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2020
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La poetica di Fogazzaro, a partire dal Croce e lungo tutto il Novecento, è stata oggetto di una disputa critica orientata di volta in volta a risistemare l'opera del vicentino in uno degli –ismi caratterizzanti il periodo postunitario. Pur dando spazio alle interpretazioni fornite dalla critica estetica o sociologica, di area marxista o cattolica, si è preferito guardare alla ricezione di Fogazzaro presso i lettori e i critici coevi. Se è vero che fin da subito i lettori riservano allo scrittore un'accoglienza calorosa, si è notato, invece, che le prime recensioni critiche si muovono lungo due linee parallele: a coloro che insistono sulla strenua volontà didascalica dell'autore, si oppone chi scorge nelle sue pagine un'apertura alle nuove poetiche circolanti in Europa. I racconti, generalmente trascurati dalla critica, sono stati il banco di prova per verificare la coesistenza di innovazione e reazione moralistica: convinti che la brevità costringa sempre uno scritto...
«Il lIbro della scIenza è dIventato relIgIoso per me»: per una rilettura del dialogo Fogazzaro-Bonomelli È noto il giudizio elogiativo che il vescovo di Cremona, geremia Bonomelli, indirizzò al Fogazzaro dopo la lettura della conferenza parigina sul tema le grand poète de l'avenir, sintesi, davvero eloquente, di concetti che impegnavano, con diuturna sollecitudine, il dialogo fraterno intercorso fra il letterato vicentino e l'amico prelato, con uno scambio e una reciprocità, mai formale, di opinioni, di consigli e inviti alla prudenza, di premuroso conforto nella comune ricerca intrapresa in nome di un progetto di riforma morale e religiosa delle varie anime di una Chiesa al passo con la sfida dei tempi e i progressi della scienza. non si crede, quindi, superfluo il riportare per esteso l'apprezzamento entusiastico che il Bonomelli espresse a caldo nel 1898, dopo aver letto i contenuti con cui Fogazzaro si prefiggeva di ritrarre «la figura di un poeta […] grande servitore di dio» 1 , esortandolo a proseguire elisabetta selmi sulla strada di quel suo «spiritualismo trasformista» in grado di estendere l'idea dell'evoluzione dalle realtà fisiche a quelle etico-estetiche, intuendo il «germe di una forma futura», l'ardua soglia dove l'immaginazione letteraria giungeva a trapassare in verità conoscitiva e conoscenza ontologica 2 . non so resistere al bisogno di esprimerle la mia ammirazione -così recitava il Bonomelli -per i concetti alti, nuovi, nobili, sublimi! ella è profeta: altri vedranno sorgere nel secolo, che sta per nascere, l'annunziato messia, che accoppierà insieme il vero, il bello, il buono e l'arte, che li esprime il poeta "Che sarà la stella che condurrà a dio re e pastori". Che vuole? me lo lasci dire: ella nella sua conferenza ha concretato stupendamente quello ch'io in confuso vedeva e vagheggiava.
1 Malombra è stato proposto per la regia di Carmine Gallone nel 1918; di Mario Soldati nel 1942 e di Bruno Gaburro nel 1984; Soldati ha diretto inoltre nel 1941 Piccolo mondo antico e nel 1947 Daniele Cortis. Si vedano in argomento A. BERNARDINI, Fogazzaro e il cinema, in Album Fogazzaro, a cura di A. Chemello, F. Finotti, A. Scarpari, Vicenza, Accademia Olimpica, 2011, pp. 89-98 e L. MORBIATO, Fogazzaro al cinema, in Vicenza e il cinema, a cura di A. Faccioli, Venezia, Regione del Veneto-Marsilio, 2008, pp.152-158. Non affrontiamo qui la questione teorica dell'adattamento, caratterizzata da una bibliografia sterminata e interdisciplinare, che ridotta a pochi cenni si trasformerebbe in un buonsenso critico-semiotico, che potrebbe suonare banale. 2 Sul 'calligrafismo' si veda A.COSTA, Soldati, Fogazzaro e il "calligrafismo", in La bella forma. Poggioli, i calligrafici e dintorni, a cura di A. Martini, Venezia, Marsilio, 1992, pp.95-104. GIULIANA MUSCIO FOGAZZARO E IL CINEMA PICCOLO MONDO ANTICO DI MARIO SOLDATI (1941) TRA CALLIGRAFISMO E INTERPRETAZIONE
Edito, inedito, riedito. Saggi dall’XI Congresso degli italianisti scandinavi, Università del Dalarna, Falun, 9-11 giugno 2016, a cura di V. Nigrisoli Wärnhjelm, A. Aresti, G. Colella e M. Gargiulo, Pisa, Pisa university press, 2017, pp. 91-103., 2017
E. GARAVELLI, Una chiacchierata di Antonio Fogazzaro con Lina Tomassetti, in Edito, inedito, riedito. Saggi dall’XI Congresso degli italianisti scandinavi, Università del Dalarna, Falun, 9-11 giugno 2016, a cura di V. Nigrisoli Wärnhjelm, A. Aresti, G. Colella e M. Gargiulo, Pisa, Pisa university press, 2017, pp. 91-103.
Quaderns d’Italià, 2014
Di questa breve opera, vengono studiati, sulla scia dell'ottima edizione datane da Fabio Finotti, i nessi con la tradizione del diario di viaggio del Sette e dell'Ottocento e con la scapigliatura milanese, nonché le anticipazioni di alcuni passi di Miranda, Malombra e Piccolo Mondo Antico. Parole chiave: naturalismo; decadentismo; spiritualismo, scapigliatura, diario di viaggio, racconto in versi e in prosa.
