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2009
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Adeo maxima quaeque ambigua sunt, dum alii quoquo modo audita pro compertis habent, alii vera in contrarium vertunt, et gliscit utrumque posteritate» (1). Tacito, «Annales», Libro III, 19.
Finito di stampare nel mese di settembre 2011 presso Universal Book s.r.l. -Rende (CS) Questa pubblicazione è stampata con i contributi del Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università di Roma «La Sapienza» e del Di par ti men to di Antichità e tradizione classica dell'Università di Roma «Tor Vergata» 1. All'interno della Collezione ippocratica si trovano ventiquattro Epistole apo crife centrate sulla figura di Ippocrate, che assume il ruolo ora di destinatario, ora di mittente, ora di oggetto della narrazione. Tra queste si distingue il gruppo delle Epistole X-XVII, che forma una sorta di romanzo omogeneo sull'incontro tra Ippocrate e Democrito ad Abdera. La storia è piuttosto nota, ripresa in età moderna da scrittori del calibro di Ficino, Erasmo da Rotterdam, Montaigne, La Fontaine e, nel secolo scorso, da Burton e Wieland 1 : lo stravagante ("folle") com portamento di Democrito che ride di tutto, tanto dei mali quanto dei beni che capitano agli uomini, suscita la disperazione degli Abderiti suoi concittadini, che invocano così l'intervento di Ippocrate convinti che egli sia l'unico in grado di curare l'illustre filosofo. Tuttavia, al momento dell'incontro tra il medico e il filosofo, Ippocrate assume il ruolo del discepolo che apprende la sapienza e la verità dal discorso del maestro, rivelando così che Democrito, lungi dall'essere pazzo, è sommamente saggio perché ha compreso la vacuità e la stoltezza degli uomini, affannati nella ricerca di beni effimeri e senza valore.
Rivista Archeologica dell'Antica Diocesi e Provincia di Como, 2017
Referee. Prima della pubblicazione, tutti i saggi sono sottoposti a peer review obbligatoria da parte di due referee. Il referaggio è a doppio anonimato. Il giudizio del referee potrà essere a) positivo, b) positivo con indicazione di modifiche, c) negativo. In caso di due referaggi nettamente contrastanti, il testo verrà inviato ad un terzo referee.
2020
Questo lavoro si propone di offrire una versione critica del testo latino del Liber Pontificalis di Andrea Agnello e di presentarlo in una forma più vicina alle esigenze del ricercatore di storia. Allo stato dell'arte, il testo del Liber Pontificalis è presentato secondo la struttura che è stata via via imposta dal processo di trasmissione dell'opera, che ne ha inquinato e modificato struttura e corrotto i contenuti. Il primo obiettivo di questo lavoro èquindi quello di ripristinare l'antica struttura della ricerca storica di Agnello: una serie di seminari, durante i quali, l'autore, il presbyter Andrea Agnello, leggeva i risultati delle proprie indagini, e dei qualii in un secondo momendo distribuiva il testo in forma di dispense. Rimettendo in luce questa cornice (troppo a lungo e troppo colpevolmente messa in secondo piano) è possibile render conto della natura del Liber Pontificalis, del suo autore e del contesto culturale e del pubblico con cui si confrontava. L'intento è di restituire così un'immediata leggibilità al lettore contemporaneo. Il secondo aspetto che questo lavoro affronta è quello di rivedere criticamente la correttezza delle notizie di Andrea Agnello, e l'uso delle sue fonti. In questo, affianco alle mie notazioni, un ricco repertorio di commenti dell'edizione critica di Testi Rasponi, che per ricchezza di conoscenze topografiche, liturgiche, e acutezza delle osservazioni rimane un punto di riferimento e una miniera di spunti ancora insuperato. Sulla base di un testo depurato, e ripristinato nella sua corretta morfologia, il presente lavoro si propone di sviluppare due sezioni finali che hanno l'obettivo di catalogare e riorganizzare cronologicamente le informazioni di Agnello. In particolare nella seconda sezione, il testo 'restaurato' è catalogato a seconda della natura delle fonti utilizzate (topografiche, storiche, orali, epigrafiche/archeologiche). Nella terza sezione, i dati così isolati, verranno riposizionati, ricostituendo un quadro sinottico con cronologie parallele. In questo modo, sarà possibile isolare il cosiddetto 'chronicon Maximiani' (archetipo degli excerpta Sangallensia), oltre che la sequenza delle notizie architettoniche, e quelle episcopali. Queste linee temporali, restituite nella loro correttezza, offriranno allo studioso una adeguata mappa di navigazione per l'opera di Agnello. Il presente lavoro è in definitiva pensato per servire come materiale intermedio, nell'idea che anche la produzione letteraria di ambito ecclesiastico, se affrontata nell'ottica della Quellenforschung, possa aiutare a risolvere o integrare molte zone grigie dei secoli V-VII d.C. così spesso poco documentate, oltre che offrire inaspettati chiarimenti. Revisione 2: 25 ottobre 2020
