Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2015
…
5 pages
1 file
Perché abbiamo bisogno di distinguere tra "mondo" e "realtà" per criticare senza peccare di arroganza il mondo in cui ci è toccato di vivere? In questa recensione del libro di Boltanski (che un po' mi è piaciuto e un po' no) provo a spiegare perché criticare la realtà (del potere) in nome del disordine (della vita) potrebbe non essere sempre una buona idea (almeno filosoficamente). Why do we need to distinguish between "world" and "reality" to criticize the world in which we happen to live without committing the sin of arrogance ? In this review of Luc Boltanski's book (which I both liked and disliked), I explain why criticizing the reality (of power) in the name of the disorder (of life) may not always be a good idea (at least, from a philosophical point of view).
Alla voce "posthumanism" Wikipedia elenca sette possibili sfumature semantiche del termine, tutte riconducibili a diverso titolo a questa controversa nozione: si menzionano l'anti-umanismo, il postumanismo culturale, il postumanismo filosofico, la condizione postumana, fino ad arrivare ai massimalismi di transumanismo, Al Takeover ed estinzione volontaria dell'uomo. Ora, senza entrare nel merito di questa catalogazione -che come tale implica una certa arbitrarietàcercheremo di presentare il saggio di Antonio Lucci Umano Post Umano (Inschibboleth, 2016), azzardandone una collocazione all'interno del cosiddetto postumanismo filosofico. Premessa: "postumano" indica un ambito delle scienze umane distante da una stabilizzazione disciplinare; i margini tematici a cui richiama sono sfrangiati ed estremamente porosi, continuamente soggetti a sconfinamenti e ampliamenti epistemici -di carattere sia inclusivo che esclusivo. Dagli anni '70 fino a oggi, infatti, l'idea di poter parlare di "postumano" nei termini di una questione culturalmente rilevante ha fatto sì che il sintagma "post" -su cui pesa tutta la portata della sua novità concettuale -divenisse l'oggetto di innumerevoli branche delle humanities. Con buona probabilità il motivo di questa fortuna è dipeso dal fatto che parlare di post-umano significhi, più o meno consapevolmente, testare la tenuta di un'idea di scienza -"umana" appunto -che mai come oggi pare minacciata da un preoccupante autosuperamento. L'espressione post-umano effettivamente, come
"Novarien.", 43, 2014
2018
Leggere il libro di Lionel Astesiano, <em>Joie et liberté chez Bergson et Spinoza</em>, spinge ad <em>entrare dentro</em>, a <em>simpatizzare</em> (proprio nel senso bergsoniano del termine) con la complessa operazione ermeneutica dell'autore stesso, la quale lungi dal ricostruire <em>ex alto</em>, attraverso un'astratta speculazione, un legame dialettico tra i due importanti filosofi evocati nel titolo, approfondisce dettagliatamente i testi bergsoniani alla ricerca delle ricorrenze più significative del grande filosofo olandese, per trarre da ciò la sostanza filologica delle proprie argomentazioni. Se, utilizzando le stesse parole di Bergson, Plotino è la <em>loupe</em> attraverso cui egli guarda a Platone, Aristotele e alla filosofia greca in generale, per Astesiano è Bergson stesso la <em>loupe</em> attraverso cui egli guarda a Spinoza. Il libro è diviso in 2 parti: I. <em>Spinoza selon Bergson...
La concomitanza della crisi economica con flussi migratori dirompenti aggrava l'impatto di entrambi sull'opinione pubblica, col rischio che si percepiscano nessi causali inverificabili tra i due fenomeni. Pochi mettono in discussione che dall'accoglienza si debba passare all'integrazione attiva mediante corsi di formazione linguistica, storica e civica, prevedendo un percorso che culmini nella conquista di un posto di lavoro e di una casa per i nuovi arrivati. Le voci contrarie esprimono un reale, per quanto spesso dissimulato sentimento comune, per cui l'afflusso massiccio di migranti comporta una crescita abnorme della disponibilità di forza lavoro sul mercato e quindi della concorrenza, con la conseguente occupazione, da parte degli stranieri, di posti di lavoro che sarebbero destinati agli autoctoni, nonché la riduzione dei livelli salariali già molto bassi rispetto al resto d'Europa. Si potrebbe obiettare che i bassi salari dovrebbero contribuire a scoraggiare il fenomeno di delocalizzazione delle aziende, perciò dovrebbe preoccupare maggiormente la diffusione della robotica, destinata a rimpiazzare la forza lavoro umana con umanoidi sempre più capaci di sostituire gli esseri umani in (finora quasi) tutte le loro funzioni. Ora, la robotizzazione delle attività produttive è un fenomeno inarrestabile, che toglie argomenti a coloro che considerano i migranti dei ladri di posti di lavoro; infatti l'automazione sempre più diffusa e sofisticata danneggia irreversibilmente sia gli autoctoni che i gli alloctoni. Non i migranti, ma i robot dovrebbero rappresentare una fonte di preoccupazione per l'erosione del lavoro umano che le macchine e l'intelligenza artificiale provocano ogni giorno di più. Eppure all'orizzonte non si vede alcuna riesumazione aggiornata del luddismo.
