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Bari, 27-28 maggio 2022
Tempi di Restaurazione - Anno 2022 n° 29/30.
Estratto dal primo capitolo della tesi di laurea in Diritto Penitenziario
Non commerciale ‑ Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY‑NC‑ND 2.5). Questo significa che è possibile riprodurla o distribuirla a condizio‑ ne che ‑ la paternità dell'opera sia attribuita nei modi indicati dall'autore o da chi ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi a‑ vallino chi la distribuisce o la usa; ‑ l'opera non sia usata per fini commerciali; ‑ l'opera non sia alterata o trasformata, né usata per crearne un'altra. Per maggiori informazioni è possibile consultare il testo completo della licenza Creative Commons Italia (CC BY‑NC‑ND 2.5) all'indirizzo http://creativecommons.org/licenses/by‑nc‑nd/2.5/it/legalcode. Nota. Ogni volta che quest'opera è usata o distribuita, ciò deve essere fat‑ to secondo i termini di questa licenza, che deve essere indicata esplicita‑ mente.
Bernardo De Dominici- Vite de'pittori, scultori ed architetti napoletani
Prima edizione moderna, commentata, di un'opera fondamentale per la storia dell'arte napoletana, stampata per la prima volta tra il 1742 e il 1745. Frutto di un lavoro quindicennale l'opera si compone di cinque volumi: il primo e il secondo dalle origini all'inizio del Seicento, il terzo e il quarto dal Seicento al Settecento, il quinto dedicato agli indici. «Stomachevole», «geniale imbroglione», oppure scrittore «a cui siamo sempre disposti a concedere credito»; «la cui posizione e i cui meriti nei riguardi della storia artistica di Napoli non sono lontani da quelli Boschini per Venezia e di Malvasia per Bologna»: Bernardo De Dominici e la sua opera sono stati per due secoli e mezzo oggetto di feroci stroncature e di risolute riabilitazioni, restando sempre al centro dell'attenzione di chiunque si sia interessato alla storia dell'arte napoletana tra il Medioevo e l'età moderna. Edizione a cura di Fiorella Sricchia Santoro e Andrea Zezza. Coordinatore al commento del primo tomo Francesco Aceto. Coordinatore al commento del secondo e terzo tomo Edizione critica moderna e commentata 5 volumi indivisibili formato cm 17x24 allestimento in brossura stampa ad 1 colore su Arcoprint avorio I e II volume (pp. 1176) Dalle Origini alla prima metà del Seicento III e IV volume (pp. 1620) Seicento e Settecento V volume (pp. 410) Indici ISBN 978 88 99130 534 Euro 250,00
LE INTERCETTAZIONI AMBIENTALI DAL PARLATO AL TRASCRITTO. RIFLESSIONI LINGUISTICHE SU UN PARTICOLARE ATTO GIUDIZIARIO, 2022
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L'idea portante, che sorregge e sostanzia l'intero corpus dei quaderni, è quella della necessaria fondazione di una letteratura e cultura nazionale-popolare (o popolare-nazionale), che si mostri aperta alle istanze e bisogni del popolo-nazione e insieme capace di rompere le catene dell'aristocraticismo intellettuale del tempo. NAZIONALE-POPOLARE è una tra le categorie gramsciane più note e anticamente frequentate, più studiate e ridefinite, e insieme più grossolanamente storpiate. • Si tratta di un concetto che si è costruito, complessificandosi, nel lungo iter dei Quaderni, vedendo il suo sviluppo embrionale nel primo dei Quaderni che si apre nel nome di quel 'popolo-nazione' del tutto strumentalizzato e degradato dagli uomini del Risorgimento, per questo spregiativamente definiti 'demagoghi' (Q.1). Di esso parlerà ancora nel Quad.3, in cui asserirà che il 'popolo-nazione' è l'elemento permanente mancato alla storia dell'Italia unita e invece protagonista della storia francese, permettendo a quest'ultima di superare le variazioni politiche e di sviluppare forme di «nazionalismo politico e culturale ». Si chiarisce così il ruolo primario assunto dal popolo-nazione all'interno della battaglia culturale dei Quaderni, perché esso è sia soggetto consapevole delle trasformazioni in atto, sia destinatario della pedagogia permanente, che è l'egemonia gramsciana. NAZIONALE-POPOLARE nasce dunque come diretta espansione aggettivale dell'espressione popolo-nazione , poi se ne diparte ,subendo uno slittamento in termini di chiarezza concettuale, senza che questo occulti il rapporto (Sanguineti infatti afferma che "soltanto intesi nella loro sostanza di antitesi strategiche nella battaglia contro la perversione storica dei concetti di 'nazione' e di 'popolo', il 'nazionale' e il 'popolare' di Gramsci manifestano il loro nocciolo di verità durevole e la loro legittimità teorica e pratica"). 