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2023, Il primo libro di filosofia teoretica
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ENGLISH: Brief history of the philosophical notion of "event" from Heidegger to Foucault via Bergson and Deleuze. ITALIANO: Breve storia della nozione filosofica di "evento" da Heidegger a Foucault passando per Bergson e Deleuze.
2009
(pubblicato in: R. Ronchi, a cura di, Filosofia teoretica. Un'introduzione, UTET, Torino 2009, pp. 21-45) Ermeneutica Sin dalle sue origini la filosofia si è contrapposta alla doxa, alle mere opinioni, sollevando il dubbio sulle più comuni credenze e mettendo in questione gli antichi miti. Perseguendo l'ideale di un'indagine razionale scevra da dogmatismi e superstizioni, il pensiero filosofico ha ingaggiato una battaglia secolare, politica e culturale, per affrancare il sapere dai vincoli dell'autorità e della tradizione, in favore di una conoscenza che non si basasse su presunte certezze stabilite altrove, ma che fosse in grado di rendere ragione dei propri contenuti, ossia di esibire da sé il proprio fondamento. Questo grande progetto, che ha attraversato la storia della cultura occidentale dalla filosofia alla scienza, è entrato in una crisi irreversibile alle soglie dell'epoca contemporanea. L'attività chiarificatrice della ragione, che, mirando a una verità libera da condizionamenti e presupposti inindagati, pensava di poter tutto illuminare, si è rivelata un abbaglio. Non aveva fatto i conti con l'ombra che sempre accompagna la luce. Da Nietzsche a Heidegger, il pensiero contemporaneo ha portato l'attenzione su quella problematica zona d'ombra che permea e insidia ogni conoscenza razionale, avviando una critica radicale al sistema di saperi così come si è edificato all'interno della tradizione occidentale. Raccogliendo queste istanze, la filosofia ermeneutica ha messo fortemente in questione l'attività chiarificatrice della ragione filosofica e scientifica. Che cos'è, infatti, la conoscenza filosofico-scientifica, ciò che chiamiamo «sapere»? Per l'ermeneutica contemporanea, sapere è porre in luce significati a partire da presupposti che restano in ombra. Vale a dire, ogni «significato» (da intendersi in un senso molto ampio: concetto, definizione, interpretazione, rappresentazione, visione del mondo, teoria) si ritaglia su uno sfondo, ciò che l'ermeneutica chiama «precomprensione»: pregiudizi impliciti, tacite assunzioni, sensi inavvertiti, condizionamenti grammaticali, sociali e culturali che orientano e pre-determinano ogni nostra percezione e conoscenza del mondo. Gli oggetti e i contenuti del sapere sono dunque sempre storicamente determinati, relativi a categorie e paradigmi che ne forniscono la cornice invisibile e il contesto di senso implicito. Questa rete di rimandi e sottintesi, che costituisce la «precomprensione», non solo è ineliminabile ma è la condizione di possibilità del sapere in quanto tale: come non vi è figura senza sfondo, così non vi è significato, o contenuto di conoscenza, che si stagli in piena luce se non a partire da un insieme di premesse sulle quali il nascente bagliore proietta la propria ombra. Con l'ermeneutica, il sogno di una conoscenza priva di presupposti, in grado di esibire il fondamento, il proprio terreno di validità, si è dunque definitivamente infranto, portando a ridiscutere la natura e il senso del sapere stesso. L'esercizio del sapere viene delineandosi -heideggerianamente parlando -come uno svelare velando: la luce della ragione che, illuminando, svela è la stessa che getta l'oscurità dietro di sé, velando la propria origine e condizione di possibilità. Questo gioco di luce e ombra è, per l'ermeneutica, il modo in cui il sapere accade, è cioè il movimento, la dinamica stessa del conoscere. Anche l'esercizio del sapere scientifico è iscritto nella stessa dinamica: è un porre «significati» (le teorie e le oggettivazioni scientifiche, ossia i risultati conoscitivi cui l'operare della scienza mette capo) a partire da presupposti che, restando celati allo sguardo scientifico, lo orientano e lo rendono possibile (ciò che Husserl chiamava «precategoriale»). Ma se così sempre accade, allora anche l'esercizio della filosofia, come quello di ogni sapere, è soggetto allo stesso movimento. Perciò le conclusioni cui giunge la filosofia ermeneutica, che cioè il sapere è un porre in luce significati a partire da presupposti che restano in ombra, le conclusioni che essa mette in luce, proprio in quanto messe in luce, sono evidentemente un significato, il cui fondamento, retrocedendo sullo sfondo, non può essere esibito. Anche l'attività ermeneutica accade, cioè, a partire dall'ombra e anche laddove essa volesse far luce dietro di sé, sulla propria zona in ombra, di nuovo, illuminando, proietterebbe l'ombra dietro di sé. Le conclusioni dell'ermeneutica si trovano dunque catturate entro la stessa dinamica che vorrebbero indicare e chiarire. Questo paradosso è la sfida che si pone al pensiero contemporaneo e con cui si trova a doversi confrontare la riflessione teoretica successiva a Heidegger. In tale paradosso ne va del senso della filosofia stessa: se anche la ragione filosofica procede per luci e ombre, essa non si distingue più dal mito e dalla doxa, sicché la sua battaglia contro l'oscurità sembra franare sotto i suoi stessi colpi. Ma allora dove si viene a collocare la parola del filosofo, che statuto può ancora rivendicare, che senso può ancora avere la sua prassi?
