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in Diritto dell'informazione e dell'informatica, 2014, 891
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Veleni e magiche posizioni. Grandi storie di cure e delitti, 2019
Taking the cue from some reflections by Walter Benjamin and Eugene Minkowski, the present paper wants to analyze the relationship between death and narration in the age of digital culture. In fact, the so-called “Digital Death” revolutionizes our bond with death, with the traditional thought of immortality and with the Geisterwelt. Once the author has defined the “Digital Death”, this paper firstly describes some current forms of digital communication (Eterni.me, Eter9) that try to get rid of death, impoverishing narrations and handed-down knowledge. Secondly, it describes other forms (Facebook and social networks in general) that, on the contrary, offer new resources through which we can enrich our memory of the dead, thus reinvigorating the role of death as an authority from which all narrated stories stem. Keywords: Digital Death, Immortality, Narration, Social Network, End-Life
2018
presente fulmineo e un passato senza fine: la vita online Da quando ho cominciato a occuparmene, esattamente dal 2014, la Digital Deathvale a dire, l'insieme di studi interdisciplinari che spiegano i diversi modi in cui la cultura digitale sta modificando il rapporto umano con la morte, il lutto, la memoria e l'immortalità-è diventato un tema centrale e ineludibile sia per gli studiosi delle nuove tecnologie digitali sia per coloro che, a vario titolo, sono impegnati nei molteplici campi della tanatologia (Death Studies, Death Education, ecc.) 2 .
2021
L’inconscio. Rivista Italiana di Filosofia e Psicoanalisi Call For Papers n. 11: L’inconscio digitale Nel 2015 Derrick de Kerckhove ha definito come «inconscio digitale» il fenomeno tecnologico dei cosiddetti Big Data che consentono di archiviare e analizzare la nostra sfera pubblica e privata. Il sociologo belga lo ha interpretato, in un senso genericamente freudiano, per evidenziare come questo nuovo tipo d'inconscio «guida e indirizza i comportamenti» socializzando, per mezzo della Rete, molti aspetti della dimensione “individuale”. Alcuni autorevoli psicoanalisti si sono confrontati con tale definizione criticando la pertinenza dei riferimenti di de Kerckhove a quello che si può definire come un inconscio autenticamente freudiano. Molti altri studiosi, senza rifarsi alla psicoanalisi, evocano un inconscio implicito, relativo a informazioni personali, che sono usate da terzi in modo inconsapevole o solo parzialmente consapevole. L’analogia tra l’istanza freudiana e la rete potrebbe proseguire sul piano dell’archiviazione: entrambe conserverebbero indefinitamente i dati ricevuti e aggirerebbero qualunque desiderio di cancellazione, come mostrano, su piani diversi ma confrontabili, da un lato la rimozione e dall’altro le battaglie legali per il diritto all’oblio. Possiamo, tuttavia, parlare della relazione tra inconscio psicoanalitico e digitalizzazione anche in un altro senso particolarmente attuale. Infatti, gli strumenti digitali sono diventati, nell'ultimo anno, una condizione di possibilità tecnologica per l'indagine del classico inconscio psicoanalitico. Pensiamo alla pratica delle sedute a distanza, che si sono imposte anche nei più classici setting freudiani a causa della recente emergenza sanitaria e del conseguente distanziamento sociale. Il prossimo numero della nostra rivista vuole indagare questi due grandi ambiti, che hanno recentemente articolato il rapporto tra inconscio e digitale sullo sfondo della pandemia. Pertanto, invitiamo le studiose e gli studiosi interessati a questi e ad altri temi correlati a sottoporci le loro proposte d’articolo per la parte monografica. Ricordiamo, inoltre, che ogni numero della rivista riserva una sezione alla discussione di argomenti vari, inerenti l’inconscio e temi a esso collegati, con particolare riguardo a questioni e problemi affrontati nei precedenti numeri, e una alle note critiche di volumi sull’argomento. L’inconscio. Rivista Italiana di Filosofia e Psicoanalisi è una pubblicazione online con revisione a doppio cieco. L’inconscio pubblica articoli in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Ogni numero si divide in quattro parti: un’intervista a uno studioso di chiara fama, una sezione monografica, una di varia dedicata alla discussione generale e un’appendice di note critiche. L’inconscio ha pubblicato, tra gli altri, contributi di Lucilla Albano, Sergio Benvenuto, Fabio Ciaramelli, Francesco Conrotto, Nadia Fusini, Carlo Ginzburg, Romano Luperini, Bruno Moroncini, Francesco Napolitano, Felice Papparo, Jacques Rancière, Élisabeth Roudinesco, Pierangelo Sequeri, Yannis Stavrakakis, Francesco Saverio Trincia. Gli studiosi interessati possono inviare il loro contributo all’indirizzo mail [email protected], insieme a un abstract in inglese (massimo 600 caratteri, spazi inclusi), a cinque parole chiave in inglese e a una breve nota biobibliografica (massimo 400 caratteri). La lunghezza massima dei contributi è fissata per le tre sezioni della rivista come segue: – monografica: massimo 40000 caratteri, spazi inclusi; – varia: massimo 20000 caratteri, spazi inclusi; – note critiche: massimo 10000 caratteri, spazi inclusi. Tutti i contributi proposti alla rivista devono essere inediti; qualora accettati per la pubblicazione, non possono essere riprodotti altrove senza previo consenso da parte della redazione. Tutti le proposte sono sottoposte a double blind peer review, il cui risultato sarà comunicato agli autori dalla redazione via mail. Gli articoli non conformi alle norme redazionali e non redatti secondo il modello della rivista non saranno considerati per la pubblicazione. Le norme redazionali e il modello di redazione del testo sono entrambi reperibili e disponibili per il download sulle pagine: http://www.inconsciorivista.it https://wwwunical.academia.edu/LinconscioRivistaItalianadiFilosofiaePsicoanalisi (sezione “Drafts”). La scadenza per la proposta dei contributi è fissata al 15 giugno 2021.
