Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
6 pages
1 file
Tra le innumerevoli distruzioni di monumenti e trasformazioni del tessuto urbano dovute ai bombardamenti e alla ricostruzione non è stato dato il giusto rilievo alla profonda alterazione subita dalla forma urbis di Napoli nel tratto costiero tra piazza Municipio e i Granili. Nell'immaginario popolare la perdita della Santa Chiara barocca ha giustamente pesato di più (forse nessun altro monumento è stato rimpianto con una canzone come Munasterio e' Santa Chiara), e con questa -tra gli storici e gli altri "addetti ai lavori" -sono senza rimedio le perdite dei documenti dell'Archivio di Stato e dell'Archivio Storico Municipale. La trasformazione del tessuto urbano di Napoli, iniziata con il Risanamento, proseguita con gli sventramenti del Ventennio, accelerata dalla ricostruzione post-bellica e dalla espansione a macchia d'olio della speculazione edilizia negli anni dell'amministrazione laurina, ha cancellato la forma complessiva della città post-unitaria -così come la vediamo ancora nella Pianta Schiavoni (1872-80) -e il suo rapporto con la campagna e il mare e lo ha fatto fino al punto che risulta assai difficile far riaffiorare e rileggere edifici, monumenti e frammenti di antichi ambienti dispersi nel tessuto moderno. Nel tratto costiero ricordato all'inizio l'allontanamento tra la città e il mare è avvenuto con modalità sostanzialmente diverse da quanto è successo in altre parti di Napoli. Come è noto la linea di costa attuale ricalca quella più antica solo a Posillipo e presso la Darsena; tutto la pittura di veduta del XVIII secolo sta lì a dimostrarcelo. Le colmate a mare hanno più volte fatto avanzare la linea di costa e trasformato in convesso ciò che era concavo: chi si pone oggi alla metà di via Caracciolo vedrà pure il mare e Capri, ma non con l'ampiezza di visione che aveva chi si fosse posto al centro della Riviera di Chiaia agli inizi del Settecento. Ma alle sue spalle però l'impianto urbano è pressoché intatto e non solo Chiaia, ma anche a Mergellina, al Chiatamone e a Santa Lucia. A oriente invece non solo le banchine del porto sono vistosamente avanzate, ma la via Marina è tracciata su un'ampia porzione della città storica che viene così a essere completamente cancellata. In questo ampio settore del centro storico, che sconta pure la separazione dal nucleo più antico attuata con il taglio del Rettifilo, sono importanti complessi monumentali. Vorrei attirare l'attenzione sui diversi destini di alcuni di essi; esssnzialmente quelli che sono stati coinvolti nel ridisegno della via Marina e nell'ampliamento del porto. Si tratta della Caserma Zanzur, della chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, del Vado del Carmine e delle Torri limitrofe, della Caserma "Bianchini", del ponte della Maddalena e dei Granili. La scelta di far ripartire l'economia napoletana dal potenziamento delle strutture portuali fu alla base della decisione di intervenire tanto drasticamente sull'impianto storico della città; nella zona le devastazioni erano state particolarmente imponenti sia per i bombardamenti che per i danni creati dall'esplosione della nave Caterina Costa nel 1943. I problemi posti dall'apertura del nuovo tracciato della via Marina sono in questo stesso testo oggetto dell'analisi di Emanuela Vassallo, soprattutto per quanto riguarda le Torri prossime al Carmine; per Santa Maria di Porto Salvo, ma non solo, rimando al testo fondamentale di Giancarlo Alisio sul Risanamento 1 .
