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2018, Sinergie Italian Journal of Management
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Obiettivo del paper: Il lavoro, al fine di contribuire al dibattito sui processi di governance del territorio, ha l'obiettivo di proporne una visione 'situazionista' alternativa alla visione prevalente, qualificata come 'unitaria' o 'sistemica'. Metodologia: Il lavoro, di taglio teorico-concettuale, pone a confronto due paradigmi, entrambi pienamente riconducibili alle discipline manageriali, che forniscono una differente chiave di lettura interpretativa di cosa sia il territorio e, conseguentemente, di quali siano i processi attraverso i quali si delinea la governance di un territorio. Risultati: Lo spunto è la rivisitazione del concetto di 'vocazione territoriale' che, da elemento pseudo-oggettivo e 'naturalmente' osservabile e condivisibile da tutti gli attori di un certo territorio e in un certo momento storico, diviene "mito razionalizzante", ovvero un costrutto intersoggettivo privo dell'aura di oggettività e di funzionalità agli interessi del territorio e frutto, seppure solo in parte intenzionale, dell'azione strategica di una coalizione pro-tempore dominante. Originalità e limiti della ricerca: L'opzione situazionista, elemento di originalità del lavoro, invita a prendere le distanze da modelli predittivi ex ante. Il deficit predittivo, tuttavia, pur palesandone un limite operativo, non ne qualifica un limite epistemologico in quanto, parafrasando Hayek, esprime una consapevole e caratterizzante rinuncia alle "pretese di conoscenza" tipiche degli approcci neo-positivisti. Implicazioni pratiche: La rilettura dei processi di governance di un territorio proposta ridimensiona la portata dei modelli di management strategico e di marketing territoriale e propone la tortuosa strada dell'esplorazione delle strategie-cooperative e conflittualimesse in atto da attori e/o coalizioni locali per perseguire propri interessi. * Nel presente lavoro, frutto della comune elaborazione degli Autori, Piero Mastroberardino ha curato in particolare i parr. 1 e 6, Giuseppe Calabrese i parr. 2 e 3, Flora Cortese i parr. 4 e 5.
Muovendo dall'esigenza di un complessivo riordino territoriale della Repubblica, il contributo esamina il tema dei piccoli comuni e delle unioni di comuni, passando in rassegna le principali leggi regionali in materia e dimostrando quanto il quadro normativo sia tuttora complesso e disomogeneo.
Urbanistica Informazioni, 2022
The Covid-19 pandemic has deeply altered the way social relations and public spaces are experienced, and the living habits in urban areas. More people for instance, facilitated by the diffusion of smart working, have chosen to move far from the city centre in search of contact with nature. As a result, the processes leading to the anthropic “aggression” of some small centres and parts of metropolitan areas have been reinforced. With the support of two case studies from the metropolitan area of Rome, some strategies are suggested for the management of assailed places and the enhancement of their natural and cultural potential.
Luci e ombre della pianificazione regionale. Narrazioni e riflessioni di alcune esperienze, 2019
Il testo intende ragionare intorno ad una figura chiave per la politica urbanistica dell’Italia repubblicana: “il regionale”, una delle principali innovazioni contenute nella Carta Costituzionale italiana del 1948 che, tuttavia, per motivi squisitamente di scontro politico tra i due grandi partiti popolari usciti vincenti dal conflitto mondiale ha di fatto molto rallentato la nascita di questa figura nell’apparato amministrativo italiano. Rallentamento cui non è stato estraneo il continuo rimando dell’aggiornamento delle disposizioni nazionali sul controllo e governo delle trasformazioni urbane, tanto da tramutare la materia urbanistica, da modalità ordinata di governo pubblico, a “questione” . E' interessante questa prospettiva di lettura, perché chiude una serie di riflessione che il libro tratta: il percorso amministrativo di sei Regioni (Emilia-Romagna; Friuli Venezia-Giulia; Lazio; Liguria; Piemonte; e Veneto), raccontata da sette dirigenti regionali che, seppur con ritmi e modalità diverse tra loro, ripercorrono la storia dei profili dell’azione regionale nel suo costruirsi, dal quale emergere seppur in forma implicita il ruolo che “il regionale” ha avuto nell’indirizzare le politiche regionali, del contribuito che ogni singola Regione ha tentato di giocare regionalizzando alcune disposizioni nazionali, e di come questa azione non coordinata ha finito per determinare una sorta di (non dichiarato) federalismo eclettico.
BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA, 2015
ONTOLOGY OF TERRITORIALITY: THE EIGHTEENTH CONTRADICTION OF CAPI- TALISM? – Globalitarian capitalism develops a network of contradictions of geographical nature. Among these contradictions it may shows the transcalarity heterotopias and com- petitive homologation, both linked to the dialectic unhomogeneity/homogeneity ana- lyzed by D. Harvey. The capitalism develops a peculiar relation with ontological territori- ality through its sacredness. The economic theology (Weber, Benjamin) linked with polit- ical theology (Schmitt) and to the state production modes (Lefebvre), lays the founda- tions for a ontological desaster that meet the ecological desaster, developing the eigh- teenth contradiction of capitalism.
During the last decades, the devolution of many political powers from the state to the local governments has strengthened the role of the Italian municipalities in the provision of rights both for citizens and non citizens. As a consequence of this decentralization process, many rights recognized by the national laws can be concretely exercised only at the local level. The bond between the individuals and the territory, thus, has become increasingly important. This bond is formally embodied by the legal institute of residency – that is the enrolment into the registry office of a municipality –, given that, according to the Italian laws, the actual access to many rights is restricted to whom is enrolled. It is not a surprising fact, therefore, that, during the last years, many Mayors have tried to restrict the access to residency by means of administrative provisions as well as through informal practices. Migrants are the main target of these exclusionary strategies. For this reason, the local control on the enrolment increases the level of civic stratification: besides the legal status, also the ownership of residency fragments the local population in different strata. Against the local exclusion provoked by the Mayors’ strategies, the idea of ethical territoriality suggested by Lynda Bosniak could work as a critical tool. More specifically, this idea could be invoked as a normative principle to claim rights and recognition at the local level. At the same time, a local perspective could make this principle more operational: starting from the local territories, the claim for rights and recognition can become more concrete and be extended to the national level.
"Movability Books" by SIMTUR, 2021
Abstract e invito alla lettura del volume "Be green, be digital, be local", che illustra la visione, la storia, i valori e le modalità operative del programma nazionale «piccole patrie», che intende contribuire al ridisegno delle geografie turistiche del Bel Paese, ripartendo dai territori che non intendono più sentirsi "minori".
Regionalismo differenziato: un percorso difficile, atti del convegno su Regionalismo differenziato: opportunità e criticità, organizzato da Università degli studi di Milano, Centro Studi sul Federalismo, 2019
P Pr re em me es ss sa a e e r ri in ng gr ra az zi ia am me en nt ti i d di i F Fl la av vi io o B Br ru ug gn no ol li i 5 5 R Re eg gi io on na al li is sm mo o d di if ff fe er re en nz zi ia at to o: : o op pp po or rt tu un ni it tà à e e c cr ri it ti ic ci it tà à d di i P Pa ao ol la a B Bi il la an nc ci ia a 9 9 R Re eg gi io on na al li is sm mo o d di if ff fe er re en nz zi ia at to o e e c co oe es si io on ne e t te er rr ri it to or ri ia al le e d di i A An nd dr re ea a P Pa at tr ro on ni i G Gr ri if ff fi i 1 17 7 A Ar rt t. . 1 11 16 6, , C Co om mm ma a 3 3: : N No or rm ma a d di i s si is st te em ma a o o n no or rm ma a d di i r ra az zi io on na al li iz zz za az zi io on ne e d de el l r re eg gi io on na al li is sm mo o o or rd di in na ar ri io o? ?