Paleolithic Turn, edited by y Matteo Meschiari, Maurizio Corrado, and Francesco Gori (Pleistocity Press), 2015
Dove sono le azioni che l'uomo può fare senza essere entrato in quello strato di nebbia del non storico? (Friedrich Nietzsche) Antropocene Alla fine del secolo scorso un chimico e un biologo hanno proposto di rinominare l'epoca corrente così da riconoscere l'effetto dirompente dell'uomo sull'ecosistema terrestre. Antropocene segnala il mo--mento in cui l'agri---cultura prende coscienza della vi--rulenza scatenata dal tentativo di forzare la terra entro i propri schemi di produttività, omogeneizzazione, sfruttamento. Antropocene, evidentemente, non è che un sintomo di un'epoca che comincia con un brivido crescente a percepire l'inevitabilità della propria fine. Sintomo di crisi della civiltà, l'Antropocene ne mani--festa al tempo stesso l'ultimo sussulto, il tentativo di prolungare all'infinito la crisi stessa. Dopotutto, è nel--la e attraverso la crisi (economica, finanziaria, politica, sociale, ambientale) che la governamentalità contem--poranea si sostiene, si tiene, e ci trattiene. La previsio--ne dell'apocalisse prossima ventura alimenta il potere che frena, il kathecon che sospende ogni genuina poli---
Annali Della Facolta Di Lettere E Filosofia, 2005
Il fatto che il linguaggio naturale permetta un riferimento preciso e ricco ad entità temporali non necessariamente coincidenti con il presente e non necessariamente reali può sembrare un'osservazione estremamente banale, ma è principalmente questa "banale" capacità che ci permette di ragionare in termini di eventi e di distinguere tra ciò che è memoria e ciò che è pianificazione di azioni future. * Si ringrazia la prof. Adriana Belletti ed un revisore anonimo per i preziosi suggerimenti alle versioni preliminari di questo articolo. Parte delle idee qui esposte è stata presentata durante alcuni seminari di ricerca presso il CISCL nell'aprile del 2001; si ringrazia l'audience di quei seminari per gli utili commenti ricevuti.
La Classe come Evento euronomade.info/ di FRANCESCO STICCHI.
Introduzione Il ritorno dell'evento Michele Di Martino sommario: 1. La storia, tra continuità e discontinuità, 11 -2. La questione dell'evento nella filosofia contemporanea, 15 -3. Attraverso il linguaggio, i due fronti dell'evento, 24 -4. L'evento, un ritorno?, 31. 2. C. Violante, La conoscenza storica secondo Henri-Irénée Marrou, in H-I. Marrou, La conoscenza storica, Il Mulino, Bologna 1997, p. XVIII. 3. M. Zarader, L'événement, entre phénoménologie et historie, in «Tijdschrift voor Filosofie», juin 2004, n. 2, p. 287-321, p. 305. L'articolo non è tradotto in italiano, perciò tutte le volte che è citato si tratta di una traduzione nostra. 4. Ibidem.
Qualche anno fa Dave Chalmers iniziava un libro sulla coscienza con le seguenti parole:
Un tentativo di costruire un percorso estetico del non-luogo, attraverso tre manifestazioni artistiche contemporanee.
Birdmen Magazine, 2023
In che modo il viaggio infernale di un asino nella selva degli incontri dell'ultimo film di Jerzy Skolimowski ci offre una concrezione dello sguardo nel quale si mostra l'assurdo della vita?
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in: "Etica & Politica / Ethics & Politics" , XX, 2018, 1, pp. 317-324. (http://hdl.handle.net/10077/21072), 2018
Fenomenologia del melodramma, 2006
Oltre l'evento l'esperienza, 2014
Almanacco di filosofia politica, 2022
AA.VV., Vocie della Fenomenologia, a cura di E. Ferrario e altri, Lithos, Roma 2007, pp. 61-85.