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2023
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Quest'anno il Dantedì assume un valore speciale, dal momento che ci dirigiamo verso il settecentenario della morte del poeta. Focara per Dante aderisce al Dantedì per il secondo anno consecutivo, proponendo una disamina dei ritratti di Dante (letterari e artistici) nel corso della storia, cercando di rispettare l'ordine cronologico. Chiaramente non sono stati riportati tutti i ritratti, ma quelli che hanno catturato l'interesse delle relatrici (Camilla Acampora e Elisa Baggiarini) per l'aderenza alla descrizione del Boccaccio, oppure per altre peculiarità che abbiamo tentato di spiegare durante la nostra diretta Facebook.
La mente di Dante, 2024
La dimensione politica, nel XIV secolo, non può essere scissa da quella teologica e giuridica. La familiarità con i grandi dibattiti legali bassomedievali era infatti parte integrante dell’identità di un intellettuale del Trecento e l’influenza delle categorie giuridiche sul pensiero di Dante prescinde in grande misura dalla vexata quaestio se Dante abbia intrapreso o meno studi giuridici nel corso della sua esistenza. Il sostegno da parte di Dante per l’Impero non può essere ridotto all’adesione a una fazione politica, ma va piuttosto ricompreso all’interno di un sentimento di profonda ammirazione nei confronti della funzione pubblica del governo imperiale, un sentimento che non possiamo comprendere del tutto se non prendiamo in considerazione gli studi sul diritto pubblico romano intrapresi in particolare da giuristi italiani e francesi negli ultimi secoli del Medioevo.
Un giovanile errore di Galileo nell'applicazione delle leggi di scala
Rime giovanili e della "Vita Nuova", puntualmente chiosate da Manuele Gragnolati a così breve lasso di tempo dall'edizione critica di Domenico De Robertis e da quella doviziosamente commentata dal medesimo filologo, 1 ripropone la centralità del "libro" non scritto da Dante, insomma dello zibaldone poetico-sperimentale dalle falde del quale sarebbero via via scaturite la Vita Nuova, il Convivio con le sue canzoni dottrinali, la stessa Commedia, quanto meno per ciò che riguarda l'asse portante della historia, non della sola legenda, sanctae Beatricis.
Hapax Sell, 2022
Riassunto: l'episodio di Guido da Montefeltro nell'Inferno è certamente tra i più noti e studiati, in questo contributo verrà proposta una riflessione non soltanto sull'episodio infernale, quanto piuttosto sul radicale cambio di giudizio che Dante opera nel passaggio dal Convivio, in cui Guido viene esaltato come uomo politico e capo militare esemplare, alla Commedìa, in cui lo aspetta la dannazione eterna. La riflessione sarà accompagnata da alcuni passi significativi di un'altra opera particolarmente rilevante nel panorama della letteratura italiana medievale di lingua latina, la Cronica di Salimbene da Parma, dal cui studio appare evidente una somiglianza con l'immagine trasmessaci dal Convivio.
L'uomo su cui riflette sant'Agostino e l'uomo cantato da Dante lungo tutta la sua opera sono accomunati da un medesimo desiderio: essere felici. La felicità coincide con Dio, desiderio sommo di ogni uomo, e dona all'uomo quella pace che può essere raggiunta solamente compiendo un esodo.
Accademia Naz. Scienze, Lettere e Arti di Modena, "Memorie Scientifiche, Giuridiche, Letterarie", s. VIII, v. XV, 2012
L’utilizzo dell’effigie dinastica in funzione politica e celebrativa trova perfetto riscontro nelle committenze ritrattistiche della corte estense all’epoca di Cesare d’Este, primo duca del ramo di Modena. E il veneziano Sante Peranda, al servizio di Alessandro I Pico nella vicina corte di Mirandola, ma consueto anche a quella modenese, ne diviene il primario interprete, ancor più dei pur ragguardevoli maestri locali, creando con elezione stilistica e acume interpretativo una cospicua “galleria” di ritratti; da questi furono poi derivate repliche autografe e di bottega, copie pittoriche e incisioni, che contribuirono alla diffusione più ampia non solo dei volti ma anche dell’immagine stessa della corte di Modena. Un importante Ritratto di Cesare d’Este, di recente acquisito dall’Accademia, costituisce una fondamentale “pietra di paragone” per consolidare e vagliare l’iconografia del personaggio, e constatare, ad esempio, che il ritenuto Ritratto del duca nella Galleria Estense non ha corrispondenza con la reale fisionomia di Cesare; dato, questo, che induce a porne in dubbio anche la consolidata attribuzione a Cesare Aretusi.
Analisi canto XXXIII Paradiso, elaborato di teologia Analysis of Paradise, XXXIII canto
quivi germoglia come gran di spelta. Surge in vermena e in pianta silvestra: (Inferno, XIII,(99)(100) Partendo dai versi danteschi «quivi germoglia come gran di spelta. / Surge in vermena e in pianta silvestra», il primo dei quali ha un parallelismo costruttivo nel verso «livido e nero come gran di pepe» 1 , si definisce innanzitutto cosa sia la spelta e cosa la verbena, nel tentativo di ricavarne le possibili fonti letterarie cui Dante attinge per la conoscenza delle due piante erbacee, evidenziandone anche le loro peculiari caratteristiche.
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Treccani.it - Lingua italiana, 2023
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L'eclettico, 2020
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Il ritorno di Odisseo attraverso Dodici Porte, 2020