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Scopo di questa tesi è mostrare come l’autodeposizione del discorso filosofico, delineata da Luigi Vero Tarca, trovi riscontro e alcune somiglianze in ambito epistemologico e scientifico (sulla scorta dell’anarchismo metodologico di Paul K. Feyerabend) e in ambito antropologico e religioso (secondo l’interpretazione di Francesco Remotti e Enrico Comba). L’autodeposizione è una presa di distanza dal proprio discorso, nella misura in cui una posizione determinata ponga come proprio contenuto l’universale, il conseguente autoriferimento e una componente oppositiva. L’autodeposizione è un riconoscimento dei limiti costitutivi del proprio dire e si configura in modo diverso da un’autodissoluzione definitiva. Ci si richiama a un atteggiamento di leggerezza e autoironia, come apertura verso l’altro. Si porrà l'accento sulla trasfigurazione delle categorie negative e negate: l'innegabile e il negativo in ambito logico-filosofico; teoria non scientifica e teoria falsificata in ambito epistemologico; l’Altro, il disordine e il trickster in ambito culturale e religioso. Non è mia intenzione sostenere una perfetta e compiuta simmetria dell’autodeposizione declinata nei tre discorsi, ognuno dei quali si avvale di un proprio e specifico vocabolario, né è mia intenzione suggerire un’unica causa che ricapitoli i tre momenti. Tuttavia, ritengo quantomeno interessanti le analogie riscontrate. Il mio obiettivo sarà quindi giocare con i tre argomenti, ponendo in risalto curiose somiglianze la cui origine e ragione richiederebbero ulteriori approfondimenti.
2021
I saggi raccolti in questo volume propongono una riflessione a piú voci, e da diversi punti di vista, su aspetti teorico-metodologici, tematici e stilistici relativi ai <em>luoghi</em> del racconto in senso geografico, storico-letterario, simbolico, metaletterario o retorico, analizzati in piú testi e autori di differenti aree linguistiche e culturali, nell'ambito della narrativa breve dal Medioevo a Cervantes.<br> Il volume comprende saggi di Beatrice Barbiellini Amidei, Johannes Bartuschat, Renzo Bragantini, Sandra Carapezza, Claude Cazalé Bérard, Alfonso D'Agostino, Maria Rosso, Luca Sacchi, Patrizia Serra, Richard Trachsler.
2017
Since the second half of the XX Century, the attention to the food intended as a component of daily rituals increased within art practices, especially within performance art and the making of complex art installations. Food appears to be a central element for the design of spaces and objects, a practice that constantly dialogues with the cultural context, for which it advances also solutions and interpretations in virtue of its spatial and visual metaphors of the relationship between humans and food. This paper presents significant examples starting from the Modern era â in which, with the advent of the merchandise, the sense of loss within a new universe of objects, images and sounds emerges â and arriving at the crisis of this perspective in which a comparison with artistic practices becomes promising.Â
Il titolo della collana sottolinea l'intenzione di considerare l'Arte come un sistema dinamico caratterizzato storicamente dalla molteplicità dei suoi attori. Se la creazione costituisce il cuore dell'arte, fulcro e motore del processo di produzione e di fruizione delle opere sono spesso figure che assumono e svolgono altre funzioni. Dai committenti ai collezionisti, dai conservatori dei musei ai destinatari di una più generica ma sempre più vasta educazione all'arte: lo sviluppo attuale della disciplina impedisce ormai di valutare semplicemente come secondario e accidentale il loro ruolo. Secondo questo approccio l'opera d'arte è "opera aperta": l'attenzione ad aspetti largamente interdisciplinari e alla sociologia dei fenomeni artistici intende infatti collegare il collezionismo e le sue pratiche, anche museologiche, a contesti e congiunture, a circuiti polivalenti e multiformi di cultura e di mercato. L'interesse, anche metodologico, è rivolto a tutte le possibili forme di diffusione e mediazione; la volontà è quella di considerare l'ampliamento di orizzonti che caratterizza oggi il dibattito sull'Arte e anche di perseguire l'idea che i documenti d'archivio o gli allestimenti museali possano proporre una Storia non meno significativa di quella degli oggetti evidenziando preferenze culturali ed estetiche.
