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Riflessioni sulla semantica dei mondi possibili

2009, Segni e comprensione

Abstract

Un problema rilevante con cui Carnap si confronta nel saggio dal titolo Significato e necessità 1 è la definizione rigorosa della nozione di verità logica. L'intuizione da cui parte, relativamente a questa nozione, è che verità logica voglia dire, in qualche modo da precisare, verità basata su argomentazioni logiche, indipendentemente da contingenze fattuali 2. Ma un'intuizione come questa si presenta, attentamente indagata, abbastanza problematica. Si prendano due enunciati come i seguenti: (1) Giorgio è pugliese oppure Giorgio non è pugliese; (2) Se Jacopo è scapolo, allora Jacopo non è sposato. Devono gli enunciati (1) e (2) ritenersi veri solo in virtù del loro significato? Apparentemente sì! Ma l'enunciato (2) presenta problemi teorici rilevanti: perchè sebbene logicamente vero, della sua verità non è possibile rendere conto in tutte le descrizioni di stato possibile. Si immagini un linguaggio L contenente le costanti predicative 'SC' ('è scapolo') e 'SP' ('è sposato'). In L un enunciato come (1) è traducibile come '(SCa→~SPa)'. Ma '(Sca→~SPa)' non vale in tutte le descrizioni possibili di L, in particolare non vale in una descrizione di stato che contiene gli enunciati atomici 'SCa' e 'SPa' 3. Nell'articolo Meaning Postulates 4 Carnap riconosce le difficoltà di cui sopra e cerca di trovare una via d'uscita, innanzitutto sottolineando una importante differenza tra (1) e (2): la verità di (1) dipende infatti dal significato dei termini logici 'oppure' e 'non', mentre il significato dei termini 'Giorgio' ed 'è pugliese' è irrilevante. Basta infatti sostituire questi termini con espressioni della stessa categoria sintattica, per rendersi conto che, comunque si operi questa sostituzione, l'enunciato che si ottiene è vero. Viceversa la verità di (2) dipende dal significato di 'scapolo' e 'sposato' che non sono termini logici. Da qui la necessità avvertita da Carnap di rivedere la terminologia adottata in Significato e necessità, chiamando gli enunciati la cui verità è garantita dal significato delle parole 'enunciati analitici' e distinguendo, all'interno di questi, quegli enunciati che sono veri semplicemente in virtù della loro struttura logica (veri logicamente).In base a questa convenzione, (1) è logicamente vero e a fortiori analitico; mentre (2) è analitico, ma non logicamente vero. Mentre la L-verità o validità investe tutte le descrizioni di stato, la A-verità concerne descrizioni di stato che soddisfano opportuni postulati di SAGGI brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk