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2024, Edizioni Centro Studi ITA.L.I.
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133 pages
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Questo libro, frutto di una trentennale gestazione giunge a pubblicazione nel 2024 perché il momento storico lo necessita. Rielaborato da me, Socialista di Sinistra, convinto che scommettere nel futuro sia il nostro principale Dovere Civile. I miei concittadini, smarriti e confusi da martellanti pubblicità, fumose merchandising e vergognose propagande delle diverse Destre populiste, devono ora capire, insorgere, mettersi al lavoro per ritrovare la stella cometa del cambiamento inclusivo per il III millennio. La Nuova Rivoluzione è sempre Morale perché basata sulle IDEOLOGIE. Il nuovo “Rassemblement di Sinistra” da realizzare insieme all’area di Centro Progressista, Repubblicana, Antifascista ed Europeista, deve fondarsi su programmi e contenuti concreti, unitari e non più divisivi. E questo saggio vuol essere una base di confronto e di riflessione per andare avanti insieme con ritrovata fiducia nel futuro. Solo così possiamo ipotizzare di salvarci riportando alla Politica e al Voto Democratico la maggioranza dei giovani che non credono a nulla e dei cittadini che non si esprimono politicamente perché non rappresentati da questa gentaccia che vive e occupa permanentemente il Parlamento senza essere mai stati votati. Qualche anno fa la politica SpA occupava 427.899 politicanti, la maggior parte dei quali non ha mai lavorato e tutti sono scelti e cooptati dai Segretari di Partito. Bisogna riappropriarsi della Storia e con lacrime e sangue rifondare una nuova SINISTRA, quella alternativa reale, perché solo questo può salvare il Paese!
La pratica teorico-politica della rivista tra Ottocento e Novecento, a cura di Giovanni Campailla e Antonio Del Vecchio, Napoli: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Press, 2021
Dal "Politecnico" di Vittorini ai "quaderni piacentini" e ai "Quaderni rossi", passando per "Discussioni" e "Ragionamenti", l'articolo ricostruisce la genesi e le traiettorie di un'area di intellettuali di sinistra che, ai margini o all'esterno dei partiti operai ufficiali, s'impegnò nel rinnovamento del marxismo, utilizzando le riviste come "spazio di verità" e strumento d'intervento nella realtà e ponendo le basi "culturali" della nascitura Nuova Sinistra. Si tratta di Vittorini, Fortini, Guiducci, Panzieri, Libertini, Scalia, Asor Rosa, Luperini e altri.
...breve bibliografia sulla destra nazionale e radicale dal secondo dopoguerra agli anni novanta
Quando si parla di partiti di sinistra, in che senso si usa questa parola? Il PD, residuo del maggiore partito della sinistra italiana, in che senso è ancora di sinistra? E se non lo è più, perché? Un modo di riproporre questi interrogativi è il seguente: quella che molti chiamano la sinistra ha davvero abbandonato i poveri? Non possiamo rispondere in modo organico a queste domande, ma una breve riflessione su ciò che è accaduto può forse servire a capire meglio in che senso parliamo di sinistra oggi in Italia. Detto in modo brusco: non c'è dubbio che di recente il maggiore partito italiano godente fama di essere di sinistra ha abbandonato le cause tradizionali dei poveri, rivelandosi l'alleato del grande potere economico e di quelle élite su cui si è assai discusso in seguito a un intervento di Alessandro Baricco. L'artefice non unico ma più evidente di questa deriva è stato Matteo Renzi, che per tale motivo tutti quelli che sono davvero di sinistra hanno sempre avuto come il fumo negli occhi. Renzi ha realizzato la novità che-semplificando molto-a simpatizzare e votare per il leader del PD non erano più le persone di sinistra, ma gli stupidi di sinistra e gli intelligenti di destra. Questo perché bisognava essere stupidi per non accorgersi che Renzi non è di sinistra, e se si era intelligenti si capiva che era di destra. Tuttavia non credo che questa narrazione esaurisca la storia di come si sono svolti i fatti. Io credo che la sinistra abbia abbandonato i poveri perché-prima-i poveri avevano abbandonato la sinistra. Con il progressivo arricchimento medio degli italiani conseguito al boom economico e poi soprattutto con l'imperante ottimismo economico-aziendale iniziato negli anni 1980, insomma l'era dei manager rampanti che dominavano l'immaginario collettivo (vi ricordate di Mario Schimberni, oppure di Raul Gardini?), gli italiani poveri hanno cominciato a credere di poter diventare ricchi: non soltanto di smettere di essere poveri, ma proprio di diventare ricchi. Diventarlo almeno un po': tutti quanti dei ricchetti. E mettersi a comprare continuamente nuove auto, ennesimi outfit, televisori per tutte le stanze della casa. Questa diffusa aspirazione ha costituito l'humus ideale per l'affermarsi di personaggi che un po' esplicitamente, ma soprattutto implicitamente, promettevano il realizzarsi del sogno di diventare tutti ricchi; tutti dei ricchetti soddisfatti col SUV. Naturalmente il principale di questi personaggi è stato Silvio Berlusconi, che ha la doppia responsabilità di avere incarnato politicamente tale genere di aspirazione al consumo e all'arricchimento (ottenuto se necessario frodando il fisco e violando regole essenziali della convivenza civile), ma ha la responsabilità ancora più grande di avere diffuso e affermato questa mentalità attraverso l'espansione pervasiva della televisione commerciale. In ogni caso, ribaltando una situazione secolare, Berlusconi ha fatto della destra italiana il principale riferimento politico delle persone socialmente svantaggiate, non micromega-micromega-online » LE PAROLE DELLA LAICITÀ-Si.
