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2016, Maestri dell'arte classica
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https://www.bretschneider.it/libro/9788876892981 Nell'ambito della cultura architettonica greca, Iktinos rappresenta una delle personalità più note e allo stesso tempo più ambigue, sia per la scarsità di informazioni sul suo conto sia per la mancanza di un'adeguata conoscenza sul ruolo dell'architetto greco. Oltre alla costruzione del Partenone, si è ipotizzato un suo intervento anche nel Telestérion di Eleusi e nel tempio di Apollo a Basse con argomenti non sempre convincenti, frutto di riflessioni e analisi interpretative pregiudiziali. Contestualmente alla rivalutazione della figura dell'architetto nel V secolo a.C., il riesame di alcuni aspetti archeologici fa emergere ora un quadro più complesso, nel quale la riflessione sul contributo di Iktinos si intreccia con il tema relativo ai parametri utilizzati per individuare la sua partecipazione nei diversi cantieri menzionati dagli autori antichi.
La comprensione delle intricate vicende del complesso romano oggi noto come palazzo Rivaldi ha conosciuto negli ultimi tempi un notevole avanzamento grazie ad approfondite indagini documentarie. Tuttavia la disponibilità dei fondi archivistici ha consentito di gettare una nitida luce solo sulle fasi più tarde, dal 1626 a tutto il secolo XIX (proprietà Pio di Savoia 1 , poi del Conservatorio delle Mendicanti 2 ), mentre chiaroscuri si distendono ancora, a causa dell'irreperibilità delle carte di famiglia, sulle vicissitudini costruttive originarie promosse dal familiare di Paolo III Eurialo Silvestri tra il 1542 e il 1549, nonostante importanti fonti inedite, emerse in recentissimi studi, abbiano indicato date precise e possibili artefici 3 . Molte zone d'ombra si addensano invece sulle fasi intermedie, ma fondamentali per la struttura del complesso, e cioè quelle relative agli interventi commissionati da Alessandro Ottaviano de' Medici (1577-83) 4 e da Lanfranco Margotti (1609-11), anch'esse oscurate dalla mancanza di fonti documentarie dettagliate. La breve proprietà di quest'ultimo è di fatto la meno indagata dalla critica, sebbene nell'arco di soli tre anni comportò decisive trasformazioni offrendo ad alcuni artisti la possibilità di una importante vetrina sulla scena della grande committenza. Pur non essendo ancora stato rintracciato l'atto di acquisto 5 , sappiamo che il complesso fu venduto dagli eredi Silvestri al cardinal Margotti per 6750 scudi 6 ; la transazione dev'essere stata effettuata prima del 20 agosto 1609, quando il possesso del porporato risulta documentato 7 . Nonostante le umili origini, il "cardinal Lanfranco" aveva fatto una rapida carriera, distinguendosi nell'arte del "segretariato" 8 . Paolo V lo stimò particolarmente, tanto da conferirgli, il 24 novembre 1608, la porpora cardinalizia, evento questo che potrebbe circostanziare la decisione dell'acquisto del pregevole giardino. Tale favore consentì a Margotti di ottenere alcuni benefici utili per arricchire il prestigio della villa: il 21 agosto 1609, infatti, si vide donate con breve pontificio 6 once d'acqua provenienti dall'Acquedotto Felice 9 , misura indispensabile per avviare un programma di installazione di fontane e giochi d'acqua nel giardino, mentre il 7 novembre successivo il papa gli concedette l'uso di due archi della Basilica di Massenzio 10 , riaffermando la tradizionale concessione di parti del monumento antico ai proprietari della sottostante villa 11 . Il 7 settembre 1610, allo scopo di ampliare l'area destinata a giardino, Margotti acquistò "doi pezzi di vigna o arboreto" di proprietà del monastero di S. Maria Nova in cambio di mezza oncia d'acqua proveniente dalla "peschiera del giardino" 12 . È evidente che Lanfranco decise di avviare un immediato piano di ampliamento e abbellimento. Per far questo si rivolse al rinomato intagliatore su avorio e legno, ma in quel momento all'inizio della carriera di architetto, il fiammingo Jan van Santen, noto all'epoca come "Giovanni degli Studioli" 13 . La notizia dell'incarico è tradizionalmente tramandata dal Totti, il quale afferma che "il disegno del giardino… è stato finito dal Vansantio" 14 . L'informazione è confermata da un contratto del 27 febbraio 1610, sottoscritto tra il maestro di casa di Margotti e lo scalpellino Girolamo Falciano 15 per la realizzazione di una scala in peperino "dentro al giardino" i cui "balaustri" dovevano essere realizzati "secondo il modono da darsegli dal sig. Gio. Santi fiamengo architetto" 16 . Un'indicazione importante sul ruolo ricoperto da Vasanzio per il cardinale, al cui servizio dovette giungere per il tramite di Stefano Pignatelli, maggiordomo e favorito di Scipione Borghese 17 , è invece contenuta nel resoconto delle esequie di Giovanni Battista Borghese, fratello di Paolo V, avvenute il 13 marzo 1610: il relatore dell'avvenimento, Giulio Centini, afferma che il catafalco funebre era stato realizzato "col disegno del Sig. Giovanni Santes Fiamingo, Architetto dell'Ill. mo Rev. Sig. Card. Lanfranco" 18 . La notizia conferma dunque che nel 1610, nel pieno dei lavori di ammodernamento della villa, Vasanzio era l'architetto di famiglia del Margotti, e forse lavorava al cantiere da più di Alessandro Cremona
