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2024, Bollettino Ceciliano, II
A lezione con Walter Marzilli, XIV (W. Marzilli) 41 ORGANOLOGIA L'organo nei giornali del seIe-oIocento (Giosuè Berbenni) 48 VITA NOSTRA Vita nostra: prossimi appuntamenL, un servizio e/o contribuL all'Associazione, rinnovo iscrizione e/o adesione all'Associazione 54 congresso nazionale:
Commissione episcopale per l'educazione cattolica -Roma, 26/05/1985 PRESENTAZIONE 2435 A distanza di dodici anni dalla pubblicazione del precedente Piano pastorale per le vocazioni in Italia (1973), era necessario compiere una verifica e operare una revisione del piano medesimo, nelle sue linee programmatiche essenziali per la Chiesa italiana. Situazioni culturali nuove emergenti nel paese; l'intenso lavoro compiuto in questi anni dal Centro unitario nazionale vocazioni, la necessaria armonizzazione del piano vocazionale con il piano pastorale della Chiesa italiana degli anni '80 e numerosi altri avvenimenti pastorali, ricordati, del resto, nella introduzione a questo stesso documento, avevano suggerito la revisione del piano nazionale, al fine di assicurare alla Chiesa italiana una pastorale unitaria capace di coinvolgere e promuovere tutte le sue componenti nel servizio alle vocazioni.
L’esperienza della liturgia pasquale nel duomo di Monreale, narrata in varie occasioni da Romano Guardini (1885-1968), esprime in modo esemplare l’approccio teo-fenomenologico al vedere liturgico quale vedere orante (Gebet im Schauen). Il contributo fondamentale di Guardini è stato quello di proporre l’integrazione dell’esperienza liturgica nell’identità credente contestualmente nel momento storico in cui è sorta la questione liturgica (liturgische Frage) relativa alla condizione culturale e antropologica della forma rituale cristiana. Il vedere diventa l’istanza in cui interrogare la soggettività credente nell’atto fondativo della sua identità – la celebrazione rituale. Il vedere è la cifra della contemplazione liturgica, la contemplazione di epifania dell’invisibile.
La voce ( ) divina nella Parafrasi di Nonno di Panopoli di Arianna Rotondo «In effetti, si tratta di intendere: intendere il nostro orecchio ascoltare, vedere il nostro occhio guardare ciò che al tempo stesso li apre e in questa apertura si eclissa». (J. L. Nancy) 1 5 Come risolvere l'aporia dell'interscambiabilità di linguaggio e immagini tra la saga di Dioniso e le vicende del Cristo giovanneo? Uno sfondo cristiano è rintracciabile nelle Dionisiache, stilemi «dionisiaci» o «paganeggianti» nella Parafrasi (cf. E. LIVREA, Il poeta e il vescovo. La questione nonniana e la storia, Prometheus 13 [1987] 102): se questo in passato alimentava le teorie dei , oggi suggerisce senza equivoci la contemporaneità dei due poemi, opera dello stesso autore, in cui è assente un qualsivoglia spirito di contraddizione. Dunque nei versi di Nonno nessun intento polemico (cf. P. CHUVIN, Nonnos de Panopolis entre paganisme et christianisme, BAGB 45 [1986] 394), come hanno dimostrato le analisi svolte sui loci paralleli, raccolti da Golega prima (J. GOLEGA, Studien über die Evangeliendichtung des Nonnos von Panopolis. Ein Beitrag zur Geschichte der Bibeldichtung im Altertum, Breslau 1930, 28-61) e da Vian dopo (F. VIAN, Nonnos de Panopolis. Les Dionysiaques, Tome I, Chants I-II, Paris 1976, XIII-XIV)
Revista de literatura medieval, 2023
Nella rappresentazione dell'oltremondo dantesco, fin dai canti d'esordio, il Purgatorio si configura come il regno della monodia liturgica per eccellenza 1. Al suo interno le anime, sorprese dallo sguardo indagatore del protagonista, intonano sempre un versetto appartenente al repertorio salmodico o innodico che conferma-nel contenuto letterario del brano citato e nelle modalità dell'intonazione descritte dall'autore-la cornice morale dei singoli luoghi (Ardissino 2020: 55-79). Le intonazioni liturgiche, usate in funzione di contrappasso, non costituiscono, però, l'unica espressione musicale del secondo regno 2. L'organizzazione, crediamo, sia invece più complessa: la musica partecipa della creazione architettonica dei diversi spazi purgatoriali e li dispone e relaziona tra loro in una prospettiva progressiva e ascensionale 3. L'edificazione sonora del regno che «'l mal amor de l'anime disusa» si sorregge sui seguenti elementi: il rapporto di continuità e alternanza tra le diverse voci che risuonano nei luoghi attraversati dal protagonista, le altezze sonore, i loro timbri, le modalità espressive che le caratterizzano, il carattere dei
Ascoltare gli Dei. Dvos audire. Costruzione e percezione della dimensione sonora nelle religioni del Mediterraneo antico.
