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Premessa pag. 8 Capitolo I: Amore e disegno pag. Capitolo II: Concezione del disegno nel rinascimento pag. Capitolo III: Linguaggio visivo e i suoi elementi pag. 20 Capitolo IV: Movimento del corpo pag. 35 Capitolo V: Le mani, i piedi e la testa pag. 48 Capitolo VI: Il metodo universale del disegno pag. Conclusione pag. 58 Bibliografia pag. 59 Studio dal vero, Perseo di Benvenuto Cellini, Piazza della Signoria, Firenze,
Unico fra tutti gli enti,l'uomo, chiamato dalla voce dell'essere, esperisce la meraviglia di tutte le meraviglie: che l'ente è. Martin Heidegger La questione dell'essere è forse il problema più tremendo con cui l'uomo abbia originariamente da fare i conti: dal momento in cui viene al mondo, gli sta di fronte il fatto inaggirabile che le cose sono. A monte di tutti i singoli attributi o determinazioni, dell'esser le cose così e così, sta il puro e semplice fatto del loro esserci: cosicché la filosofia, che ha da farsi carico radicalmente di ciò che è problematico ed enigmatico, lungi dal potersi situare come le altre discipline entro prospettive regionali e particolaristiche sull'ente, deve innanzitutto interrogarsi sull'essere. Da considerazioni come queste muove tutto il pensiero di Martin Heidegger, che ha voluto essere, nelle sue ramificazioni e nei suoi mutamenti, una riproposizione di tale problema nella sua interezza e in tutta la sua carica problematica. Quest'ultima s'impone in particolar modo in un panorama teorico in cui vengano a saltare gli assunti metafisici fondamentali che hanno governato tutta la storia della filosofia occidentale: la logica della creaturalità, l'inseità e autonomia a livello ideale dei valori, l'idea che le cose siano determinate da nessi causali indagabili, i principi d'identità e di ragione. Ciò che importa, al di là delle singole acquisizioni, specialmente moderne, che vengono abbandonate o delegittimate, è che è il terreno stesso su cui si impianta la riflessione a farsi sdrucciolevole: cade in primo luogo la certezza che l'essere sia sistematizzabile dentro un'architettura ordinata, senza crepe, in cui ogni cosa sta pacificamente al suo posto ed è nella trasparenza per il pensiero. Dentro questa prospettiva va considerato il pensiero di Heidegger, che ha aperto un orizzonte di riflessione originale per la filosofia contemporanea, influendo su alcuni dei più importanti pensatori che vi hanno dato il loro contributo. Nella messa in crisi di tutta una concettualità lungamente mantenuta come orientativa per il pensiero, oltre che di modalità di approcciarsi ai fenomeni sempre viziate da pregiudiziali, il pensiero di Heidegger apre a spazi di riflessione dapprima inesplorati; esso si assume il compito di tratteggiare nuovi orizzonti, maturare la problematicità delle cose sondandone le profondità, intraprendere un cammino verso ciò che è ancora da pensare.
Il verismo ha le sue radici nel Positivismo e nel Naturalismo, l'ultimo è una corrente letteraria francese, essa ritiene che il romanzo deve essere un documento oggettivo della realtà, cioè, rappresentare dunque tutti gli aspetti della realtà. Mentre il Positivismo, il cui nome deriva dall'aggettivo 'positivo', è un movimento filosofico. La ricerca della verità deve essere fatta con il metodo scientifico sperimentale e rifiutano tutte le idee astratte come ad esempio la religione. Nasce così perciò il Verismo in Italia che deriva dalla parola 'vero', secondo i veristi lo scrittore ha il compito di riprodurre la realtà in modo oggettivo e di far emergere la verità senza esprimere giudizi nè partecipare emotivamente.
Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), detto "lo Spagnolo" o "lo Spagnoletto" per gli abiti tipici alla moda iberica che era solito indossare, dopo un primo apprendistato presso Angelo Michele Toni (1640-1708) e Domenico Maria Canuti (1620-1660), studiò per due anni all'Accademia del Nudo di Carlo Cignani (1628-1719), il più stimato pittore bolognese del periodo, finché questo non si trasferì a Forlì nel 1684. Formatosi con Francesco Albani (1578-1660), allievo di Annibale Carraci (1560-1609), e fortemente appassionato di Correggio, Cignani si identificò quale fedele difensore dell'arte emiliana. Nonostante l'ipotesi di
Cuadernos del Hipogrifo, 2017
In questo articolo, attraverso l’analisi di due romanzi della giornalista e scrittrice spagnola Reyes Monforte, La rosa escondida e Besos de Arena, voglio porre l’attenzione sulla capacità resiliente delle due protagoniste, Zehera e Laia, che, in fuga dai loro paesi, dove vivono come schiave o hanno subito torture e violenze, si mettono alla ricerca di un futuro migliore. Si trovano a fare i conti con il passato che ritorna con la forza di uno tsunami, ma al quale riusciranno a sopravvivere solo grazie alla loro forza di volontà.
Glee mostra gli adolescenti intrappolati in quello che Jessica Valenti chiama “Il mito della purezza” in un libro con questo stesso titolo, secondo cui nella società “la percezione delle donne di se stesse è inestricabile dal loro corpo e la loro abilità di essere attori morali è assolutamente dipendente dallo loro sessualità”, con il risultato di un feticismo della verginità. La verginità come scorciatoia per moralità e bontà e i danni del movimento della verginità nei confronti delle giovani donne è ben esemplificato dal personaggio di Quinn (Dianna Agron). Come la quintessenza della vergine desiderabile, diventa una “perdente” in virtù del fatto che rimane incinta. Attraverso la sua storia e le relazioni con i suoi compagni di scuola e i suoi genitori (specialmente nell’episodio 1.10) diversi aspetti di questo mito, così come descritto dalla Valenti, vengono mostrati: la rappresentazione idealizzata del movimento della verginità (attraverso una adolescente giovane, di bell’aspetto, eterosessuale e bianca); il modello patriarcale e il possesso maschile radicato in esso (la sua reazione con il padre, il silenzio di sua madre); l’affidarsi a modelli di ruolo tradizionali e l’appropriazione della retorica femminista per rinforzarli; il linguaggio, i trend e la politica (i balli di purezza, l’educazione alla sola astinenza, le macchinazioni di Terri Schuester). Un intero episodio è dedicato alla verginità, un tropo dei teen drama, e alle ansietà personali e culturali verso questo argomento: “Il potere di Madonna” (1.15). Attraverso questo episodio possiamo vedere come Glee fa equivalere il realismo con visioni conservatrici e la fantasia (musical – video) con istanze progressiste, posizionando l’arte pop come locus di sperimentazione per idee radicali, facendo allo stesso tempo una riflessione sul suo stesso ruolo come simile strumento all’interno della cultura adolescente e su come ingaggia un simile dibattito con gli adolescenti costruendo il suo canone attraverso simili momenti d’arte. Uno stato in cui si è perennemente bambine, la similarità fra la cultura della purezza e quella del porno e il mantenimento della dicotomia innocente/puttana trovano poi una buona epitome nella controversia e nel dibattito relativo copertina di Glee del novembre 2010 sulla rivista “GQ” che ha come protagonisti Cory Monteith (Finn), Dianna Agron (Quinn) e Lea Michele (Rachel), accusata di essere al confine con la pedofilia, sollevando domande sul ruolo della sessualità degli adolescenti e le sue rappresentazioni, così come sulla relazione in un mezzo come la televisione fra realtà (gli attori) e la fantasia (il programma, il servizio fotografico) e sul ruolo delle interazioni cross-mediali. Jessica Valenti auspica una nuova moralità che permetta alle donne di sopravvivere al mito della purezza. Glee è in grado di fornire strumenti narrativi che distruggono un simile modello, ma solo fino a un certo punto. Illustra gli stereotipi, e in questa consapevolezza permette di ammaccarli. Arriva fino a suggerire che abbracciare il fatto di essere un “perdente” e quello che comporta ne permette la distruzione, e postula l’idea che l’espressione artistica mostra la via di come farlo, ma non è mai in grado di sovvertire lo status quo. Rimane, proprio come la società, in uno stato di guerra fra lo stereotipo e la sua sovversione, fra la realtà e la sua satira.