Tutti i saggi sono sottoposti a un procedimento di revisione affidato a specialisti disciplinari, con il sistema del 'doppio cieco'. All essays are subjected to a double-blind peer review process prior to publication. L'opera è stata realizzata grazie al contributo del DIDA
Dante Alighieri "Architetto perfetto", 2021
“Dante Alighieri 'architetto perfetto'” trae il titolo dal giudizio di Galileo Galilei su un aspetto quasi sconosciuto dell'universo del Sommo Poeta. In realtà del rapporto con l’Architettura esistono precise e sostanziali coincidenze nelle opere dantesche. Inoltre sin dal XV secolo, la Divina Commedia era stata “letta e descritta come un’architettura”. Da Brunelleschi parte infatti una straordinaria stagione speculativa in cui la “travolgente topografia” dantesca viene sottoposta a spettacolari analisi. Illustri architetti e studiosi dibattono e polemizzano per tutto il Rinascimento fino a Galileo Galilei. Tra Illuminismo e Romanticismo il rapporto si arricchisce della tematica riguardante il carattere “gotico” di Dante e l’analogia della Comedia con la cattedrale gotica. Gli omaggi a Dante dell’architettura moderna e del design sono molteplici e inattesi, specie da parte di grandi visionari che condividono con Dante la straordinaria ampiezza del sentire creativo, quali Antoni Gaudì, Mario Palanti, Giuseppe Terragni, Norman Bel Geddes. Il crollo delle ideologie e di tutte le concrete fenomenizzazioni nei vari settori della società liquida non ha fatto altro che liberare ancor di più l’infinito insito nell’“ammirabile e stupenda fabrica e architettura” disegnata da quello straordinario personaggio che lo stesso Galileo definisce “architetto perfetto”. Il libro, pubblicato dalla Fondazione PescarAbruzzo, gode del Patrocinio Morale della Società Dante Alighieri ed è arricchito dalla Presentazione del Prof. Nicola Mattoscio (Presidente della Fondazione PescarAbruzzo), dalla Prefazione del Prof. Alessandro Masi (Segretario Generale della Società Dante Alighieri), della Nota introduttiva del Prof. Gianni Oliva (Direttore della rivista "Studi Medievali e Moderni") e del saggio sui rapporti tra Giotto e Dante della Prof.ssa Sabine Frommel (Directeur d’études, Histoire de l’art de la Renaissance della Sorbona).
1. GLI ELEMENTI DEL FENOMENO ARCHITETTONICO Elemento = 1. Parte compositiva di una totalità + complex → elenco dei termini costitutivi della composizione cm aggregazione meccanica 2. principio fondamento della teoria di una determinata disciplina → sviluppo canoni predeterminati e che portano alla composizione => indicazione pratica necessaria, ma nn sufficiente alla stabilizzazione dei valori estetici → i due concetti (1. e 2.) collaborano! → elemento = " elemento delle operazioni costitutive " Insegnare: libro + colloquio fra prof e alunno → nn imponendo mai dottrine precostituite (continuo desiderio di perfezionamento = realizzazione storica nella società in divenire) Metodo d'insegnamento = majeutica socratica (senza imporre i propri canoni prestabiliti, e lasciando liberi) Architetto = uomo intero, interamente inserito nella storia (non tecnico) LA FORMAZIONE DELLA XSONALITà DELL'ARCH. è LA PRIMA COSA X RENDERE BIG L'ARCHITETTURA. → la scuola formando gli architetti futuri, formerà l'architettura futura! Il rilievo arch. è la disciplina x eccellenza = strumento conoscitivo che rivela il significato essenziale del fenomeno potendolo così inserire in future opere. • Chi studia un edificio conosce meglio l'ed. e se stesso IL RILIEVO PORTA ALLE SOGLIE DELLA CREAZIONE COMPOSITIVA Disegno dal vero = serve x conoscere la realtà oggettiva CONOSCERE GLI ED STORICI NN X PRENDERLI CM MODELLO, MA COME STIMOLO Disegno = chiave di lettura x simboli pratici Bellezze e utilità sn inscindibili in arch. Opera architettonica = immagine del xiodo storico (la consumazione del gusto è evoluzione storica del fusto stesso, nn deterioramento) → l'arch è valida sempre nella sua totalità e ogni elemento tende alla totalità. Disegno = necessario x l'atto creativo in stretto rapporto col fenomeno conclusivo perché scava nella profondità dell'arch. mediazione tra conscio e inconscio. (→ disegno cm manifestazione autonoma che può avere valore artistico) Disegno = traduzione in simboli del progetto. Sul concetto di elemento Sul come insegnare architettura Sul rilievo architettonico e sul disegno
Fuori dalla continuità del settore antico la città è intesa dunque come un sistema aperto dove le parti, tutte riconoscibili per natura e forma, convergono, si confrontano, si separano.
