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152 Aggiornamenti Sociali febbraio 2014 (152-155)
V. Melchiorre ed., Enciclopedia Filosofica, 12 voll., Milano: Bompiani , 2006
Rech. Sc. relig. ENCICLOPEDIA FILOSOFICA 9496 MAR, Erfahrung und kategoriales Denken. Hume, Kant und Husserl über vorprädikative Erfahrung und prädikative Erkenntnis, Dordrecht-Boston-London 1998; V. COSTA, L'estetica trascendentale fenomenologica. Sensibilità e razionalità in Husserl, Milano 1999. Rech. Sc. relig. RECHERCHES DE SCIENCE RELIGIEU-SE. -Rivista, dapprima bimestrale e poi trimestrale, fondata nel 1910 dai gesuiti Grandmaison e Lebreton, come sussidiaria scientifica di «Etudes», la rivista di cultura generale dei gesuiti francesi; viene pubblicata a Parigi. Interrotta durante l'ultima guerra (1940, annata XXX), venne ripresa nel 1946 (annata XXVI-II), valendo come annate XXXI e XXVII i volumi separati Science religieuse e Travaux et recherches.
Left, 28, 13 luglio, 2007
Per i 250 anni dalla nascita di Canova a Possagno, dal 29 luglio, alcune opere giovanili. E a ottobre, nella Capitale, una importante retrospettiva.
2005
Dioneo-) N 3 "La novella del Decameron si differenzia dall'exemplum per il passaggio dal tradizionale raccontar casi tipici al raccontar casi 'problematici', che […] costituisce uno dei tratti più qualificanti della scrittura del 'novelliere' Boccaccio, e fa di ogni 'storia' da lui narrata un 'caso singolo', una 'questione morale complessa', su cui sono invitati a riflettere, a 'ragionare', appunto, brigata e lettori":
Un'esperienza educativa Rivoluzionaria Summerhill non espone una teoria ma riporta almeno quaranta anni di esperienza.
METAMORFOSI. Miti d'amore e di vendetta nel mondo romano, Padova, Centro di Ateneo per i Musei (CAM), 29 settembre-1 dicembre 2012, a cura di I. Colpo, F. Ghedini, G. Salvo, Padova
L’Amore. Non tutto l’amore, ovviamente, ma alcuni aspetti politici, sociologici e narrativi che lo attraversano. E che oggi, nell'epoca della più accesa disillusione, sembrano riaffiorare in una forma alterata e pervasiva.
saletta di un bar. All'aprirsi del sipario, in scena ci sono due signore, ben curate, sedute a due tavoli diversi; entrambe scrutano di tanto in tanto, l'ingresso ed appaiono ansiose. Sul tavolo di ciascuna di esse un bicchiere ed una tazzina da caffè che probabilmente hanno consumato nell'attesa. Trascorre circa uno/due minuti, prima dell'ingresso di Marco, vestito elegantemente che porta un vistoso fiore all'occhiello. Al suo apparire, entrambe le signore si alzano in piedi e si scrutano vicendevolmente con sospetto. Marco. (Si avvicina alle due signore) Scusate il ritardo, ma sono stato fermato … Io sono Marco, lo vedete il fiore? (Ad Anna) Lei è …? Anna. Anna. Marco. Tanto piacere. Ebbene Anna, le presento … Mara! Vero che lei è Mara? Mara. (molto sorpresa, guarda Anna e senza porgere la mano riesce a dire) Si … Mara. Piacere! Anna. (Altrettanto imbarazzata) Ciao! (Silenzio fra i tre) Marco. Anche voi vi siete rivolte all'Agenzia matrimoniale "Caccia al Tesoro" , nevvero? Anna. Se sono qui … Marco. La trovo intelligente questa denominazione perché è sufficientemente ambigua ed il suo acronimo C.A.T. è molto suggestivo perché rimanda all'immagine di un micetto bisognoso di cure e protezione … che ne dite? (ride cercando un consenso e magari un sorriso) Anna e Mara. (tacciono guardandosi perplesse) Marco. Io capisco il vostro imbarazzo e credo sia necessaria una spiegazione. Mettiamoci tutti e tre a sedere a questo tavolo… beviamo qualcosa che ci aiuterà a sciogliere la lingua e brindiamo alla salute dell'agenzia che ha propiziato questo incontro… Cosa beviamo? Mara. Ho già consumato… nell'attesa. Anna. Ho preso un caffè e non desidero altro. Marco. Vuol dire che quando si presenterà il cameriere, che ha un bel da fare a servire tutta quella gente che è scesa proprio adesso dal pullman, ordinerò per me solo. Anna. Io