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2023, L'immagine dell'assemblea liturgica
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La dissertazione dottorale esamina il reciproco influsso tra ecclesiologia, liturgia ed architettura sacra attraverso l'analisi del rito della dedicazione della chiesa negli ultimi tre Pontificali (1595, 1961, 1977).
Due discorsi inediti sul digiuno di Giovan ni il Solitario, 2014
From amongst the ninety-two works of John the Solitary this article deals with the selected two, concerned with fasting. The author, known also as John of Apamea, was an important figure of the Syriac tradition of the fifth century. He was a monastic master whose doctrine required the complete ‘emptying’ of oneself of the things of this world, in accordance with the kenosis of Jesus himself. Many texts have been attributed to the Solitary, many have yet to be published, and biographical data is so scant in his writings that it is difficult to identify him with certainty. The two selected discourses on fasting in this paper were directed to a monastic community, and present a religious doctrine of fasting which is comprised of various admonitions advising the monk to make a careful choice when deciding between the path of good and the path of evil. This study does not pretend to exhaust the general theme of fasting, not least because of the complex strands which surround this ancient monastic theme. It does, however, subject the Solitary’s treatment of fasting to examination through the lens of ethical, social, psychological, and religious disciplines. Fasting is thereby revealed to be a practice whose genesis is to be found in human impulses of varying origins and intensity, and one which is not an end in itself so much as an important part of the monastic ascetical programme whose ultimate purpose is the acquiring of spiritual depth and charity towards God and neighbour.
Ad uso degli studenti © I diritti di edizione e di traduzione sono riservati all'autore.
Tra tanti crisi in cui il ventunesimo secolo si è sommerso, la cultura del denaro. In tale cultura in cui tutto si misura sulla base del denaro, la realtà dell’uomo diventa fluida, cioè, perde il suo fondamento e significato. In fondo questa ricerca ha lo scopo di scavare il fondamento e ricercare il significato dell’uomo svanito tra tanti crisi odierne. Per raggiungere questo scopo, occorre rispondere alla domanda «chi è l’uomo»? I teologi contemporanei, specialmente J. Ratzinger-Benedetto XVI ha provato di rispondere a quella domanda. Questa ricerca ha il compito di studiare come il teologo tedesco, J. Ratzinger-Benedetto XVI ha indagato l’uomo in quell’uomo perfetto, Gesù Cristo . In tale senso, si tratta di analizzare i pensieri cristologici di J. Ratzinger-Benedetto XVI confrontandoli con alcuni teologi che hanno esaminato la sua cristologia. Per cui, il metodo di questo lavoro sarà ermeneutico-critico. Prima di entrare nel discorso, si riveli alcune notizie riguardante l’influsso su J. Ratzinger-Benedetto XVI.
Nullus est terrarum incola, qui dubitet, quin Benedictus XVI, Pontifex Emeritus, doctissimus sit vir. Quo fit, ut nemo miretur, quod Latinum sermonem plurimi ille ducit. Quod mihi praesertim, quaedam acta, a Benedicto XVI perfecta, perpendenti, liquide patet.
Il nostro Seminario Regionale nel 2008 ha compiuto 100 anni. La sua fondazione risale al 1908, quando papa Pio X decise di istituirlo con la collaborazione dei vescovi pugliesi. Nella sua lunga storia si riflette la storia della chiesa del Novecento ma anche della società italiana e in particolare di quella pugliese e della nostra città. Si possono distinguere alcune fasi e tappe particolarmente significative del suo cammino. La prima è quella appunto della sua fondazione. Già alla fine dell'800 proprio da alcuni vescovi di Puglia parte l'appello perché si fondi "un grande seminario centrale pugliese. L'idea venne ripresa anni dopo, nel 1903, all'inizio del suo pontificato, da papa Pio X, il papa dei seminari, che, elaborando un suo progetto sui seminari interdiocesani, tenne conto delle istanze già presentate in precedenza dai vescovi pugliesi. Nel piano di Pio X i seminari regionali sarebbero stati i mezzi più efficaci per elevare culturalmente e spiritualmente i giovani sacerdoti dando loro una preparazione adeguata e una direzione univoca per contrastare il diffondersi in quegli anni del cosiddetto "modernismo" in alcuni ambienti ecclesiastici e del "laicismo" e degli ideali socialisti nella popolazione. Da subito l'attuazione del Seminario reg. pugliese sembrò dipendere dalla disponibilità dell'opera dei Gesuiti , probabilmente per la difficoltà nel reclutare il personale direttivo e insegnante tra il clero secolare delle varie diocesi pugliesi. Dunque si decise di istituire il Sem. reg. pugliese a Lecce presso il collegio "Argento" che i Gesuiti accettarono di adibire a questo scopo. L'inaugurazione il 7 novembre 1908. Il provvedimento pontificio sarà contrastato da alcune forze laiche del tempo, in particolare va menzionata l'opposizione parlamentare guidata da Romolo Murri, un ex sacerdote (scomunicato in quanto "modernista") esponente del movimento cristiano sociale, che eletto deputato, nel 1910 presentò un'interpellanza su come il governo intendeva vigilare sull'ordinamento dei seminari per la tutela dei diritti dello Stato. Soprattutto denunciava l'inconveniente che numerosi giovani entrati in seminario , non potendovi conseguire titoli di studio statali, anche senza vocazione dovevano andare avanti perché non potevano rientrare nella vita delle professioni civili. In secondo luogo il Murri giudicava l'istituzione dei Regionali una riforma accentratrice il cui scopo era quello di raccogliere i seminaristi sotto una più ferrea disciplina e impedire che essi venissero a contatto con la cultura moderna e con lo spirito critico. Infine il Murri criticava aspramente l'idea di affidare questi seminari ai Gesuiti, a suo parere, l'ordine più accentratore (tutta la chiesa sotto un'autorità assoluta e insindacabile). All'interpellanza del Murri Il governo rispose con un'inchiesta in seguito alla quale fu comunicato al vescovo di Lecce che non era gradito l'insegnamento dei Gesuiti. Così la direzione del seminario fu affidata al vescovo di Conversano, Mons. Lamberti. Questi merita di essere ricordato perché fu l'ideatore e uno dei principali benefattori della Biblioteca del Sem. Infatti il primo nucleo librario era costituito dai volumi che donarono Pio X e lo stesso Lamberti che aveva una ricca biblioteca privata. Intanto nel 1911 al regionale pugliese fu data dalla Santa Sede la facoltà di conferire i gradi accademici in Teologia, fino al dottorato, come le Università Pontificie e i più importanti istituti religiosi. Il trasferimento a Molfetta La seconda fase è quella del trasferimento a Molfetta dal 1915, l'anno dell'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale: Il collegio Argento di Lecce era stato requisito dal governo per farne un ospedale militare e si decise di trasferire il Regionale nei locali messi a disposizione dal seminario vescovile di Molfetta. La guerra avrà delle ripercussioni pesanti sulla vita del Seminario, innanzitutto per le continue visite militari e per la leva, allora obbligatoria anche per i seminaristi. In secondo luogo di nuovo la requisizione dei locali del Seminario da adibire ad ospedale militare e il trasferimento dei seminaristi a Terlizzi, da luglio1917 fino alla fine della guerra. Riportato nella sede molfettese, accolse anche i chierici della Basilicata, diventando Seminario Regionale Appulo-lucano. Negli anni del dopoguerra il numero crescente dei chierici pone il problema di una nuova e definitiva sede .
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Santuario di Montetosto, 2017
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Apostolicus Dominicus et Seraphicus Franciscus, 2021