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Aristonothos. Scritti per il Mediterraneo antico, 2010
La firma apposta dal pittore sul cratere di Cerveteri ( ), in uno spazio libero da figure, rientra nella norma delle firme su vasi, costituita com'è da un nome personale in nominativo ed un verbo alla terza persona singolare dell'aoristo: \ Aristoé noqov e\ poié sen, ciò non toglie che l'uno e l'altro abbiano bisogno di un commento e siano stati già al centro di complicate dispute.
LA FABBRICA FANTASMA, 2020
C’è una fabbrica che lavora a ciclo continuo, ventiquattro ore su ventiquattro, ma nessuno è mai riuscito a individuarla: è lo stabilimento dove si producono le merci copiate, imitate, ricalcate, insomma contraffatte. Abbiamo scelto di chiamare La fabbrica fantasma questo secondo quaderno dell’Associazione “A mano disarmata” perché ci è sembrato che desse l’idea di uno stabilimento senza mura, di un commercio senza trasporti, di una vendita senza negozi e perché era il titolo di un documentario che realizzò per noi Mimmo Calopresti nel 2016. Quello che spesso si ignora e si sottovaluta è che dietro a questa frenetica attività invisibile ma molto concreta, tanto che sforna milioni di oggetti di tutti i tipi ogni giorno, c’è ancora una volta la mano delle mafie. La grande criminalità commissiona, dopo aver sondato il mer- cato; importa cioè si incarica di far passare le merci da porti e aeroporti; distribuisce al dettaglio spesso sfruttando immigrati. Una vera e propria filiera illegale che, soltanto in Italia, vale 10 miliardi di euro ogni anno e causa la perdita di quasi 90mila posti di lavoro. Ma questo quaderno, che pure ospita interviste e interventi di grandi esperti, resta fedele al suo modo di narrare, anche at traverso racconti. Non è un saggio, non è un’inchiesta, non è un instant-book, forse è un po’ di tutto questo in pillole. Vuole prendervi per mano e portarvi in un viaggio attraverso luoghi oscuri che sono, senza che ce ne accorgiamo, proprio accanto a noi. Un cammino alla scoperta di un traffico del quale, a volte consape- voli altre no, siamo spesso complici.
Ogni epoca "fabbrica il suo corpo" verso un'evoluzione a priori e a posteriori che dai discorsi vesaliani riferiti al De Humani Corporis Fabrica libri septem, giunge a interrogarsi sulla modalità di fabbricazione dell'uomo contemporaneo postindustriale, globale, vivente in conflitto fra corpo realtà e corpo virtuale.
Pier Luigi Capucci, "Arte dell'Artificiale", R-Esistenze, Dicembre 2024, pp. 99–100, 2024
L’artificiale è la traccia, il segno, il risultato dell’interazione di ogni essere vivente con il mondo che lo circonda. Dunque, “naturale” e “artificiale” non vanno considerati come contrapposti e irriducibili, non sono opposizioni ma complementarietà: l’artificiale si fonda sulla trasformazione del naturale e il naturale fonda anche sull’artificiale la propria capacità operativa, il successo della propria effettualità. L’artificiale è una modalità di evoluzione del naturale vivente e insieme una testimonianza – una memoria – della vitalità di tale evoluzione. Segnala l’assunzione e l’inquadramento dell’esistente fenomenico da parte del vivente all’interno delle griglie della propria matrice biologica e della propria esperienza culturale.
Finanza di progetto, a cura di G. Morbidelli, 2004
ISIA website, 2020
design e artigianato un rapporto naturale L'artigianato è storicamente alla base del design. La filosofia stessa del Bauhaus del resto era ampiamente fondata sul concetto di un sapere concreto, laboratoriale. Arte, industria ed artigianato Alla nascita del design in Italia daranno un apporto determinante due fattori, da un lato i movimenti artistici-in special modo il secondo Futurismo, che vedrà proprio nella produzione artigianale la base per un possibile rinnovamento stilistico e sostanziale della produzione. Dall'altro la giovane struttura industriale che, per la riconversione post bellica, richiederà il supporto del nascente design per traghettare la tradizione artigiana verso i concetti di una nuova produzione seriale. E' proprio durante Il secondo futurismo, sbarazzatosi degli estremismi concettuali del primo periodo, che Francesco Cangiullo teorizzerà ad esempio Il "mobilio futurista" nel 1920, un manifesto che auspica la realizzazione dei nuovi «mobili a sorpresa parlanti e paroliberi» figli di un nuovo artigianato.
