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Dopo il lavoro di Sigurd Erixon in a Folkliv 2/3 del 1937 (1) non è comparsa, a nostro avviso, un'altra sintesi di uguale interesse sulle costruzioni più elementari dell'Europa rurale, se si eccettua il saggio limitato alle costruzioni di pietra di Gerhard Rohlfs del 1963 (1a).
In tribal societies time is a wheel; human life follows the cycles of nature and the rhythm of the seasons; there is no linear sense of time, and no sense of history can possibly exist.
Dopo il lavoro di Sigurd Erixon in a Folkliv 2/3 del 1937 (1) non è comparsa, a nostro avviso, un'altra sintesi di uguale interesse sulle costruzioni più elementari dell'Europa rurale, se si eccettua il saggio sulle costruzioni di pietra di Gerhard Rohlfs del 1963 (1a).
Prof. Riccardo Francovich (Università di Siena) Innanzitutto ringrazio tutti gli intervenuti a nome della Commissione Culturale del Circolo Ricreativo dell'Antella e volevo fare alcune brevissime osservazioni a proposito della mostra che si propone come prima momento concreto di un processo di socializzazione di una nuova conoscenza del territorio e dello sue culture. Questa mostra ha in sè tutte le possibilità di un'operazione corretta di ricomposizione tra ricerca e politica in un ambito locale accademico o divulgativo. Sotto diversi aspetti ha le caratteristiche di un prima e spontanea esperienza di base necessariamente quindi con i limiti delle prime esperienze. E qui potrei ricordare l'impostazione della cultura contadina come archetipo metastorico ma anche con tutti i vantaggi per lo sviluppo del lavoro derivati da un'impostazione aperta e dalla scelta di un ben definito strumento di lavoro che è costituito dalla sistematica, schedatura di materiali di aree omogenee e dall'analisi delle fonti Costituite dalla cultura materiale delle classi rurali. L'indagine sulla cultura materiale e il modo con cui è stata condotta in questo caso rappresenta effettivamente una delle vie migliori perché la comunità locale possa pervenire ad una riappropriazione culturale, politica del suo territorio e della sua storia, che è storia dei mezzi di produzione o di consumo, espressione e base delle diverse forme sociali territoriali che si sono qui stratificate e che costituiscono le testimonianze più immediate di quei processi storici. Si tratta in sostanza con operazioni del genere di operare un recupero di una dimensione che la visione aristocratica della storiografia fino ad ora aveva relegato ad una posizione marginale, dimensione che i geografi e gli etnografi avevano ereditato dal positivismo come campo astorico su cui impiantare le proprie ricerche. In sostanza cioè la cultura contadina, gli amici del gruppo della Stadura la chiamano la civiltà contadina, il mondo contadino e il suo complesso, e la sua storicizzazione ha trovato sostanzialmente nella scienza tradizionale una copertura culturale. In una ricerca come questa prospettata dagli amici dell'Antella sulla cultura materiale contadina non si richiedono esperti carismatici e non esistono ricerche miracolistiche per la salvaguardia di questo patrimonio culturale. C'è un'esperienza di base collettiva che è e mira ad essere un processo di riappropriazione della propria cultura, della propria storia e del proprio territorio. E che tipo di risposta possiamo dare a questa esigenza? Quali strutture ci possono servire? Beh, sono strutture ancora da inventare ma evidentemente non da improvvisare. Questo nuovo atteggiamento cioè necessita che unitariamente dei collegamenti con le comunità locali ma anche con la scuola e con i centri di ricerca, centri di ricerca che possono essere centri universitari di ricerca. In questo caso direi che la presenza fra noi di Pazzagli può servirà a superare alcuni dei limiti che io avevo indicato essere presenti così in modo abbastanza così leggero anche nella mostra che andiamo inaugurando. Però certo questi rapporti con il mondo accademico non devono far riprodurre quelle piccole, quelle forme di accademismo deteriore che talvolta le sono proprie. Forse gli strumenti per fare queste operazioni sono, come hanno prospettato gli amici Caselli e Guerrini nel loro, nel saggio che stiamo distribuendo, quelle unità museali sub regionali con la principale funzione di promuovere, coordinare iniziative nella ricerca, conservazione e utilizzazione politica del patrimonio culturale e ambientale locale e in questo senso la testimonianza degli amici del gruppo della Stadura, qui rappresentati dall'amico Tigrari che ha promosso quella formidabile iniziativa costituita dal museo di San Marino di Bentivoglio e realizzata, in collaborazione con il gruppo di ricercatori guidati da Poni, può essere veramente di grande aiuto. Beh, io ho chiuso così e volevo passare la parola al Sindaco di Bagno a Ripoli Riccardo Degl'Innocenti per una parola di saluto. ……………………………
