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La meraviglia di fronte al mondo è un antico tema della filosofia. All'inizio, essa si presentava come sacro stupore e meraviglia cosmica. Col tempo, è giunta a contemplare l'esistenza dell'uomo e il suo rapporto con le cose. Una sintetica formulazione è di Ludwig Wittgenstein: “Ciò che è un mistero non è come il mondo sia, ma il fatto che esso sia”. Eppure il suo essere così e non altrimenti può a volte suscitare un sentimento affine allo stupore e diverso dalla meraviglia: lo scandalo. Mantenere la propria capacità di stupirsi per come va il mondo non sarà qualcosa di misterioso in sé, ma attendibilmente è il segreto di un pensiero vitale, contro ogni noia, conformismo o assuefazione.
The “Sustainable Development” discourse: A critique of an ideological fantasy. The current ecologic crisis challenges Western economic, social and political organisation. Nowadays neoliberal policies have become hegemonic but do not seem to be able to implement successful measures. The author proposes the main arguments of a critical study carried out through Lacanian Discourse Analysis on three environmental policy documents. This highlighted the role of «sustainable development» as ideological fantasy: one that obscures systemic contradictions in order to perpetuate them.
La “perfezione” (teleiótes) fin dai tempi del NT e soprattutto dal tempo della vita terrena di Gesù Cristo è stato l’imperativo e l’obiettivo principale dei membri della chiesa, una chiesa che nei primi secoli ha vissuto e praticato i precetti evangelici e apostolici esclusivamente “nel mondo”. L’insegnamento dei padri dei primi quattro secoli sulla questione della perfezione spirituale ha nel complesso un chiaro fondamento biblico, essendo soprattutto basato sulle parole di Gesù, ma anche sull’AT. La perfezione cristiana costituì una questione centrale anche nella primitiva letteratura monastica, la quale, come si è già accennato, adottò lo sviluppo teologico della perfezione spirituale dagli autori precedenti e in particolare da quelli della scuola alessandrina, Origene e Clemente di Alessandria, considerata anche la vicinanza geografica dei grandi centri del monachesimo egiziano al grande centro spirituale del cristianesimo primitivo, Alessandria.
Axis Mundi
Axis Mundi (http://www.axismundi.biz/) ha rappresentato per anni un punto di riferimento sapienziale di rara profondità. Gli invisibili autori, completato il ciclo di sviluppo, hanno silenziosamente chiuso il sito. Accettando solamente, rare volte, contributi esterni. A conclusione dei contributi del capitolo sulle leggi dell’Universo proponiamo la quinta parte: Le Leggi dell’Universo: la condizione dello spirito. Per coloro che avessero perso i precedenti contributi sul tema: https://www.academia.edu/39832674/Omaggio_ad_Axis_Mundi_-_Le_Leggi_dell_Universo_la_Legge_di_Creazione https://www.academia.edu/39255197/Omaggio_ad_Axis_Mundi_Le_leggi_dellUniverso https://www.academia.edu/39366715/Omaggio_ad_Axis_Mundi_-Le_Leggi_dell_Universo_la_Legge_di_Evoluzione Il lettore assiduo potrà verificare il Significato della monumentale quanto complessa Opera di AXIS MUNDI: “Operazione” tesa a proporre, suscitare “operatività”. Ogni ordine tradizionale che mantenga la continuità della trasmissione assume tale compito operativo come base fondante, se non addirittura di prerequisito per iniziare la Via. È una proposta di meditazione finalizzata all’operatività concreta, da sperimentare direttamente.