Il periodo a cavallo tra ottocento e novecento e che arriva fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale è noto anche come Belle Epoque. Fu caratterizzato da ottimismo, dinamismo, fiducia nel progresso sia dal punto di vista sociale con la scoperta dell' energia elettrica e dell'industrializzazione che dal punto di vista artistico con l'invenzione della macchina fotografica. Questa atmosfera di ottimismo e fiducia nel progresso, però, celava una situazione di forte tensione tra le capitali europee, ciò porterà poi al conflitto mondiale. A questa società materialisticamente volta al profitto e alla negazione feroce di tutto ciò che a questo si oppone, gli artisti dichiarano la loro estraneità. Nella cultura europea di questo periodo sempre più largamente si fa strada un rabbioso spirito antiborghese che, respingendo quell'orientamento realistico così legato alla tanto vituperata mentalità capitalistica, delinea una nuova concezione dell'arte ed un nuovo ruolo dell'artista.
L'espressione "società dello spettacolo" è ormai entrata nell'uso comune per definire e giustificare i fenomeni mediatici più disparati. Eppure, come Guy Debord 1 rilevava in quello che a buon diritto può essere considerato il suo chef-d'oeuvre, della società dello spettacolo i mezzi di comunicazione di massa rappresentano soltanto «la manifestazione superficiale più opprimente» (La Société du Spectacle -d'ora in poi Sds - § 24), 2 e non ne costituiscono affatto la struttura essenziale. All'analisi di tale struttura Debord si era invece dedicato almeno dal 1957, quando in un paesino della Liguria, Cosio d'Arroscia, aveva fondato -assieme a Michéle Bernstein, Asger Jorn, Giuseppe Pinot-Gallizio, Piero Simondo, Elena Verrone, Ralph Rumney e Walter Olmo -l'Internationale Situationniste, una delle associazioni più discusse e influenti nel dibattito politico e culturale degli anni Sessanta. 3 Nata dalle ceneri dell'Internationale Lettriste, movimento sorto da una scissione interna al Lettrisme di Isidore Isou -peraltro provocata dallo stesso Debord -e dell'italiano Movimento Internazionale per una Bauhaus Imaginista (MIBI), l'Internationale Situation-Il tema: La critica tematica oggi 146 Guy Ernst Debord, La Société du Spectacle, Buchet-Castel, Paris 1967. * A Renato Marvaso, per avermi ricordato, situazionisticamente, che i propri desideri diventano realtà soltanto credendo nella realtà dei propri desideri. 1 Scrittore, cineasta, uomo politico, personaggio difficilmente etichettabile, Debord nasce nel 1931 a Parigi e muore suicida nel 1994. Autodefinitosi "dottore in niente", avvolse consapevolmente la propria figura in un alone di mistero, salvo pubblicare due autobiografie, nel 1989-90 (Panegirico. Tomo primo. Tomo secondo [iconografico], Castelvecchi, Roma 2005) e nel 1993 (Cette mauvaise réputation, Gallimard, Paris 1993). La monografia più accurata, nonostante le chiare simpatie dell'autore, è a mio parere quella scritta da Anselm Jappe, Debord, Tracce, Pescara 1992. 2 L'edizione italiana utilizzata è quella a cura di C. Freccero, Baldini e Castoldi, Milano 2001. 3 Sull'Internationale Situationniste si veda l'attenta ricostruzione di G. Marelli, L'amara vittoria del situazionismo. Per una storia critica dell'Internationnale Situationniste 1957-1972, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1996, a cui si rimanda anche per la bibliografia. Mariangela Priarolo Raffaele Simone Emanuele Zinato Guy Debord, La società dello spettacolo, 1967 niste aveva fatto propria la tesi fondamentale delle avanguardie artistiche e letterarie della prima metà del Novecento, ovvero la necessità di uno stravolgimento radicale e completo della vita quotidiana e «dell'idea borghese di felicità». 4 Nella neonata prospettiva situazionista, tuttavia, tale stravolgimento doveva compiersi non solo attraverso il superamento dell'arte -come avevano sostenuto Dadaisti e Surrealisti, affascinando un Debord adolescente -o la trasformazione della vita in arte -come già invocava il megalomane Isou -, ma anche e soprattutto attraverso una messa in discussione radicale della società capitalistica ispirata dagli scritti del giovane Marx, dal Lukács di Storia e coscienza di classe e dalla Critica della vita quotidiana di Henri Lefebvre. 5
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Histoire et civilisation du Soudan, 2017
TD Tecnologie Didattiche, …, 2002
HAL (Le Centre pour la Communication Scientifique Directe), 2020
Rivista dell’Osservatorio Outsider Art, Université de Palerme, n° 9, printemps 2015, p. 88-97., 2015
Antonia Abbattista Finocchiaro, 2021
Amoenissimis..Aedificiis GLI SCAVI DI PIAZZA MARCONI A CREMONA VOLUME 1 Lo scavo, 2017
Famiglia e matrimonio. Regime patrimoniale, in Trattato di diritto di famiglia, I, 2° ed., diretto da Bonilini, 2022