Civiltà Cattolica, 2020
Il Convegno annuale della Pontificia Accademia per la Vita (26-28 febbraio 2020) ha affrontato il tema dell’intelligenza artificiale. L’articolo evidenzia gli snodi principali del discorso che papa Francesco ha rivolto ai partecipanti. Viene poi presentata la Rome Call for AI Ethics. Stilato da un gruppo di esperti provenienti da discipline e mondi differenti, il documento promuove una regolamentazione etica condivisa nel mondo digitale attraverso la collaborazione e l’assunzione di responsabilità da parte dei diversi soggetti coinvolti. La Call è stata firmata da esponenti di primo piano nell’ambito delle imprese e delle istituzioni, internazionali ed ecclesiali, che si impegnano anche a diffonderlo e ad ampliare la rete dei firmatari. L’Autore è membro della Pontificia Accademia per la Vita e insegna Teologia morale nella Pontificia Università Gregoriana.
2012
Il concetto di cittadinanza digitale indica le opportunità offerte ai cittadini dalle tecnologie di rete di partecipare attivamente alla vita politica. Ma questo concetto richiede oggi non poche precisazioni. Qual è la reale portata del concetto di cittadinanza? Quanto ci crede il mondo politico nella democrazia elettronica? Qual è il livello di responsabilità sociale delle comunità di rete?
Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 2021
Culture della persona: itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane VII Quella della nozione di «persona» è una lunga storia, frutto di una serie di stratificazioni di senso e di slittamenti concettuali, talvolta a prima vista impercettibili, che hanno contribuito a ricollocarne il significato in relazione ad altre importanti nozioni, come quelle di relazione, soggetto o identità. Segno evidente di questa storia di sedimentazioni semantiche è la gran varietà di discorsi e di ambiti in cui la nozione di persona gioca un ruolo importante, all'interno della società contemporanea. Dall'etica al diritto, dalla filosofia alla teologia, dall'antropologia alla letteratura, all'arte, alla politica, non vi è ambito della vita umana in cui sembriamo disposti a rinunciare a questo concetto. Tuttavia, la diffusione del termine non può, in questo caso, essere intesa come segno di un accordo circa il suo significato, anzi: attorno al concetto di "persona" si consumano oggi (per esempio in ambito etico e, specialmente, bioetico) alcuni tra i conflitti intellettuali e culturali più importanti del nostro tempo e, forse, anche alcuni tra i più complessi da decifrare. Infatti, la definizione di che cosa significhi "persona", la questione di quale sia il valore da attribuire alla persona, nonché quella di chi debba essere considerato persona, sono domande Persona: significati e culture Gabriele Vissio Gabriele Vissio VIII che innervano non solo il dibattito intellettuale, ma anche i discorsi che animano la sfera pubblica. 1. Le citazioni dal testo kantiano rimandano, nell'ultimo riferimento in parentesi, alla traduzione di Pietro Chiodi indicata in bibliografia. 2. Per un'introduzione alla questione si veda Mori (2008). 3. Per un'introduzione ai principali temi e problemi dell'etica ambientale, con speciale riferimento alle questioni connesse all'antropocentrismo, particolarmente rilevanti nei dibattiti sul significato di "persona", si veda Donatelli (2012). Persona: significati e culture IX tremmo dire, quello che qualifica un dato individuo o una certa entità come "persona" è sempre un giudizio di valore, che opera al contempo una valutazione e una valorizzazione del proprio oggetto. 