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2015, Loescher
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AA.VV., «Chiamati a libertà». L’idea cristiana e le sue contraffazioni, Glossa, Milano, pp. 197-219, 2016
La riflessione agostiniana intorno al rapporto tra libertà e libero arbitrio è analizzata alla luce di due approfondimenti etico-antropologici: il rapporto tra bene ontologico e male morale; lo schema triadico essere /conoscere / volere che rilegge lo statuto antropologico alla luce dell'analogia trinitaria
'Platonismo' e 'Platonismi' nella Tarda Antichità, «ΚΟΙΝΩΝΙΑ» 43 (2019), pp. 451-458, 2019
Referee. Prima della pubblicazione, tutti i saggi sono sottoposti a peer review obbligatoria da parte di due referee. Il referaggio è a doppio anonimato. Il giudizio del referee potrà essere a) positivo, b) positivo con indicazione di modifiche, c) negativo. In caso di due referaggi nettamente contrastanti, il testo verrà inviato ad un terzo referee.
Pavia, Italy / Italia September / Settembre 2015
Giornale Di Metafisica, 2012
The metaphysical indispensability of the opposite principles of the one and the many can be justified by thinking of the original no longer as immovable or as causa sui. In the latter case a duplication is certainly justified but such as to flow back into unity. There is only real difference if what the original posits has a dimension of otherness in relation to it. Only by thinking of the original as liberty can a principle be conceived that is capable of positing itself being able not to posit itself (because liberty is beginning and choice) and therefore one can think that what is posited is other than that which posits. This other is the being of the original liberty that has passed through pure beginning to existence. The original relationship of liberty and being can then further manifest itself in that the original liberty, which positing itself posits the totality of being, can posit aspects of its being outside itself. In this way the dimension of otherness is fully displayed because being posited outside itself, in that it is being of liberty, is free being that, though finite, cannot, precisely because it is free, give rise to full mediation with the infinite original. On the other hand, the principle of unity is not lost, but takes on a new form, that is to say that of love.
Nei dialoghi platonici, filosofia e poesia non sono necessariamente in contraddizione inconciliabile.
"Letteratura italiana e religione. Atti del convegno internazionale (Italian Studies - University of Toronto 11-13 ottobre 2012)." Eds. Salvatore Bancheri, and Francesco Guardiani. Florence: Cesati, 2015. 71-85.
MISCELLANEA GRAECOLATINA III, 2015
Abstract Some More Thoughts on the Greek Basis for Leonardo Bruni’s Version of Plato's Phaedo (codes 136 and Bodmerianus Tubingensis Mb14) The prior condition of a translation is its source text, and the knowledge of this source is an essential factor for critical judgment. Many years ago the author of this article showed that the main Greek basis for Leonardo Bruni’s version of Plato's Phaedo is the ms. Bodmerianus 136, but he also assumed that a different source text might have been used. In this article that auxiliary source is now identified in the current ms. Tubingensis Mb 14. The Tübingen manuscript presents numerous corrections derived from Par. Gr. 1811, one of the manuscripts that Manuel Chrysoloras had made available to the students of his school in Florence, and was employed in turn, probably by Chrysoloras himself, to make corrections and changes in the Parisian manuscript. The chronology of the Phaedo version (aD 1405) provides a secure terminus ante quem for the availability and use of the Tubingensis in Florence. Thanks to the accurate comparison with the Greek text it is now possible to understand almost always when Bruni erred in interpreting or introduced more or less arbitrary variations in the original wording of Plato. It is also possible to better define the aims, difficulties and strategies of Bruni’s first oratory translation of one of Plato’s great dialogues.
Plato is the founder of a form of metaphysics, which has had great success in the Western World. Having given the historic and philosophic «Sitz im Leben» together with a brief consideration of some hermeneutical problems, the article presents the gnoseological and anthropological framework of the «theory of ideas». The body of the article examines the dialectics, and then it looks at the complex «unwritten doctrines» and platonic theology. An evaluation of Plato’s place in the history of metaphysics ends the article.