IN: Liturgia delle Ore : una riforma incompiuta : atti della XLIII Settimana di Studio dell'Associazione Professori di Liturgia, Palermo, 31 agosto - 4 settembre 2015 / a cura di Elena Massim, 2016
2021
Romano Guardini si occupa del pensiero bonaventuriano solo nella sua giovinezza, tuttavia l'accurata analisi delle opere del Dottore serafico rappresenta una fonte di ispirazione per il prosieguo del suo percorso di pensiero. In particolare appare interessante l'attenta e approfondita riflessione che Guardini sviluppa intorno alla dottrina dell'illuminazione di Bonaventura. Tale dottrina viene recepita e analizzata in una duplice prospettiva. Da un lato infatti viene approfondito come la conoscenza dell'idea sia frutto di una vera e propria illuminazione che procede attraverso la similitudine dell'anima con le idee e con Dio, a sottolineare l'attenzione per la modalità attraverso la quale il rapporto tra Dio e l'uomo debba essere considerato anche un rapporto che struttura e rende possibile la conoscenza. Dall'altro lato vi è tutta una rivalutazione del sentire, la luce indica di fatto una certezza, un'immediatezza che non giunge all'uomo in m...
Relazione per il convegno dei cori della Diocesi di Asti- 21 febbraio 2016, 2016
"Atto di canto, atto di fede" (Hameline) Che cosa significa "cantare" nella celebrazione eucaristica? Quali dinamiche mettono in campo le forme artistiche della musica e del canto nella "Messa"? Questo intervento tenuto ad Asti in occasione del convengo dei cori della diocesi nel 2016 prova a fare sintesi tra alcune principali questioni per passare dalla musica "sacra" in chiave testuale a una musica come pragmatica efficace sacramentalmente.
2021
Un tratto davvero originale della proposta filosofica di Romano Guardini è la sua concezione dialettica del rapporto tra religione e fede. Una dialettica "polare" nell'ottica della sua distinzione tra le due tensioni dialettiche della polarità (Gegensatz) e della alternatività incomprimibile (Widerspruch). Nel contributo, dopo una ricostruzione della visione guardiniana della genesi della religione, si analizza nelle varie tappe storiche la modalità con cui la dialettica religione-fede sia venuta realizzandosi secondo la lettura che ne fa il pensatore italo-tedesco. Ci si concentrerà soprattutto sul post-moderno che, per Guardini, è l'epoca della dialettica polare spezzata tra religione e fede. Questo è dovuto al fatto che nel post-moderno si assiste a una vera e propria "eclissi del religioso", a un fare anti-iconico privo di immagini autentiche, a un trionfo dell'artificiale con la correlata espulsione del mistero. Un tempo escatologico con una &quo...
2015
I l saggio, dopo una parte introduttiva che tratta del significato della cristologia filosofica e dei suoi possibili modelli, presenta gli elementi essenziali della cristologia di Romani Guardini. La tesi sostenuta e che la cristologia di Guardini non e inquadrabile in nessun modello di cristologia filosofia, perche presenta essenzialmente i caratteri di una cristologia teologica. Essa puo semmai mettere in luce le condizioni di possibilita per una cristologia filosofica .
