzione nel processo di formazione del diritto marittimo uniforme verso il trasporto di passeggeri Il trasporto marittimo di persone è stato per lungo tempo estraneo al processo di omogeneizzazione normativa che ha caratterizzato il trasporto marittimo di merci[1] e, anche quando si è iniziata a far strada l'idea dell'opportunità, anche in quel campo, di un regime di diritto uniforme, si è registrata una serie di insuccessi, sotto il profilo delle ratifiche[2], cui, in prospettiva, sembra poter porre fine soltanto la Convenzione di Atene del 13 dicembre 1974, nel testo emendato dal Protocollo di Londra del 1° novembre 2002 (c.d. convenzione «PAL 2002»), che è pervenuta ad una disciplina, ispirata in parte a quella della responsabilità del vettore aereo di persone nella Convenzione di Montreal del 29 maggio 1999, articolata, per i danni derivanti da «shipping incident» su due livelli risarcitori, di cui il primo è caratterizzato da un meccanismo di imputazione, che lascia un margine ridotto al vettore di ottenere l'esonero, attraverso la prova della ricorrenza di una delle due categorie di eventi anomali specificate nell'art. 3, § 1, ed in cui viene riconosciuta un'ipotesi di responsabilità oggettiva[3]. Nonostante si sia trattato comunque di una soluzione di compromesso rispetto alle istanze per un più rigoroso trattamento della responsabilità vettoriale nel trasporto di persone, al fine di superare la riluttanza di molti Stati a vincolarsi alla convenzione PAL 2002, posto, in particolare, che fra gli eventi esonerativi non erano espressamente compresi pirateria ed atti terroristici[4], è stato necessario che il Comitato giuridico dell'Organizzazione marittima internazionale, nel corso della sua novantaduesima sessione, dal 16 al 20 ottobre 2006, predisponesse un modello di riserva da accompagnare alla ratifica, con gli orientamenti («Guidelines») per l'applicazione della Convenzione[5], che incide sia sui limiti risarcitori, sia sulla copertura assicurativa obbligatoria, rispetto ad una serie di eventi che rispondono alle tipologie considerate al § 2.2. dei menzionati orientamenti per l'applicazione della Convenzione[6]. Va in particolare evidenziato come tale riserva intenda far concorrere il limite risarcitorio per passeggero con un ulteriore limite globale, per nave e per evento, ai sensi del § 1.2 della menzionata riserva-tipo alla ratifica[7]. 2.-Il regolamento CE n. 392/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 L'approssimarsi della data del 31 dicembre 2012, termine ultimo per l'applicazione in ambito comunitario della Convenzione «PAL 2002», ai sensi del regolamento CE n. 392/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 relativo alla responsabilità dei vettori che trasportano passeggeri via mare in caso di incidente, offre un nuovo interessante terreno per una riflessione sul tema dell'introduzione degli strumenti di diritto marittimo uniforme nei singoli ordinamenti interni e, comunque, nel contesto delle organizzazioni di integrazione regionale. Quest'ultimo profilo appare particolarmente attuale rispetto alle linee di sviluppo dell'integrazione economica europea, dato che l'omogeneizzazione del quadro normativo in tema di responsabilità delle imprese che operano in un determinato mercato è stata individuata come uno dei capisaldi della liberalizzazione economica, al fine di impedire indebiti vantaggi concorrenziali[8]. D'altra parte, rispetto a tale esigenza, è incidentalmente da evidenziare come costituisca un potenziale elemento di frizione il mantenimento del regime di limitazione del debito armatoriale di cui all'art. 275 c. nav., piuttosto che l'adozione del regime di limitazione dei crediti marittimi, di cui alla Convenzione di Londra del 19 novembre 1976, situazione che può incidere considerevolmente sull'effettivo risarcimento dei danni subiti anche dai passeggeri[9]. Non casualmente, nelle premesse del regolamento CE n. 392/2009 si richiama l'impegno assunto dagli Stati membri, con la dichiarazione sulla sicurezza marittima del 9 ottobre 2008, ad assoggettarsi, entro il 1° gennaio 2012, alla Convenzione di Londra del 19 novembre 1976, nel testo emendato dal Protocollo di Londra del 3 maggio 1996 (considerando n. 8)[10]. D'altra parte, l'art. 5 del regolamento CE n. 392/2009 dichiara espressamente la non rilevanza della nuova disciplina comunitaria sull'applicazione di tale ultima convenzione.
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Rudiae. Ricerche sul mondo classico, 2018
“Eruditio Antiqua” , 2019
Città Nuova - 12 Maggio 2003
Spazio mediale e morfologia della narrazione, 2019
C. Gigante, S. Ventura (a cura di), NOUVELLEMENT TRADUIT Dante in altre lingue romanze, Firenze, Cesati, 2023
Studi Piemontesi, 2016
Notiziario dell'Associazione Nobiliare Regionale Veneta, 2022
Euntes ducete, 2018
"Letteratura e scienza. Atti delle Rencontres de l'Archet" tenutisi a Morgex, 16-21 settembre 2019, Pubblicazioni della Fondazione «Centro di Studi storico-letterari Natalino Sapegno», Morgex, 2021
Matteo Mazzone, 2022