La sirena bicaudata, o bifida, la figura di donna con una doppia coda di pesce da lei saldamente tenuta in alto con le mani, è certamente il più frequente, oltre che incompreso, simbolo che nel medioevo romanico tra il X ed il XIII sec. troviamo inserito su mura e pavimenti di Chiese e Pievi cristiane. La sua diffusione è vastissima e spazia dalla Irlanda, dove con più frequenza si trova la simile ma diversa "Scheila-na-gig", fino a Francia, Spagna, Svizzera e, qui altamente presente, l'Italia. Qui la si vede a Como, Milano, Pavia, Lucca, Pienza, Modena, Ravenna, Sovana (Vt), Cerveteri (Roma) e poi, in modo particolare, in tutta la Puglia. In territorio pugliese infatti si vede a Bitonto (Ba), a Monte S.Angelo (Fg), a Galatina a Bagnolo (Le) e, in ben quattro chiese, a Lecce città. Elenco, questo, puramente indicativo e certamente incompleto. Indubbia quindi, si evince da tutto ciò, è la grande importanza e valenza cristiano-religiosa data a quella figura in quel periodo storico. Ma questa figura-allegoria però la vediamo testimoniata, evidentemente con una pari o simile valenza, già nel V-IV sec. a.C. in ambito etrusco in una necropoli a Sovana (Gr). Restando al medioevo quella figura, vuole poi notato, non si trova solo in Chiese e Pievi: seppure molto più raramente essa la si vede in vari palazzi nobiliari ed anche su qualche stemma, sempre nobiliare. Questo denota, vedremo come e perché, che quella figura era caricata di un aspetto filosofico, era legata ad una nobiltà intesa quale condizione dell'uomo, del filosofo socraticamente inteso. Più tarda, del 1555, è la grande statua di Sirena, corpo di donna e doppia coda di pesce, che si trova a Bomarzo (Vt) nel Parco dei Mostri e citata spesso, erroneamente a mio avviso, quale figura di Echidna. Largamente oggi incompresa, generalmente considerata una tra le tante figure di un supposto solo fantastico ed inspiegato "bestiario medioevale", essa è oggi al più suggerita secondo la lettura che delle Sirene, quelle classiche con una sola coda, è stata fatta a partire dal 300/400 dai padri della cristianità paolina : al più essa è considerata per come Ambrogio, assieme a tanti altri, la cita ovvero quale : < ..simbolo della melodiosa lusinga della voluttà. La voluttà del mondo ci lusinga anch'essa coi diletti della carne..> (U. Rahner-Le sirene di Ulisse). Ma quella figura dice ben altro, vediamo perché. La analisi del simbolo qui in esame, quello della sirena bifida, simbolo che manca di compiuti racconti mitologici che lo contemplino, deve con evidenza rivolgersi e partire da quanto ci è detto per le sue antenate Sirene omeriche. Sirene queste viste dapprima con volto femminile e corpo di uccello e poi, dopo alcune ibridi passaggi, con il corpo diviso: femminile per la parte superiore e di pesce, con una sola coda, per la parte inferiore. Su queste prime Sirene vedremo ora cosa si può dire e ricavare per potere, di conseguenza, capire come si può motivare e spiegare la lettura e l'uso in ambito "religioso-cristiano" della Sirena dalla doppia coda. Ultima importante nota è poi il fatto che, assieme ad Omero, di Sirene ci parla anche la tradizione giudaica. Per la versione della Settanta infatti, ci informa Rahner nel testo citato, i cui traduttori rendono il nome ebraico di una bestia sconosciuta con il greco "seirénes" cioè Sirene, ne dicono Giobbe (30.29), Isaia (13.21,22 ; 34.13 ; 43.20), Michea (1.8), Geremia (50.39). Quel termine, seirénes, in latino viene poi variamente riportato come "sciacallo o struzzo", ma anche Gerolamo, continua Rahner, traducendo direttamente dall'ebraico Is. 13.22, legge quel termine come Sirene. Ora, su tutte queste più antiche Sirene che per la iconografia ci sono mostrate ornitomorfe e poi ittiformi ma con una sola coda di pesce, possiamo vedere e dire che :-esse ci sono ben testimoniate sui sarcofagi questo fatto ci mostra una certa vicinanza delle Sirene all'animo umano. Esse sono infatti messe sui sarcofagi ad indicare un loro importante compito in quel momento di passaggio: accompagnano-seguono il defunto, la sua anima. Questa similitudine-legame con l'animo umano dalla critica è poco seguita ma così il loro ruolo nel momento del trapasso, generalmente ben riconosciuto, resta assolutamente inspiegato e misterioso. Vedremo proseguendo come e perché quella vicinanza può e deve invece essere portata a vera analogia.