INTRODUZIONE.-In Italia la gestione del rischio è affidata al Dipartimento della Protezione Civile Nazionale; a livello locale, invece, i Piani attuativi sono in carico ai singoli Comuni, anche se-fatti recenti lo dimostrano-gli eventi calamitosi frequentemente ne travalicano i confini amministrativi 1. Come una vasta letteratura nazionale e internazionale ha ampiamente illustrato, infatti, la gestione emergenziale, prima, durante e dopo i disastri, è da considerarsi un'attività complessa che richiede livelli di governo del territorio ben coordinati 2. In tale quadro di riferimento che suggerisce un approccio multiscalare al risk management, appare evidente in che modo aggregazioni di comuni possano potenzialmente superare le problematiche connesse alle varie fasi sia conoscitive sia gestionali del rischio, favorendone di una lettura sistemica che superi il deficit comunicativo tra le istanze della società civile, della politica e dell'economia (Calandra, 2012). A titolo esemplificativo e nel solco dei dibattiti che analizzano, da un lato, la gestione del rischio 3 e, dall'altra, la proliferazione di enti intermedi nell'ambito del ritaglio amministrativo del Paese 4 , nel presente contributo si prenderà in considerazione il caso della Valle Caudina, un'area circoscritta dalle analoghe problematiche, seppur singolarmente appartenente alle due provincie di Benevento e Avellino dove parte dei comuni ricadenti hanno costituito un'Unione interprovinciale 5. Per questo motivo, al fine di indagare le azioni intraprese dagli attori locali e verificare le potenzialità dell'Unione in vista della riduzione della vulnerabilità ambientale a cui è soggetta l'area, dopo aver inquadrato l'ambito territoriale di riferimento, si procederà ad un'analisi dei maggiori rischi a cui è esposto, per poi illustrare un'iniziativa recente volta alla mitigazione di tali problematiche. 1. LA VALLE CAUDINA.-Lunga 10 km e larga 5, attraversata longitudinalmente dalla SS 7 Appia nonché dalla ferrovia secondaria Benevento-Cancello, la Valle è delimitata a nord dal massiccio del Taburno, mentre a sud dalla catena del Partenio che segna il confine tra le province di Avellino e Benevento, Caserta e Napoli. Benché questi due confini siano distanti, 1 Spesso i Piani mancano o non sono attualizzati (basti pensare che in Campania la percentuale di comuni con Piano è solo del 39%) (DPCN, 2020) e, in considerazione delle politiche di mitigazione preventiva, sovente sono carenti di attività finalizzate ad interventi strutturali (Gibelli, 2007). 2 Per una disamina completa su questo punto si veda, fra gli altri, Forino (2012). 3 Come classico testo di riferimento si rimanda a At Risk (Wisner et Al., 2003) che discute, in una prima parte, diversi modelli e approcci alla vulnerabilità, mentre, nella seconda, presenta una vasta gamma di casi, organizzati in base al tipo di calamità affrontata (alluvione, terremoto, siccità ecc.). La terza parte, invece, si sofferma sulle best practices da adottare in previsione della gestione del rischio. 4 Sul tale tema, in chiave comparata, si rimanda al testo di Bolgherini e Messina del 2014. Per un'analisi a scala nazionale, invece, è possibile riferirsi al Rapporto della Società Geografica Italiana del 2014 a cura di Dini e Zilli. 5 Le Unioni dei Comuni vengono introdotte nel sistema giuridico italiano nel 1990 con l'obiettivo di rispondere al trittico amministrativo di efficienza-efficacia-economicità; è una forma istituzionale di associazione che si è realizzata con lentezza, irregolarità e difformità geografiche (sul tema: Messina, 2009; Marotta, 2015; Dini e Romei, 2019).
2021
C'è qualcosa di nuovo nell'aria tersa del mare d'ottobre, un «diverso respiro, al risveglio, la mattina» che invita a ripercorrere i tracciati della memoria. È questo il tema iniziale da cui prende respiro la silloge Fioriture capovolte (Giovanna Rosadini, Einaudi, 2018), opera poetica introspettiva, diario intimo in forma lirica che guarda al passato con grazia, scandagliando le radici di un'identità che trasfigura con dolcezza dalla misura individuale a quella collettiva. La raccolta si articola in quattro sezioni. Nella prima, «Il mare fuori stagione» Rosadini esplora il vuoto e la mancanza, dimensioni costitutive di un presente indecifrabile, in cui l'anima è «slogata e sofferente», assetata di un codice che venga in soccorso nella decodifica del reale. La poeta riflette su vicende vissute che dapprima si affastellano disordinate e rumorose, abitano la mente senza disciplina. A questo si aggiunge la consapevolezza di quell'esito comune che tutti ci attende, che farà di noi «cenere». Ma dal combusto, dal logoro, mantenendosi teneri e slacciati, schiusi, può nascere anche fertile materia
The artillery for the anti-Barbary defenses of Lavagna and the Eastern Ligurian Riviera in the 16th-17th century.
Descrizione del sito La Caverna delle Arene Candide prende il nome da un elemento morfologico molto particolare (oggi totalmente scomparso dal paesaggio, rimosso progressivamente dall'uomo a partire dagli anni Venti del Novecento): una duna di sabbia quarzosa, bianco-candida, addossata al promontorio della Caprazoppa, fra Finale Ligure e Borgio Verezzi, formatasi a causa dei venti dell'ultimo periodo glaciale (MAGGI 2004, p. 35).
Human Mobility and Cultural Identities through History, 2023
.To a land where milk and honey flow. the Exodus between History and Myth Umberto Mondini (President of ICSAH) Ex. 3: 7-The Lord said, "I have observed the misery of my people, in Egypt and I heard his cry because of his superintendents: I know his sufferings. 8- I came down to free him from power and to make him come up from this land to a beautiful land, and spacious, towards a land where milk and honey flow, towards the the place where are the Canaanites, the Hittites, the Amorites, the Perizzites, the Eveus, the Jebusite"1. With these words Signore2, confirms the promise made to Abraham in Gen. 12,7: "To your seed I will give this earth", it is the land of Canaan.
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museocivico.rovereto.tn.it
Filologia e storia letteraria. Studi per Roberto Tissoni, 2008
Diacronia : rivista di storia della filosofia del diritto. -(2019)-. -Pisa : Pisa university press, 2019-. -Semestrale. 340.1 (22.) 1. Filosofia del diritto -Periodici CIP a cura del Sistema bibliotecario dell'Università di Pisa, 2023
Foran di Landri. Il Landri svelato: ricerche e approfondimenti su una grotta tra storia e folklore, 2019