Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
102 pages
1 file
La ricerca è volta a analizzare gli schemi di welfare privato nella dinamica della conciliazione vita/lavoro, mettendo in rilievo alcune inefficienze del sistema italiano, a livello pubblico nazionale e regionale. Anche mediante la comparazione con altri paesi europei, il team di ricerca propone la costituzione di un fondo bilaterale nazionale per l'erogazione di welfare privato in attuazione di modelli di conciliazione vita/lavoro (cd. FOPAC)
2016
Work-life balance is one of the current issues within the academic, political, and managerial debate. An article discussed in a TAO Research Programs seminar held in June 2015 at the University of Modena and Reggio Emilia, suggests a critical interpretation of the mainstream literature and its related controversial results in terms of work-life reconciliation practices. The article also provides an alternative analytical framework based on Bruno Maggi’s organization theory, Norbert Elias’ theory of time, and Amartya Sen’s theory of justice. Scholars from different universities and disciplines contribute with comments on the notions of time, justice, organization and the proposed interpretative framework as well.
Indice Introduzione. Per una prospettiva familiare della conciliazione vita/lavoro 7 di F. Belletti La conciliazione vita/lavoro tra diritto esigibile e strumento strategico per nuove politiche di sviluppo 11 di L. Borzì e L. Rebuzzini Proposte su un welfare privato per la famiglia. Indagine sulle dinamiche europee e italiane 19 di M. Faioli La conciliazione vita/lavoro nel sistema italiano: azioni positive nazionali e sistemi regionali 49 di B. Caponetti 1. Cfr. P. DONAtI (a cura di), Famiglia e lavoro: dal conflitto a nuove sinergie. Nono Rapporto Cisf sulla famiglia in Italia, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2005. 2. Per un ulteriore approfondimento, cfr. F. BELLEttI, L. REBUzzINI, Nuove culture di impresa per la conciliazione tra lavoro e famiglia: buone pratiche, modelli possibili, a cura di P. DONAtI, Famiglia e lavoro cit., pp. 345-412. 19. M. FAIOLI, 47. Riforme della previdenza complementare: il Rapporto Turner, il caso del sistema neozelandese e le prospettive comunitarie RDSS, 2006 fasc.
Diritto delle Relazioni Industriali, 2018
Il saggio si interroga sul ruolo della legislazione più recente nel favorire la conciliazione lavoro famiglia e, in particolare, una maggiore condivisione tra uomini e donne delle responsabilità familiari. Secondo le ricerche più recenti, infatti, il lavoro di cura ricade ancora principalmente sulle donne. L’A. analizza anzitutto alcune delle previsioni in materia di congedi parentali introdotte dal d. lgs. n. 80/2015, sottolineando che l’obiettivo delle riforme è quello di consentire una gestione più flessibile dei congedi. In secondo luogo, l’A. si sofferma sulle tipologie flessibili di lavoro espressamente destinate a favorire la conciliazione, evidenziando come in realtà spesso esse comportino una dilatazione del tempo di lavoro e, di conseguenza, richiedano un’attenzione maggiore, anche da parte della contrattazione collettiva
Teorias dos direitos humanos, direito e sociedade: genealogia e prospectivas do pensamento jurídico, 2019
La letteratura dominante tende a inquadrare la crisi del paradigma correzionalista entro una più generale contesto di crisi del welfare e di affermazione di politiche neo-liberali di governo della povertà. L'articolo evidenzia come, nel caso italiano, le attuali politiche penali di gestione differenziale della devianza vadano lette, piuttosto, come il precipitato diretto della stessa cultura welfarista. Le agenzie del welfare penale sin dalle origini hanno sviluppato tecniche di gestione selettiva, razionale ed economica dell'utenza del sistema penale, per far fronte all'aumento dei tassi di incarcerazione verificatosi contestualmente e non successivamente all'adozione dell'ordinamento penitenziario del 1975.