2022
https://oajournals.fupress.net/index.php/contesti Educare, apprendere, abitare nella prospettiva della transizione In tempi recenti il nesso tra educazione e transizione ecologica ha assunto una crescente centralità nel dibattito pubblico e in quello delle discipline afferenti al campo della formazione, con particolare riferimento alla sfera dell'abitare (Malavasi, 2019; Elia, 2021; European Commission, 2022). Se a livello nazionale tale tema è entrato nell'agenda dell'azione pubblica attraverso politiche dedicate come le Linee guida per l'edilizia scolastica del 2013 (MIUR, 2013) e il Piano Rigenerazione Scuola del 2021 (Giovanazzi, 2022), in ambito europeo vi sono state rivolte azioni di networking e ricerca come l'Education for Climate Coalition 1 , l'adozione da parte del Consiglio d'Europa nel 2022 di una Recommendation on learning for the green transition and sustainable development 2 e il programma New European Bauhaus 3 ,
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364 luoghi di culto a Ravenna e dintorni, 2021
Una ricerca sui luoghi di culto di Ravenna e del suo territorio, dall'antichità al XIX secolo, con un elenco il più possibile completo degli edifici scomparsi ed esistenti e una sintesi delle notizie storiche e artistiche.
Il saggio ripercorre il dibattito sociologico relativo al concetto di luogo, virtuale e fisico, in relazione ai nuovi spazi social e alle dinamiche relazionali, identitarie e anche di potere che essi hanno innescato. in Ricciardi M. (ed) La rete e i Luoghi, Aracne, Rome, pp. 231-244.
SITI parla della Repubblica di San Marino: il territorio, la memoria, l’immaginazione. San Marino è esso stesso un sito, identificabile, definito, circoscritto. Ha precise icone di riferimento: la forma romboidale del suo territorio, il profilo del Monte, l’azzurro ed il bianco. Esistono parole simbolo: Titano, antica Repubblica, piccolo Stato, Serenissima, Tre Penne. Le strade si divaricano e si intrecciano, creando una miriade di differenti rappresentazioni mentali di San Marino. In un paese sarebbe diverso, ma siamo uno Stato; una comunanza che altre popolazioni frantumano in milioni di individui ce la ritroviamo ripartita tra noi in poche migliaia. Fossimo un paese si starebbe stretti, invece in una Repubblica ci sentiamo in una posizione favorevole e aperta. Essere Sammarinesi è un’occasione unica e irripetibile. Tutto ci riguarda. Hanno un valore inestimabile le zone dell’area protetta; esistono monumenti, architetture, testimonianze di storia sul territorio da conoscere e preservare. Ma anche tutto quello che è nuovo richiede analisi e comprensione. Nell’immaginario in prima fila la memoria. Tutto quello che è successo e di cui siamo venuti a conoscenza direttamente o dagli altri alimenta questo serbatoio di vicende sensibilizzanti. Voci o semplici echi che ci arrivano a descrivere luoghi; gli avvenimenti e l’azione si sono persi consumati dal tempo. Rimane per noi Sammarinesi interpretarne il senso o soltanto riviverli perché fanno parte della nostra identità a rischio per un misto di inerzia e overdose di mutamenti. Siti: luoghi fisici, mentali, virtuali. Massimo Rastelli
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Prospettive sul luogo. Discussione di un oggetto sociale (a cura di A. Givigliano e C. Stancati), Roma, Aracne, 2015
(with Paola Placentino and Guido Zucconi) Luoghi e tipi dell’architettura, monographic issue of “Ateneo veneto” ; 207, terza serie 19/1,, 2020
I Luoghi del sapere libertario. Un percorso di vallorizzazione della memoria condivisa. A cura di Fiamma Chessa e Alberto Ciamoi. Assoc. Amici dell'Archivio Famiglia Berneri. Reggio Emilia,, 2019
Studi Urbinati, B - Scienze umane e sociali, 2021
Bodymetrics. La misura dei corpi. Quaderno Tre: crisi, conflitto, altrenativa, 2018
Anna Maria Lorusso, Michele Roberto A CURA DI Olivo Barbieri La Valle dell’Ofanto, 2004
Il Verri, 64, 2017