ho un po' di fretta ed andrei via… (si alza in piedi) Mara. Anche io! (Si alza anche lei) Marco. … ma perché? Anna. (ironica) A casa ho una dolcissima gattina da accudire: si chiama Aurora che io sconsideratamente ho lasciato da sola. Purtroppo capita di trascurare certi affetti, per correre dietro a chimere di nessuna importanza! Marco. Vi prego, sedetevi e datemi il tempo di spiegare… Anna. Non vedo come si possa spiegare … Marco. Sono certo che se qui non ci fosse Mara, Anna non avrebbe alcuna fretta di andarsene, ed altrettanto succederebbe a Mara, se non ci fosse Anna! Non è vero? (entrambe le signore tacciono). Vedete che ho colto nel segno! Ebbene signore, non c'è stato alcun errore, da parte mia. Di proposito, ho voluto organizzare questo incontro a tre, quando di norma, gli incontri fra cuori solitari avvengono fra uomo e donna. (Sembra ripensarci) O anche tra due uomini o tra due donne, ma sempre a coppie! Anna. Prima di venire qui, anch'io la pensavo così! Marco. E' ora di rivedere i nostri convincimenti, perché i tempi sono cambiati; oggi si corre più in fretta, si naviga in internet, e quello che si riesce a fare in un giorno, soltanto dieci anni fa, ci voleva una settimana … e dunque? Anna. Visto che lei apprezza così tanto la velocità, mi chiedo perché ha voluto questo incontro, quando poteva benissimo mandarmi una email per palesarmi le sue intenzioni! Avrei evitato di perdere del tempo prezioso …e trascurare la mia gattina. Marco. Anna … Mara … diamoci del tu. Volete? Sarà tutto più facile. Anna. Non credo che passare dal "lei" al "tu" possa farmi cambiare opinione… comunque diamoci del "tu" se può essere di aiuto. Marco. Volevo dirti … volevo dirvi, che quando attraverso l'agenzia, mi sono rivolto a voi … singolarmente questa volta … intendevo soltanto stabilire un contatto con ciascuna di voi, così per un primo approccio, e dar vita ad un rapporto … libero, disinvolto e funzionale alla conoscenza reciproca! Mara. (Si alza in piedi) Lei … anzi, tu … sei pazzo! Anna. Lo credo anch'io (anche lei si alza per andarsene)
«La somma de le cose». Studi in onore di Gianfelice Peron, Padova, Esedra, a cura di A. Andreose, G. Borriero , T. Zanon , 2018
Novella, Cappellone degli Spagnoli (particolare: la Retorica). Questo volume raccoglie quarantanove saggi che alcuni studiosi italiani e stranieri hanno voluto dedicare a Gianfelice Peron. L'omaggio è stato pensato con lo scopo di ripercorrere almeno in parte l'amplissimo spettro delle passioni scientifiche e più generalmente culturali del festeggiato: dal Medioevo alla letteratura neogreca, dalla musica e dal melodramma al Fortleben di temi classici e medioevali nelle letterature moderne e contemporanee. Il titolo della miscellanea riprende un passo della Gerusalemme liberata, libro carissimo a Gianfelice Peron. L'idea della summa, dell'insieme e, al tempo stesso, della sintesi delle parti, non vuole solo alludere alla pienezza della sua figura di studioso, ma anche celebrare la ricchezza del suo profilo intellettuale, culturale e umano. «La somma de le cose» Studi in onore di Gianfelice Peron E S E D R A e d i t r i c e «La somma de le cose» Studi in onore di Gianfelice Peron
2019
Entriamo nel grande mistero racchiuso entro le righe del capitolo 20 del Vangelo di Giovanni; entriamo cioè nel Giardino nuovo della Memoria; entriamo nel tempo della cessazione, del riposo del grande Shabbàt, luminosa oscurità, che appena sta sorgendo dall'orizzonte doloroso della vigilia preparazione, Parasceve dei Giudei. Entriamo con audacia dentro queste coordinate spazio-temporali, che non sono, in verità, presiedute né da luoghi, né da tempi precisi sulla terra, ma che continuamente vengono rigenerate e riproposte sulla scena interiore e personale del nostro intimo cuore. E' qui, infatti, che dobbiamo addentrarci, mentre sta per sorgere il mattino della nuova Pasqua, che attende anche noi, che si sta