Governare la paura, 2019
The irruption of post-truth Post-truth is a complex phenomenon which could be analysed from a variety of perspectives. In this paper, attention will be paid to the theoretical and practical aspects concerning the role of law in contrasting the fake-news. These are the most important and evident results of the impact of post-truth in the legal and political world. A following focus is dedicated to the new forms of activism aiming at developing a critical conscience. The Author concludes that it is time to promote practices of active citizenship, developed by new technologies, social network and digital platforms, as well as to organize dialogues and discussions in the educational environments and, more broadly, in the neighbourhoods of the city. Keywords: Post-truth, fake news, law, new activism. 1. 2016: un nuovo fenomeno di portata planetaria Parola dell'anno secondo gli Oxford Dictionaries, nel 2016 1 , la «post-verità» si è materializzata repentinamente nella pratica sociale quotidiana Ringrazio Maria Laura Lanzillo per le discussioni sui temi oggetto di questo contributo e per l'invito a mettere in forma scritta alcune argomentazioni sviluppate nel corso di una lunga conversazione, avvenuta nel luglio 2018, sulle trasformazioni della dimensione politica e giuridica nell'epoca della rete. 1 Cfr. Oxford Dictionaries, https://en.oxforddictionaries.com/word-of-the-year/word-of-the-year-2016.
Aphex, 2011
C'è qualche entità in virtù di cui la proposizione che Aphex è una rivista on line è vera? Entità di questo genere sono state chiamate "fattori di verità" (truth-makers): i fattori di verità sono le entità che rendono vere le proposizioni. Il dibattito sui fattori di verità è stato centrale nella discussione filosofica degli ultimi vent'anni: nozioni come quella di rendere vero e fattore di verità promettevano infatti da una parte di gettare un ponte fra temi centrali in filosofia, come la teoria della verità, l'ontologia e la metafisica, dall'altra di rivitalizzare la veneranda teoria della verità come corrispondenza. In quanto segue verranno esposte le linee principali del dibattito che ha ruotato intorno a due questioni: 1) la corretta analisi della nozione di rendere vero; 2) gli argomenti pro o contro l'esistenza di fattori di verità. INDICE 1. LA FONDATEZZA DELLA VERITÀ 2. TEORIA DELLA CORRISPONDENZA E FATTORI DI VERITÀ 3. CHE COS'È IL RENDERE VERO? 3.1. Le analisi modali 3.2. Le analisi essenzialiste 3.3. Rendere vero e spiegazioni 4. VERITÀ E FATTORI DI VERITÀ Stefano Caputo -I fattori di verità Periodico On-line / ISSN 2036-9972 4.1. L'utilità metodologica dei fattori di verità 4.2. Fattori di verità e difesa delle intuizioni 5. CONCLUSIONE: TEORIA DELLA VERITÀ O METAFISICA? 1. LA FONDATEZZA DELLA VERITÀ Alcuni di noi credono che Berlusconi sapesse che Ruby era minorenne, altri credono il contrario. Chi di noi crede il vero? Al di fuori di sparute province filosofiche, pochi di quelli che comprendono il significato della parola "vero" sarebbero disposti a negare che c'è solo un tribunale, una suprema corte d'appello legittimata ad attribuire il torto e la ragione quando si tratta di verità o falsità: la realtà stessa. Se è vero che Berlusconi sapesse o non sapesse che Ruby era minorenne non dipende dai nostri desideri a riguardo e nemmeno dalle prove di cui disponiamo a sostegno