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2022, Hermès Italia
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"Il nuovo disordine geopolitico. Grandezza e miseria della globalizzazione"
FILOSOFIA E TEOLOGIA, 2019
Quale rapporto sussiste tra il perturbante (das Unheimliche) e il politico (das Politische)? È possibile ritenere il primo il fondamento del secondo, anzi ciò che determina la formazione di istituzioni politiche? Tale questione viene affrontata nel presente contributo a partire da una disamina antropologica, seguendo soprattutto le indicazioni di H. Plessner sul rapporto tra potere e natura umana. Proprio nell’esame di questa congiunzione il perturbante, inteso con Freud come ciò che è rimosso ma costantemente torna, si dimostra un elemento decisivo per l’instaurarsi del rapporto agonistico tra amico e nemico. Inoltre la presa di distanze da Heidegger da parte di Plessner nell’utilizzo di questo concetto indica due percorsi ermeneutici opposti e chiarificatori riguardo la possibile politica rispetto a essi: per Plessner il perturbante dà il via all’articolarsi continuo di ricerche di equilibrio, ma in quanto tale è l’origine mai raggiungibile e sempre imperscrutabile, per Heidegger, invece, unheimlich è la dimensione più propria dell’essere che siamo, anche se continuamente occultata da sicurezze e paure mondane.
Almanacco di Filosofia e Politica 1 - Crisi dell'immanenza. Potere, conflitto, istituzione, 2019
QS Quodlibet Studio Filosofia e politica L'Almanacco di Filosofia Politica, diretto da Roberto Esposito, intende costituire lo spazio aperto di una riflessione sulla politica -sul suo statuto, sulle sue crisi, sulle sue potenzialità -da un punto di vista filosofico. Non dunque ricerca storico-filologica sui concetti politici, né analisi empirica di carattere sociologico o politologico sulla cronaca politica. Ciò che l'Almanacco intende attivare è un'interrogazione sull'attualità da un punto di vista rigorosamente filosofico. La domanda di fondo su cui lavorano gli autori riguarda la relazione tra la crisi globale della sinistra e i punti ciechi del pensiero contemporaneo. Quali paradigmi teorici hanno contribuito a provocare, o hanno reso possibile, tale cedimento? Ma scopo dell'Almanacco è soprattutto quello di elaborare nuove categorie filosofiche capaci di riaprire un varco in un orizzonte politico apparentemente chiuso. Quale contributo la filosofia può dare per inaugurare una nuova stagione politica?
ROBERTO SPATARO (A CURA) ATTI DEL CONVEGNO DELLA FACOLTÀ DI LETTERE CRISTIANE E CLASSICHE E DEL CENTRUM LATINITATIS EUROPAE ROMA 20 APRILE 2018 “O Delecta iuventus, flos veterum virtusque virum” (Aen. VIII,500). GIOVANI E GIOVENTÙ NEL MONDO ANTICO, 2018
The paper consists in two parts: in the first ("pars construens") I show how Plutarch holds himself to young Menemachus as wise advisor to became a good greek politician in relationship with Roman imperial power. Plutarch recommends him to be prudent and pragmatic and to realize that the present situation isn't the same it once was: now morality and politics must be strictly connected in the country's best interest. In the second part ("pars destruens") I show how Plutarch can be regarded as a biopolitic instructor (see Agamben's works) who addresses a young new "king's shepherd", whose duty is to practice every time the couple κρίσις καὶ λόγος in his politics. There are some similarities between international relations of Greece with Roman Empire and that of modern Greece with european Power.
Il numero e i singoli articoli sono consultabili e scaricabili presso il sito web della rivista www.inconsciorivista.unical.it
2018
The present work highlights how the affirmation of the homo narrans paradigm represents a very fruitful perspective from a heuristic point of view, both in the psychological and in the philosophical field. It is able to start to solve one of the "enigmas" on which scholars have been questioning for centuries: Why do men tell stories? According to several researches, man's essentially narrative nature would respond not only to cultural reasons, but also biological and evolutionary ones. The stories, narrated since the dawn of time, have accompanied the emotional and cognitive development of man, on a psychic and social level, giving a crucial contribution to "shape" individual and collective human identity.
In questo paper, Luca Mori, affronta il tema della partecipazione e del conflitto politico, confrontando le tesi di Richard Sennett, Ronald Dworkin e Chantal Mouffe che in tre libri recentemente tradotti in lingua italiana, danno tre concezioni differenti del conflitto politico. Questa analisi fornisce un ulteriore spunto per riflettere su alcuni problemi altamente conflittuali che caratterizzano l’agire politico delle attuali democrazie: la necessità di decidere e il tema del consenso.
2023
1. Il problema dell'inconscio 'idea che un concetto come quello di inconscio abbia qualcosa a che fare con la dimensione "politica" dell'uomo non è un'idea né scontata né banale: non è scontata, poiché ci si potrebbe chiedere che cosa abbia a che fare un concetto adoperato in ambito psicologico e prettamente soggettivo con ciò "che attiene alla città"; non è banale, perché si tratterebbe di capire, qualora vi fosse una relazione tra le due L
Breve saggio d'occasione per il Corso di perfezionamento in Teoria Critica della Società. Si tratta di un tentativo di cogliere il senso politico della malinconia attraverso una ricognizione storico-critica. Vi è inoltre messo a frutto il portato della filosofia vichiana del conflitto, una volta determinata la malinconia all'interno di precisi rapporti di forza, e vi è indagata la «criticità» della stessa "passione triste" in rapporto al discorso utopico classico e moderno, introducendo la nozione di "tautotopia".
salvatorequasimodo.it, 2011
"Il poeta e il politico" è il discorso che Salvatore Quasimodo pronunciò a Stoccolma durante la cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Letteratura. Si tratta di un testo ancora di stringente attualità, nonostante risalga al 1959.
Politica & Società (ISSN 2240-7901) Fascicolo 2, maggio-agosto 2022, 2022
This article aims to reflect on the philosophical idea of Political Imaginary. Following Castoriadis philosophical reflection on Social Imaginary, it is plausible to say that the Political imaginary is a privileged sphere of it, since it has to do with the self-representation of society and its conception of power, on the one hand, and with the central significations and institutions that each society erects as a centre of orientation thanks to its vision of temporality. In order to grasp what the Political Imaginary is, we must abandon the Castoriadsian idea that there is a “social phantom” composed of central social imaginary significations without a referent in society or in the world. Analysing the symbolic network that refers to the collective self-representation of society, therefore, seems to be the main possibility for identifying the moment and the institutions that create the core of beliefs about society and power that hold together the normative fabric underlying social relations. It is the central institutions that convey the central imaginary of a society and show us where the Imaginary Node is generated. Which means that, to find it, one must identify the symbolism of the central institutions. In fact, the central social imaginary significations are concentrated in the Imaginary Node, which we can assume to be the root of the fundamental link between the instituting imaginary and the Political Imaginary
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Rivista Italiana di Scienza Politica, no 3, December 2012, 369-384
Anabases, 2008
F. Monceri (a cura di), Poteri fluttuanti. Forme dell'anarchia contemporanea, 2011
Politica.eu, 2021
L’inconscio. Rivista Italiana di Filosofia e Psicoanalisi N. 6 – L’inconscio letterario - Dicembre 2018 , 2018
Lavoro di ricerca, 2020
Studi Ellenistici 27 (= Parole in movimento. Linguaggio politico e lessico storiografico nel mondo ellenistico, Atti del Convegno Internazionale, Roma, 21-23 febbraio 2011), 176-183, 2013
Logos: Anales del Seminario de Metafísica, 2009