-esse hanno una doppia natura : in entrambe le forme con cui in antichità sono rappresentate, ornitomorfe ed ittiformi, si mette in evidenza la costante di una loro doppiezza di natura. Ma tale doppiezza resta pur anche interna ad una unica figura e pertanto più che dirci di "doppia natura quale origine-essenza" ci dice di una "doppia natura come carattere-azione" riportabile e riconducibile ad "una sola natura-origine-essenza. Non sempre considerato a pieno, questo aspetto è invece piuttosto importante, vedremo più avanti come e perché.-esse sono variamente attestate nel numero di due o tre, ma anche quattro o sei: stante ciò è evidente che tali dati numerici, in sé non possono né devono servire al nostro intento. Significativo è invece il fatto che, comunque, è di una pluralità che si dice. Anche Omero nel dirne usa un "duale" che facilmente voleva dire di una generica pluralità. La conseguenza che quindi si può trarre da ciò è il fatto che sono diverse le "azioni-strumenti-modi" coi
Una serie di affermazioni sparse in differenti contributi, di cui il saggio sulla ‘Mioriţa’ che qui si analizza, è uno dei più significativi, provano che da ultimo Spitzer stava rimeditando radicalmente il concetto di poesia popolare e, più in generale, i fondamenti popolari e folklorici della cultura europea. Riconsiderare il saggio sulla Mioriţa in quest’ottica potrà, in primo luogo, chiarire meglio il significato da assegnare al rinato interesse di Spitzer per le tradizioni popolari. Allo stesso tempo, crediamo che possa aprire qualche spiraglio sulla valutazione complessiva della sua attività critica durante il periodo americano, fase intensissima di studi e di progetti, come al solito sorprendente e inafferrabile, dominata, almeno dal 1942 in poi, dal grande e incompiuto laboratorio sulla Stimmung e sull’Armonia del mondo. Anche una parte dei materiali confluiti nel saggio sulla Miorița appartenevano con ogni probabilità allo sterminato cantiere dell’Armonia del mondo, erano stati verosimilmente raccolti e soppesati all’interno di quell’obrador critico e forse - è questa l’ipotesi che qui cerchiamo di verificare - erano destinati a completarne l’edificio, integrandone alcune parti e prospettive mancanti.
30/11/2024 - Festival del Classico, 7. Edizione. "Cosmo. La natura e i viventi", Torino, 28 novembre-1 dicembre 2024. Con Sergio Givone https://www.festivaldelclassico.it/laurora-del-pensiero-filosofico/ https://www.youtube.com/watch?v=8x5md-AuJGM&list=PLE2sPzBZPl7Ad_hf672B3kHYyFfQhypIg&index=8 https://open.spotify.com/episode/34jd5AXHy13duVQDTxSF6r?si=3838405e28f24a8e
La Stampa 30.07, 2018
Non capita spesso che questioni di teologia interessino il pubblico più vasto e, soprattutto, gli utenti dei social media. Le parole rivolte da Papa Francesco ai teologi riuniti a Sarajevo dal 26 al 29 luglio per la III Conferenza internazionale di “Catholic Theological Ethics in the World Church” sono state ritwittate e postate più volte, segnale della sorprendente presa, non solo in Italia, sulla situazione attuale: «In uno scenario così impegnativo e complesso c’è bisogno di persone e istituzioni che assumano una leadership rinnovata. Non serve il rumore dei proclami, che spesso rimangono vani; non occorre l’antagonismo tra chi gioca a fare il più forte. Abbiamo bisogno di una leadership che aiuti a scoprire e vivere un modo più giusto di stare al mondo come partecipi tutti di un destino comune».
