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2021, XXIV Congresso Adi - Panel: letteratura e potere nelle riviste tra le due guerre a c. di E. Fratocchi e D. Raffini
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Letteratura e Potere/Poteri - Atti del XXIV Confresso ADI (Catania, 23-25 settembre 2021) , 2023
Il rapporto tra letteratura e potere tra le pagine dell'«Almanacco della donna italiana»
Gli atti sono stati pubblicati con la collaborazione di: Ottavia Branchina, Sebastiano Italia, Ninna Martines.
Associazione degli Italianisti - Università degli Studi di Catania, 2021
Intervento intitolato: "Sulla soglia della fine. Ipotesi interpretative sulla narrativizzazione del collasso dell’umano da 'Corporale' alla letteratura italiana contemporanea. Messa al bando la componente escatologica dell’Apocalisse di matrice biblica, che rimane però archetipo narrativo secolarizzato, la letteratura del XX secolo ha continuato a interrogarsi sulla fine del mondo, delineando due principali ramificazioni tematiche, divergenti ma complementari: da un lato la rappresentazione di una realtà post-apocalittica (o post-catastrofica), dall’altro la messa in scena di un’attesa logorante e paranoica per l’imminente collasso della civiltà. Di questa seconda propaggine esempio paradigmatico è certamente 'Corporale' di Paolo Volponi (1974), in cui la fine del mondo assurge a simbolo dell’avvento non procrastinabile della società tecnocratica. Il contributo si propone di esaminare, delineando un asse interpretativo che ha come punto di partenza Corporale, le risorse espressive e linguistiche, le strategie stilistiche e narrative, mediante cui il tema apocalittico viene declinato e rappresentato nel panorama letterario italiano contemporaneo, in special modo in due opere – 'Le cose semplici' di Luca Doninelli (2015) e 'Esecuzione dell’ultimo giorno' di Lorenzo Chiuchiù (2020) –, che si muovono nel limbo poroso e frastagliato che divide un “prima”, esistenziale e sociale, da un “dopo”, in cui la rovina e il disastro, individuali o collettivi, divengono cronotopi fondanti della narrazione, indirizzi di movimento sostanziali a cui è possibile far fronte solamente slanciandosi oltre la distruttività del reale o sprofondando verticalmente nel proprio spazio vitale.
2022
Abstract: This article examines the concept of “Lager” which recurs insistently in the tragedy Calderón, especially the intersection of this word with others, such as “institutions” and “society”, focusing on the prison semiosis of the dream to outline the new reconfiguration of the world after 1968. Moreover, it dedicates particular attention to aphasia as a stylistic and expressive choice. The article also shows how Pasolini’s reflections meet those of Jakobson on the theme of aphasia. Keywords: Pier Paolo Pasolini, Calderón, Lager, Internment, Institutions, Roman Jakobson, Aphasia. Abstract in Italian: Il presente articolo esamina il concetto di “Lager” che ricorre in maniera insistente nel contenuto della tragedia Calderón, in particolar modo l’intersezione di questa parola con altre, come “istituzioni” e “società”, soffermandosi sulla semiosi carceraria del sogno per delineare la nuova riconfigurazione del mondo dopo il ’68. Una particolare attenzione è dedicata all’afasia come scelta stilistica ed espressiva. Si presenta, inoltre, come sul tema dell’afasia le riflessioni di Pasolini incontrino quelle di Jakobson.
L'intervento prende in esame la produzione critica di Carlo Muscetta sulla rivista «La Ruota» dal 1940 al 1941 e si occupa di evidenziare l'ambivalenza che percorre la sua attività critica sulla rivista, che è orientata alla contestazione delle politiche culturali fasciste, ma al contempo è influenzata dalla retorica ufficiale del regime.