dell'una o dell'altra tesi: i giudici, e gli storici dopo di loro, potrebbero non arrivare mai a disporre di alcuna prova conclusiva a sostegno di una o dell'altra tesi, eppure solo una di esse rimarrebbe vera e lo sarebbe perché e solo perché le cose stanno in un certo modo. Se Berlusconi sapeva che Ruby era minorenne allora proprio e solo per questo chi di noi credeva che lui lo sapesse crede qualcosa di vero e chi di noi credeva il contrario qualcosa di falso; se invece non lo sapeva allora, proprio e solo per questo, la ragione stava dall'altra parte. La realtà è, normalmente, ciò di cui intendiamo parlare e ciò a cui sono rivolte le nostre credenze, di conseguenza se ciò che diciamo e crediamo è vero lo è perché la realtà, il mondo, sono fatti in un certo modo. In che modo? Ovviamente nel modo in cui noi pensiamo e crediamo che siano fatti. Chiamerò tale intuizione, che sembra cogliere un aspetto centrale della nozione di verità, l'intuizione della dipendenza della verità dalla realtà o intuizione della fondatezza della verità. Essa può essere espressa mediante il seguente principio della dipendenza della verità dalla real-Stefano Caputo -I fattori di verità Periodico On-line / ISSN 2036-9972 tà: la verità di una proposizione dipende (è spiegata) da come stanno le cose. Lo stesso principio si può formulare, in termini forse metafisicamente più suggestivi, come il principio della fondatezza della verità: la verità è fondata dalla realtà. 1 2. TEORIA DELLA CORRISPONDENZA E FATTORI DI VERITÀ
Il presente articolo corregge le varie formule – semplificata, geodetica e nautica – per la trasformazione dell'altezza misurata ho con uno strumento ad orizzonte artificiale in altezza vera hv. presente la correzione per la depressione dell'orizzonte 0,03√e (oppure 0,03√Q), dove e (o Q) sono l'altezza o quota sul livello del mare dell'occhio dell'osservatore, compresa l'altezza dell'occhio dal suolo. Verifiche successive hanno dimostrato che questa correzione si apporta solo con gli strumenti a riflessione – quale il sestante – perché in essi si porta l'astro, visto in uno specchio, a contatto con l'orizzonte apparente che non coincide con quello geometrico o reale per effetto dell'atmosfera. Invece, con gli strumenti ad orizzonte artificiale (a bolla, a gravità, a giroscopio, ecc.), l'altezza dell'astro è misurata rispetto alla linea orizzontale passante per lo strumento, quindi senza l'effetto deviante dell'atmosfera 1 Di conseguenza, le formule in passato usate 2 : 1) Semplificata hv = ho° – (0,03 * √Q) – R° ± Sd° + (P° * cos ho°). 2) Nautica hv° = ho° – 0,03 × √Q – R° ± Sd° × [1 + sen (ho° – 0,03 × √Q – R°) × sen P°] + [P° – P° × (1 ÷ 298,257) × (sen φ°)²] × cos (ho° – 0,03 × √Q – R°) 3) Geodetica hv° = ho° – 0,03 × √Q – R° ± Sd° × {1 + sen [ho° – 0,03 × √Q – R°] × sen P°} + arcsen {[0,9983271 + 0,0016764 × cos (2 × φ°)-0,0000035 × cos (4 × φ°)] × sen P° × cos (ho° – 0,03 × √Q – R°)} vanno così modificate 3 : 1 Per un'esauriente disamina sugli orizzonti naturali, quelli artificiali e sui relativi strumenti, si vedano: Flora 1987, capp. XII e XIII; Nastro e Messina 2003, cap. 2. 2 In rosso sono indicate le correzioni per la depressione dell'orizzonte. 3 Formule valide per Sole e Luna. Per i pianeti occorre eliminare il semidiametro Sd e per le stelle anche la parallasse P°.
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