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Per una rappresentazione matemati
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The author starts from the assumption that Mathematics, as every formalized sciences, are the final form of a pre-formal process. Such final form is very important to reach an objective scientific consistence and a sufficient stability, but the high level of formalization of modern mathematics hides all the significations that was originally the reason itself of its to be. The author sustain that this is the main cause of the hostile frame of mind that the majority of peoples shows toward the mathematics. A paradigmatic experience is presented and argued to clarify and support such thesis and to show a possible way to determine a different disposition of the pupils. The proposed way consists essentially to base the teaching on an open-problem strategy that conduce the pupils to build creatively new concepts. The theoretical presupposition of such conceptual constructions are so argued and the role of the new technologies is examined.
1. Cosa intendiamo per "Metafora" La definizione più comune, e dunque anche la più larga, di metafora è quella di una figura retorica il cui utilizzo consente di "parlare di due cose contemporaneamente". Questa definizione è però approssimativa per difetto; non tutte le volte che parliamo di due cose allo stesso momento stiamo utilizzando una metafora, è il caso della sineddoche, in cui si nomina una parte fisica per intendere il tutto o viceversa (e.g. "figli di Adamo" e "mortali" per "umanità"), della metonimia, in cui si nomina una parte in relazione per intendere il relato (e.g. "bere un bicchiere" per "bere il contenuto del bicchiere" appoggiandosi al rapporto contenitore-contenuto). Infine, non sono metafore nemmeno le similitudini, i paragoni e le allegorie. L'approccio dei filosofi al riguardo non è stato sempre questo, a partire da Aristotele che accorpa la metafora alla similitudine definendola una "similitudine implicita" (Aristotele, Retorica:1457b) e assimilandola in molti esempi a sineddoche e metonimie. All'atteggiamento di Aristotele, che potremmo anacronisticamente chiamare deflazionista, 1 se ne è contrapposto un altro speculare da parte degli studiosi di retorica-da Durmasais a Ricoeur-che nella metafora hanno visto un fenomeno irriducibile e fondamentale del linguaggio 2 fino a renderlo il motore che per mezzi talvolta misteriosi muovo il linguaggio stesso. Nelle prossime righe si tenterà di fare chiarezza sulla definizione e sul funzionamento della metafora, due nozioni che, come vedremo, sono profondamente legate l'un l'altra.
Rudiae. Ricerche sul mondo classico, 2018
It Il 'viaggio' della metafora e inteso in duplice senso: 1) il viaggio della metafora come figura retorica; 2) il viaggio della metafora nel tempo, sino ai nostri giorni. Per quanto riguarda il primo aspetto, si osserva che Aristotele mutua il significato di μeταφορά da quello originario di «trasporto»; quindi la metafora originariamente indica il «trasporto» di un significato da un termine ad un altro ad esso affine. Tuttavia, Aristotele sottolinea anche un altro dato importante di questa figura: la metafora come fonte di conoscenza. Per quanto riguarda il secondo aspetto si esamina come la metafora sia presente nel discorso contemporaneo, nel linguaggio ordinario e in quello giornalistico, e si danno numerosi esempi tratti da articoli di giornali su argomenti diversi come sport e politica. Se ne deduce che la metafora non e ornamento del discorso, ma la manifestazione di un modo di pensare per immagini, come sostengono G. Vico, P. M. Bertinetto e M. Black Parole chiave: Metafora. Aristotele. Discorso contemporaneo
Sull Sull Sull SullÊ Ê Ê Êuso metaforico de uso metaforico de uso metaforico de uso metaforico dei giochi nella te i giochi nella te i giochi nella te i giochi nella teo o o oria s ria s ria s ria se e e emiotica miotica miotica miotica Vincenzo Idone Cassone
Il mio scopo è enucleare il significato ontologico e antropologico del gioco come "simbolo cosmico". Dall'analisi dei predicati fondamentali del gioco, inteso come play e/o come game, risulta che esso è un atto libero, una forma dinamica di comportamento priva di costrizione e finalità esterne, la quale si avvale ampiamente della logica metaforica e del carattere "come se". Ciò significa che, rappresentando la realtà, i giocatori si scambiano informazioni intorno al mondo e al tempo stesso comunicano intorno al gioco. Dopo aver analizzato le analogie e le differenze fra play e game da un lato e linguaggio (inteso come parole e come langue), dall'altro, prendo in esame altri due predicati fondamentali: l'immersione in un ambiente spazio-temporale diverso e l'incertezza. Da ultimo sottolineo i caratteri comuni ad arte e gioco.