L’equivoco come libertà: declinazioni comico-dialogiche nella commedia de Gl’Ingannati, 2023
Letteratura e Potere/Poteri Atti del XXIV Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti) Catania, 23-25 settembre 2021 a cura di Andrea Manganaro, Giuseppe Traina, Carmelo Tramontana Roma, Adi editore 2023 Isbn: 9788890790584
Il seguente studio si propone di esaminare la rappresentazione dei rapporti tra letteratura e potere in due opere narrative: il romanzo Notturno cileno di Roberto Bolaño e L'orgia di Praga, epilogo della trilogia di Zuckerman, di Philip Roth. La prima parte è dedicata a sintetizzare la vita e soprattutto l'opera di Roberto Bolaño, esaminando non solo le tematiche che fanno da fili conduttori alla sua produzione letteraria, ma anche quali sono nei suoi romanzi gli elementi di continuità e discontinuità all'interno della tradizione latinoamericana e più in generale di quella occidentale. Viene sottolineata la concezione di letteratura per Bolaño, fondatore di un'avanguardia poetica messicana negli anni settanta che considerava indissolubile il connubio tra la sfera esistenziale e quella artistica, non dimenticando gli aspetti comuni e peculiari rispetto alla nuova generazione di narratori latinoamericani rappresentata dal manifesto del Crack e dall'antologia McOndo. Nella seconda e terza parte del lavoro sono stati analizzati i romanzi Notturno cileno e L'orgia di Praga, mettendo in risalto la diversa rappresentazione dei rapporti tra la figura del letterato nel Cile di Pinochet e nella Cecoslovacchia occupata dall'Unione Sovietica, e sottolineando l'impossibilità per la letteratura di costituire idealmente uno spazio privilegiato al riparo dalle situazioni storiche contingenti. L'orgia di Praga grazie a una visione diretta ed esterna dei fatti - tramite i taccuini redatti dallo scrittore americano Nathan Zuckerman - rivela le condizioni di vita degli artisti praghesi oppressi dal regime sovietico e le scelte che questi ultimi operano nei confronti di esso - esilio, dissidenza interna o adesione - , offrendo tramite voci discordanti un quadro della vita intellettuale praghese e demistificando al contempo la semplicistica visione occidentale volta alla banalizzazione dell'altro. Viene sottolineato come in Roth l'effetto reale venga creato per mezzo di uno scrupoloso utilizzo di dettagli, tramite l'attenzione al dato politico e sociale, così come la cornice storica risulta sempre nitida e dai contorni definiti, partendo spesso da esperienze autobiografiche, dal documento e dalla presa che esso esercita sulla realtà. In Notturno cileno, invece, attraverso una visione interna al Cile del secondo Novecento - recuperata interamente grazie al ricordo - viene messa in scena tramite il personaggio di Urrutia la silenziosa adesione del poeta nei confronti della storia, facendo emergere attraverso i rapporti tra gli intellettuali e la dittatura cilena la malafede e l'ipocrisia che avvolgono il mondo delle lettere. Viene sottolineata la novità nella narrativa dello scrittore cileno, che risiede nel modo in cui ottiene un effetto realistico facendo convivere sullo stesso palcoscenico personaggi fittizi assieme ad altri la cui esistenza è storicamente documentata - nella maggior parte dei casi si tratta di scrittori - e contemporaneamente nel modo con il quale comprime i dati spazio temporali spogliandoli da coordinate precise e facendoli confluire in un vortice chiamato storia. Storia che non assume mai nelle opere narrative di Bolaño un'impalcatura solida, non rappresenta una cornice o un palcoscenico in cui i personaggi si muovono e da cui vengono determinati, ma pare avere un andamento circolare senza punti di congiunzione, tanto che persino i singoli istanti sembrano squagliarsi perdendo ogni principio di unicità. Viene infine analizzato l'elemento comune alle due opere narrative, ovvero l'utilizzo di personaggi finzionali che muovendosi in quadri verosimili riescono a esplorare l'esistenza, creando in questo modo un supplemento dell'esperienza reale e storica attraverso la quale le relazioni tra letteratura e potere vengono scandagliate nelle loro molteplici circostanze. Sotto questo aspetto i due romanzi convergono, distaccandosi nettamente dalla fredda adesione al documento e dalla pretesa di verità propria della docu-fiction.
prende in esame la prima formulazione del paradigma del «neo-umanesimo», attraverso il quale Muscetta definisce il ruolo dell'organizzatore culturale e il rapporto tra cultura e società. A tale proposito ci si concentrerà sulla rubrica Il Corriere delle lettere, tenuta da Muscetta su «Primato» nel 1942, per valutare il suo approccio al mercato librario, confrontandolo con le proposte e le polemiche sviluppatesi attorno alla collana «Universale Einaudi», da lui diretta nello stesso anno. Al contempo, si valuterà il tentativo di Muscetta di integrare lo storicismo crociano che aveva caratterizzato la sua formazione giovanile con altre metodologie di analisi, essenziali alla comprensione del progetto implicito nella categoria di «neo-umanesimo». Attraverso l'esposizione, emergerà in che modo Muscetta intenda il rapporto tra l'attività critica, il lavoro editoriale e le politiche culturali del fascismo.
«Griseldaonline» 22, 1 | 2023, pp.101-113, 2023
The article describes the circumstances of the discovery and the methods of reordering the archive of «Il semplice. Almanacco delle prose». Giving the physiognomy of the fund, consisting mainly of correspondence and stories, some exemplary documents are presented, including an unpublished text by Gianni Celati and another one likely to be attributed.
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Etica & Politica, 2022
"La Frusta Letteraria"
«Nuova Secondaria», XXXVI, n. 9 (maggio 2019), pp. 62-65 [ISSN1828-4582], 2019
Contronarrazioni Il racconto del potere nella modernità letteraria Atti del XXII Convegno Internazionale della MOD 17-19 giugno 2021 a cura di Elisabetta Mondello, Giorgio Nisini, Monica Venturini, Tomo II, 2023
DOAJ (DOAJ: Directory of Open Access Journals), 2017
Il racconto del Mezzogiorno da De Sanctis al familismo novecentesco: prospettive e utopia, 2019