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2011
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The aesthesic, aesthetic experience and the subjective oscillation in and out of the Other are well exemplified by Dionysian enthousiasmòs. Written sources and archaeological finds, in particular vascular iconography, attest to the importance of these experiences in ancient Greek culture.
L'ambiguità di Dioniso, dio dalle molte forme e dai molti nomi, è il filo rosso lungo il quale si dipana il saggio, che analizza il complesso sistema dei miti relativi al dio, i legami della religione orfica con il mondo egiziano e quello orientale, la presenza dell'elemento dionisiaco nel teatro tragico (problematica fondamentale nella cultura greca) spingendosi anche ad indagare le persistenze del mito di Dioniso nei riti carnevaleschi dei nostri giorni, in particolare nel carnevale sardo. Dio vittima ed insieme carnefice, nel mondo greco Dioniso rappresenta l'elemento irrazionale, cangiante e ambiguo, capace di morire e di rinascere, contrapposto alla razionalità ed all'ordine rappresentati da Apollo, secondo la nota opposizione apollineo-dionisiaco introdotta da Nietzsche ne La nascita della tragedia. Maria Grazia Boracchi analizza la doppiezza di Dioniso facendo riferimento alle fonti storiche (Erodoto in primis), alla letteratura (dagli antichi inni ai testi dei poeti tragici), alla scultura, alla documentazione delle tavolette micenee in una prospettiva quanto mai ampia e stimolante.
As argued by Martin Hengel in 1976, in some passages of the LXX’s Greek translation of the Bible, the Canaanite licentious natural religion is partly described with a terminology taken from the “dionysian vocabulary”. The Dionysus’ cult was spread in the hellenistic Judaea, and in the whole Near East, as testified by some passages of the biblical texts, especially in the prophetic books. A connection between the Greek mysteric religion and the ancient Semitic cults can be tracked down also in late Greek and Latin literature, in early Christian historical treatises, and – archaeologically – in the western Punic world of northern Africa. An analysis of these evidences, including a reconsideration of a few textually controversial biblical passages, throw new light on the intensity of the cross-contamination between Greek and Semitic culture, both deeply rooted in a common Mediterranean context.
Un mito orfico narra che Dioniso fanciullo è attirato dai Titani con vari giocattoli, fra cui uno specchio e, proprio mentre guarda l'immagine che lo specchio gli rimanda -non la sua immagine ma quella diversa del mondo -i Titani lo sbranano.
In "Limes, revista de estudios clásicos", n. 25, 2012, pp. 89-115
Studia Romanica Posnaniensia, 2015
The essay focuses on Milo De Angelis's poetic work, underlying his representation of the city of Milan as a tragic and mythic place, crossed by threatening energies on the basis of which the author emphasizes his dramatic tension with reality.
I l cratere a volute è, come noto, il più prestigioso tipo di vaso nella produzione apula: lo dimostra sia il numero relativamente ristretto di esemplari a confronto con le altre forme prodotte dalle stesse botteghe, 2 sia la circostanza che i crateri noti risultano di regola decorati da ceramografi di spicco. Il pregio deriva fra l'altro dal fatto che questo tipo di cratere presenta, più delle altre forme, caratteristiche tecniche che devono averne reso rischiosa tanto la realizzazione quanto il trasporto. È perciò poco verosimile che un cratere a volute apulo di buona fattura possa essere composto di elementi privi di senso. Ciò è ancor meno verosimile se si pensa alla funzione cui questi vasi erano destinati: rappresentanza e ostentazione in occasione dei funerali di personaggi altolocati nelle zone indigene dell'entroterra tarantino. 3 Chiunque consideri un cratere a volute apulo senza preconcetti si interroga perciò spontaneamente sul senso sia delle singole raffigurazioni sia dell'insieme. E si trova subito a confrontarsi con il fatto che la tradizione degli studi, presa com'è stata per generazioni dai problemi di sistemazione e di esegesi delle singole immagini e forse anche scoraggiata dalla ripetitività di gran parte degli elementi di cui la decorazione è costituita, non si è praticamente mai interrogata su una pos-
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Alcune figure di satiro caratterizzate dalla compresenza di arti inferiori umani ed equini offrono lo spunto per una riflessione sulle valenze rituali e cultuali delle raffigurazioni sulla ceramica campana e sull'introduzione di connotazioni salvifiche nei culti dionisiaci a Capua e in Campania, a partire dalla fine del VI/inizio del V secolo
Διονύσιος ὁ Συρακούσιος – Dionysǐus Syracusanus (431/0-368/7 a.C.) Dionisio I di Siracusa detto il Vecchio (per distinguerlo dal figlio e successore) fu il più potente e longevo dei tiranni siracusani, e superò tutti gli altri per abilità politica e militare, riuscendo ad estendere il suo potere praticamente su tutta l'isola, eccetto l'estremità occidentale di pertinenza cartaginese. Suo merito fu quello di avere posto sullo stesso piano Siculi ed Elleni, cercandone l'integrazione in funzione della sua lotta contro Cartagine, che egli bloccò nelle sue mire espansionistiche pur con alterne vicende e ne limitò fortemente il potere costringendola a rinunziare per sempre ad ogni forma di dominio sulle città siceliote. In questo senso Dionisio si può ritenere un precursore della politica di Roma nel Mediterraneo e nella Sicilia. Geniale come politico e come militare (adoperò per primo, durante l'assedio di Mozia, nuove macchine militari, fra cui la catapulta), non fu da meno come amministratore della cosa pubblica, in cui seppe risanare e consolidare le deboli strutture finanziarie dello Stato. Nonostante queste sue qualità, e forse proprio per queste, divenne il bersaglio preferito della critica anti-tirannica di tutti i tempi, antichi e moderni. Attorno alla sua figura si formarono ben presto numerose storie e leggende, numerose quanto stravaganti, il cui aspetto negativo è che non si può né prestarvi fede, né rettificarle, né rifiutarle del tutto (Finley cit., p. 90). La personalità storica del tiranno risulta sfuggente, anche a volere diffidare delle fonti a lui avverse, quale lo storico Timeo, e dare più credito a Filisto (attraverso Diodoro) che, stretto collaboratore di Dionisio, si astenne, nella sua opera sulla Sicilia, dalle esagerazioni e dalle valutazioni fortemente negative presenti in altre testimonianze. In genere più favorevole a Dionisio si mostra Diodoro, anche se lo storico siceliota non tralascia di sottolineare gli insuccessi artistici del tiranno (cfr. nota a T1).
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Childhood Philosophy, 2005
Sezione Di Lettere, 2011
AM - Rivista della Società italiana di antropologia medica / Journal of the Italian Society for Medical Anthropology, 2024