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2011
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I l semplice gesto di portarci alle labbra un bicchiere di vino potrebbe, qualche volta, ricordarci che stiamo bevendo un estratto di storia, oltre che di uva. Stiamo bevendo una parte del nostro passato, una parte della nostra storia del Mediterraneo e della Calabria.
Nuova Verde Ambiente, 2022
Vigneti e cantine nelle terre dei dogi tra il XIII° e il XXI° secolo.
R. Garibaldi (a cura), In viaggio alla scoperta di cibo e vino. Esperienze creative a confronto, Aracne, Roma 2017, pp. 87-127
Food and archaeology are important instruments in the development of tourism and the discovery or "invention" of local identity. In keeping with some traits of postmodern society, the culturalization and historical theming of consumption play an increasing role in regional planning and the marketing of tourism. Indeed, history and archaeology help to define interesting forms of hybrid authenticity linking past and present and to connect the postmodern identity of citizens and consumers with the pre-postmodern identity of subjects, heirs to a tradition anchored in the past but often reinvented, which is based on archaeological sites, monuments and museums. The paper dwells on some significant cases: an “archaeo-experiential” restaurant in Pompeii, with ancient and modern cuisine, located in a new building in Pompeian style; a series of “events” in Rome, where the visit to an underground archaeological site includes an archaeo-gastronomic aperitif; an initiative in Tivoli, combining a visit to the local excavations with a tasting of ancient Roman cuisine; a winery in Tuscany, inside a real archaeological site, which has set up an archaeological museum in its building, organizes themed tastings and promotes various events in its cellar, designed by a famous architect. In this context we must remark the formation of a new creative entrepreneurship: young archaeologists, art historians and graduates in communication and cultural heritage "invent" new forms of fruition of the past capable of responding to cultural change, intercepting the new tourist demands and filling the void left by the institutions. These activities also give rise to niche food chains, fostered by the attention to local authenticity. It is a small but promising market not only in countries, like Italy, characterized by rich archaeological heritage, long-standing agricultural production, great culinary tradition and growing cultural and gastronomic tourism. These forms of experimental archaeology are very important at a time of persistent economic crisis, impoverishment of the system of cultural heritage and, above all, long-term unemployment of many young experts in this field, crucial for the country’s development.
Si tratta di un corposo lavoro che prende le mosse dal censimento del patrimonio archeologico della piana di Mascali (CT), un territorio dedito alla viticoltura sin dall’epoca della colonizzazione Greca. A questo si affianca la continuazione dei lavori nella vigna sperimentale piantata nel 2013. Trova, inoltre, posto in questo lavoro anche la messa a punto di un protocollo sperimentale di vinificazione secondo i precetti e le tecniche enologiche romane. Conclude lo studio una innovativa proposta progettuale di un open-air museum della viticoltura etnea per la valorizzazione turistico-culturale del comprensorio vitivinicolo dell’Etna. Questo complesso lavoro è finalizzato alla ricostruzione dei processi culturali ed economico-produttivi delle comunità urbane e rurali del mondo antico (romano in particolare), nell’ottica della creazione di strumenti decisionali per la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la pianificazione territoriale
Atti del XXXVII° Convegno Larti, 2019
Questo articolo riguarda gli sviluppi del primo specifico studio sulla produzione di vino di una magione templare, sia dal punto di vista economico che scientifico. Il caso studiato è la sede templare di Bologna ottenendo informazioni dagli archivi, da uno scavo ar- cheologico che abbiamo condotto nel 2016, primo specifico scavo archeologico in Italia in una sicura sede templare, e dai relativi da- ti scientifici ottenuti attraverso ad esempio la palinologia, cioè lo studio dei pollini ritrovati nello scavo, come nel nostro caso.
The paper aims to analyze, in an archaeological perspective, the strategies of wine consumption in funerary practices of Greek and Indigenous communities of Campania during the Orientalizing period. The study focuses on the cases of Pithekoussai, Sarno Valley and Pontecagnano and deepens the different ways in which wine drinking is integrated into the funerary performances: from the collective dynamics involved by the use of the krater or a local vessel as the olla (Pitekoussai and Sarno Valley), to the introduction of a personal ‘basic vase service’ in the burial sets (Pithekoussai and Pontecagnano).
