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in «La Crusca per voi», 63 (2021), II, pp. 6-8
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Settecentenario della morte di Dante (13-14 settembre 1321-2021). Atti della manifestazione celebrativa di Roma, 8-9 settembre 2021, a cura di Bruno Itri, Roma, Salerno Editrice, 2022, pp. 179-203 (ISBN: 978-88-6973-710-7), 2022
Si legge nel capitolo XXXIV della Vita nuova un passo famoso: [1] In quello giorno nel quale si compiea l'anno che questa donna era fatta de li cittadini di vita eterna, io mi sedea in parte ne la quale, ricordandomi di lei, disegnava uno angelo sopra certe tavolette; e mentre io lo disegnava, volsi li occhi e vidi lungo me uomini a li quali si convenia di fare onore, [2] e riguardavano quello che io facea, e secondo che me fu detto poi, egli erano stati già alquanto, anzi che io me ne accorgesse. Quando li vidi, mi levai, e salutando loro dissi: «Altre era testé meco, perciò pensava».
DANTE E LE ARTI FIGURATIVE: UN BILANCIO DEGLI ULTIMI STUDI* Nella discussione sull'interdisciplinarità o pluridisciplinarità degli studi che caratterizza ormai da tempo la metodologia della ricerca storico-artistica, il codice figurato si presenta come oggetto privilegiato. Organismo complesso costituito dalla complementarietà di materiali scrittori, testi verbali e figurativi iconici e/o aniconici, esso richiede competenze specialistiche diverse: codicologiche, paleografiche, letterarie e filologiche -nel caso dei codici danteschi che qui ci interessa -oltre che storico-artistiche; inoltre, la capacità da parte dello studioso di far dialogare tra loro tali singole componenti del "paratesto editoriale" cogliendone le reciproche interconnessioni. Si è venuta così sempre più approfondendo, in questi ultimi decenni, la riflessione sull'unità del libro, e sulla necessità di adottare criteri di valutazione che di essa tengano conto nell'analisi: contributi importanti sia di storici dell'arte, tesi a rivendicare lo status della miniatura fuori dalle fuorvianti generalizzazioni e dai pregiudizi che l'hanno considerata "pittura in piccolo", sia di filologi, che hanno posto l'attenzione su elementi come la funzione della mise en page e delle scelte figurative in rapporto al testo e ad eventuali condizionamenti ideologici messi in atto dall'autore.
Il Ragazzo Selvaggio, 2022
Avati racconta la vita di Dante soffermandosi non sulla Commedia, ma sulle rime giovanili, e mette in scena un inno alla giovinezza e alla poesia
Il secolo di Dante, Bompiani, 2012 (trad. di Dante and the Origins of Italian Literary Culture)
2020
Leonardo da Vinci non fu né “letterato” né “filosofo” professionale. Eppure, nonostante la sua vita errabonda, sempre alla ricerca di incarichi per dipingere, costruire macchine, proporre nuove invenzioni, ebbe la costanza di scrivere migliaia di pagine, rimaste quasi del tutto private. Oggi, a distanza di cinque secoli dalla sua morte (1519), il corpus dei suoi manoscritti ci appare come un immenso teatro, in cui molte nuove scienze furono progettate, ma nessuna portata a un livello accettabile di definizione. Ma è proprio in questa difficoltà a definire dei saperi particolari, che risiede il maggiore motivo di interesse per il pensiero di Leonardo: egli, scontrandosi con l’enciclopedia delle scienze che si trovava dinnanzi, aspirò a ripensare e riorganizzare tutto a partire da due punti di riferimento: la pittura, intesa essa stessa come una “filosofia”, e, a ciò legata, la natura, vista come un circuito di innumerevoli energie e “potenze”. La sua è quindi, per quanto frammentaria, una proposta schiettamente filosofica, da ricostruire alla luce della “filosofia naturale” del Rinascimento.
2018
Les récits de voyage français en Grèce (XIXe siècle). Citations et souvenirs ANTIGONE SAMIOU (Ελληνικό Ανοικτό Πανεπιστήμιο)
Oltre la Commedia. Dante e il canone antico della lirica (1450-1600), a cura di Laura Banella e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2020
Il saggio ripercorre anzitutto la presenza del Dante lirico nelle edizioni stampate fra la fine del XV secolo e il 1529, anno in cui sono pubblicate le prime quattro «divisioni» della "Pωεtica" e le "Rime" di G. G. Trissino: particolare attenzione è rivolta alla "Giuntina di rime antiche" (1527), in cui erano stati stampati per la prima volta molti testi lirici danteschi (compresi quelli della "Vita nuova"). Il saggio passa in rassegna i componimenti che Trissino riteneva non doversi attribuire a Dante; quindi, prende in esame il trattato della "Pωεtica", verificando quali testi siano citati e perché, e tentando al contempo di individuare delle menzioni che sono solo alluse. Infine, propone dei collegamenti fra una canzone trissiniana e la produzione lirica dantesca. Firstly the essay outlines the presence of Dante’s lyric poetry in the editions printed between the late fifteenth century and 1529, when the first four «divisioni» of the "Pωεtica" and the "Rime" by G. G. Trissino were published: the main focus is on the "Giuntina di rime antiche" (1527), in which most of Dante’s poems (including those from the "Vita nuova") were printed for the first time. The essay recapitulates which poems Trissino believed should not be assigned to Dante; then, it examines the "Pωεtica" treatise, analyzing which poems are quoted and why, while trying to identify some quotations that are only hinted. Finally, it suggests some connections between a canzone by Trissino and Dante’s lyric production.
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Lingua e stile nel «Purgatorio»: memoria e modernità, in Voci sul «Purgatorio» di Dante. Una nuova lettura della seconda cantica, a cura di Zygmunt G. Baranski e Maria Antonietta Terzoli, Roma, Carocci, 2024, vol. I, pp. 39-58
Da Dante a Tasso. Contributo a una storia letteraria della soggettività moderna in Italia, 2024
Oltre la Commedia. ‘L’altro Dante’ e il canone antico della lirica (1450-1600 ca.), 2021
"Bollettino dantesco", 3, 2014
Ma misi me per l'alto mare aperto. L'Ulisse. Quando Dante cantò la statura dell'uomo, 2010