Per leggere un libro come questo, o gli altri volumi di questa collana, fa' finta di essere in un bosco incantato, nel silenzio della natura dove solo chi ha l'orecchio esercitato sa sentire un battito d'ali, il verso della ghiandaia, il passo della volpe. Leggi con calma, rifletti, confronta con le tue conoscenze e con i tuoi libri di storia. Raffronta le vicende umane di questi "antichi" personaggi con quelle dei contemporanei, persino con le tue. Solo così apprezzerai a pieno le "storie" che ho raccolto e ne subirai le suggestioni.
Inaspettatamente nel vuoto, niente lo premeva, non doveva rispondere a niente, libero. Ricordava bene, stava camminando sotto il portico della stazione e inaspettatamente non aveva più paura di niente. Questa è la libertà? La fine della paura? Eppure non ho appoggi. Non capì da quali allineamenti astrali quell’avvenimento fosse provenuto. Non volle approfondire, gli riuscì tanto piacevole che non lo preoccupò il fatto che le chiavi non gli competevano.
"La memoria, la storia e la speranza: i racconti di Cristanziano Serricchio", in "Il canto di Diomede", Atti del convegno di studi a 100 anni dalla nascita di Serricchio, a cura di Ettore Catalano e Andrea Matteo Pacilli, Andrea Pacilli Editore, Manfredonia, 2023, 2023
Un saggio sui racconti dello scrittore pugliese Cristanziano Serricchio (1922-2012), più noto come poeta, ma dotato anche di una penna versatile, che lo ha spinto a cimentarsi in diversi ambiti letterari. Lo scritto è apparso negli atti del convegno tenutosi a San Marco in Lamis (FG), a 100 anni dalla sua nascita ("Il canto di Diomede". Omaggio a Cristanziano Serricchio nel primo centenario della nascita, Atti del Convegno di Studi, San Marco in Lamis (FG), a cura di Ettore Catalano e Andrea Pacilli, Andrea Pacilli Editore, 3 giugno 2022).
Solo mettendo insieme "cocci" raccolti su libri, giornali d'epoca e documenti depositati presso l'Archivio di Stato di Foggia [da ora ASF], è possibile avere un'idea di quello che è stato prima della Camera del Lavoro di Foggia e che della stessa ne è diventato l'approdo.
2018
«Io credo che un vero narratore nella sua vita debba produrre almeno cento racconti» dichiarava Giovanni Arpino a Claudio Marabini, in una intervista per il «Il Resto del Carlino», il 26 settembre del 1981 1 , a cinque mesi dalla pubblicazione, pei tipi Rizzoli, del volume di racconti Un gran mare di gente, uscito appunto in aprile, che, insieme a quello intitolato Raccontami una storia, pubblicato nel marzo dell'anno successivo, costituisce l'ultima in ordine temporale e purtroppo definitiva raccolta d'autore di una eclettica sperimentazione della forma breve. Una misura, quella del centinaio di racconti, in effetti, praticamente raddoppiata in quarant'anni di irrinunciabile fedeltà alla narrazione, concentrata in un rapido svolgersi di pagine, o distesa in romanzi che da quelle traevano spunti o con quelle costituivano costellazioni tematiche, come prismatiche rifrazioni di un reale che si sfrange nella molteplicità dei casi e delle avventure umane, fino ai confini dell'anomalo, del surreale, del paradosso, con una certa predilezione per l'imprevedibile che affiori nell'ordinaria sequenza di casi quotidiani, e anche, per dirla con Pirandello, con una inesauribile curiosità per l'«impreveduto che è nelle anime». Rolando Damiani, nella Notizie sui testi del Meridiano da lui curato delle Opere scelte, a proposito dei racconti, ricorda una sorta di 'autoritratto dello scrittore da giovane' consegnato dallo stesso Arpino in una lettera del 1 dicembre 1955 a Elio Vittorini, suo principale mentore presso Einaudi, dove si presentava «con le tasche piene di appunti, abbozzi, frasi, scalette, fogli, schemi», terreno di coltura 1
Tesi di Laurea Magistrale (A.A. 2014/2015)
Il lavoro si propone di analizzare in modo sistematico le raccolte di Curzio Malaparte degli anni Trenta, Sodoma e Gomorra (1931), Fughe in prigione (1936), Sangue (1937) e Donna come me (1940), per mostrare come il racconto costituisca per lo scrittore una forma privilegiata e un vero punto di partenza per la sua produzione successiva. Individuando nella sua prima produzione, nata nel seno della sua collaborazione con il «Corriere della Sera», cinque diverse tipologie di racconto (l'invenzione, l'autobiografia, la storia, il bozzetto e il mito), vi ritroviamo già tutta l'essenza della scrittura visionaria malapartiana, a partire dall'estetica dello choc per arrivare al realismo magico. Attraverso un'attenta analisi dei testi, ricostruiamo con questo lavoro il percorso senza cesure che, a partire dagli anni Trenta, ha condotto lo scrittore fino ai romanzi della maturità: è infatti proprio in questi racconti, che non hanno ancora ottenuto l'attenzione della critica internazionale contemporanea, che Kaputt e La pelle affondano le loro radici.
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Puttane e sante alla corte di Alessandro Sforza, 2020
Antonio Fogazzaro: elaborazione della poetica e ricezione internazionale, 2022
Pensare gli italiani, vol. I, 1849-1859, a cura di Mario Allegri, 2021
La polemica europea sull'Inquisizione, a cura di U. Baldini, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2015, pp. 189-202. , 2015
Foglio Spinoziano