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La letteratura creativa come storia a cura di Paolo Favilli FRANCOANGELI IL LETTERATO E LO STORICO Storia e letteratura, due campi conoscitivi separati, ma, a guardar bene, in reciproco sconfinamento, due sfere e due linguaggi complementari strettamente intrecciati. Questa indicazione che Alberto Asor Rosa ha posto all'inizio delle riflessioni di cui è composto questo libro, non configura alcuna delimitazione di spazio, ma apre ad un territorio ampio e analiticamente fecondo. La letteratura è in grado di dirci il vero sulla realtà in una costruzione policromatica che tramite il gioco delle linee e dei colori mette in evidenza le diverse prospettive (in particolare quella della profondità) del quadro. La verità della storia non può prescindere dal tempo e dal luogo della realtà oggetto di studio. Le sue verità non possono essere altro che «storicamente determinate». Le verità della letteratura e della storia non sono in contraddizione, anzi, insieme sono in grado di rendere più illuminato il nostro panorama conoscitivo. Sappiamo bene che se apparenza fenomenica e realtà coincidessero non ci sarebbe bisogno di scienza. Non ci sarebbe, però, bisogno neppure di letteratura.
Fiume 1919-2019. Un centenario europeo tra identità, memorie e prospettive di ricerca, Il Vittoriale degli Italiani, 5-7 settembre 2019
L’intento di questo intervento è gettare luce sull’opportunità di un’indagine letteraria per lo studio del proverbiale «ordine lirico» che D’Annunzio invoca a presiedere Fiume legionaria. Fiume dannunziana si costituisce presto come un’infaticabile fabbrica di memoria letteraria, di narrazioni a fine artistico e propagandistico. L’ambizione di tradurre l’eccesso di vita della città in pagine di letteratura ha messo alla prova un gruppo nutrito di legionari-letterati, che riescono a trovare una voce indipendente rispetto alla vulgata dannunziana e adottano strategie retoriche individuali, dando vita a un caleidoscopio di soluzioni narrative. Questo intervento esplorerà le componenti vitalistiche e festive della narrativa legionaria, ma non mancherà di indagare l'elaborazione letteraria del trauma dovuto alla fine tragica dell'impresa che emerge negli scritti della legionaria Mary Vitali. Di prossima pubblicazione per i tipi di Silvana Editoriale.
Ogni tentativo di ricostruzione della biografia di Ctesia deve confrontarsi con un ostacolo pressochè insormontabile: mentre intorno alle figure di Erodoto, Tucidide e Senofonte si è sviluppata una tradizione biografica almeno in parte indipendente dai loro testi, per Ctesia non si dispone né di una Vita di origine erudita, né di notizie isolate sicuramente autonome: tutto quel che si conosce dello storico di Cnido è interamente riconducibile alle sue opere. 1 Della sua biografia si conosce inoltre solo il segmento coincidente con il soggiorno in Persia: nulla si sa invece non solo del periodo successivo alla pubblicazione dei Persika, ma anche di quello precedente l'arrivo a corte -segno che con ogni probabilità Ctesia parlava di sé solo come personaggio della propria narrazione storica, senza ‹integrare› con excursus autobiografici dedicati agli eventi che cadevano al di fuori della cornice cronologica imposta dalla materia.
Settimana News, 2020
Presentiamo il report della ricerca Sul rapporto con la Scrittura e la storia degli uomini svolta, tramite un questionario semi-strutturato, tra il clero e alcuni gruppi di laici di una diocesi italiana con una storia specifica.
Nel 240 a.C. fu rappresentato per la prima volta da Livio Andronico un testo scenico in lingua latina. Si tratta della data di nascita della letteratura latina, che nacque già "adulta" grazie allo stretto confronto con i modelli greci, che ne comportò una precoce maturazione. Le più antiche testimonianze della lingua latina si trovano nelle iscrizioni su pietra e bronzo (Cista Ficoroni), su alcune fibbie (Fibula Praenestina) e nei primi documenti: i fasti, calendari romani di carattere ufficiale che ogni anno i pontefici, le massime autorità religiose di Roma, stabilivano e divulgano pubblicamente. I giorni dell'anno erano divisi in fasti e nefasti a econda che in essi fosse permesso o vietato il disbrigo degli affari pubblici. Ben presto divennero più specifici e si arricchirono di altre informazioni: fasti consulares, fasti pontificales, fasti triumphales; la tabula dealbata, la tavola che il pontefice massimo usava per esporre pubblicamente i nomi dei magistrati dell'anno in corso e gli avvenimenti di pubblica rilevanza (date di trattati, dichiarazioni di guerra, fatti degni di nota, eventi climatici…). Dopo essere state depositate anno per anno, queste registrazioni presero il nome collettivo di annales e cominciarono a formare una vera e propria memoria collettiva dello Stato romano. Ebbero enorme impulso per la struttura delle opere storiografiche latine, in particolare per Livio e Tacito. Per Annales Maximi si intende la raccolta degli annales degli ultimi 280 anni riunita dal pontefice Publio Muzio Scevola in età graccana. Si tratta di una tipologia di opere "non professionali", caratterizzate da un apporto di informazioni e memorie personali (appunti, memorie, osservazioni). L'origine di questa produzione risale a una pratica dei magistrati di età repubblicana, che sceglievano di tenere una sorta di diario dei provvedimenti e degli eventi principali del proprio periodo di carica. Se depositati presso i collegi sacerdotali assumevano