costituendo, dalla materia inafferrabile della storia di oggi, storia come sempre umano-divina. Ciascuno è invitato e atteso per questo ingresso nel Giardino della Pasqua, Giardino verdeggiante della Memoria. La roccia, infatti, è stata scavata, è stata preparata, cavità accogliente, spazio di grembo desideroso di custodire il nuovo figlio, la nuova figlia della risurrezione, che siamo ognuno di noi. La strada che conduce qui, però, si apre nella penombra, su passi che hanno ancora in sé sapore di morte, di assenza, di sottrazione. Impraticabile da soli, per la sua dolorosa origine, per il suo amaro attraversamento; occorre affiancarsi a una guida sicura ed esperta, coraggiosa e determinata ad andare fino in fondo. E la parola del Vangelo, presentandosi a noi, bussando alla porta del nostro cuore, non manca di offrirci quella presenza indispensabile per addentrarci in questo cammino, che è una corsa. Appunto, una corsa fatta a coppia, fatta in compagnia. Non fa in tempo a sorgere il nuovo giorno, la nuova settimana, il nuovo tempo dopo la cessazione di Shabbàt, "grande giorno quel Sabato"!, come dice Giovanni (Gv 19,31), che, ecco, già lei è presente, lei arriva, "se ne viene" (Gv 20,1), se vogliamo tradurre seguendo la sfumatura del verbo nella forma media: e; rcetai-érchetai. E' Maria Maddalena, Magdalinì, la turrita: nostra guida verso il Giardino della Memoria, lungo la strada ancora buia e ombrosa, che dalla Parasceve porta allo Shabbàt della risurrezione. La torre sul cuore Potremo conoscerla veramente, questa Maria del Vangelo, solo facendo strada con lei, fino ad entrare, da lei accompagnati, dentro il Memoriale; ma intanto apriamoci per un primo incontro, un primo scambio di sguardi. Maria-Miriàm è il suo nome; così, infatti la chiamerà Gesù nel momento supremo dell'incontro con lei, oltre lo steccato della morte. Nome, però, completato e determinato da un'altra luce, un'altra caratterizzazione, come a dire tutta l'unicità inconfondibile del suo volto, della sua storia, della sua scelta d'amore per Cristo: noi la conosciamo infatti come Maddalena Magdalhnh.-Magdalinì. Sì, Maria Maddalena: nome doppio di salvezza, di bellezza riconquistata e per sempre donata, nome di rinascita dall'alto, dall'acqua e dallo Spirito (Gv 3,5). Lei è un grembo, una cavità d'acqua, come ci testimoniano le due mem, che aprono e chiudono, insieme, il suo primo nome, Miriam-Miriàm in ebraico: ~y" r> mi e come leggiamo chiaramente, se isoliamo la resh-,ר racchiusa tra le altre lettere del nome, che formano, così, la parola meravigliosa màim , ~yI m, acque. Miriam è, dunque, l'acqua del principio (resh è radice che forma la parola rosh, testa, capo, inizio); acqua amara, mar, come ci fanno intendere le prime due lettere del nome, mem e resh, eppure acqua dolcissima, come latte di seno materno. Da questa sorgente di essere, di identità, di vita, noi dobbiamo partire, o ripartire, mentre sta per sorgere, di piena luminosità, il mattino della Pasqua. Dunque il primo movimento, il primo passo che Maria ci invita a compiere, insieme a lei, è una discesa fino al luogo nascosto e profondo del principio, fino alle acque sorgive della matrice, dalla quale noi siamo stati, al principio, generati. E' il viaggio fino al cuore. E compiendo questi primi passi, giungendo al luogo benedetto di questa profondità, alla casa del nostro cuore, ecco, ci accorgiamo che esso è un giardino, una vigna, nella quale il Signore, il Diletto, paziente agricoltore dell'attesa (Gc 5,7), ha costruito una torre (Is 5,2; Mt 21,33): migdòl in ebraico, da cui appunto Magdalinì, la Turrita, potremmo dire. Come la sposa del Cantico, pronta per le nozze, pronta per unirsi allo sposo, femminile che trova pienezza di senso e completamento, cioè shalòm, nel suo corrispondente maschile; essa, con decisione e coraggio, a
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Amore e rivolta a tempo di rock, 2014