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2023, L'Arcangelo insussistente, una tela di Luca Giordano ritrovata nei depositi di Palazzo Abatellis
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L'ARCANGELO INSUSSISTENTE Il libro che si è presentato mercoledì 8 novembre 2023 presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, tratta del rinvenimento di un importante dipinto del pittore napoletano Luca Giordano, maestro del barocco, una grande pala d’altare scomparsa da più di settant’anni e per questo assolutamente sconosciuta alla Critica d’Arte. Il volume, edito dalla Associazione Genius Loci Palermo, divulga le circostanze del rinvenimento del dipinto da parte dell’autore del testo, Carmelo Lo Curto, e documenta la successiva ricerca archivistica condotta dallo stesso autore che ricostruiscono le vicende dell’opera da quando essa venne dipinta dal famoso pittore, noto ai contemporanei come "Luca fa presto" sia per facilità di mano che per sveltezza di esecuzione, alla sua rimozione dall'altare sul quale essa era collocata, sino al trasferimento da Napoli a Palermo dove venne esposta al pubblico sino a quando se ne persero le tracce, vivendo in clandestinità, insussistente, sotto mentite spoglie. Edizioni Genius Loci Palermo, [email protected]
Obiettivo strategico: degradare il ruolo, i compiti e la collocazione celeste di Sant' Uriele dislocandolo dalla posizione apicale dallo stesso scritturisticamente detenuta in IV° Esdra per portarlo nel penultimo grado delle classificazioni celesti. Eliminare il quarto arcangelo per privilegiare la teologia triadica di Proclo.
Opera:-Coelesti Hierarchia, cap IX/2/II Dell'ultima gerarchia celeste che comprende i principati, gli arcangeli e gli angeli": «Perciò i teologi assegnano agli Angeli la presidenza delle nostre gerarchie, attribuendo a S. Michele il governo del popolo ebreo, e ad altri il governo di altri popoli (Daniele X); poiché l'Eterno ha limitato le nazioni in ragione del numero degli Angeli (Deuteronomio XXXII)…» .-Summa Theologica, T I°, q.113 n.3: «Per conseguenza, la custodia delle collettività umane spetta all'ordine dei Principati, o forse agli Arcangeli, il cui nome significa Angeli Principi: tanto è vero che Michele, il quale è un Arcangelo, vien detto in Daniele "uno dei principi". Salendo, vengono le Virtù che esercitano la custodia su tutte le nature corporee. Salendo ancora, vengono le Potestà che stanno a guardia dei demoni. Da ultimo, vengono i Principati che, secondo S. Gregorio, fanno da custodi agli spiriti buoni». Periodo di realizzazione : 1 a Fase-V°-VI° secolo e 2 a Fase XIII° secolo. Corollari liturgici : plurificazione di San Michele; dottrina dell' aumento di potenza. ___________________________________________________________________ La prima e più eccellente vittima delle "teorie di abbassamento", di cui abbiamo parlato nella parte generale di questo studio è stata nientemeno che il Principe degli Angeli, vincitore di Satana e difensore di Dio: San Michele Arcangelo, che dal vertice serafico delle regioni celesti è stato scagliato giù, fino a divenire un semplice angelo custode o meglio un Arcangelo, ma nell'accezione negativa del termine ovvero di semplice spirito dell'ottavo coro angelico, superato da ben 7 Cori superiori e da miriadi di angeli a questi appartenenti. Chiamato «Arconte Massimo» (arcon o megas) ed anche « Archistratega delle virtù del Signore» (archistrategos dynameos kurion) nelle LXX e «Gran Principe» (sar haggadol) nella tanakh, San Michele Arcangelo che combatte contro i «Sarim Malkut» cioè i demoni che hanno domini sui popoli, c.d. Dominazioni o Signorie-in greco: Kyriotetes, e contro le Potenze o le Autorità,-in greco: Exiusiai, del principe di questo mondo-in greco: o Arcon Tou Cosmou Toutou, fa scritturisticamente parte del gruppo dei «Primi Principi», in ebraico "Hassarim hari'shonim" e in greco "Proton Arcontes o Protoktistoi , Angeli creati per primi da Dio e in numero di sette innanzi al suo Trono (Tb. 12,15-Ap. 1,4): messaggeri incommensurabilmente superiori a tutti gli altri. Non è questa però la lettura della teologia cattolica che deriva direttamente dagli studi esegetici di pseudo-Dionigi l' Aeropagita e di Tommaso d'Aquino. Esiste-senza dubbio-una sola figura che interpreta dal punto di vista escatologico un ruolo fondamentale per la salvezza del popolo eletto e questa non è che San Michele, che ha il compito di debellare le forze del male capeggiate da satana, che si ribellò a Dio volendo divenire come lui e fu combattuto dal grande Arcangelo per eccellenza, così come descritto nella Sacra Scrittura. Michele riceve nella Bibbia tutti titoli di nobiltà: è infatti l' Angelo-Principe per eccellenza , l' Archistratega delle forze armate del Signore, il Capo degli Angeli, il primo difensore delle ragioni divine. Cardinale Lepicier, Francisco Sylvius, i gesuiti Franciscus Toletus, e Gabriel Vasquez, ritenevano che l'appellativo "Arcangelo" con riguardo a San Michele appartenesse ad uno dei Principati 2. Aderendo a questa teoria, dunque, per combattere il male, San Michele otterrebbe un messaggio molto mediato, dapprima dai Serafini e poi attraverso i Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potestà ed infine Principati.