1 E. GEntilini, Guida del milite, Tipografia Elvetica, Capolago 1835, pp. 385 (più 5 tavole fuori testo); id., Ravvisamento all'Italia, Loireau-Feuchot, Dijon 1846, pp. 107; id., Rappresentamento agli Italiani, s.l.n.d. [ma 1847], pp. 34; id., Guerra degli stracorridori o guerra guerriata, Tipografia Elvetica, Capolago 1848, volume che nei repertori compare anche col titolo Guida alla guerra d'insurrezione ossia Guerra degli stracorridori (Guerilla), s.l. 1848; id., Saggio politico-amministrativo e di organizzazione dello Stato, Italia [ma tipografia Elvetica, Capolago] 1849, pp. 146; id., Instruzione agli Italiani per la guerra dell'indipendenza nazionale: ad uso della guardia civica e de' volontari stracorridori, Loireau-Feuchot, Dijon 1848, pp. 100; id., Riscontro allo scritto intitolato Relazione delle operazioni militari dirette dal generale Bava, comandante il primo corpo d'armata in Lombardia nel 1848, Tipografia Elvetica, Capolago 1849. 17. Enrico Gentilini e la nobile idea di un'altra Italia di Gianfranco raGona pdf spedito all'autore per uso istituzionale il 24/10/13.
Estratto dal primo capitolo della tesi di laurea in Archeologia della Magna Grecia presso l'Università di Bari
F. Rossi, F. Ruggiano, R. Merida, La grammatica Treccani per la scuola secondaria di secondo grado, 2 voll., Firenze, Treccani Giunti T.V.P., 2024, 2024
Grammatica italiana per le scuole superiori con particolare attenzione alla variazione linguistica, all'arricchimento lessicale, al rapporto con le altre lingue, alla testualità e alla comunicazione, agli agganci tra grammatica, letteratura, educazione civica e altre discipline
In continuità con le opere precedenti della Collectio Praesidium Assisiense, la presente raccolta di ‘saggi ermeneutici’ propone una rivisita-zione di alcune tematiche biblico-teologiche alla luce del riferimento fon-damentale e fondante rappresentato dal tema del Nome, ovvero dell’«IO SONO». Ciò associato all’impegno costante di rispetto, quanto maggiore possibile, del testo originale. La ‘fame della Parola’ - come si dirà - cerca, esige, reclama la genuinità della Parola, al fine che siano valorizzate ed esaltate le sue stesse potenzialità ‘alimentari’. Il presente contributo vorrebbe quindi rappresentare un limita-tissimo esempio di quanto, questo duplice e unitario intento, possa resti-tuire sapore e feconda vitalità alla Parola.
Quaderni di sociologia, 2015
Il presente contributo vuol fare luce su alcune pratiche che permettano all'insegnante di far esprimere al meglio le potenzialità di ogni singolo studente. Dopo la presentazione di alcune possibili cause che spingono certi studenti a comportarsi in modo poco edificante, seguono un'esposizione delle ragioni che dovrebbero spingere i docenti a preferire uno stile educativo autorevole a uno autoritario, permissivo e perfino democratico, e una definizione di insegnante amorevole. Lo scritto raccoglie, inoltre, considerazioni sulla tecnica del convincimento razionale, l'ambiente di apprendimento, la figura dello studente ricercatore e il sistema dei premi e dei castighi, da sostituire auspicabilmente con il sistema delle conseguenze. Nel lavoro più volte sono stati inseriti suggerimenti che provengono dalle neuroscienze. In particolare, si ragiona sull'attenzione che il docente dovrebbe riservare all'amigdala degli allievi, dal momento che riveste un ruolo importante nelle emozioni: un'inadeguata considerazione potrebbe perfino indurre lo studente a rifiutarsi di imparare con un determinato insegnante. È stato affrontato anche il discorso della peculiarità del cervello dell'adolescente, valido anche, come nel caso dello scrivente, se si ha a che fare con studenti universitari perché biologicamente il