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RiDESN I/2 (2023), 31-45
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20 pages
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The paper focuses on Orientalisms in the Neapolitan dialect, according to the ways of transmission: borrowings from Sicilian, from Ibero-Romance and from the Persian-Arabic-Latin and Turkish tradition. The survey is based on the materials of the Orientalia section of the Lessico Etimologico Italiano (LEI). Keywords: Neapolitan dialect, borrowings from oriental languages, historical lexicography, etymology, Lessico Etimologico Italiano (LEI), LEI-Orientalia
Orientalismi italiani (eds Gabriele Proglio), 2012
Orientalism di Edward Said, ormai da decenni, è al centro di un vivo dibattito. Forse perché, fin dalla prima citazione, da quel 'non possono rappresentare se stessi; devono essere rappresentati' ripresa dal Der achtzehnte Brumaire des Louis Bonaparte di Karl Marx, il contesto messo a fuoco, insistendo sulla linearità dell'Europa, di alcuni tratti dominanti del suo pensiero, produce nel lettore una forma di straniamento, di disallineamento con la retorica del passato, delle identità, delle nazioni. Privati del manto che apparentemente unifica, altro non è che l'effetto delle modulazioni dei confini, si dischiude un universo che va trattato nelle sue specificità. E, sebbene con declinazioni diverse, si scopre che, alla fine, si sta parlando di altri volti dell'Europa, proprio come succedeva per Venezia nelle Città invisibili di Italo Calvino. Di qui l'idea di orientalismo come 'mali della -e aggiungerei nellacultura europea ', del Soggetto (Mellino 2009, Young 1990): un universo valoriale che, proprio in quanto creato in seno al logos europeo, ne conferma la centralità e la coerenza. Dunque, non un sistema dicotomico, ma la riproduzione, su altri frangenti, della discorsività europea, di un modus ponens che, secondo Said, iniziò con la descrizione e classificazione degli altri, delle forme di alterità, per poi diventare un approccio consueto e diffuso. L'elemento patologico, in tal senso, andrebbe riscontrato nell'estensione su grande scala della 'capacità processuale' -Said parla di distribuzione della consapevolezza geopolitica, di elaborazione d'"interessi" e di volontà. Non si tratta solo di condividere delle rappresentazioni, ma della capacità di fare propri, di adottare nella pratica, certi modelli interpretativi. Percorrendo questa linea, Said individua nella cultura greca le origini epistemologiche delle forme di relazionalità, delle funzioni che permisero l'affermazione e l'ancoraggio, in una
Napoli e l’Emilia Studi sulle relazioni artistiche. Atti delle giornate di studio, Santa Maria Capua Vetere, 28-29 maggio 2008, 2010
Guido Reni fu a Napoli due volte. La prima nella primavera del 1612, subito dopo aver decorato le cappelle del papa nel palazzo del Quirinale e in Santa Maria Maggiore, quando, morti da non molto Annibale Carracci e Caravaggio, si era affermato come stella di prima grandezza sulla scena romana. Non è chiara la ragione per cui venne: forse in vista della decorazione della cappella del Tesoro di San Gennaro, che si vagheggiava potesse essere fatta a mosaico, a somiglianza di quanto si andava facendo in quegli anni in San Pietro sotto la direzione del Cavalier d'Arpino. Il soggiorno fu in ogni caso brevissimo, Reni tornò a Roma dopo meno di un mese, senza lasciar traccia e noi non avremmo mai saputo niente di questo soggiorno e della sua motivazione se non fossero emerse dagli archivi, in tempi relativamente recenti, un paio di documenti 1 .
La Loggetta n 133, 2023
Il fiore delle Mille e una notte …. “Pier Paolo sosteneva che il Cinema è ‘il linguaggio della re- altà’, mentre io sostenevo che è ‘solo un linguaggio’. Ho colto PPP con una mano sulla cinecamera, vicino c’era un attore con il ciak, me lo sono fatto dare e l’ho porto a PPP dicendogli ‘Pier Paolo prendi, ti faccio un ritratto, mentre lo prendeva mi ha detto... ‘ma è una fin- zione’, al che ho risposto ‘Sì, anche il cinema è una finzione’. Lui, memore del nostro dibattito, ha sorriso e io ho scattato” .
