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La vocazione territoriale come mito razionalizzante

2018, Sinergie Italian Journal of Management

Abstract

Obiettivo del paper: Il lavoro, al fine di contribuire al dibattito sui processi di governance del territorio, ha l'obiettivo di proporne una visione 'situazionista' alternativa alla visione prevalente, qualificata come 'unitaria' o 'sistemica'. Metodologia: Il lavoro, di taglio teorico-concettuale, pone a confronto due paradigmi, entrambi pienamente riconducibili alle discipline manageriali, che forniscono una differente chiave di lettura interpretativa di cosa sia il territorio e, conseguentemente, di quali siano i processi attraverso i quali si delinea la governance di un territorio. Risultati: Lo spunto è la rivisitazione del concetto di 'vocazione territoriale' che, da elemento pseudo-oggettivo e 'naturalmente' osservabile e condivisibile da tutti gli attori di un certo territorio e in un certo momento storico, diviene "mito razionalizzante", ovvero un costrutto intersoggettivo privo dell'aura di oggettività e di funzionalità agli interessi del territorio e frutto, seppure solo in parte intenzionale, dell'azione strategica di una coalizione pro-tempore dominante. Originalità e limiti della ricerca: L'opzione situazionista, elemento di originalità del lavoro, invita a prendere le distanze da modelli predittivi ex ante. Il deficit predittivo, tuttavia, pur palesandone un limite operativo, non ne qualifica un limite epistemologico in quanto, parafrasando Hayek, esprime una consapevole e caratterizzante rinuncia alle "pretese di conoscenza" tipiche degli approcci neo-positivisti. Implicazioni pratiche: La rilettura dei processi di governance di un territorio proposta ridimensiona la portata dei modelli di management strategico e di marketing territoriale e propone la tortuosa strada dell'esplorazione delle strategie-cooperative e conflittualimesse in atto da attori e/o coalizioni locali per perseguire propri interessi. * Nel presente lavoro, frutto della comune elaborazione degli Autori, Piero Mastroberardino ha curato in particolare i parr. 1 e 6, Giuseppe Calabrese i parr. 2 e 3, Flora Cortese i parr. 4 e 5.