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2024, Haiiro
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Quello che colpisce nel bel volume che raccoglie le fotografie scattate da Maurizio Cianciarelli i è soprattutto la connessione che il fotografo romano mantiene con il pensiero classico giapponese. Questa relazione non dipende tanto dall'aver posto in dialogo le sue fotografie con la voce dei poeti di tanka del passato e dall'aver irrobustito questo legame mediante la trascrizione ad inchiostro e pennello delle poesie, ma dal riverbero che si scorge fra la fotografia di Maurizio, il suo pensiero e l'estetica giapponese.
Anassagora di Clazomene è conosciuto, tra l'altro, per aver introdotto un principio per la formazione del mondo d'indole apparentemente spirituale. Il noto noûs d'Anassagora non ha però soltanto un valore cosmologico, ma da luogo a riflessioni di grande interesse per capire la metafisica dell'intelletto. La domanda che vogliamo rispondere è se Anassagora ha capito pienamente la singolarità dell'intelletto, arrivando anche a intravedere ciò che ormai sarà chiaro in Platone e Aristotele, ovverosia la peculiarità della coscienza. Pur essendo la risposta della questione detta probabilmente negativa, tuttora resta possibile interrogarsi se il Clazomenio è stato in grado d'individuare perlomeno gli elementi fondamentali che consentono sostenere una metafisica dell'intelletto soddisfacente e, così, anche un'ontologia della coscienza. Se esistono tali elementi, cercheremmo di identificare quali siano questi.
I libri de «Il Colle di Galileo»
On 7 November 1921, the new Institute of Physics of the Royal Institute of Higher, Practical and Advanced Studies of Florence was inaugurated in Arcetri. Three years later, with the establishment of the University of Florence, the Degree Course in Physics would start: as such an adventure in research and scientific training began, which would take us to the present day. To mark the centenary of the inauguration of the Institute of Physics in Arcetri, the book takes the opportunity to retrace a part of those years. The period chosen ranged from the arrival of Garbasso in 1913 to the end of the 1960s. The book contains a first part, documenting the history of the Institute of Physics during the above mentioned years. This is followed by a second part, outlining the biographies of some of the protagonists of that history. In the final part, there is an index of the holders of the courses of Physics and Astronomy in Florence from 1876 to 1969. This landscape is the result of research wo...
2015
2.3 La metodologia La metodologia seguita si basa sulla misurazione non distruttiva, in situ, dei supporti selezionati. Per quanto riguarda il Registro Notarile di Torres, sono state eseguite un totale di 39 misure, 28 della copertura in pergamena e 11 delle carte che formano il corpo del documento. Sono stati calcolati, per ogni coordinata CIELAB (L * a * b * C * ab hab), la media (Ave), la deviazione standar (SD) e i valori massimo (Max) e minimo (Min). Per lo studio della coperta sono state eseguite 22 misure puntuali, compresa una misura del colore di riferimento, sia nella parte esterna che nella interna. Il valore di ogni misura è stato calcolato tramite la media dei valori corrispondenti a tre misure automatiche prese nello stesso punto. Per determinare il colore di riferimento è stato selezionato un punto di misura (Ref. P01) situato nella parte esterna della coperta, nella zona centrale del dorso, considerata come la parte cromaticamente meglio conservata (ovvero dal colore assimilabile all'originale), essendo stata protetta dall'azione ossidante della luce e altri agenti degradanti, grazie alla presenza, al di sopra di essa, dei rinforzi esterni della cucitura del documento (Tabella 1, Fig. 3). Inoltre, sono state