Romano Guardini, Scritti di Etica, Opera Omnia, IV 1, 2015
Gli scritti editi e inediti di etica, che mostrano l'attualità della riflessione morale di Guardini dopo l'epoca Moderna, in particolare la sua dimensione "dialogica", dove il Tu non è solo Dio, ma l'altro, la persona, la comunità...
articolo pubblicato sul numero 36 della rivista Humanitas, Santiago del Chile, ottobre-dicembre 2004, e sul numero 16 del settimanale Il Domenicale, 22 aprile 2006
atti del Congresso internazionale di musica sacra in occasione del centenario di fondazione del PIMS, Roma 26 maggio – 1 giugno 2011, a cura di Antonio Addamiano e Ferdinando Luisi, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2013, vol. II, 2013
Tra oralità e scrittura. Qualche riflessione sulla natura dell'inventio nella musica liturgica, tra Cinque e Seicento 1. In qualità di semplice abbozzo di un tema così costitutivo dell'esperienza musicale occidentale, seppur qui delimitato dalla prospettiva diacronica e contestuale, questo scritto rischia di essere, da un lato, imperdonabilmente decifitario, e, dall'altro, imperdonabilmente idiosincratico.
La storia in pdf (Accademia di Studi Storici Brig) n. 13 , 2021
L'oratorio lateranense di Lentigione intitolato al Nome SS. di Maria Vergine GIULIANO GELMINI e GIOVANNI SANTELLI «Chi cerca trova» recita un ben noto proverbio, e qualche volta capita che ciò si verifichi. L'esperienza, però, ci ha insegnato che è molto più facile trovare qualcosa quando non la si cerca e questo studio ne è una dimostrazione pratica, infatti, i documenti dell'Archivio Diocesano di Parma, che gettano luce sulla fondazione dell'oratorio e che abbiamo riportato in Appendice, sono stati rinvenuti, del tutto casualmente, una decina di anni fa, durante una ricerca effettuata per tutt'altro scopo. Per quanto riguarda l'Oratorio Lateranense , dobbiamo innanzi tutto precisare, per chi non è del posto, che sorge lungo la via Imperiale Inferiore, a circa mezzo chilometro dalla chiesa parrocchiale di Lentigione, in comune di Brescello (RE). La sua costruzione risale a quasi tre secoli fa e fu dovuta a Giulio Antonio Soliani, che volle dotare la sua proprietà di Lentigione di un oratorio pubblico.
1. Introduzione Il dibattito organistico è oggi molto vivace. Accanto a posizioni per fortuna ormai assodate e assimilate (ad esempio quelle che riguardano le metodologie di restauro storico), vi sono tuttavia temi scottanti come, ad esempio, i criteri per la costruzione degli organi nuovi e la loro collocazione, oppure la spinosissima questione della figura dell'organista titolare, che, più che un problema da discutere, sembra un tiro alla fune in cui da una parte vi sono molti parroci che tirano disperatamente verso il volontariato più puro (chiamandolo "ministerialità") e dall'altra gli organisti che remano verso il pieno riconoscimento professionale; per non parlare, poi, del ruolo dell'organista e delle modalità concrete dei suoi interventi nelle celebrazioni. Uscendo, infine, dalla sfera organistico-liturgica ed entrando in quella organistico-concertistica, la situazione non cambia, anzi. Non voglio tuttavia trattare di nessuno di questi argomenti sia per evitare polemiche che non mi sento di sostenere sia perché preferisco aprire il libro della storia dell'organo-e che storia!-tuffandomi in epoche lontane ma, ai nostri occhi, stupende e cariche di fascino. E non è detto che proprio lì non si possa trovare qualche valida idea, utile anche per il presente. 