cervello, anche alla loro età, non è ancora maturo. PAROLE CHIAVE: insegnante autorevole; neuroscienze; adolescenti; insegnante amorevole; ambiente di apprendimento; studente ricercatore; premi e castighi. RESUMO: O presente artigo pretende lançar luz sobre algumas práticas que permitem ao professor expressar melhor as potencialidades de cada aluno. Após a apresentação de algumas possíveis causas que levam certos alunos a comportar-se de forma pouco edificante, o trabalho segue com uma exposição das razões que deveriam incentivar os professores a preferir um estilo educativo autorizante, a um estilo autoritário, permissivo e mesmo democrático, e uma definição de professor amoroso. O artigo traz, ainda, considerações sobre a técnica do convencimento racional, sobre o ambiente de aprendizagem, sobre a figura do estudante-pesquisador e sobre o sistema de recompensas e punições, a ser substituído preferencialmente pelo sistema de consequências. Foram inseridas no trabalho, várias vezes, sugestões que provêm das neurociências. Em particular, reflete-se sobre a atenção que o professor deveria reservar à amídala dos
Minima onomastica ELVIRA ASSENZA (Messina), Onomastica impressionista nel roman policier 674 Ninfee nere di Michel Bussi XAVERIO BALLESTER (Valéncia), Túria: un hidrònim prerromà 676 MARIMO BONIFACIO (Trieste), Cognomi da zoonimi (mammiferi) tra Venezia Giulia, Istria, Slovenia e Croazia 677 GUIDO BORGHI (Genova), Il coronimo eblaitico Du-gú-ra-su ki ('Egitto'?): una delle più antiche attestazioni indoeuropee? 679 ENZO CAFFARELLI (Roma), Agionimi con l'apostrofo nei cognomi (e nei toponimi) italiani 681 ANGELO CAMPANELLA (Palermo), Da Battiato Francesco a Franco Battiato: la dissacrazione onomastica 683 LAURA CASSI (Firenze), La banalità apparente dei neotoponimi turistici 684 MARINA CASTIGLIONE (Palermo), Che cosa s'intende per denominazione popolare in toponomastica 686 FEDERICA CUSAN (Torino), Nero, grande, secco: gli aggettivi del bosco in Valle di Susa PAOLO D'ACHILLE (Roma), Per i deonimici nei vocabolari non è mai troppo tardi EMIDIO DE ALBENTIIS (Perugia), Parcheggio e viadotto sull'Autosole: un esempio di memoria dispersa ALESSANDRO FADELLI (Pordenone), Pasolini e i toponimi del Friuli Occidentale MASSIMO FANFANI (Firenze), Gigione 'vanitoso' LYDIA FLÖSS (Trento), Toponimi trentini formati con l'appellativo La Mónt MARCO FRAGALE (Palermo), Il nome di un Morfeo siciliano: u zzu Nardu YORICK GOMEZ GANE (Cosenza), Spigolature onomastiche da un nuovo dizionario di Claudio Quarantotto NUNZIO LA FAUCI (Palermo), Aurora e lo spirito dei tempi OTTAVIO LURATI (Lugano/Basel), Tracce di fede scomparse o nascoste LUIGI MATT (Sassari), Due deonomastici di ambito retorico: gorgiare e gorgizzare MAURO MAXIA (Sassari), Un toponimo sardo: Sa Portiscra (Nuoro) BEATRICE NICASTRO (Palermo), La competenza toponimica oltre i confini amministrativi: il caso di Sciacca ELENA PAPA (Torino), Lo zio Franchino del conte di Cavour: epifanie di un nome d'Ancien Régime PATRIZIA PARADISI (Modena), «Il Vittoriale»: il domonimo del pricipato dannunziano sul Garda PAOLO POCCETTI (Roma), Macro-e microtoponimi: una definizione complessa (e spesso ingannevole) SARA RACCA (Torino/Zürich), E.Leclerc, Leclerc o l'Eclerc? Forme ufficiali e realizzazioni popolari di un marchionimo ROBERTO RANDACCIO (Cagliari), Ufficio deonomastici smarriti: Panamino GIOVANNI RUFFINO (Palermo), Antroponomastica popolare e geografia linguistica: appunti FRANCESCO SESTITO (Roma/Saarbrücken), Musica leggera e antroponimia femminile. Sondaggi sui nomi delle residenti a Bologna nel 2021 ripartiti per anno di nascita LEONARDO TERRUSI (Teramo), Un 18 aprile deonimico STEFANO VASSERE (Lugano), Odonimi ticinesi. Tra