Aristonothos Scritti Per Il Mediterraneo Antico, 2009
Nel proposito più generale di indagare come la cultura orientalizzante sia stata recepita e interpretata nell'antichità, ho scelto di iniziare dai troni, quali oggetti che caratterizzano al meglio l'ambiente principesco o regale. Qui di seguito mi dedicherò ai crateri, comunque sarebbe interessante allargare l'indagine ad altri oggetti rappresentativi della cultura orientalizzante. "In Omero si mangia seduti" (fig. 1), così inizia uno dei tanti paragrafi dei Deipnosofisti dedicati da Ateneo di Naucrati alle forme antiche di banchetto, in questo caso egli cita Dioscuride, l'allievo di Isocrate vissuto tra IV e III secolo a.C., il quale proseguiva con il dire che accanto a ciascun commensale veniva posta una tavola, che rimaneva imbandita, in quella posizione, durante tutta la "riunione conviviale" (sunous…a), ed aggiunge "come è abitudine ancora oggi presso molti barbari" 1 , questa indicazione della continuità di un uso dismesso dai Greci, ci porta subito nel cuore dell'argomento che vi voglio proporre, anche ricordando Tucidide: "e si potrebbe mostrare che anche in molte altre cose i Greci antichi avevano usi simili a quelli dei barbari d'oggi" 2. Il tema del banchetto non è originale, ma è uno dei mezzi che mi consentono di sottolineare come la tradizione antica abbia conservato ricordo dell'età orientalizzante. E vedremo come la memoria della tradizione scritta sia stata aiutata dalla sopravvivenza dell'uso anche presso alcuni Greci. Una seconda necessaria premessa è terminologica: parlerò di un banchetto che non è il sumpÒsion, in latino convivium, che è il notissimo banchetto innovato in Oriente con l'inserimento dei letti (klinai) e adottato dai Greci nella seconda metà del VII secolo a.C., bensì del da…j, in latino daps, dapes 3 , il banchetto con le sedie, si potrebbe anche chiamare il "banchetto del re" (DELPINO 2000). Anche il modello del banchetto con le sedie è orientale, ed è stato adottato dai Greci, insieme alla relativa vaisselle, come dimostrano i poemi
Fausto Minervini, Quale orientalismo? Contaminazioni e modelli d’oltralpe nella produzione napoletana del secondo Ottocento, atti di Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte, 26-27 settembre 2019, Editori Paparo, Napoli/Roma 2022, pp. 62-67, 2022
Direzione artistica e progetto editoriale editori paparo Cura redazionale e bibliografia Luigi Abetti Redazione delle didascalie che corredano le schede del catalogo
Premesse Nel proposito più generale di indagare come la cultura orientalizzante sia stata recepita e interpretata nell'antichità, ho scelto di iniziare dai troni, quali oggetti che caratterizzano al meglio l'ambiente principesco o regale. Qui di seguito mi dedicherò ai crateri, comunque sarebbe interessante allargare l'indagine ad altri oggetti rappresentativi della cultura orientalizzante.
Modigliani scultore, a cura di G. Belli, F. Fergonzi, A Del Puppo (Rovereto, 2010-2011), Milano, Silvana Editoriale 2010 , 2010
With the present contribution we wish to draw attention to the Levantine influences among the domestic communities in the Latium Vetus during the Orientalising period (end of 8th-beginning of 6th century B.C.). The problem is rather intricate in view of the fact that ever since the course of the 9th century the coastline of the southern part of the Italian peninsula appear to be called on more and more frequently both by the Greek seamanship and by that of the numerous races which inhabited Cyprus and the coastal area of the Syro-Palestinian reagion. Moreover in this period the various elements coming from the Aegean and the eastern Mediterranean often accumulated one on top of the other making ineffective all attempts to isolate every contribution and to recognize the mechanisms by which they propagated themselves: their trade structure is in fact of an assorted kind, and is based on a close association of Oriental and Greek elements. Aware of such difficulties, we consequently endeavored to face up to the quandary of the Oriental influences in the Latium Vetus commencing from the study of the various contexts, rather than examining separately each one of the single craft classes that are the object of import. The researches that have been made have produced remarkable results that were partially assembled in previous studies. On the present occasion we intend to examine thoroughly what has so far been stated about the tomb contexts brought to light in the necropolis of the proto-historical settlement at Laurentina-Acqua Acetosa, and analyzing exhaustively the documentation relating to one of the most interesting necropolis complexes, tomb 70, which has been the object of vigilant studies at the beginning of last century’s 1990s. As a matter of fact the examination of the burial’s equipment was particularly interesting since it allowed to isolate a series of influences originating from the Greek world and the Levantine area which had to be characteristic to the “mode of life” of the Latin aristocracies of the communities located by the Tevere’s mouth. Important elements pointing to such data are represented by the symbols of power namely the chariot, the flabellum, the footstool and the shields. No less interesting is also the documentation connected with the sphere of the ritual banquet, with the introduction of meat consumption. Then an essential element to the banquet celebration was wine, demonstrated by the presence of the transportation amphora produced in the Phoenician colonies of the Central Mediterranean as well as by some articulate kits made of bronze and baked clay. Tomb 70 represents therefore a very important context to comprehend to what an extent the Latin aristocracies were pervaded by influences and suggestions originating from the eastern Mediterranean.
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A.Schnapp, J.P.Brun, M.Segonds-Bauer edd., L'Istoire comme impératif ou la "volonté de comprendre", 2011
Stefano Santocchini Gerg, 2018
“Alle redici della passione orientalistica di Federico Borromeo”, in AA.VV., Il progetto culturale di Federico Borromeo tra passato e presente, Milano, Biblioteca Ambrosiana – ITL srl, 2023, 109-119
Italia linguistica anno Mille Italia linguistica anno Duemila. Roma, Bulzoni, 2003
Segmenti della ricerca antichistica e giusantichistica negli anni Trenta, 2022
Pratiques du grec dans l’épigraphie de l’Occident: contextes, origines et pratiques culturelles Actes de la XXIIe Rencontre franco-italienne sur l’épigraphie du monde romain (Autun, 22-24 juin 2017) sous la direction de François Chausson, Antony Hostein et Benoît Rossignol, Bordeaux, 2022
Annali -sezione romanza LXI, 1 , 2019
Studi offerti a Luciano Agostiniani, 2022
Altre Modernità, No. 8, 2012
L’Oriente a Venezia: le ricchezze del MAOV, 2022
Sefer yuḥasin, 2 (2014), pp. 263-275