Lo scrittore e politico Benjamin Constant è sicuramente uno dei padri del pensiero liberale moderno. Erede della tradizione illuministica settecentesca ebbe il merito di traghettare le idee liberali, nate a cavallo tra il '600 e il '700, tra le tormentate acque della Rivoluzione francese e dell'esperienza napoleonica. Traghettatore ma anche riformatore poiché quegli eventi, che modificarono radicalmente la situazione politico--istituzionale francese, imponevano la necessità di ripensare e di riformulare l'eredità politica del '700 e, quindi, anche il pensiero liberale. Il suo lascito è molto vasto, e spazia dalla letteratura alle riflessioni costituzionali, ma, probabilmente, una delle sue opere più famose è il discorso su La libertà degli Antichi paragonata a quella dei Moderni pronunciato all' Athénée Royal nel 1819. La riflessione su questi due tipi di libertà è fondamentale per comprendere il Terrore che ha macchiato con il sangue della sua violenza il processo rivoluzionario. Proprio il tentativo, da parte dei giacobini, di applicare quella libertà che era propria dei popoli antichi alla realtà dei moderni è stata la causa di tante sofferenze. Ad ogni modo, a differenza degli scrittori realisti e controrivoluzionari, Constant ammira gli ideali della rivoluzione (quella dell'89 non quella del '93) e per questo non condanna tout court i giacobini. I loro intenti erano stati nobili, e il fatto che essi si fossero ispirati agli antichi non è assurdo, proprio tra queste genti possiamo osservare grandi esempi di virtù. Ciò che Robespierre e i suoi non avevano compreso è che "non possiamo più godere della libertà degli antichi […] la libertà che ci è propria, deve essere fatta del godimento pacifico dell'indipendenza privata […] la confusione di queste due specie di libertà è stata fra di noi, in epoche sin troppo celebri della nostra rivoluzione, la causa di molti mali". Quindi se le intenzioni dei giacobini erano lodevoli, poiché essi s'ispiravano a quell'illustre modello di virtù che erano gli antichi, non si erano resi conto che il passare dei secoli aveva cambiato i popoli. La libertà dei moderni era ben altra cosa. Cominciamo, quindi, con il delineare i due tipi di libertà, rifacendoci alle stesse parole di Constant: "Chiedetevi innanzitutto, signori, cosa un inglese, un francese, un abitante degli Stati Uniti d'America, intendano al giorno d'oggi con la parola libertà. È per ognuno il diritto di essere sottoposto soltanto alle leggi, di non poter essere arrestato […] né messo a morte […] per effetto della volontà arbitraria di uno o più individui. È per ognuno il diritto di dire la propria opinione […] di disporre della sua proprietà […] il diritto di riunirsi con altri individui, sia per conferire sui propri interessi, sia per professare il culto preferito […] Paragonate adesso questa libertà a quella degli antichi. Essa consisteva nell'esercitare collettivamente, ma direttamente, varie parti della sovranità tutta intera, nel deliberare sulla piazza pubblica della guerra e della pace […] nell'esaminare i conti, gli atti, la gestione dei magistrati, nel farli comparire davanti a tutto un popolo, nel metterli sotto accusa […] nello stesso tempo ammettevano, come compatibile con tale libertà, l'assoggettamento completo dell'individuo all'autorità dell'insieme […] la facoltà di scegliere il proprio culto […] sarebbe parsa agli antichi un crimine e un sacrilegio […] le leggi regolano i costumi […] l'individuo, sovrano pressoché abitualmente negli affari pubblici, è schiavo in tutti i suoi rapporti privati". Si vengono, quindi, a delineare due concetti addirittura antitetici di libertà: "il fine degli antichi era la suddivisione del potere sociale fra tutti i cittadini di una stessa patria: era questo
ΚΟΙΝΩΝΙΑ, 2019
Referee. Prima della pubblicazione, tutti i saggi sono sottoposti a peer review obbligatoria da parte di due referee. Il referaggio è a doppio anonimato. Il giudizio del referee potrà essere a) positivo, b) positivo con indicazione di modifiche, c) negativo. In caso di due referaggi nettamente contrastanti, il testo verrà inviato ad un terzo referee.
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Rhetorica, 2008
GLI ANTICHI E I MODERNI. STUDI IN ONORE DI ROBERTO CARDINI, 2010
Spazi e contesti teatrali. Antico e moderno, 2017
Edizioni Accademiche Italiane, 2018
Luca di Franco, Rosaria Perrella (ed.), Le grotte tra Preistoria, età classica e Medioevo Capri, la Campania, il Mediterraneo Atti del Convegno Internazionale di Studi (Capri-Anacapri, 7-9 ottobre 2021), 2022
FuturoClassico, n. 10, 2024, pp. 16-56.
Dai Presocratici a Platone. Cinque studi, a cura di Francesco Fronterotta e Francesca Masi, 2018
«Prometheus» 48, pp. 54-67, 2022
Il corpo liberato. Per una semantica storica della fisicità, 2022
Sileno 31 (2005 [2006]), 185-216
Atque. Materiali tra filosofia e psicoterapia, 2016