2. L'età medievale e rinascimentale Facciamo un grosso salto all'indietro ed arriviamo all'anno 757: è una data cruciale per la storia organaria europea poiché in quell'anno l'imperatore dell'Impero Romano d'Oriente, Costantino Copronimo, donò un organo al re dei Franchi Pipino il Breve. L'episodio non fu certo secondario e non passò inosservato tanto che ben 22 cronisti del tempo, nei loro scritti, ne resero una dettagliata testimonianza. A noi, quel fatto interessa non solo perché segnò l'inizio ufficiale della storia organaria d'Europa rappresentando una straordinaria conquista culturale per il nostro continente, ma anche perché già in esso emergono chiaramente dei significati simbolici che avrebbero poi caratterizzato la presenza e il ruolo dell'organo nei secoli successivi. L'organo inviato dall'imperatore d'Oriente faceva parte di una serie di omaggi che volevano suggellare il raggiungimento della pace tra le due nazioni: l'organo, quindi, è simbolo del potere imperiale e segno di regalità. Entra in Occidente già rivestito di questi importanti significati e dunque in una posizione culturale e sociale di assoluto rilievo che attenderà soltanto di essere ulteriormente amplificata e arricchita, sia riguardo ad altri significati, sia dal punto di vista tecnico-costruttivo. Sempre all'età carolingia, e precisamente all'anno 826, risale la preziosa testimonianza del cronista Eginardo, nella quale viene ricordato un fatto interessante: «Venne un certo prete di Venezia, chiamato Giorgio, che affermava di saper costruire organi; l'imperatore lo mandò ad Aquisgrana col suo tesoriere Tancolfo e impartì l'ordine che gli fosse messo a disposizione tutto quanto era necessario per fare costruire lo strumento». E' probabilmente la prima notizia di un organaro europeo, un prete veneziano.
Liturgy from Below. Popular Liturgical Rites in the Eastern Churches , 2017
Una delle feste più affascinanti, se non la più affascinante, rimane certamente il Natale. La vita quotidiana si ferma non solo in Europa ma in tante parti del mondo e un numero impressionate di persone ancora vanno in chiesa il giorno di Natale, certamente in numero molto più grande che festa, forse nemmeno la Pasqua, nonostante abbia intorno a sé una teologia molto più ricca e una spiritualità molto più profonda; forse questo la rende nello stesso tempo più difficile da capire spiritualmente nella sua pienezza. Il Natale è ricevere: riceviamo un dono, riceviamo la salvezza, riceviamo un bambino che è alla Pasqua che incarna una teologia profonda e un programma liturgico complesso in tutti i suoi riti. Nelle terre di formazione dell'etnogenesi romena le cose stanno come in tutto il mondo. Le tradizioni intorno al Natale sono molto più ricche rispetto a quelle di Pasqua e il popolo ha finora una sensibilità più grande per il Natale, benché la festa più importante teologicamente rimanga la Pasqua. I romeni sono da un lato i discendenti dei daci che Erodoto chiamava "i più valorosi e i più giusti fra i Traci", dall'altra parte la Romania ha preso il nome, la lingua e tantissimi aspetti dalla cultura portata dalla città di Roma in tutto il mondo. Ci poniamo la domanda: è la complessità teologica della romani, in una forma cambiata o ridefinita? Non voglio rispondere con queste pagine a una domanda molto complessa, prenderò però questa questione come una guida nella mia analisi dei canti natalizi romeni che costituiscono uno degli elementi essenziali nelle tradizioni natalizie.
During the middle ages the choir, the area restricted to the clergy during liturgical celebrations, was usually located in front of the main altar and isolated by various kinds of barrier. This tradition began to decline from the 15th century and, after the Council of Trent, was almost entire lost. The process of change in the 15th-century choir of Santa Giustina in Padua is examined in this context. It was the cause of heated debate among some dignitaries of the monastery. Accusing the abbot of ignoring the regulations and pursuing solely aesthetic ends, they managed to put off the project for many years. This confirms not only the groundlessness of the theory that such changes were imposed by the Council of Trent, but also that they were based on exclusively liturgical and pastoral reasoning.