Obiettivo strategico: degradare il ruolo, i compiti e la collocazione celeste di San Gabriele dislocandolo dalla posizione apicale dallo stesso scritturisticamente detenuta, come in Lc 1,19 per portarlo nel penultimo grado delle classificazioni celesti. Autori dell'abbassamento: pseudo-Dionigi Aeropagita ; S. Gregorio Magno. Opera:-Gerarchie Celesti cap. VIII/2/IV «E non riconosciamo ancor più nettamente questa distinzione gerarchica degli angeli…vedendo che chiama l'arcangelo Gabriele e gli dice:
Obiettivo strategico: degradare ruolo, compiti e collocazione celeste di San Raffaele, dislocandolo dalla posizione apicale e verticistica dallo stesso scritturisticamente detenuta, in Tb 12,15 per portarlo nel penultimo grado delle gerarchie celesti. Distruggere la presenza reale dei Sette Arcangeli in Tb. e Ap. trasformandoli in allegorie liturgiche. Autore dell'abbassamento: S. Tommaso D'Aquino. Opera:-Summa Theologica, T I°, q.112, n.3: «Un angelo fu mandato per ministero a Tobia. Eppure esso dichiarò di sé [Tb 12, 15]: "Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che stanno al cospetto di Dio". Quindi anche gli angeli che sono mandati stanno al cospetto di Dio … Se gli angeli inferiori non appartengono al numero degli angeli assistenti, ciò dipenderà dal fatto che essi non ricevono le illuminazioni immediatamente da Dio, ma per mezzo degli angeli superiori… Tutti gli angeli assistenti vedono alcune cose immediatamente negli splendori della divina essenza: perciò si dice che è proprio di tutta la prima gerarchia essere illuminata immediatamente da Dio. Ma gli angeli superiori vedono più cose degli angeli inferiori, e su di esse illuminano gli altri: come anche tra coloro che stanno intorno al re, alcuni conoscono più segreti di altri». Periodo di realizzazione: XIII° secolo. Corollari liturgici: divaricazione tra Angeli assistenti e ministranti; sparizione dei Sette Arcangeli. ___________________________________________________________________ UBI EST RAPHAEL? Lo pseudo-Dionigi, stranamente, nel descrivere le Gerarchie e i Cori del suo sistema, parla di Gabriele e di Michele, ma non parla mai di Raffaele! Perché? La questione rimane senza risposta! Ovviamente gli interpreti successivi dell'opera se lo sono chiesto. Tale carenza può spiegarsi forse con l'imbarazzo dell'espressione utilizzata da Raffele in Tb 12,15, che introduce a) non solo l'idea di Sette Arcangeli principali, ma anche, quel che è peggio per l'angelologia classica, b) la possibilità da parte di spiriti assistenti di essere inviati per compiti e ministeri esteriori, che di solito si attribuiscono solo ai ministranti.