toponomastica, celebrazioni personali e rispetto del genere Rubriche Materiali bibliografici Recensioni Enzo Caffarelli / Paolo D'Achille (a cura di), Bandelisco. Scritti onomastici di/per (e su) Luca Serianni nel ricordo di allievi, amici e colleghi, Roma, SER-Società Editrice Romana-ItaliAteneo ("Quaderni Italiani di «RION»", 9) 2023 [ELVIRA ASSENZA (Messina)] 720-725 Carla Maria Sanfilippo, Guida ai toponimi di Ferrara. Dalla lingua alla storia (e ritorno), Limena (Padova), libreriauniversitaria.it edizioni ("Storie e linguaggi", 47) 2023 [ENZO CAFFARELLI (Roma)] 725-728 Viorica Răileanu, Tipologia numelui de familie: semantică şi structură, Chişinău, Editura UNU 2022 [ALFONSO GERMANI (Frosinone)] 728-731 Schede di volumi Chiara Borla, Yi stranom d'Yiér e d'Ënqueui. L'antroponimia popolare di Usseglio: I soprannomi e l'identità del paese, con la collaborazione di Matteo Rivoira, s.l., Indipendently published 2022 [ENZO CAFFARELLI (Roma)] 732-734
Burt accese la radio. Il volume era troppo alto, ma lui non lo abbassò perché erano lì lì per litigare di nuovo e lui non voleva che accadesse. Disperatamente desiderava che non accadesse. Vicky disse qualcosa. "Come?", gridò lui. "Abbassala! Hai deciso di rompermi i timpani?" [...] "Dove siamo, si può sapere?" "Nel Nebraska." [...] "Per questo abbiamo lasciato l'autostrada, al casello. Per poter contemplare cinquecento chilometri tutti coltivati a grano." [...] "Non c'è niente fino a Gatlin", spiegò lei. [...] Lui distolse gli occhi dalla strada per guardare la moglie. [...] "Burt, guarda dove vai..." [...] Un istante dopo, mentre lui stava ancora spostando il piede dall'acceleratore al freno, si avvertì come un tonfo agghiacciante sotto le ruote, prima quelle anteriori e poi quelle posteriori. Vennero proiettati in avanti mentre l'auto frenava lungo la linea al centro della strada, decelerando da settanta all'ora a zero e lasciando due tracce nere sull'asfalto. "Un cane", disse Burt. "Dimmi che era un cane, Vicky." Il volto di lei era pallido come la ricotta. "Un ragazzo. Un bambino. è uscito correndo dal grano e... congratulazioni." [...] Spense il motore e scese. Il vento frusciava dolcemente attraverso il grano arrivato quasi ad altezza d'uomo, producendo un suono strano, simile a un respiro. Vicky era china sul fagotto di cenci, ora, e lui la sentiva singhiozzare. Era a mezza strada tra la macchina e il punto dove stava lei quando qualcosa, sulla sinistra, attirò la sua attenzione: una vistosa chiazza di colore tra il verde, vivida come vernice rossa. [...] Una specie di frescura si chiuse attorno a lui mentre si addentrava tra il grano. La vernice rossa in realtà era sangue. Si udiva un fioco ronzio di mosche che si posavano, assaggiavano, volavano via... forse per dirlo ad altre. E c'era altro sangue sulle foglie, più nell'interno. Possibile mai che fosse schizzato a tanta distanza? Poi, si ritrovò chino sull'oggetto che aveva scorto dalla strada. Lo raccolse. [...] Burt si inginocchiò e, con garbo, girò il corpo del ragazzo. [...] La faccia del ragazzo era sporca di terra, l'espressione era una smorfia di terrore. La gola era tagliata. [...] "Qualcuno gli ha tagliato la gola. Forse ci stanno spiando" [...] "Come hai detto che si chiama il paese più vicino?", chiese. "Oh!" Lei tornò a chinarsi sulla cartina. "Gatlin. Dovremmo arrivarci tra una decina di minuti." "Ti sembra abbastanza grande perché ci sia un posto di polizia?" "No, è soltanto un puntino."
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
«Giornale Storico della Letteratura Italiana», Vol. CXC, anno CXXX, Fasc. 630, 2° trimestre 2013, pp. 185-211.
Nuova Antologia, 2024
Published on "Civiltà della Tavola" magazine of Accademia Italiana della Cucina, Mar, 2021