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Una breve sintesi delle attività pubbliche svolte negli ultimi cinque mesi (NOVEMBRE 2023 – Giugno 2024).
Attraverso un'ampia ricerca documentaria, il saggio offre una riflessione sul fedecommesso non solo quale partita accesa dell'amministrazione familiare e clausola giuridica volta alla trasmissione patrimoniale, ma anche come significativo indicatore dello sviluppo economico e culturale dei gruppi sociali insediati alla periferia del Granducato. Sull'arco cronologico chiuso in maniera elastica tra il 1550 e il 1750, il contesto è offerto dallo Stato Nuovo di Siena, una compagine territoriale vasta e composita, caratterizzata dall'esistenza di grossi borghi distanti dalla dominante e strutturati da una loro specifica storia comunitaria, feudale e istituzionale nonché da gruppi dirigenti locali connotati e capaci di considerevoli accumulazioni patrimoniali. Senza trascurare l'analisi dell'istituto fedecommissario all'interno del patriziato senese e del contesto cittadino, il saggio si concentra in particolare su questi nuclei demici decentrati, in grado di fornire elementi diversi alla valutazione delle varie realtà economiche dello Stato Nuovo. Nello spazio territoriale che si apre tra Siena e Roma, l'approccio degli individui alla prassi e alle strategie trasmissorie porta a riconsiderare con nuovi elementi le dinamiche di gruppi familiari e di agglomerati extraurbani capaci di svilupparsi in autonomia dalla forza centripeta della dominante. Risulta con chiarezza l'importanza degli organismi educativi presenti in loco (collegi, seminari), delle carriere ecclesiastiche locali, dei ruoli militari, delle diverse risorse della comunità e del paesaggio, quali efficaci fattori di avanzamento sociale ed economico sia nelle diverse strutture istituzionali della Toscana medicea che in quelle di altri Stati italiani. vengono prodotti 32 atti fedecommissari, di cui 20 fondati nel Settecento, 9 nel Seicento, e solo 3 prima della fine del 1609, quando morì il terzo granduca Medici. Il campione di 29 famiglie, infine, sembra rappresentativo delle diverse zone del dominio, amministrativamente distinto in 28 podesterie e 10 vicariati all'inizio del regno di Ferdinando I.
10-PROGETTI E ASPETTATIVE
Rientrato dalla Russia a fine ottobre 2008, mi era stata affidata la direzione della Biblioteca per la seconda volta. Il mio servizio come prefetto doveva iniziare l'8 dicembre 2008. Il mio predecessore aveva chiesto di restare ancora per qualche mese e partì per l'Argentina, sua patria, il 15 febbraio 2009. In quei mesi avevo tentato di farmi dare le consegne della biblioteca che io conoscevo già abbastanza bene, avendovi lavorato dal 1986 fino al 1997, ma ero curioso di essere informato su quanto era successo nel periodo in cui io ero in Russia. Era stata costruito il nuovo edificio della Biblioteca. Quali erano i problemi, le difficoltà, i costi, i progetti? Percorsi in lungo e in largo la biblioteca per notare le cose anomale e ponevo molte domande per sapere quali decisioni erano state prese e con quali criteri. A spizzichi e bocconi il mio successore e poi predecessore rispondeva poco alla volta alle mie domande, anche se alla fine rimasi con molti interrogativi. Ero convinto di poter avere risposte dal suo computer rimasto nel suo ufficio, ma il giorno dopo la sua partenza, quando andai a prenderne visione, il computer era stato riformattato e non trovai nemmeno un documento. Per fortuna ero riuscito a ritrovare un classificatore con cartelle sospese con documenti riferentisi alla mia vecchia gestione di 12 anni prima; inoltre in vecchi dischetti con i programmi diventati obsoleti, recuperai molti documenti riferentisi alla mia precedente gestione. Nel volume sulla nuova biblioteca, dopo aver suggerito la consistenza dello staff di personale necessario come ideale per la gestione della biblioteca, il prefetto mio predecessore indicava anche 4 progetti da realizzarsi per il futuro della biblioteca: 1) continuare a introdurre l'automazione, 2) incentivare le risorse in formato elettronico, 3) valorizzare la sala con esposizioni bibliografiche e culturali; 