2015
quale percezione ha dei problemi del suo ambiente, e nella sostanza quale livello di cultura del territorio caratterizza il gruppo umano". 6 Che si estende per 880 km², con una popolazione di 1,2 milioni di abitanti (al censimento del 2011) e una densità di popolamento di circa 1.400 ab/km². 7 Hanno risposto individui con un'età compresa tra 20 e 80 anni (il questionario non è stato volutamente distribuito ai più giovani, il cui percorso identitario e conoscitivo del territorio è generalmente ancora "acerbo"). Perciò si sono create tre fasce d'età abbastanza omogenee come numero di aderenti: 20-40 anni (317 individui), 41-60 (373) e 61-80 (337). 8 Hanno risposto 602 uomini e 425 donne. 9 1027. PARTE PRIMA-La regione per la geografia 1 Gli strumenti concettuali e operativi della geografia 1.1 L'ambiente e il territorio Allo studio sul concetto di regione si è voluto premettere la trattazione dei concetti base della geografia: questo preambolo è utile a comprendere il significato delle parole chiave che accompagneranno le riflessioni sulla regione. Le definizioni degli strumenti-concetti della geografia presenti in questo capitolo sono necessarie semplificazioni della letteratura geografica. Ciascuno dei termini trattati, infatti, ha assunto significati, valori e funzioni differenti e ha sofferto di una problematicità legata alla propria polisemia. Qualsiasi riflessione epistemologica che tenga conto di questi strumenti concettuali necessita, dunque, di una presa di posizione da parte del suo autore, che è tenuto a precisare i significati da attribuire a questi termini 15. L'ambiguità limita, infatti, la comprensione e impedisce confronti significativi: è un "fattore di regressione" (Brunet, 1984, p. 47) Il primo concetto che qui viene considerato è l'ambiente, del quale manca un significato universalmente condiviso e una definizione univoca (Schmidt di Friedberg, 2009, pp. 165-169). Per chi scrive, l'ambiente è da considerarsi uno spazio nel quale vivono piante, animali e uomini. La sua importanza deriva dal fatto che fornisce ciò che serve per nutrirsi, ma anche per ripararsi dal freddo, dal caldo, dalla pioggia e dai venti 16 : ha cioè "caratteristiche tali da poter contenere vita" (Bullini, Pignatti e Virzo de Santo, 1998, p. 5). E la geografia umana studia proprio i diversi modi con i quali gli uomini vivono nel proprio ambiente. Così inteso, l'ambiente può apparire come l'insieme degli elementi terrestri abiotici che ospitano forme di vita. In realtà fanno parte di un ambiente anche tutti gli esseri viventi che lo popolano. Perciò il concetto di ambiente non può essere inteso come un'oggettiva compagine di 15 A questo riguardo, un problema riscontrato è connesso a quelle che Ian Hacking (1999, p. 21) ha definito elevator words: termini che vengono utilizzati per "alzare il livello del discorso" e che rendono complessa la comprensione della tematica ai non addetti. Si tratta di una sorta di gergo che ha l'intento di limitare la diffusione di una riflessione alla sola schiera degli studiosi, con una sorta di classismo intellettuale che serve essenzialmente a far sentire chi scrive parte di una comunità. Una tale selezione dei termini, supportata da una complessa sintassi, sembra una moda diffusa in molti ambienti accademici, ma non è di alcun supporto alla ricerca e alla sua divulgazione. Chi scrive vorrebbe evitare questa metodologia espressiva, perché condivide quanto ben espresso da Tim Cresswell (2013, p. 9): "scrivere […] è un esercizio di democrazia: serve a diffondere idee. Se l'idea non è espressa chiaramente, non può essere divulgata".
2018
Situata al centro delle rotte che nel tempo hanno solcato il Mediterraneo, la Sicilia fu crocevia di migrazioni di popoli e teatro di conquiste che ne segnarono la storia plasmando il suo territorio attraverso forme di organizzazione sociale e tecniche produttive differenti. Il sovrapporsi di culture diverse ha contribuito a modellare il paesaggio siciliano, un mosaico composto da una molteplicità di tessere, espressione di specificità ambientali, ma anche degli apporti dei diversi gruppi umani che l'hanno occupata nel tempo, lasciando il segno della propria cultura nelle diverse forme di organizzazione del territorio e nella costruzione della sua identità culturale. Nel processo di conoscenza e di identificazione degli elementi naturali ed antropici che hanno segnato il delinearsi nel tempo dell'assetto del territorio di Rometta, si rivela dunque necessario riferirne il processo evolutivo alle vicende storiche che nel tempo hanno coinvolto l'intera Sicilia.
Vita e Pensiero online
Disponibile a: http://www.vita.it/it/article/2016/02/25/comunita-come-fenomenologia-territoriale/138422/
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Paesaggio, luogo, ambiente. La configuratività territoriale come bene comune, 2014
EBLA Working Papers, 2003
Forum di Quaderni costituzionali, 2019
Mensura caeli. Territorio, città, architetture, strumenti, Atti dell’VIII Convegno Nazionale della Società Italiana di Archeoastronomia (SIA) (Ferrara, 17-18 ottobre 2008), a cura di M. Incerti, Ferrara, 2010
Storia e Futuro , 2018
ll mestri dai nons. Saggi di toponomastica in onore di Cornelio Cesare Desinan, a cura di F. Finco e F. Vicario, Udine, Società Filologica Friulana, 2010, pp. 327-332, 2010
Orientamenti Pedagogici Rivista Internazionale Di Scienze Dell Educazione, 2009
AGRI CENTURIATI an international journal of landscape archaeology 16/2019 (Atti del Workshop "Forme dell’abitare e forme del territorio: un approccio multidisciplinare alla lettura del paesaggio", Bologna 2018) , 2020
PATTI SOCIALI PER LO SVILUPPO, 2008