2. Un termine difficile In real tà, proprio la rilevanza del termine in ambito pubblico è indice della complessità semantica e dell'ambiguità teorica che lo connotano. Se, com'è noto, è alla Stoà greca che è lecito attribuire la paternità del riconoscimento del significato di persona come "personalità individuale", che si sviluppa nell'ambito di una comune "natura umana" universale (Pohlenz 2005, p. 409) 4 , il termine vede una complessiva ridefinizione del proprio significato, prima nell'ambito del diritto romano, e successivamente in ambito cristiano, dove svolge un ruolo decisivo nella teologia trinitaria (Lingua 2021). In questo ambito, il termine "persona" viene utilizzato, in primo luogo, non tanto per la definizione del soggetto umano, ma come strumento concettuale indispensabile al discorso teologico e, quindi, in riferimento, innanzitutto, alla real tà divina. Dunque, ben prima degli attuali tentativi di estendere la nozione di persona ad alcune real tà extraumane (come gli animali, le intelligenze artificiali o persino la natura 5), il cristianesimo ha inteso il termine "persona" come riferito in primo luogo a Dio e, di conseguenza, a un'entità non-umana. In età moderna, poi, il termine ha continuato a veder stratificarsi i suoi significati. È con John Locke e la sua discussione del concetto di identità, per esempio, che emerge la questione filosofica dell'identità personale, ma solo con l'età contemporanea la nozione assume un ruolo cardine nella costruzione di alcuni importanti sistemi filosofici. Così, per esempio, Charles Renouvier ritrova nella personalità 4. Cfr. anche Volli infra. 5. In particolare, sono interessanti (o perlomeno significativi da un punto di vista storico e culturale), i sempre più numerosi tentativi di riconoscimento della personalità giuridica della natura (o di alcune sue componenti). Un caso particolarmente significativo è dato, per esempio, dal Te Awa Tapua Act del 2017 in Nuova Zelanda, che dichiara, all'art. 14, il Te Awa Tupua (nome giuridico con cui la norma indica il fiume Whanganui e «ogni sua componente fisica e metafisica») come «legal person», con i relativi «diritti, poteri, doveri e responsabilità di una persona giuridica». Cfr, Te Awa Tapua Act (Whanganui River Claims Settlement), art. 14 (1).
Nei giorni 22-23 giugno 2020 si è tenuto il webinar "Fonti archivistiche medievali nel digitale. La sfida di trattare e visualizzare dati semi-strutturati", organizzato dal Laboratorio di Cultura Digitale e dal responsabile del progetto Engineering Historical Memory. Questo dossier tematico vuole offrire un breve resoconto dei risultati del workshop tenuto su piattaforma virtuale, con particolare attenzione per quanto riguarda future iniziative di collaborazione e sperimentazione nel campo dell'elaborazione ed estrazione di informazioni da edizioni semi-strutturate di documenti archivistici. Funzionalità avanzate di questo tipo sono infatti essenziali per ampliare la fruizione delle edizioni digitali di fonti archivistiche e di altri documenti scritti, rendendole strumenti di ricerca più flessibili ed aperti alla lettura da parte di algoritmi. Il problema centrale riguarda il rapporto tra la codifica e la creazione di interfacce quanto più possibile semplici ed immediate, in cui l'utente (umano o artificiale) possa accedere intuitivamente. The webinar "Medieval archival sources in the digital world. The challenge of treating and visualizing semi-structured data", organized by the Laboratorio di Cultura Digitale and the head of the Engineering Historical Memory project, was held on 22-23 June 2020. This thematic dossier aims to offer a brief account of the results of the workshop held on a virtual platform, Umanistica Digitale
2015
Martedì 1 dicembre 2015 i coniugi statunitensi Mark Zuckerberg e Priscilla Chan hanno reso pubblica la notizia della nascita della loro primogenita Max, attraverso una lunga lettera postata nella sezione "Note" del profilo Facebook del marito.
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S. Garambois, P. Rizzi (a cura di), #stai zitta giornalista! Dall’hate speech allo zoombombing quando le parole imbavagliano, 2021
Diritto all’esistenza digitale, in BioLaw Journal – Rivista di BioDiritto, n. 3, pp. 91-113 (ISSN 2284-4503), 2019
Amministrazione e digitalizzazione nella pandemia, 2021
Blog "La mia lettera al mondo", 2012
Osservatorio sulle fonti, 2022
Filmare le arti. Cinema, paesaggio e media digitali, 2017