in "Bibliomanie", n. 19, 2009
Saggio sulla fortuna di Othello nel Novecento
Il soggetto dell'inconscio. Recensione di Massimo Recalcati, Elogio dell'inconscio. Dodici argomenti in difesa della psicoanalisi, Bruno Mondadori, Milano 2007 di Claudio Tugnoli
Studio e ricerca Avv. Carmine Alvino URIELE NELLE TRADIZIONI EBRAICHE URIELE è il quarto Angelo più importante nelle tradizioni ebraiche, con Oltre 44 occorrenze , anche se non è tale in ordine di menzioni, dato che al quarto posto c'è il misteriosissimo Metatron, che però potrebbe avere una origine non angelica essendo in alcune fonti la versione glorificata di Enoc, portato in Cielo. Nella speciale Gerarchia del Mercabah, Uriele è al quarto posto, ancorché non diversificato apertamente rispetto agli altri spiriti del Carro, ma in senso mistico. La divisione possiamo compierla pensando ai 3 Angeli inviati ad Abramo, che sono Michele, Gabriel e Raffaele. Uriele non c'è e pertanto possiamo immaginarlo al di sotto di questo spirituale trittico-ma non vi è nulla di certo, perché poi Uriele è affidatario di un compito profetico molto importante, anzi a dir poco fondamentale, illuminare da solo il grande patriarca Esdra. La Pirke di rabbi Eleizer 4:3, ci presenta infatti le: " Quattro classi di angeli ministranti-che-ministrano e lodano il Santo e benedetto: il primo campo (guidato da) Michele alla sua destra, il secondo campo (guidato da) Gabriele alla sua sinistra, il terzo campo (guidato da) URIELE davanti a Lui, e il quarto campo (guidato da) Raphael dietro di Lui; e la Shekhinah del Santo, benedetto Lui, è al centro". Anche le leggende degli ebrei di Louis Ginzberg Libro, 1: 1: 31 ci dice infatti che: « I più elevati di rango sono quelli che circondano il Trono Divino su tutti i lati, a destra, a sinistra, davanti e dietro, sotto la guida degli arcangeli Michele, Gabriele, URIELE e Raffaele". Da questa tradizione, midrashica e talmudica, promana una bellissima preghiera chiamata del Beshem Ashem, che si recita prima di andare a dormine: « Nel nome di Adonoy, Dio di Israele: alla mia destra [mano] Michael, alla mia sinistra [mano] Gabriel, prima di me URIELE, dietro di me Raffaello, e sopra la mia testa, la Presenza dell'Onnipotente". Questi quattro corrispondono ai quattro lati dell'accampamento israelita, circondato dagli stemmi delle tribù di confine. Il nome di un principe dell'accampamento di Dan rivolto a nord era chiamato Uriele.
Fare strumento. Composizione, invenzione del suono e nuova liuteria: A cura di Gabriele Manca e Luigi Manfrin, 2018, 2018
Erano i Parametri, o perlomeno tutti si comportavano come se lo fossero […] si diceva che opprimessero una numerosa schiera di fratelli minori, a quel tempo dediti all'accattonaggio in regioni lontanissime e impervie. […] Se ne parla ancora, laggiù, dei Parametri. Ma nessuno, né qui né altrove, sa dire dove siano andati.
Era estate quando il direttore del giornale mi domandò se volevo fare un giro per il mondo fermandomi soprattutto in Oriente. Naturalmente, spiegò, bisognava attendere che la stagione delle Grandi Piogge fosse finita: insomma avrei dovuto partire in inverno. L'espressione Grandi Piogge ha sempre il suo effetto, un po' come dire "il duca di Norfolk mi ha raccontato..." oppure "non so se conosci quel ristorantino in via Cecov a Leningrado...". Perfino un giornalista uso a recarsi in paesi lontani e privo di qualsiasi illusione sull'eccezionalità di certi viaggi finisce col restarne impressionato, e interessarsi alla cosa. «Perché no? », risposi. «Che dovrei fare in Oriente? ». Avrei dovuto fare, egli aggiunse, un reportage sulle donne. E a questo punto l'espressione Grandi Piogge perse il suo effetto. Per quanto mi è possibile, evito sempre di scrivere sulle donne o sui problemi che riguardano le donne. Non so perché, la cosa mi mette a disagio, mi appare ridicola. Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come lo sport, la politica e il bollettino meteorologico. Il padreterno fabbricò uomini e donne perché stessero insieme, e dal momento che ciò può essere molto piacevole, checché ne dicano certi deviazionisti, trattare le donne come se vivessero su un altro pianeta dove si riproducono per partenogenesi mi sembra privo di senso. Ciò che interessa gli uomini interessa le donne: io conosco uomini (assolutamente normali, badate) che leggono Harper's Bazaar e donne (assolutamente normali, badate) che leggono il "fondo" del Times: ma non per questo sono più cretini o cretine degli altri. Così, quando qualcuno mi chiede: «Lei scrive per le donne?» oppure «Lei scrive sulle donne?» io mi arrabbio profondamente.
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Sud Est. Vagabondaggi estivi di un settentrionale in Puglia, 2006
v. 34 n. 3, 2011
Daniele Manacorda (a cura di Nicoletta Balestrieri, Giulia De Palma, Valeria Di Cola, Giulia Facchin, Mirco Modolo, Adelina Ramundo) IL MESTIERE DELL’ARCHEOLOGO, Guide 19, Edipuglia 2020., 2020
L'OGGETTO "DISEQUILIBRANTE", Ugo La Pietra, 2021
Archivio di filosofia, XCII, 2024
in A. Aprà (edited by), "Alberto Lattuada. Il cinema e i film", Marsilio, Venice , 2009
Il curioso Impertinente, 2019