Interazione tra i popoli in carcere. Indagine sulla percezione dell'Altro nella reclusione: l'esempio di Montorio, Verona., 2014
Introduction to the research project on the topic "Meeting the Other in Prison: the Case of Montorio". The interdisciplinary study was conducted by means of focus groups developed ad hoc for the prisoners in november/december 2013 and published in 2014. The team was compounded by a psycho-anthropologist, an anthropologist, a sociolinguist and an archaeologist/historical linguist.
Lexia, 2016
This paper aims to discuss the theoretical framework of the contagion or infection or virality theories, according to which the semiosphere and, more generally, the circulation of ideas are produced by the diffusion of semantic elements through imitation. An historical frame for the recurrent fashion of this kind of theories is proposed. Against these theories many theoretical, epistemological, and also ethical objections are raised.
Il differire della metafora Il differire della metafora Gaetano Lettieri Il differire della metafora Il transfert del desiderio da Gregorio di Nissa e Agostino a Ricoeur e Derrida Gaetano Lettieri Gaetano Lettieri Il culmine della tradizione patristica greca e latina, rappresentato da Gregorio di Nissa e Agostino, può essere restituito come riflessione divergente sulla metafora, cioè sul potere analogico o carismatico di traslazione del desiderio. Al suo stesso interno la teologia matura di Agostino approda al riconoscimento dello scarto teologico tra due livelli di rivelazione e di senso. Alla platonizzante metafora ontoteologica (lex di translatio dai signa sensibili alla Res trascendente di Dio), ereditata dalla riflessione teologica origeniana nella sua reinterpretazione cappadoce, Agostino sovrappone una metafora differente, "apocalittica": l'evento indisponibile dello Spiritus, il Dono indebito di grazia, pensato come Metafora carismatica, Transfert della santa concupiscenza, che elegge la peccaminosa libertà dell'uomo, muovendola irresistibilmente alla salvezza. Pensatore di Dio come Essere immutabile e confessore dell'evento della grazia, iniziatore della storia occidentale della memoria abitata da Altro come scaturigine delle ermeneutiche della storicità, Agostino continua ad essere privilegiato oggetto di interpretazione di due importanti e divergenti teorie contemporanee della metafora: l'ermeneutica dell'incondizionato e l'ontologia dell'inesauribile di Ricoeur e la decostruzione aperta all'evento del "Vieni!" di Derrida. Ma mentre la decostruzione del cristianesimo di Derrida privilegia l'interpretazione del dono e della decisione passiva dell'antiumanistico Agostino, la prospettiva di Ricoeur converge con quella umanistico-cristiana di Origene e ancor più con quella di Gregorio di Nissa. Il più speculativo dei Padri cappadoci "inventa" il pensiero dell'infinità incomprensibile di Dio, dell'intelligenza come sapere congetturale dell'inesauribile, del desiderio spirituale come protensione infinita nell'interpretazione allegorica delle metafore analogiche, attraverso le quali il Logos chiama la libertà della creatura alla responsabilità di una testimonianza fedele, quindi a un'impossibile, eppure estatica unione mistica. Se Agostino e Gregorio propongono due diverse intelligenze dell'intimo differire del pensiero teologico, quindi due diverse interpretazioni del transfert del desiderio cristiano e del suo paradossale godimento, essi continuano a differire nella ricerca rigorosamente filosofica, non dogmatica e laicamente decostruttiva di due dei massimi pensatori contemporanei. Gaetano Lettieri (Roma, 1961) è professore ordinario di Storia del cristianesimo e delle chiese e di Storia delle dottrine teologiche presso Sapienza Università di Roma. Indaga la storia del pensiero cristiano dalle origini alla contemporaneità e ha studiato genesi delle eresie e mito di Simon Mago, gnosticismo, teologie patristiche e loro fortuna medievale e moderna, storia dell'ermeneutica biblica e della mistica cristiana, teologia politica, secolarizzazione e dispositivo cristiano operante nell'idea di democrazia. Sta portando alla luce un finora ignoto Machiavelli cortigiano "pontificio", interprete antiluterano di Erasmo e protagonista nelle guerre ideologiche e militari dei papi medicei.
