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Breve saggio d'occasione per il Corso di perfezionamento in Teoria Critica della Società. Si tratta di un tentativo di cogliere il senso politico della malinconia attraverso una ricognizione storico-critica. Vi è inoltre messo a frutto il portato della filosofia vichiana del conflitto, una volta determinata la malinconia all'interno di precisi rapporti di forza, e vi è indagata la «criticità» della stessa "passione triste" in rapporto al discorso utopico classico e moderno, introducendo la nozione di "tautotopia".
Al di là di ciò che la natura sopporta": il legame tra malinconia, vis imaginativa ed intentiones in Marsilio Ficino. Circolazione e rielaborazioni di un nesso teoretico tra storia delle idee, storia della letteratura e storia dell'arte: fonti e trasmissioni in prospettiva interculturale
Lo sguardo, 2019
Articolo sottoposto a doppia blind review. Inviato il 18/09/2018. Accettato il 15/03/2019. As the Antoinette Rouvroy and Thomas Berns's research shows, in the era of automatic computation, is emerging an «Algorithmic Governmentality», based on traceability and profiling of individuals behaviours. These immense capacities of technologies are exploited by capitalism, which, in its current ultra-liberal version, has created a social dynamic based on competition, on the belief that the market is the total dimension of associated life and where permanent innovation is the law that directs the production system. In a constantly changing world, individuals are disoriented and experience a sense of helplessness and frustration. They often react with natural emotional responses such as fear, opportunism, cynicism and, on the cognitive level, with attitudes that vary from naive credulity to radical scepticism. Resentment, populisms, xenophobia, rigid identity, fundamentalisms, are precisely the symptoms of this situation. This article tries to think about how to transform these passive and sad passions into active and joyful ones. *** 1. Il calcolo algoritmico delle passioni L'interesse e la fortuna accademica che da qualche anno suscita il tema delle emozioni in filosofia o nelle scienze sociali può sembrare paradossale in un'epoca caratterizzata dall'utilizzo, su scala planetaria, di tecnologie digitali basate su operazioni numeriche e computazionali che rendono automatica una serie sempre più vasta di processi produttivi o decisionali e che, almeno in linea di principio, nulla hanno a che fare con la dimensione aleatoria delle passioni, delle emozioni e degli affetti. Pare logico pensare, in effetti, che più le macchine s'incaricano di compiere, con procedure matematiche ed esatte, delle attività svolte in precedenza dall'uomo e più si riduce l'indeterminazione dell'agire umano, sempre subordinato a stati emotivi o passionali estremamente imprevedibili e variabili. Ci si può quindi chiedere se questo genere di ricerche non siano forse destinate a diventare pura speculazione, adatte per animare conversazioni da salotto ma del tutto prive di capacità euristiche per spiegare il funzionamento politico ed economico delle nostre società altamente industrializzate e tecnologizzate,
Ricerca psicoanalitica, 2023
SOMMARIO.-Per comprendere le forme contemporanee di organizzazione sociale non basta conoscere la geopolitica in corso; è necessario entrare anche nel campo della micropolitica e, in particolare, degli affetti e delle forme di sensibilità che sostengono la costruzione dei legami sociali. I diversi affetti e le forme di sensibilità costruiranno in modi differenti la vita sociale e politica. Nel distinguere il linguaggio della passione dal linguaggio della tenerezza, Ferenczi non intendeva avere una prospettiva politica, ma possiamo usare queste nozioni per pensare alle attuali possibilità di convivenza politica. Paura e odio sono passioni violente e incisive. La tenerezza, invece, costituisce un altro tipo di forza, più fluida e porosa, che apre una superficie più ampia di comunicazione con il mondo esterno. È la forma di sensibilità del bambino, ma anche quella delle relazioni di solidarietà attraverso la perdita di possesso. In questo senso il linguaggio della tenerezza si riferisce alla nozione di vulnerabilità teorizzata da Judith Butler. Non si tratta di difendere la puerilità o l'ingenuità, ma di una forza di non violenza che, se affermata, crea la possibilità di una convivenza politica meno iniqua e più giusta, soprattutto nei paesi immersi in una cultura dell'odio come il Brasile.