"Segno"
Sinistra e antimafia: la svolta di fine secolo Le stragi del 1992 hanno drammaticamente segnato la creazione di un pantheon ideale per le vittime della mafia. In questo breve intervento desidero sottolineare alcune novità che quella stagione ha comportato nella tradizione della sinistra italiana.
Introduzione ai libri V-VI Bibliografia Sigle e abbreviazioni usate negli apparati critici Testo e traduzione libro V Testo e traduzione libro VI Commento al libro V Capitoli 1 - 8 (M. E. De Luna) p. 263 - Capitoli 9 - 12 (C. Zizza) p. 414 Commento al libro VI Capitoli 1 - 4 (C. Zizza) p. 551 - Capitoli 5 - 8 (M. E. De Luna) p. 597 Note testuali Indici
2020
Il libro di Mauro Vanetti, pubblicato nel 2019 da Edizioni Alegre, è uno strumento necessario per placare l'effetto di straniamento e di rabbia che deriva ogni qual volta ci troviamo a discutere con persone che si ritengono democratiche e persino di sinistra ma che, in realtà, sostengono partiti dalle mani sporche di sangue o si lasciano molto spesso andare a opinioni, pensieri e idee molto più di destra che di sinistra. La riflessione dell'autore rappresenta una bussola che aiuta a navigare nel caos di parvenze, di faziosità e di strumentalizzazioni i cui principali driver sono da un lato "la sinistra di destra" del PD e satelliti e, dall'altro, i sovranisti, i populisti e i rossobruni, tutti ricondotti a posizioni di destra attraverso le analisi molto minuziose illustrate nel testo. Il lavoro di Vanetti appare importante perché è, probabilmente, l'unico in circolazione che prova a delineare una mappatura completa della nuova "sinistra di destra" su temi molto complessi come l'immigrazione, l'Unione europea e la questione di genere. Una mappatura che chiarisce gli slogan frettolosi e permette al lettore, al militante, al compagno, a chi vuole capirne di più, di criticare e decostruire in modo chirurgico le varie tendenze che godono di una eredità di sinistra o che, pur richiamandosi a valori e principi di sinistra, nelle teorie e nei fatti li negano e li contraddicono fino a confonderli. Uno dei principali meriti del libro è la capacità di descrivere con riferimenti precisi e dettagliati (libri, programmi, leggi) l'insieme delle posizioni controverse delle "sinistra di destra" e di tracciare una chiara distinzione tra ciò che la sinistra dovrebbe essere e ciò che la sinistra assolutamente non è. Lo scopo del testo del collaboratore di Giap, Carmilla e marxist.com non è certamente quello di attaccare in modo ideologico giornalisti, politici e intellettuali della "sinistra di destra" ma piuttosto analizzare le matrici politico-culturali, le differenti evoluzioni, le forme di continuità tra passato e presente delle vecchia e nuova "sinistra di destra" che, a prima vista, difficilmente appaiono paradossali all'elettore medio, il cui profilo è caratterizzato da un centrismo falsificante che rifugge ogni forma di "estremismo" anche quando si tratta semplicemente di sinistra. Non è un caso che i nomi e le sigle dei centri di detenzione per migranti che non hanno commesso alcun reato cambiano, solitamente, nel giro di qualche
Recensione a L. Ricolfi, Sinistra e popolo. Il conflitto politico nell’era dei populismi, Longanesi, Milano, 2017.