4) completare le sale al terzo e quarto piano con le biblioteche particolari e i fondi speciali. Progetti che ho ritenuto validi e li ho ripresi cercando di realizzarli poco alla volta per quanto mi fosse stato possibile. Io stesso avevo in mente molti altri progetti, derivanti da attenta analisi, riflessioni, osservazioni, desideri di adeguamento alle potenzialità che vedevo insite in biblioteca. Ciò che qui presento è solamente un elenco commentato di alcune priorità, problemi, prospettive, programmate a lunga scadenza e sminuzzandole di anno in anno in progetti concreti. Nella relazione annuale sulla biblioteca evidenziavo ciò che era stato realizzato e riprendendo poi l'elenco, riportavo ciò che era previsto nei progetti generali e aggiornandolo con le nuove urgenze che emergevano. Con tre verbi riassumevo l'intento di questi progetti:-completare il contenuto della biblioteca, [schedare tutti i libri nel computer]-valorizzare le ricchezze in essa contenute, infine-sviluppare e ad applicare le nuove tecnologie per sentirsi all'altezza dei tempi. Vedendo il divario tra il notevole impegno finanziario investito per costruire la nuova biblioteca, e la carenza di fondi per mantenerla in vita, mi chiedevo con molta Passaggio di consegne Progetti, problemi, prospettive, desideri Domande fondamentali 10-PROGETTI E ASPETTATIVE
In questo contributo avanzo l’ipotesi che la traduzione sia un vero e proprio processo antropologico che mette in tensione uno sguardo del soggetto, il metodo utilizzato, la cultura di riferimento. Centrale in questo processo è la riflessione sul testo (e sulle sue frontiere) e sulle nozioni limitrofe di sintesi, progetto, pratica. Una traduzione, al pari di una sintesi, è una pratica e al contempo un progetto che si fonda su un processo di inclusione e di esclusione. In quanto pratica, la traduzione è sottoposta al divenire del singolo individuo che traduce in base alle proprie intuizioni e agli orientamenti del momento; in quanto progetto, essa è una configurazione di principi che ordinano e fissano un programma cui il traduttore desidera attenersi. Un progetto si modifica nel tempo e nella variabilità della cultura; una pratica retroagisce inevitabilmente sul progetto e lo trasforma. Per meglio circoscrivere la questione, mi sono avvalso della celebre dicotomia di langue e parole formulata da Saussure: un traduttore è inevitabilmente costretto ad adeguarsi a una langue, un sistema di relazioni che lo precede e all’interno del quale, spesso inconsapevolmente, bagna; al contempo, un traduttore può (e deve) operare delle scelte che definiscono singolarmente la sua poetica e il suo stile. Questo duplice punto di vista sulla traduzione consente di risolvere, all’interno di una antropologia delle culture e dei testi, l’annoso problema dell’origine e dell’originale. Esso costituisce inoltre un utile trampolino teorico per la disamina metalinguistica delle figure a cui fanno riferimento altri teorici: il traduttore in quanto lettore, scrittore, destinatario, analista, comparatista, interprete, dialogante, etc. Nella seconda parte del contributo, utilizzo queste figure e paralleli per aprire criticamente la via a un’epistemologia delle teorie e dei processi traduttivi su base semio-antropologica. A questo proposito, rileggo il modello esa-funzionale della comunicazione di Jakobson in chiave epistemologica e affermo che le diverse teorie si posizionano, di volta in volta, sulla funzione dell’emittente (teorie che valorizzano il concetto di origine), del destinatario (teorie che vertono sulla ricezione), del testo (teorie strutturaliste), del contesto (teorie che mettono l’accento sul processo e sugli aspetti pragmatici), del contatto (?), del codice (teorie che privilegiano il metalinguaggio). Una teoria della traduzione è il risultato di una selezione di categorie del piano del contenuto e un posizionamento su uno (o più) poli del modello della comunicazione. In questa prospettiva, sostengo che la ‘traduzione’ prima ancora che un risultato è un ‘tradurre’ (un processo intersemiotico) che agisce su di noi (e sugli altri) nel continuo passaggio che si richiede dall’esperienza ai testi.