Nello scritto di Marie-Claude Lambotte -Il discorso melanconico 1 -la melanconia compare come una malattia atipica, una malattia "della verità" la cui fenomenologia sembra richiamare da vicino proprio il processo analitico. Da queste premesse, si può immediatamente intuire la stretta correlazione che intercorre fra questi tre termini:
Studia Historica, 2019
L' "età graccana" (133-121 a.C.) fu breve, ma registrò un cambiamento profondo nella vita pubblica di Roma, con riferimento alla costruzione del consenso, alla concezione dei rapporti di potere, all' uso e alla distribuzione della ricchezza. Essa introdusse un processo di mutamento che era destinato a durare un secolo e a concludersi con il superamento della res publica e il passaggio al Principato, in pratica con il passaggio dalla formula del governo di pochi a quella del governo di uno solo. Fu importante non solo in sé e per sé, ma anche per il quadro generale in cui si iscrisse, che era caratterizzato, tra l' altro, dalla transizione di Roma da città-stato a capitale di un impero a scala mediterranea, dal contesto economico e agrario dell' Italia del II secolo a.C., dalla conquista dell' autonomia dal Senato di Roma da parte dei tribuni della plebe. Il racconto dell'età graccana è l'epopea tragica di due uomini politici, due fratelli, che rivestivano la carica di tribuno della plebe e morirono entrambi di morte violenta per ragioni legate alla loro politica riformistica. La vicenda non si concluse con la scomparsa dei due magistrati, ma ebbe un seguito nel perseguimento dei loro sostenitori da parte di un tribunale speciale. L'episodio fu uno dei primi esempi di uso politico della giustizia. Le fonti primarie sull'argomento sono le biografie dei Gracchi scritte da Plutarco e il primo libro delle Guerre civili di Appiano, e sono diverse tra loro. Federico Santangelo, nella sua Prefazione a "I Gracchi. Quando la politica finisce in tragedia", fa notare come la distanza rispetto agli eventi degli autori non sia soltanto cronologica, ma anche ideologica e politica. Il professor Santangelo è docente di Storia Antica e Direttore della Ricerca alla School of history, classics and archaeology della Newcastle University, Newcastle upon Tyne, Regno Unito. Inoltre è l'editor delle recensioni di "Histos" (www.histos.org). "E' proprio la politicità della vicenda dei Gracchi - continua Santangelo nella sua prefazione a "I Gracchi" - a sollecitarne periodicamente la rilettura a seconda delle circostanze storiche e storiografiche. Le interpretazioni moderne dei Gracchi, anche in anni recenti, sono inevitabilmente informate da concezioni diverse del rapporto fra cambiamento storico e conflitto. A questo campo complesso e di eventi e di problemi Natale Barca ha dedicato uno studio che offre al lettore un ricco repertorio di strumenti per orientarsi nella documentazione antica e nei principali dibattiti moderni." E aggiunge: "Chi conosca i lavori precedenti di Barca, soprattutto il libro sugli anni Novanta e Ottanta del primo secolo a.C. (Sangue chiama sangue, 2016) e la biografia di Mario (Gaio Mario, 2017), riconoscerà l' ambizione di coniugare discussione biografica, analisi del contesto storico complessivo e ariosità narrativa. Vi è, più in generale, l' intento di offrire uno sguardo d' insieme sulla vicenda storica della 'repubblica imperiale' fra secondo e primo secolo a.C.". "Proprio attraverso una prospettiva pluralistica e non insulare - conclude - si possono considerare e apprezzare le ragioni che portano a riconoscere nell' età graccana importanti caratteri originali, e a riflettere criticamente sui molti aspetti di questa vicenda storica che continuano a richiedere approfondimento e dibattito.". _______________________________ The "Graccan age" (133-121 BC) was brief, but recorded a profound change in the public life of Rome, with reference to the construction of consensus, the conception of power relations, the use and distribution of wealth. It introduced a process of change that was destined to last a century and to end with the overcoming of the res publica and the passage to the Principality, in practice with the passage from the formula of the government of the few to that of the government of one only. Not only was it important in and of itself, but also for the general framework in which it was inscribed, which was characterized, among other things, by the transition of Rome from a city-state to the capital-city of an empire to Mediterranean scale, the economic and agrarian context of Italy of the second century BC, the conquest of autonomy by the Senate by the tribunes of the plebeians. Barca, Natale Year: 2019 Publisher: L'ERMA di BRETSCHNEIDER Series: Studia Historica, 133 ISBN: 9788891318107 Binding: Paperback Pages: 326 Size: 17 x 24 cm
Luisa Casciano, 2021
Due uomini si lasciano andare a lunghe passeggiate metafisiche in due parti del mondo diametralmente opposte: uno di loro dialoga con gli alberi e le loro storie, a Mantova, in Italia; il secondo con gli uomini e i loro ricordi, in Bulgaria (e non solo). Entrambi instaurano un dialogo con sé stessi o, per meglio dire, con la loro solitudine. Tuttavia, non sono soli. Gli alberi con cui dialoga lo scrittore italiano non sono un fondale muto, così come i racconti degli altri, che l’autore bulgaro fa propri, non si possono catalogare solo come esperienze passate e lontane. Tutte le conversazioni e tutte le reminiscenze hanno qualcosa da offrire.