Rosa Fioravante, 2018
Si discute molto di contrapposizione fra “Alto” e “Basso”, così come di scontro fra “competenti” e “incompetenti”: divisioni politiche che cercano di superare l’asse più tradizionale di “destra” e “sinistra” e che vengono utilizzate da nuovi e vecchi attori politici e sociali per posizionarsi all’interno del dibattito pubblico. In questo contesto di crescente disintermediazione, di crisi dei corpi intermedi e di sempre maggiore atomizzazione, sembra interessante aprire uno spazio di riflessione su casi di studio contraddistinti dall’aver connesso le dimensioni dell’alto e del basso, istruendo una parte di popolazione che senza il vettore politico non avrebbe avuto accesso ad un certo livello di conoscenza e competenza, e costituendo un ponte fra la sfera del sapere e dell’approfondimento teorico e quella della politica intesa come organizzazione e processo decisionale democratico. Per questo le scuole di partito rappresentano un modello di intermediazione e formazione certamente non replicabile oggi con le stesse modalità del novecento, ma sono un importante caso studio dal quale si possono ancora ricavare dei ragionamenti teorici utili a comprendere come ragionare sul contrasto delle derive populiste e della spoliticizzazione delle masse
Un percorso concettuale sulla resilienza in una esperienza di gestione delle periferie e delle marginalità: il caso Roma inserito nel progetto "100 Resilience Cities" Stefano Pratesi Derechos Humanos e inclusión de grupos de adolescentes vulnerables en conflicto con la ley penal juvenil. Los grupos marginales urbanos perseguidos por la justicia penal argentina y sus características Pablo Gabriel Salinas Cavalotti Impacto de la dictadura militar en Chile respecto a grupos marginales. Una aproximación sociosemiótica Gastón Tagle Orellana EUROPA La cooperazione tra amministrazioni fiscali e la Voluntary Disclosure, le nuove strategie per combattere l'evasione Vincenzo Carbone MEDITERRANEI La storia dei rapporti tra Israele e Grecia Rodolfo Bastianelli INCONTRO DI CIVILTÀ Il ruolo dei servizi segreti nella costruzione della pace Antonella Colonna Vilasi SOCIETÀ Per il bicentenario della nascita di Francesco De Sanctis. Il Viaggio elettorale: una filosofia politica per l'Italia unita Giuseppe Acocella Bene morale e bene sociale in Antonio Genovesi: l'idea di felicità come prassi individuale Antonio Scoppettuolo Un "problema di libertà" che tratteggia Piero Gobetti, "uomo morale" Leone Melillo Note biografiche 5 È indicativa, sotto questo aspetto, la copertura giornalistica cattolica del contesto venezuelano: solitamente molto attento alla politica estera, L'Osservatore Romano ha parlato degli scontri in Venezuela in prima pagina ininterrottamente dal 18 al 30 luglio 2017 (con la sola eccezione delle edizioni del 26 e del 27 luglio). Ogni articolo accusava la presidenza Maduro, ma non muoveva critiche ai tumulti di piazza organizzati dalle opposizioni. Rivista di Studi Politici-"S. Pio V" FOCUS-21 3. Honduras, un altro golpe alle urne Nell'antropologia dei regimi autoritari che da secoli caratterizza il subcontinente latinoamericano, il grottesco trova uno spazio ben preciso, a volte non secondario. L'Honduras ne rappresenta forse il caso più emblematico, come provammo a dimostrare, quasi dieci anni fa 6 , in occasione del golpe subito dal legittimo presidente, Manuel "Mel" Zelaya, deposto nell'estate 2009 dopo che si accingeva a consultare la popolazione in merito alla riforma della Costituzione del 1982, adottata all'epoca sotto la tutela di Washington e monito (pratico, non solo simbolico) di quella che è stata la stagione più insanguinata dello Stato honduregno: la prima metà degli anni Ottanta, quando gli Usa si impegnarono per "colonizzare politicamente" l'Honduras, così da disporre di una base militare utile alle incursioni contro il governo sandinista del Nicaragua e i movimenti di sinistra attivi in Salvador e Guatemala. L'Istmo, insomma, doveva avere la bandiera a stelle e strisce, anche in virtù della posizione logistica di "corridoio" per il traffico di merci a dir poco differenziate (caffè, frutta, droga, armi). Il prezzo da pagare fu alto: il Battaglione 3-16 scorrazzava alla ricerca di sindacalisti, studenti contestatori e indigeni irriducibili, l'ambasciatore Usa a Tegucigalpa (che in Honduras è chiamato con un titolo, 'proconsole', che rende bene l'idea dei rapporti di forza)-cioè quel John Negroponte che poi sarebbe diventato vicesegretario di Stato di George W. Bush-copriva i crimini dei falangisti (come poi dimostrato dalla de-secretazione dei documenti diplomatici Usa 7), gli Stati Uniti foraggiavano di dollari il Paese (dai 4 milioni di aiuti del 1981 ai 77,4 milioni del 1984 8), creando di fatto una "democrazia condizionata". Nel 2006, quando il Centroamerica pareva non costituire più un pericolo per gli Usa (i problemi si erano infatti spostati nel subcontinente latinoamericano), emerge la sorpresa dell'improvvisa "folgora
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Il Merito: pratica per lo sviluppo, 2018
RIVISTA LA SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI. No 67 - 2020/1, 2020
Petrarca, l’Italia, l’Europa. Sulla varia fortuna di Petrarca, 2016
L'Osceno della Politica , 2023
Il Corriere delle Regioni, 2021
Alternative per il socialismo, 2022
Storia e politica, XIV, 1, 2023
Revue Babel Collection Civilisations et Sociétés, 2018