2 PREMESSE • 1)Questo concetto richiede, oltre a uno sforzo di interpretazione, uno sforzo di disincrostazione, perché esso, conoscendo un successo volgarizzato vastissimo (a partire dagli anni 70), è stato ormai ridotto, distorto e banalizzato nella forma più nota di "nazional-popolare". Si tratta di storpiature prodotte tanto nell'ambito accademico (citando tra i tanti, Asor Rosa e Sapegno, che hanno contribuito a costruire l'immagine del Gramsci maestro di critica letteraria negli anni del neorealismo, circoscrivendo così la nozione al solo campo letterario, mentre ha una portata certamente più ampia) , quanto in ambito televisivo (basti citare la risposta data in un'intervista da Enrico Manca, l'allora direttore della Rai (negli anni 80), che per commentare il vergognoso sbeffeggiamento rivolto da Beppe Grillo a Bettino Craxi per il suo viaggio in Cina, disse "basta alla tv nazionalpopolare", banalizzando il termine in senso demagogico. Persino nel 1966 Pippo Baudo definì il Festival di Sanremo come' uno spettacolo nazionalpopolare nel senso gramsciano del termine". 2)Giungendo adesso alla definizione originaria, lo studioso sardo sottolinea che in Italia i termini 'nazionale' e 'popolare' non coincidono come invece avviene negli altri Paesi (in Francia infatti i due concetti di sovranità nazionale e sovranità popolare hanno valore uguale o l'hanno avuto (Q.3). Questo avviene perché "in Italia gli intellettuali sono lontani dal popolo, cioè dalla nazione e sono invece legati a una tradizione di casta , che non è mai stata rotta da un forte movimento politico popolare o nazionale dal basso"(Q.21). Popolare-nazionale è quindi il carattere mancato e mancante alla cultura e alla letteratura italiane a causa del distacco tra gli intellettuali tradizionali e le masse popolari, che ha contraddistinto la storia dell'Italia. Proprio questa estraneità degli intellettuali italiani alla realtà del popolo, alle loro istanze e bisogni, li ha resi incapaci di produrre una letteratura 'nazionale', rappresentativa e identificativa di tutti gli strati della popolazione e che permettesse la maturazione tanto dello spirito nazionale, quanto dell'appartenenza di classe.
‒ The lead tesserae found by Giovanni Di Stefano at Camarina, in an area not far from the temple of Athena, are similar to those, widely known, which the scholar had discovered some years before under the foundations of the same temple. Their material, size, external appearance, and some traces of writing visible on the external side of the bundle they are rolled up into, suggested to classify the finds here published under the same category as the other tesserae. Restoration work has eventually allowed their content to be studied. The epigraphic analysis likewise suggested to date this set of tesserae in the first half of the 5 th century BC, as for the first group. Therefore, although they do not provide new information, the finds presented here offer further evidence of Camarina's civic institutions in the 5 th century BC and all the same help to better outline the picture of a city organized on extremely innovative principles.
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Il Castello di Elsinore, n. 79, 2017
Cees de Bondt, “Il gioco della racchetta a Venezia (1590-1775 ca.)”, in Studi veneziani, LXXXV-LXXXVI, 2022, pp. 115-132., 2022
Ciceroniana On Line, 2022
L'Illustre Bassanese n. 119 bimestrale monografico di cultura, 2009
Quaderni camilleriani, 2023
Italian Journal of Educational Research,, 2022
Bollettino biennale dell'Ente Raccolta Vinciana di bibliografia, documenti e studi leonardeschi, 2023
Quaderni camilleriani Volume speciale , 2024