eseguite altre sei misure di colore medio (compresa una di riferimento) in sei aree della coperta, sia esterna che interna, calcolate come la media dei valori corrispondenti a 3 misurazioni automatiche in 4 punti diversi per ogni area. Per la scelta dei punti di misura sono state preferite zone senza scrittura (testo e notazione musicale), di colore omogeneo, che abbiamo considerato più rappresentative, evitando quelle con macchie ben definite, prodotto di alterazioni localizzate. Per l'analisi della carta, sono stati selezionati 11 dei 56 fogli del registro, in ciascuno dei quali sono state eseguite 3 misurazioni automatiche per 4 punti diversi di campionamento, calcolandone il valore medio (Tabella 2, Fig. 4). Anche in questo caso, sono stati scelti come punti di misurazione zone prive di macchie e scrittura, con colore omogeneo, in modo da assicurare una maggiore rappresentatività [4]. area di misura/illuminazione: 8 mm / 11 mm y 3mm / 6mm; ripetibilità: riflettanza spettrale con SD entro lo 0.1%, valore di cromaticità con SD ∆E*ab entro lo 0.04%; aggiustamento numerico istantaneo di UV, con filtro UV con frequenza di taglio 400nm; modalità di misurazione: individuale/
I colori che contrassegnano le facce del Lucifero dantesco non sono tre ma quattro, poiché «tra bianca e gialla» designa aristotelicamente un colore composto che sembra ma non e `. In realtà Dante usa un noto schema tetracromatico di origine pagana che informa tutta l'epistemologia del passato; e ` altresıàltamentealtresıàltamente probabile, per non dire sicuro, che Dante conosca il Pastore di Erma, l'unico testo di tutta la tradizione europea che riferisce «i quattro colori» a un monstrum soprannaturale. Ciò getta qualche luce sui rapporti del Pastore con la cultura pagana, ma soprattutto pone inquietanti problemi teologici e psicolo-gici che riguardano il trinitarismo di Dante e il dogma stesso della Trinità. Massimo Peri, I colori di Lucifero. Dante e il «Pastore» di Erma, ZrP 127 (2011), 503Ð543. Al mio nipotino Dante in memoria di mio padre, Dante. Questo scritto prosegue (e in qualche punto riutilizza) una ricerca sul tetra-cromatismo che ho esposto nel libro Ma il quarto dov'e `? Indagine sul topos delle bellezze femminili (2004). Si tratta di un tema di lunga durata che inte-ressa frontalmente, oltre alla letteratura, saperi del passato quali la filosofia, la medicina, la pittura, l'alchimia e che mobilita punti di vista e stili di pen-siero difformi come la filologia, la topologia, la psicologia, la teologia. In-somma un groviglio di oggetti e di prospettive che in quel libro, frondoso e ramificato fino all'esasperazione, ho cercato di analizzare o almeno di descri-vere con tutte le approssimazioni che sono inevitabili quando si affronta una materia nuova e ci si deve inventare anche un metodo nuovo. Materia nuova dico, perché il tetracromatismo, come snodo interdisciplinare del pensiero antico e medievale, e ` stato studiato pochissimo, per non dire nulla. Il lettore che desidera conoscere le premesse teoriche e le coordinate storiche di quanto dirò , sa dunque ciò che deve fare. Non liquet Intendo esaminare un punto della Commedia che ha resistito sinora all'inter-pretazione. Si tratta dei colori che contrassegnano nell'ultimo canto dell'In-ferno le tre facce di Lucifero: Lo 'mperador del doloroso regno da mezzo il petto uscía fuor della ghiaccia; e piú con un gigante io mi convegno, * Ringrazio Mattia De Poli, Umberto Rinaldi e Giuseppe Visonà , che hanno letto il dattiloscritto e mi hanno aiutato con informazioni, conferme, rettifiche. Naturalmente la responsabilità di quanto dico e ` solo mia.
Si introduce il volume collettaneo dedicato all'opera di Nathalie Zaltzman, psicoanalista francese da poco scomparsa, ripercorrendo il suo pensiero a partire dal fil rouge del concetto di pulsione anarchica.