Nel 1961, in un periodo in cui la figura di Nietzsche è ancora ampiamente avvolta dall'alone del mito, due studiosi italiani, Colli e Montinari, antiaccademici e inattuali, provenienti da diverse esperienze e con diverse motivazioni, nella comune volontà di promuovere l' «azione» del filosofo sul presente, ne intraprendono l’edizione critica di tutti gli scritti. La pubblicazione di molti materiali inediti - in particolare le lettere da Weimar di Montinari a Colli, vere e proprie carte di lavoro – introduce, ora, in modo, diretto nel laboratorio quotidiano dell'edizione e permette di ricostruire la genesi di quell'impresa filologica e storica nelle sue originarie motivazioni, nella discussione che suscitò e nei suoi effetti. È quindi un viaggio di scoperta ma anche un viaggio di apprendistato: gli strumenti, mai neutri, si modificano, si adattano alle circostanze, alle difficoltà del momento, sorretti e provocati dalla lucidità dell'intelligenza, da un bagaglio culturale che si accresce, da una probità e serietà umana dl fondo. L'edizione critica costituisce la premessa liberatoria per «leggere Nietzsche» in modo nuovo ma anche, attraverso il lavoro storico agli apparati, per definire in modo diverso e più «ampio» il testo del filosofo che si inserisce così originalmente nella cultura europea del secondo Ottocento. Il nucleo iniziale di questo volume era in primo luogo un omaggio alla memoria di Mazzino Montinari e alla sua attività di studioso. Ma degno dell'interesse generale appare anche il percorso esemplare e tormentato di un intellettuale, sullo sfondo delle vicende culturali, editoriali, politiche del dopoguerra comuni ad una generazione, e che ora, più che mai, sembrano allontanarsi come qualcosa di quasi definitivamente consumato
Charles-Marie-Georges Huysmans nasce a Parigi nel 1848. Il padre era olandese e in seguito lo scrittore adotterà il nome Joris-Karl sottolineando così la sua origine. La prima opera pubblicata, "Le drageoir aux épices" è una raccolta di poemetti in prosa largamente influenzata da Baudelaire. L'incontro con Zola orienta lo scrittore verso la scuola naturalista. Con la pubblicazione del suo capolavoro, "A rebours" (1884) siamo in pieno clima decadente. Parallelamente, Huysmans si occupa anche di critica d'arte, contribuendo alla valorizzazione degli impressionisti. Il rifiuto dell'estetica naturalista si accentua nel romanzo "Là bas", del 1891, titolo suggestivo che equivale a "Laggiù". Oltre a liquidare definitivamente l'influenza di Zola, "L'Abisso" occupa un punto cruciale, portando la tematica tardoromantica e decadente alle sue conseguenze più irrazionalistiche (il satanismo) e dall'altro annuncia la svolta mistica dell'autore, che a partire dal 1891 si riavvicina alla fede
2009
Pubblicato con successo in Francia e tradotto già in tre lingue, il volume "Marx l'intempestivo", offre un significativo contributo al dibattito internazionale che vede una Marx "renaissance" anche in Italia. Bensaid si chiede se la riflessione di Marx sia una filosofia della storia o una sociologia empirica delle classi sociali, o invece la sistematizzazione d'una scienza economica che postula un progresso inesorabile e teleologicamente orientato verso una società comunista..
Universa. Recensioni di filosofia, 2021
Il tema della minaccia ecologica è entrato oramai a pieno titolo nel dibattito filosofico contemporaneo. Tuttavia, diversamente da quanto è accaduto in altri contesti disciplinari, il suo ingresso nella filosofia è avvenuto con notevole ritardo, dopo un paio di infatuazioni temporanee storicamente connesse a due eventi di notevole importanza: la diffusione dell’immagine del pianeta Terra, The Blue Marble (1972), e l’incidente nucleare di Chernobyl.
2014
alessandra peri assaggi di critica testuale pre-lacHManniana: un "Moderno" filologo Mediolatino Lustrans nuper cum abbate meo B. officinas monasterii Sancti Martini in Monte, cuius ei visitatio iniuncta erat, cum scriptorium fuissemus ingessi, veterem ibi Bibliothecam invenimus, quam ad novum exemplar frater quidam corrigere videbatur. Aggressus igitur eam discutere quam redarguebant mendacii, vix corruptionem reperiebam, nisi in locis illis quae corrigi putabantur. Aio autem scriptori: « Unde scis, frater, novum hunc librum veraciorem veteri? ». « Ab eo », ait, « quod ibi plura continentur ». Cui inquam: « Sicut putas veterem habere minus ea, quae sunt in novo, sic putare potes in novo esse superflua, quae non sunt in veteri ». 1
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
S. Piazzese, recensione a Figure di Apocalisse. La Potenza del Negativo nella storia d’Europa, in «IlPequod», anno IV/7, giugno 2023, 2023
QUADERNI FIORENTINI PER LA STORIA DEL PENSIERO GIURIDICO MODERNO, 2024
Enthymema, Rivista internazionale di critica, teoria e filosofia della letteratura, 2012
«Narrativa», 43, 2021
Recensione de Il Corpo & potere. Monografia sul Salò di Pasolini, 2013
Alberto Arista - Recensione a Intrecci. Fenomenologia e psicoanalisi tra Lacan e Merleau-Ponty, di Deborah De Rosa
Sololibri.net, 2021
Paradoxa, n. 1, 2012
Recensione a Il linguaggio cinematografico, Fabio Rossi, Roma, Aracne, 2006, in “La Rassegna della letteratura italiana” (2007, n. 1), Firenze, Le Lettere, pp. 384-387., 2007