Chi è veramente il grigio prelato che all'improvviso ha scalato tutti i gradi della piramide vaticana e ora brilla al vertice… come una Stella? Come ha potuto un uomo sconosciuto a tutti d'improvviso diventare l'eminenza grigia di tutta la Santa Sede e l'arbitro di tutte le carriere ecclesiastiche, comprese quelle della Segretaria di Stato, dove lui ha scelto il titolare? Una specie di dossier (una parte, almeno) sul prossimo cardinale e attuale prefetto della Congregazione per il Clero, già presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica (laddove si fabbricano i nunzi) MONS. BENIAMINO STELLA di Antonio Margheriti Mastino Tutte le punte della Stella *(una versione più breve la trovate su Qelsi Quotidiano, clicca QUI)
The epistolary exchange between Symmachus and Protadius (Symm. epist. 4.17-34) is characterized by two main topics, namely the necessity of silence and the desire to read. Those two are interlinked and mutually counterposed. In letter book 4, which outlines the relationship with Stilicho and is devoted to the rehabilitation of Nicomachus Flavianus iunior, Protadius' obsession with Symmachus' writings (morbus legendi) and Symmachus' repeated refusals to write symbolize the latter's difficulty to deal with the massive changes affecting his family and his world.
Rivista Internazionale di Musica Sacra, 2016
Scandagliando il Migne, abbiamo riscontrato, nel De viris illustribus casinensis coenobi, diversi dati di interesse storico-innografico, in parte ben noti, in altri casi tuttora da verificare. L’interesse verso queste notizie ci ha indotto, nella fattispecie della tradizione cassinese, ad allargare l’esplorazione innologica anche alla edizione critica della Chronica Monasterii Casinensis, curata dallo Hoffmann nel 1980. Da tali ricerche incrociate è affiorata una preziosa informazione sull’attribuzione dell’inno Christe sanctorum decus atque virtus per san Benedetto; l’inno nella Chronica è ascritto a un poeta di Montecassino del secolo VIII: Cipriano, presbyter et monacus. L’inno saffico sinora era considerato adespoto nei grandi repertori, nonché nella storiografia specialistica. La documentazione storica sugli innografi del cenobio fondato da san Benedetto (ca. 529) risulta avara di notizie su singoli inni. Le principali fonti storiche cassinesi che gettano qualche barlume sugli innografi sono la citata Chronica, di Leone Marsicano (ca. 1046-1115/1117), proseguita da Pietro Diacono (1107-1159) e il De viris redatto dallo stesso Pietro, archivista e bibliotecario del cenobio. Riguardo all’innografia e all’innodia a Montecassino nel secolo VIII2, la Chronica informa inoltre dell’invio ‘ufficiale’ in territorio franco – quando Cipriano era ancora vivo – di inni della tradizione di Montecassino, a seguito di una richiesta di Carlo Magno (742-814).
Sebastiano del Piombo’s Borgherini Chapel presents some still unsolved problems, starting from its theological sources, that have to be looked for in two treatises, the De Arcanis Catholicae Veritatis by Pietro Galatino, and the Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo by Egidio da Viterbo, in addition to the Apocalypsis Nova, whose strong ties with the Church of San Pietro in Montorio are well know. The present draft investigates the relationship between Sebastiano’s paintings and these three textes, while in another paper, shortly to follow, the reasons for such choices will be clarified in the frame of cultural, diplomatic and political relationships between the Holy See and the Spanish Crown, patron of the Church of San Pietro in Montorio
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A. A.VERARDI, La genesi del Liber Pontificalis alla luce delle vicende della città di Roma tra la fine del V e gli inizi del VI secolo. Una proposta, in <<Rivista di Storia del Cristianesimo>>, 1 (2013), pp. 7-28., 2013
Slavia: rivista trimestrale di cultura, 2021
Aevum, 83, 2009, 169-208
Hispania Sacra
Il I capitolo del Pastore di Erma alla luce delle recenti acquisizioni sul P. Bodmer 38 e sulla Vulgata, Vetera Christianorum (57) 2020, 67-84., 2020
Lana, linum, purpura, versicoloria. I legati «tessili» fra diritto romano e archeologia, 2020
Bios Philosophos. Philosophy in Ancient Greek Biography, 2016