un carattere di documentazione ufficiale. Primordi dell'Oratoria L'oratoria delle origini era considerata l'unica attività intellettuale veramente degna di un cittadino di elevata condizioni. Il suo fine era quello di "convincere", base necessaria per poter affrontare una degna carriera politica. Appio Claudio Cieco è una figura semileggendaria ed è ritenuto l'iniziatore della retorica. Nato da una famiglia nobilissima, fu console nel 307 e nel 296, censore nel 312, poi dittatore. Sembrerebbe aver combattuto contro Etruschi e Sabini, aver vinto i Sanniti nella terza guerra sannitica, aver permesso l'ingresso dei plebei in Senato. Come censore promosse fondamentali opere pubbliche (l'acquedotto acqua Claudia/Appia e la via Appia). La tradizione ne celebra l'efficacia e l'abilità oratoria. Il suo discorso contro le trattative di pace con Pirro è ritenuto da Cicerone come il primo discorso ufficiale pubblicato a Roma. Nell'età delle origini erano comuni delle formule misteriose, coniate in una lingua arcaica, spesso ritmate e ricche di assonanze, oscure già per i dotti di età classica. Si trattava dei cosiddetti carmina (carmen < cano "canto"). La definizione di carmen non riguarda il contenuto del testo -che andava dal proverbio allo scongiuro, dal precetto patetico al giuramento, dalla profezia alla preghieraquanto piuttosto la forma, una sorta di prosa dotata di una tessitura ritmica molto intensamente segnata e percepibile, caratterizzata da ripetizioni foniche (allitterazione) e morfologiche, e soprattutto dalle corrispondenza fra i membri (cola) della frase. Una prosa segnata quindi da forti effetti di parallelismo verbale. Carmina Religiosi Le più antiche forme di carmina pervenuteci riguardano una produzione di carattere religioso e rituale. il carmen Saliare veniva intonato dal collegio sacerdotale dei Salii, istituito, secondo la tradizione, da Numa Pompilio. I Salii erano i dodici sacerdoti del dio Marte, che ogni anno nel mese di marzo recavano in processione i dodici scudi sacri, gli ancilia: uno di essi era famoso perché si credeva fosse caduto dal cielo. La processione si svolgeva in una danza rituale in tre tempi (detta tripudium perché battevano tre volte, ritmicamente, il pede a terra), accompagnata da percussioni ottenute battendo gli scudi con le lance, i Salii proferivano formule sacre, espresse in un linguaggio che era incomprensibile già per i Romani di età storica: ne abbiamo tracce assai oscure; © ALESSANDRO IANNELLA DI 4 108
Opus Incertum. Rivista di storia dell'architettura, 2022
The essay examines the function of epigraphical decorations in the houses built by some of the most prominent Italian men of letters active between 1450 and 1550: Pontano, Rota and Sannazaro in Naples, Ficino in Florence, Trissino in Vicenza, Ariosto in Ferrara and Giovio in Como. While demonstrating that these dwellings were specifically conceived and used as the homes of men of letters, it also points out a growing reluctance over time to apply inscriptions in their decoration, particularly in the design of the exteriors. This may be connected to the functions of such houses, partly intended to host learned conversations which were stimulated not exclusively by written texts but also by various kinds of material items. This practice could enhance the categorising of their literary dwellers as ‘poeta faber’, thus adding to self-fashioning strategies designed to highlight the versatile talents of these men of letters.
Giuseppe Marrone, «Sono finiti i tempi in cui scoprivamo l'America».
Anteprima di una raccolta di esercizi per l'analisi del testo letterario.
"Sinestesie", XXIX, 2023, numero speciale, 2023
Nel quadro complessivo dell’epistolario manzoniano, caratterizzato dalla tensione dialogica e dal rigore logico, il saggio esamina alcuni esempi di lettere di carattere saggistico, evidenziandone i caratteri di fondo e alcune delle strategie stilistiche in esse impiegate. Si evidenzia in particolare come la lettera saggistica, tradizionale forma retorica della dissertazione filosofica, morale e letteraria, si strutturi, nel caso di Manzoni, sulla mimesi del confronto dialettico, e sia vivacizzata, a livello sintattico e lessicale, dal modello della discussione in presenza e a viva voce. This essay examines some examples of essay letters within the overall framework of Manzoni's epistolary, which is characterized by dialogical tension and logical rigor. The analysis highlights the underlying characters of essay letters and some of the stylistic strategies employed in them. It demonstrates how Manzoni's letter is structured on the mimesis of dialectical confrontation and enlivened at the syntactic and lexical level by the model of discussion in presence and viva voce.
contributo presentato al Convegno “La Storia al servizio della fiction”, Université Paris-Sorbonne, Parigi, 4-6 giugno 2014
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L'uscita dell'eroe dalla cornice dell'opera. Appunti bachtiniani in Il testo e l'opera. Studi in ricordo di Franco Brioschi, a cura di Laura Neri e Stefania Sini, Milano, Ledizioni, 2015
Educazione. Giornale di Pedagogia critica, 2020
Vol. 37, edição especial, 2014
Tra storia e letteratura. L'immagine di San Severo dall'Unità d'Italia ad oggi, 2013
Incroci, semestrale di letterature e altre scritture, 2023
Italica Belgradensia, 2019
("L'ellisse", VII, 2012, pp. 63-101)
Vicino e Medio Oriente XVI 2012
F. D’Avenia (ed), La storia, gli storici (ed. orig. 2004), 2012