Lo Sguardo. Rivista di Filosofia, 2018
This article is devoted to the analysis of the passion of self-love. The first part aims to retrace some of the main landmark cases within the history of modern philosophy (Descartes, Hobbes and the Jansenists), highlighting how the distinction between self-preservation and pride becomes the main explanatory model of human agency. We find a meaningful case of such an anthropology in Mandeville's categories of self-love and self-liking. We consider the theory of self-liking the attempt to establish a fully-fledged 'philosophy of vainness'. The second part deals with the contemporary use of self-love. We stress how it can be considered not only as the proper theoretical background for the current debate on recognition. It is also an anti-dualistic analytic tool which contests any Manichean understanding of power. We conclude with an interpretation of Primo Levi's testimony which ideally stands for an extreme confirmation of modern theories on self-love.
Magari Martedì / Ginevra Lilli, 2024
Ginevra Sanfelice Lilli è nata a Roma nel 1972, dove tuttora vive e lavora. Dopo la formazione scolastica in lingua francese, e tre anni di permanenza negli Stati Uniti, ha seguito studi universitari in comunicazione e giornalismo. Si è formata autonomamente sia nella scrittura, fin da bambina, sia nel disegno astratto, cui si è dedicata in seguito. Ginevra Lilli è figlia adottiva di Laura Lilli (Roma 1937-2014) scrittrice, femminista, critico letterario, poeta. Ginevra Lilli ha esposto a Roma e a Milano. Nel 2014 esce la sua prima raccolta di poesie Diario ordinario (edito da Marco Saya Edizioni, Milano), presentata al pubblico in contemporanea con la serie di diciannove lavori, su carta in bianco e nero, con lo stesso titolo. La sua prima raccolta di poesie è stata segnalata al Premio Internazionale di Letteratura Città di Como, 2015. Ancora oggi continua in parallelo la sua ricerca fra segno e parola poetica. POESIAOGGI N. 88 Marco Saya Edizioni
in "Lettere Italiane", LXXII, 2020
Pubblicato nel mese di gennaio 2021 Amore, ira, malinconia. Gli studi filosofici del giovane Poliziano * N ella 'coronide' posta a conclusione della prima centuria dei Miscellanea (stampata nel 1489) Poliziano afferma che, pur avendo avuto tra i suoi maestri Marsilio Ficino e Giovanni Argiropulo, preferì fin da giovane la poesia alla filosofia, a quest'ultima dedicandosi, anche in séguito, solo occasionalmente e cursoriamente; 1 ed elogia Giovanni Pico della Mirandola per averlo finalmente spinto ad affrontare gli studi filosofici non, come in passato, «somniculosis, sed vegetis vigilantibus que oculis». 2 Ma le cose stanno proprio così? È vero, ed è ben noto, che i più solidi e assidui studi filosofici del Poliziano si collocano nell'ultimo periodo della sua vita, quando egli stabilì con Pico una strettissima colla borazione intellettuale, e quando, a partire dal 1490, volle dedicare i suoi principali corsi universitari alle opere logicodialettiche (oltre che all'Eti-* Il saggio sviluppa alcune considerazioni da me proposte in occasione della presen tazione bolognese, tenutasi il 24 febbraio 2017, dell'edizione delle Lettere volgari di Angelo Poliziano curata da Elisa Curti (vedi qui sotto, nota 5). Ho parzialmente esposto il contenu to di queste pagine nella relazione che ho letto alla giornata di studi organizzata da Anna Corrias e da me in memoria della mia allieva
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Revista de Culturas y Literaturas Comparadas, 2008
Cuadernos De Filologia Italiana, 2003
A. Volpone (a cura di), "La felicità di essere tristi. Saggi sulla melanconia", Perugia, Aguaplano, 2017, 2017
Studi Ellenistici 27 (= Parole in movimento. Linguaggio politico e lessico storiografico nel mondo ellenistico, Atti del Convegno Internazionale, Roma, 21-23 febbraio 2011), 176-183, 2013
in «Rivista di Studi Italiani», 2018
Le Muse di Ippocrate, 2021
"I quaderni dell'Ingegnere", 4, n.s., 2013, 2013
Phd thesis summary, 2022
Heliotropia - An online journal of research to Boccaccio scholars, 2010
Nazione Indiana, 2023
Oro e colore nel cuore dell’Appennino. Ottaviano Nelli e il ’400 a Gubbio, 2021