In un ordinamento legislativo spesso accade, in particolar modo in quello italiano, che siano adottati provvedimenti di legge o aventi forza di legge in apparente contraddizione tra loro sia nello spirito sia nella pratica applicazione. Nell’anno 2010 questo evento è accaduto nel breve arco di 8 mesi, nello spazio temporale intercorso tra l’emanazione del Decreto Legislativo 4 marzo 2010, n. 28 e l’emanazione della Legge 4 novembre 2010, n. 183, il c.d “Collegato Lavoro”. Come noto con il D.Lgs.28/2010 si è resa obbligatoria la conciliazione per un lungo elenco di controversie civili e commerciali, senza entrare nel merito delle controversie in materia di lavoro per le quali, a quella data e fin dal 1998 nel settore privato e dal 2001 nel pubblico, la conciliazione era obbligatoria. Con il “Collegato Lavoro” l’obbligatorietà della conciliazione nelle controversie di lavoro è stato cancellata, per tale materia la conciliazione diventa facoltativa. Appare evidente che il legislatore non abbia avuto il benché minimo dubbio di armonizzare, ancorché con legittime differenze relative ai diritti indisponibili, la materia del lavoro con quelle sottoposte a conciliazione obbligatoria dal D.Lgs. 28/2010. Anzi con il provve-dimento in parola, il legislatore, invece, di facilitare la conciliazione prima dell'inizio del processo, ne rende più difficoltoso il raggiungi-mento.
1. Il Welfare è stato una parentesi | 2. Università e professioni sociali | 3. L'umanesimo nel XXII secolo 1. Il Welfare è stato una parentesi 1. Prima del Welfare Grecia In Grecia era diffusa l'idea che solo il kalos (il bello) fosse compatibile con l'agathos (il buono). Fatta questa premessa, anche le regole imposte da Licurgo a Sparta risultano giustificabili. "I genitori non avevano diritto di allevare i figli, ma dovevano portarli in un luogo chiamato tesche, dove gli anziani esaminavano il bambino: se lo vedevano sano e robusto ne disponevano l'allevamento e gli assegnavano in anticipo una porzione di terreno demaniale; se invece lo trovavano gracile e malfatto, ordinavano che fosse gettato in una voragine del monte Taigeto, detta Apotete. Non conveniva infatti né alla polis né al bambino stesso che fosse lasciato crescere per restare sempre debole e dal fisico infelice. [...]" (Plutarco, "Le vite"). L'idea che ci dovesse una selezione tra le persone "migliori", da avvantaggiare, e le "peggiori", da allontanare ed escludere, torna anche nelle parole della "Repubblica" di Platone: «Se dobbiamo tener conto-risposi-di ciò che abbiamo già ammesso, conviene che gli uomini migliori si accoppino con le donne migliori il più spesso possibile e che, al contrario, i peggiori si uniscano con le peggiori, meno che si può; e se si vuole che il gregge sia veramente di razza occorre che i nati dai primi vengano allevati; non invece quelli degli altri. E questa trama, nel suo complesso, deve essere tenuta all'oscuro di tutti, tranne che dei reggitori, se si desidera che il gruppo dei guardiani sia per lo più al sicuro da sedizioni». (Repubblica, V) Roma Nell'antica Roma l'approccio non era molto diverso: i bambini con deformazioni evidenti venivano soppressi al momento della nascita, gli altri se entro i 3 anni mostravano segni di sordità venivano eliminati in quanto incapaci di apprendere. "Un bambino chiaramente deformato deve essere condannato a morte" I Romani utilizzavano la rupe Tarpea. Anche nel mondo latino vediamo un accostamento tra malattia e volontà degli dei, i quali però non erano ritenuti gli unici responsabili, ma le cause di molti disturbi mentali dell'uomo sono individuabili anche nel lusso, nell' avidità e in molti vizi che opprimono l'animo umano. Rimane tuttavia l'idea dell'emarginazione e peggio ancora dell'eliminazione dei malati incurabili, come possiamo vedere dalle parole di Lucio Seneca: "Soffochiamo i nati mostruosi, anche se fossero nostri figli. Se sono venuti al mondo deformi o minorati dovremo annegarli. Ma non per cattiveria. Ma perché è ragionevole separare esseri umani sani da quelli inutili…" (De Ira, libro I) Cristianesimo Con l'avvento del Cristianesimo pare verificarsi un cambio di mentalità : l'approccio alla malattia è caratterizzato da pietà e protezione partendo dal presupposto che si è tutti figli di Dio. Una notevole regressione avviene dopo l'elezione di papa Gregorio Magno che affermava "Una anima sana non trova albergo in un corpo tumefatto". Con questo atteggiamento ci si inoltra nel medioevo. Eugenetica Fondatore dell'eugenetica fu il cugino di Charles Darwin, Francis Galton (1822-1911), che si interessò molto all'ereditarietà compiendo studi statistici su quella fisica e su quella psichica. Si appassionò alla criminologia, sono noti i suoi studi sulle impronte digitali e la sua definizione del criminale "ereditario". Egli divenne famoso e stimato alla pari di unaltro scienziato dell'epoca, l'antropologo e psichiatra italiano Cesare Lombroso (1835-1909), fondatore dell'antropologia criminale e autore della prima classificazione degli esseri inferiori che fu poi ripresa dal nazismo. Secondo le sue teorie i criminali nascono tali, hanno infatti conformazione del cranio diversa dalla nostra, pertanto sono irrecuperabili, è inutile punirli, quindi l'umanità ha il diritto e dovere di difendersi estirpando il male da se stessa. Agli inizi del XX secolo ormai l'eugenetica era un'ideologia scientifica che aveva contagiato molti Stati e molti illustri scienziati e premi Nobel. Tra i più conosciuti citiamo Konrad Lorenz, John Langdon Down, colui che identificò la sindrome a cui diede il nome, Alexander Graham Bell. L'America per prima, usando l'eugenetica per classificare razze inferiori, respinse immigrati e proibì matrimoni misti. Tra il 1907 e il 1909 in qualche Stato americano cominciarono a verificarsi i primi casi di sterilizzazione coatta. Pochi anni dopo, in molte democrazie europee iniziò la sterilizzazioni dei malati di mente. Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca e Svizzera per un quarantennio, dagli anni trenta agli anni settanta, attuarono politiche eugenetiche e promulgarono leggi per la sterilizzazione di intere categorie di persone.
In questa pagina puoi trovare la mia tesi di laurea dal titolo: Welfare e lotta alla povertà. Mi sono laureato il 12/11/2014 presso l'Università degli Studi dell'Aquila con votazione 105/110. L'opera è distrubuita sotto licenza Creative Commons. Puoi distribuire, copiare o rielaborare l'opera sempre citando l'autore. Non puoi utilizzare l'opera a scopi commerciali. Ho pubblicato questo mio modesto lavoro nella speranza che possa essere utile a qualcun'altro. Credo nella condivisione dei saperi e nel riconoscimento del lavoro svolto dagli altri.
Una riflessione sui servizi al lavoro e al long-life learning/orientamento long-life come perno del nuovo Welfare partecipato
PERSoNaliZZaZioNE VS iNdiVidUaliZZaZioNE dEi SERViZi di WElFaRE: FaSi, attoRi E goVERNaNCE di UNa SEMaNtiCa EMERgENtE 1
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
La differenza come risorsa. Atti del Workshop 2018, 2019
contratti , 2012
La gestione del paziente a rischio genetico …
2006), Corso di Scienza delle Finanze, Il Mulino, …, 2002
Critica marxista, 2012
I problemi della secolarizzazione fra economia, diritto e politica, 2017
Quaderno dei lavori 2009 CIRSDIG, 2009
in D. Checchi (a cura di) Disuguaglianze diverse, Il Mulino, Bologna, 2012
Contratto sociale, scelto consapevolmente da ciascun individuo, 2024