Le parole della filosofia. Le metamorfosi del vocabolario del pensiero nella storia (a cura di Anna Motta e Lidia Palumbo), 2024
The paper aims at analyzing the concept of God elaborated by Spinoza in his Ethica, in order to show how such a concept, within Spinoza’s metaphysics, leaves the theological-religious paradigm derived from Scholasticism, which influences a modern thinker like Descartes too. Thanks to Spinoza, the concept of God comes back to a more authentic philosophical thought and changes also the concept of world that escapes a creazionist view of reality. Spinoza’s way of thinking God and world will affect the future German Idealism crucially.
Revista di estetica, 2013
This essay explores Nietzsche's visit to Orta, including his visit with Lou von Salomé to Sacro Monte. Yet there are two Sacri Monti, one at Orta and one, some distance away, at Varallo. Lou reports that Nietzsche described this visit as the «most charming dream» [entzückendsten Traum] of his life and scholars have concluded that this dream refers to Nietzsche's erotic moment -just a kiss -with Lou. This essay argues for a hermeneutico-phenomenological consideration of the locus itself: featuring nearly a dozen (doubled that number at Varallo) architecturally unique oratories and hundreds of brilliantly painted, nearly life-size statues set in landscape designed to recreate the particular atmosphere of the Mediterranean world, both Jerusalem and Athens, transposed to the north of Italy. This "weather" would have captivated the Nietzsche who worked on the intersection between what texts tell us about antiquity and the world, the "barest hem of which", as he once put it, we cannot begin to touch.
[RECENSIONE] M. VISCOMI (2018), Il sacro in Martin Heidegger. I “venturi” e “l’ultimo Dio”, Germanica Orthotes Editrice, Napoli 2018, (Critical Hermenutics), 2019
Il tremore rompe la calma del silenzio. Sorge la parola. L'opera di parola che scaturisce a tal modo lascia apparire la co-appartenenza del Dio e dell'uomo. La poesia rende testimonianza del fondamento della loro co-appartenenza, testimonia il Sacro M. Heidegger, La poesia di Hölderlin La questione del Sacro, non immediatamente centrale all'interno della riflessione heideggeriana e degli studi critici su di essa formulati, svolge invece, nella proposta ermeneutica di Marco Viscomi, giovane dottore di ricerca in Filosofia, «una delle architravi della sua meditazione sull'Essere» (Viscomi 2018: 15), un termine imprescindibile in quanto, nella sua inattualità, continua a destare dal sonno dogmatico di un mondo sempre più funzionalizzato ogni essere umano che decide di incamminarsi sui sentieri del pensare originario, lasciandosi così interpellare dalla domanda filosofica fondamentale sull'essenza dell'umano, del divino e dell'intera realtà che lo circonda. L'alveo dal quale si dipana l'impegno di ricerca dell'autore prende avvio dai famosi Contributi alla filosofia del filosofo di Messkirch, stagliandosi però aldilà di essi, in direzione del nostro presente e in vista della formulazione di nuovi possibili orizzonti futuri: è necessario, infatti, andare aldilà del linguaggio brachilogico e impervio heideggeriano per non rimanere invischiati nei limiti della sua Recensione 272
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www.axismundi.biz, 2009
Civiltà delle Macchine, 2020
"Annali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice", 2018
Alessandro Corsi, 2020
Mediaevalia, textos e estudos, 2022
G.M. Prati, A. Coscia (a cura di), Il racconto del Graal. Un mito universale fra storia, culture e simboli, 2021
2018 - in "MATHERA", anno II n. 3, pp. 26-32
Chora, Revue des'études anciennes et médiévales, vol. 9/10, 2011