U3 - UrbanisticaTre, 2024
Le crescenti disuguaglianze sociali e la violenta crisi climatica si innervano in un mondo sempre più inabitabile e urbanizzato. Questa evidenza ha stimolato la genesi di paradigmi che interrogano il nostro modo di abitare, opponendosi all’egemonia del capitalismo estrattivista. In tale congiuntura si colloca il pensiero della cura, inteso come grammatica conflittuale e trasformativa per ripensare l’abitabilità del mondo. In questo quadro, il contributo si propone di delineare una sintetica disamina dell’operatività attuale della cura in ambito progettuale. Il primo paragrafo contestualizza il concetto di cura attraverso una breve retrospettiva che ne esplicita il legame con i femminismi e ne sottolinea la recente espansione semantica. Il secondo paragrafo discute il modo in cui questa concezione estesa di cura può dialogare con gli studi urbani e nomina alcune esperienze applicative di tale visione. Le conclusioni non hanno pretese definitorie ma, rimanendo aperte e in progress, tentano di navigare la complessità di tale prospettiva circoscrivendo tre traiettorie che, convergendo, sembrano promettenti nel definire un approccio progettuale di cura: la fenomenologia del quotidiano, la svolta relazionale e la sostenibilità olistica della vita.
Hidden Displays 1975-2020. Il non realizzato a Bologna, 2021
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo (elettronico o meccanico, inclusi la fotocopia, la registrazione od ogni altro mezzo di ripresa delle informazioni) senza l'autorizzazione scritta dell'editore. MAMbo è a disposizione degli aventi diritto che non è stato possibile rintracciare.
Collaborazione alle attività di indagine e monitoraggio Maria Bortolotto Supporto informatico per la banca dati 285 Simone Falteri Si ringraziano dirigenti e funzionari della Direzione generale per l'inclusione e le politiche sociali, che hanno supportato il lavoro fornendo informazioni e riferimenti utili alla stesura della relazione. Si ringraziano altresì i/le rappresentanti delle amministrazioni comunali, i/le referenti delle Città riservatarie e le decine di operatrici e di operatori delle Città e dei progetti che hanno collaborato fattivamente alla raccolta di informazioni, dati e documenti.
Italiano LinguaDue, 2017
In questo volume sono raccolti gli interventi del convegno “Di scritto e di parlato”. Antiche e nuove diamesie organizzato dal Dipartimento di studi letterari filologici e linguistici, dal Dottorato in scienze del patrimonio letterario, artistico e ambientale e dal Calcif, dell’Universita degli Studi di Milano e che si e tenuto a Milano il 6 novembre 2015. Il volume e articolato in due parti, corrispondenti alle due sezioni tematiche del convegno: nella prima si raccolgono gli interventi di interesse soprattutto storico-linguistico, mentre nella seconda confluiscono quelli di argomento teorico e glottodidattico e quelli che studiano il rapporto tra scritto e parlato in sincronia. I contributi dei relatori si sono intrecciati in una narrazione che voleva tracciare in prospettiva storica le manifestazioni della voce dalle origini sino all’Ottocento (nei cantari, con Beatrice Barbiellini Amidei; nel Giuliani con Valentina Petrini; nel De Amicis e in altri letterati, linguisti e less...
Riflessione sulla progettazione urbanistica nel tessuto urbano esistente. Scritta in onore di Bruno Gabrielli in occasione della giornata di studio a lui dedicata dall'Università di Genova il 2 dicembre 2016. Bruno Gabrielli è stato un protagonista dell’urbanistica italiana. Ricercatore, docente, professionista, amministratore, ha interpretato e vissuto pienamente la figura dell’architetto-urbanista del secondo ‘900: un progettista e studioso “completo” e autorevole quale fatica a emergere sulla scena contemporanea.
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F. Ceraolo (ed.), Teorie dell’evento. Alain Badiou e il pensiero dello spettacolo, pp. 83-95, Mimesis, Sesto San Giovanni (MI), ISBN 978-88-5754-073-3, 2017
Edoardo Gellner. Similitudine, distinzione, identità., 2011
In "Desideri. Cose. Memorie.", Cecchi, R., 2021
S. Piazzese, Prometeo: dismisura, dolore e conciliazione, in «IlPequod», anno IV/7, giugno 2023, pp. 106-118, 2023
Rebel Matters, Radical Patterns. Atti del convegno internazionale, Università degli Studi di Genova, 2013
Poster evento PON , 2022
Vittorio de Feo, Il piacere dell'architettura, pp. 5-11, 1976