L'esegeta appassionato. Studi in onore di Crescenzo Formicola, Milano-Udine 2019, pp. 23-37
Tabula graTulaToria 7 PrefaZione 9 servio e la Poesia elegiaca di Giancarlo Abbamonte 13 testo e liturgia nel centone De ecclesia di Sergio Audano 23 note Di lettura all'eneiDe: su una moDalità Dell'uso Di aT in virgilio di Antonella Borgo 39 un caso Di allusività metrica: oviDio e catullo di Lucio Ceccarelli 57 la catabasi Di orfeo Dalla narraZione tragica Delle bassariDi al culex di Olga Cirillo 73 stesure Provvisorie e coPie Definitive nella biblioteca Della villa Dei PaPiri Di ercolano di Gianluca Del Mastro 91 breve nota a cicerone, acaDemica posTeriora, 8, 32-9, 33 (Varro) di Daniele Di Rienzo 103 a ProPosito Di braTTeaTus in seneca di Paolo Esposito 111 il riuso Dei classici nella Poesia Di manilio cabacio rallo di Giuseppe Germano 121 niTiDum VelabaT purpura pecTus. la vestiZione Di aDone nel De horTis hesperiDum Di Pontano di Antonietta Iacono 139 lettere Di Pascal, giarratano, terZaghi, lenchantin De gubernatis aD achille vogliano di Giovanni Indelli, Francesca Longo Auricchio 153 l'assenZa che brilla. una nota a tacito, annales, 3, 76 di Mario Lentano 173 ancient greek musicology at vittorino Da feltre's school di Angelo Meriani 189 realtà e utoPia negli uccelli Di aristofane di Michele Napolitano 207 lucreZio in coPernico. Per il lessico tra geocentrismo eD eliocentrismo di Mariantonietta Paladini 227 latinisti a naPoli fra cinque e seicento di Giovanni Polara 251 bellorum ciVilium fax: un'immagine Della storiografia Di floro di Chiara Renda 261 animali e numeri nel liber abaci Di leonarDo fibonacci di Nicoletta Rozza 273 talia e i burgunDi: rifraZioni classiche e meccanismi Di intertestualità in siDonio aPollinare, carmina, 12 di Stefania Santelia 285 bibliografia selettiva Di crescenZo formicola 309 sergio auDano TESTO E LITURGIA NEL CENTONE DE ECCLESIA Nel 2017 sono trascorsi, alquanto silenziosamente, 150 anni da quando il filologo olandese Willem Suringar, nel 1867, pubblicò a Rotterdam, per la prima volta nella sua interezza, il centone De ecclesia, che, tra tutti i Vergiliocentones cristiani, si distingue per l'ampio spazio riservato alla dimensione liturgica 1 .
2014
1. Nel 1583, data in cui dà alla stampa la sua raccolta di Magnificat, 1 Orazio Colombano è già noto al mercato librario musicale dato che nel 1579 e nel 1580 aveva pubblicato, a Venezia per Angelo Gardano e a Brescia per Vincenzo Sabbio, un libro di salmi a 6 voci 2 e le Quinque cantiones a 5 voci. 3 Le poche notizie biografiche riguardanti Colombano 4 da noi possedute provengono, in gran parte, dalle dediche delle sue opere a stampa e da rari documenti d'archivio. La consuetudine di inserire, nei suoi frontespizi, le locuzioni "veronese" o "da Verona" fuga ogni dubbio sul fatto che la città scaligera fosse il suo luogo natio.
Testo e senso, 2023
The essay proposes an interpretation of the soundscape of Dante's Purgatorio, taking into account the penitential and expiatory function of songs and Robert Hollander's valuable lesson on the use of psalms in the Commedia. In the second canticle, which mediates between the divine and the human, cleansing the latter of the dross of evil, music plays an important role in the process of spiritual reparation. Dante evokes music, both sacred and otherwise, throughout the ascent of purgatory.
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