2019
Così sarai tuttor donna del giuoco (Il Fiore CLVI, 14) In via preliminare è utile formulare una indicazione di metodo, anche al fine di delimitare gli ambiti della mia indagine. Il tema del rapporto gioco-letteratura 1 (per noi lo stesso che gioco-arte), per la ricchezza degli intrecci e delle analogie cui rimanda (finzione, scherzo, maschera ed altro ancora), ha dilatato la vastità e complessità del suo oggetto, rischiando di impegnare multidisciplinarmente settori di studio ben oltre il campo strettamente letterario. Capita così che orientarsi con coerenza all'interno della relativa trattatistica riesce talvolta fuorviante. In età contemporanea è stato un Grande che ben si intendeva di poesia-Baudelairead individuare come coessenziale alla natura umana un rapporto simbiotico tra le manifestazioni ludiche e quelle letterarie, con una osservazione tanto elementare quanto ricca di esiti molteplici e complessi: «le joujou est la première initiation de l'enfant à l'art» 2. E più recentemente Dino Buzzati (tanto per rimanere all'interno della grande letteratura) scrive: «l'arte, per gli artisti, è il più delizioso dei giochi» 3 , col tono di chi ‗gioca', appunto,a rivelare un segretoche segreto non è, perché notoab immemorabili. La celeberrima Epistola ai Pisoni, testo di partenza per ogni discorso sull'arte, aveva consacrato una sua tassonomia: «aut prodesse volunt aut delectare poetae», insegnare («prodesse») o giocare («delectare») sono i due modi del fare poesia. Ma è anche vero, come rileva Michelangelo Picone 4 , che al rigore tassonomico del primo verso segue in attenuazione «aut simul et iucunda et idonea dicere vitae» econ una assiomatica conclusione «omne tulit punctum qui miscuit utile dulci» 5 , che sembra aver tracciato una pista battutissima dalla letteratura medievale dell'Occidente europeo, fino ai giorni nostri.A provarlo sarebbe facile percorrere un lungo elenco di autori e di opere che immaginando o ipostatizzando una società armoniosa e perfetta costruiscono uno spazio e un tempo felici, nei quali il gioco è regola permanente per garantire il transfert della morale, della religione, delle virtù civiche e perfino dell'igiene dall'ambito dell'astratta precettistica, dura a digerirsi intellettualmente, sul terreno dell'indisciplinata forza vitale che muove le cose del mondo e la concretezza del vivere. A mo' d'esempio ricordo, pur col limite del riferimento al solo mondo femminile, il Reggimento e costumi di donna di Francesco da Barberino, un testo dalle molteplici possibilità di approccio, manuale di formazione, romanzo allegorico, silloge di precettistica femminile, narrativa aneddotica e novellistica, ma tutte con l'evidente obiettivo di controllare l'immaginario, col gioco a far da mediatore. Interessante e intelligente la lettura dell'opera di Claude Cazalé Bérard, dove è sottolineato che 1
"Nature" is a metaphor. How it works? What are the connotations and the limits of this way of characterizing the whole material context of human life?
Atti: 6. Convegno nazionale: matematica, …, 2006
Facendo seguito a precedenti pubblicazioni sull'argomento 1 , l'autore sviluppa una serie di riflessioni sulla dimensione euristica e pre-formale della scienza, e in particolare della matematica, ponendo così le basi epistemologiche e filosofiche per una didattica partecipata e creativa.
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Cultura giuridica e diritto vivente, 2017
Romanica Cracoviensia, 2013
Giocando s'impara. Per una pedagogia del gioco. A. Bonafin (a cura di). Ferrara: Volta la carta, 2019
Homo Cyber Ludens, a cura di M. Accordi Rickards e F. Belsanti, Idra editing, Roma, 2021
in “Insegnare una l ingua: riflessioni e proposte, Atti del 10° seminario internazionale per insegnanti di lingua”, a cura di C. Humphris, Roma, ed Dilit, 1998
Giocare: tra passatempo e opportunità, 2023
Vie della metafora: linguistica, filosofia, psicologia, 2008
Scritti Critici Vol. I, 2022