L’attribuzione di un colore alla pigmentazione della pelle non è la semplice ricezione oggettiva di un dato naturale, ma è una assegnazione di senso: infatti ogni colore, così come definito linguisticamente, suscita e veicola atteggiamenti e stati d’animo. Nel mondo antico manca una etichettatura razziale forte, così come si è costruita invece nel vocabolario occidentale moderno con la contrapposizione bianco- nero, bianco – rosso e la successiva creazione della fascia intermedia del giallo. In qualche modo la percezione del colore della pelle, propria e degli stranieri, riflette non solo un fisiologico etnocentrismo estetico (che porta alla denigrazione degli aspetti più estranei al normotipo preso in considerazione) ma anche una visione geopolitica dell’umanità. Per Greci e Romani ai bordi dell’ecumene l’inabitabilità del territorio, troppo poco assolato a nord ed eccessivamente arroventato a sud, si rispecchia nella colorazione della pelle degli abitanti: pallidi a settentrione (Celti e Germani), neri (Etiopi ed Indiani) a meridione. Questi popoli liminari colpiscono la fantasia anche perché vengono percepiti con caratteristiche fisiche standardizzate e omologanti. Greci e Romani non hanno invece sviluppato il senso di una appartenenza identitaria attorno a una comunanza biologica, a un prototipo razziale definito anatomicamente. Il senso della comunanza e dell’alterità si sviluppa piuttosto su altri elementi: lingua, stili di vita, organizzazione sociale, ritualità religiose. Nelle relazioni sociali quel che conta è lo status (in primis libero o schiavo): il colore della pelle non invece è un marcatore significativo (esistono schiavi, e uomini liberi, di tutte le gradazioni cromatiche); è un semplice indicatore di provenienza, che non intralcia le possibilità di integrazione. I “neri” subsahariani (gli Etiopi) restano pochi, pochissimi fuori dall’Egitto: spesso oggetto di scherno, diffidenza, ma anche fascinazione esotica. I “mori” nordafricani si integrano tranquillamente raggiungendo i vertici delle istituzioni e della società. Nell’opera di ricostruzione del mondo antico, la nostra fantasia ricostruttiva ne ha sbiancato il paesaggio, architettonico e antropico. Evitare di percepire la storia greca e romana come il passato dei “bianchi”.
Mysterion 9 (2016/1) 18-77, 2016
Nelle esperienze teofaniche che punteggiano la storia d'Israele, dai patriarchi a Mosè ai profeti, sono sempre coinvolti i due sensi della vista e dell'udito. È vero che non si potrebbe dare teo-fania senza tale coinvolgimento, ma ciò che colpisce è la ricchezza e la complessità che, nel loro insieme, caratterizza queste percezioni. L'udito non è colpito solo dalla voce di colui che appare e parla, ma da suoni di varia natura: il boato del terremoto, il rimbombo del tuono, lo scrosciare delle grandi acque, il soffiare del vento, il grido possente del canto degli angeli. La vista spazia a sua volta dal cielo notturno brulicante di stelle, ai cieli che si aprono su visioni più abbaglianti del sole, all'orizzonte terrestre contro il quale giganteggia la vetta della montagna avvolta nel fuoco; tra cielo e terra c'è poi l'arco celeste, splendore di luce variopinta, che suggella l'alleanza di pace del Signore e le grandi apparizioni divine. Indicati esplicitamente o evocati dal contesto stesso della visione, i colori fanno parte delle teofanie scritturistiche: il blu profondo del cielo notturno, l'oro e l'argento delle stelle, il cespuglio verdeggiante avvolto nella fiamma, la montagna incendiata, la lastra di zaffiro sotto il trono, i colori della Tenda dell'alleanza... . Gli autori delle immagini, se non diversamente indicato, sono stati abbreviati con: MM=Maurizio Marchini (Italia); PM=Pasquale Magagnini (Italia); RMS=Ruberval Monteiro da Silva (Brasile); RR=Ricardo Ramos (Uruguay); SM=Sidney Machado (Brasile); dove non è segnalata la fonte sono state tratte da siti Internet che non ne indicavano la provenienza: qualora il loro uso fosse soggetto a diritto d'autore, preghiamo di comunicarlo al direttore di Mysterion (direttore @ mysterion.it) e provvederemo alla loro pronta rimozione.
CRISTOLOGIA Effetti del passaggio dal binitarismo al trinitarismo Lo sviluppo graduale del pensiero trinitario
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Via nova. QSIM 14 (2022): 305-320, 2023
Colore e colorimetria. Contributi multidisciplinari, atti della XII Conferenza del Colore (Politecnico di Torino, 8-9 settembre 2016), a cura di Veronica Marchiafava, Gruppo del Colore, Milano 2016,vol. XII A, pp. 393-403 (con Micaela Mander e Sandro Baroni)
Sibilla Aleramo e gli inquieti spiriti delle tenebre , 2019
“Sia la chasa spechio del spirito” Abitare in Friuli nel Quattrocento, 2024
Il colore del buio, 2019
rivista atopon psicoantropologia simbolica e tradizioni religiose vol VI
in: Schiller tra le due guerre, a cura di Merio Scattola, Gabriella Pelloni, Arno Schneider, Padova, Unipress, 2013
Lexicon philosophicum , 2015
Quaderni della Decrescita n.3 2024
Achademia Leonardi Vinci, 1997
“Sia la chasa spechio del spirito” Abitare in Friuli nel Quattrocento, 2024