Designed to Impress. Guido Mazenta's Plans for the Entry of Gregoria Maximiliana of Austria into Milan (1597). With an edition of Madrid MS 2908, 2023
List of Figures a u t h o r p r o o f s xii Contributors organized numerous exhibitions, and has published articles in professional journals and fourteen books, the most recent of which are Cartas a una mujer.
Spessori. Il paesaggio come stratificazione, 2021
Brandi e l'architettura, 2012
Il 2006 ha visto la celebrazione dell'anno brandiano, dedicato allo studioso senese nel centenario della sua nascita. La giornata di studi intitolata Brandi e l'architettu-ra, tenutasi a Siracusa il 30 ottobre 2006, è stata promossa dalla Facoltà di Architettura di Siracusa e dal Dipartimento ASTRA dell'Università degli Studi di Catania, con il patrocinio dell'Associazione Amici di Cesare Brandi. Il volume raccoglie gli atti della manifestazione e, unitamente ai saggi dei relatori, presenta una sezione di contributi di altri studiosi, correlati alla riflessione sull'architettura che Brandi porta avanti nel corso della sua lunga carriera. Il fil rouge del tema conservativo scorre attraverso gli scritti e li ricollega tutti, nella consapevolezza, come egli ricordava, che «la tutela di un patrimonio […] prima, assai prima, di porsi come un compito tecnico, è una istanza morale.» «Di tutte le arti la più difficile a comprendersi è l'archi-tettura»: così si esprimeva Brandi in una celebre conferenza del 1956. L'architettura, la sua interpretazione, la questione dei centri e dei contesti antichi, il rapporto con la modernità, la relazione con le altre arti nell'unitarietà della visione del processo artistico sono temi che Brandi ha esplorato con continuità nei suoi scritti. I saggi ospitati nel volume offrono una panoramica sull'opera brandiana in cui le questioni dell'architettura si intrecciano a quelle del restauro, della tutela del paesaggio, della museografia e dell'archeologia. Atti della giornata di studio Siracusa 30 ottobre 2006
Il mestiere di architetto, 2019
«Capacità di modificazione creativa e critica dello stato delle cose» sono alla base della lezione e dei ricordi di un grande maestro dell’architettura internazionale. Vittorio Gregotti, superati i novant’anni, parte dal racconto della sua formazione intellettuale e degli anni novaresi per descrivere i tratti strutturali del suo modo di intendere l’architettura e la professione di architetto. Questo libro, arricchito da una raccolta di suoi disegni (significativi per l’approccio culturale nella costruzione del paesaggio), è una esortazione a non rinunciare alla passione per l’architettura, intesa come teoria e pratica capace di apportare contributi rilevanti alla trasformazione della società, nell’idea di Gregotti che «sono l’idea di passato e di futuro a costruire insieme un frammento di verità del presente».
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Arte e Critica, n.73, 2013
Eikasmos VIII, 1997
Paesaggio Urbano, 2024
Dialoghi Mediterranei, 2022
Studi sui Fontana. Una dinastia di architetti ticinesi a Roma tra Manierismo e Barocco, a cura di G. Bonaccorso e M. Fagiolo, Gangemi, Roma 2009, pp. pp. 141-170; ISBN 978-88-492-1663-9., 2009
Quaderni di archeologia preistorica, 2012
in P. Pensabene, C. Sfameni (a cura di), La villa romana di Cottanello. Ricerche 2010-2016, Bari, 2017
in Costantino I. Una enciclopedia sulla figura e l’immagine dell’imperatore del cosiddetto editto di Milano, 313-2013, a cura di A. Melloni, P. Brown, J. Helmrath, E. Prinzivalli, S. Ronchey, N. Tanner (3 voll.), Roma 2013, vol. I, pp. 493-516.