Turismo e qualità della vita. Buone e cattive pratiche
Negli ultimi anni l’attenzione verso il cibo ha assunto, almeno nei Paesi euro-occidentali, più profondamente inseriti nei processi di globalizzazione e caratterizzati da comportamenti culturali di tipo “liquido” e post-moderno, il carattere di una vera e propria ossessione collettiva. Il successo di trasmissioni televisive e di libri a tema culinario, reality shows con gare di cucina, corsi di cucina, il processo di popolarizzazione dell’alta cucina e degli chefs stellati, l’attenzione per le recensioni dei vini e dei ristoranti sono solo le manifestazioni più appariscenti di un fenomeno che va ben oltre la cosiddetta cultura popolare e costituisce parte integrante delle politiche culturali e turistiche di molti territori. Cibo e vino hanno costituito un’importante forma di appagamento collettivo e di spazio di socializzazione e di negoziazione identitaria in una fase difficile del nostro recente passato, in cui i valori costitutivi di una società fondata sui consumi sembravano irreparabilmente compromessi. In Italia da alcuni anni stiamo assistendo, da parte delle amministrazioni, degli operatori turistici e dei turisti stessi, alla definizione di un sistema di “narrative turistiche” fortemente tematizzate sul cibo e sul vino. L’Expo 2015 di Milano ha costituito un momento chiave di questo processo. Il suo argomento, “Nutrire il pianeta”, aveva in teoria un respiro globale, che implicava una riflessione più alta, di carattere anche etico-politico, ma l’Expo, di fatto, è stata largamente riconvertita in un grande festival dell’enogastronomia, all’insegna della valorizzazione dei prodotti locali, dell’autenticità territoriale, della “lentezza” e così via. Ciò ha contribuito ad accelerare il processo di “enogastronomizzazione” del turismo, delle politiche locali e della stessa elaborazione scientifica italiana. L’aspetto paradossale è che questa nuova ricerca dell’autenticità locale, rivolta alla definizione di pratiche turistiche innovative e, in senso più ampio, alla rivendicazione di una specificità territoriale in contrasto con l’uniformità indotta dai nuovi mercati globali, si risolve spesso in attività seriali che tendono a omogeneizzare territori caratterizzati da un’intrinseca diversità. La promozione del territorio passa di frequente attraverso la “tematizzazione” del patrimonio storico-culturale, che accompagna un processo di “patrimonializzazione” del Paese, in cui tutto diventa, o è presentato, come patrimonio culturale. Stiamo assistendo alla diffusione di una nuova retorica che interconnette patrimonio culturale e mercato. I monumenti storici sono usati per suggerire una relazione tra merce e territorio. Il passato è utilizzato per assicurare autenticità alla merce e il “nuovo” prodotto commerciale è presentato come un elemento costitutivo della “tradizione”. Questo meccanismo, particolarmente efficace per cibo e vino, viene sempre più spesso utilizzato nella comunicazione pubblicitaria. Il capitolo affronta l’argomento attraverso l’analisi di una serie di casi particolarmente significativi (il vino di Pompei, tematizzato con riferimento al sito archeologico; la proliferazione di eventi enogastronomici tematizzati; il caso eclatante dell’Expo 2015 a Milano; lo sviluppo di pratiche di consumo e di degustazione in aree d’interesse archeologico e in musei; la diffusione delle “strade del vino”; la moltiplicazione di forme di re-enactment e di living history e di eventi in cui la storia diventa uno strumento seriale di promozione del territorio. Non mancano, peraltro, anche forme di “mitopoiesi commerciale creativa”.
| Forni di CalCinazione 1 | Biografia: caStillo e miraS 1 | BiBliografia; iconografia; Sitografia 2 | Casa del leCtor 1 | Biografia: garcia e aBril 1 | BiBliografia; iconografia; Sitografia 3 | löwenbräU-areal 1 | Biografia: gigon e guyer 1 | BiBliografia; iconografia; Sitografia 4 | bötzow braUerei 1 | Biografia: chipperfielD 1 | BiBliografia; iconografia; Sitografia 5 | Città delle CUltUre 1 | Biografia: chipperfielD 1 | BiBliografia; iconografia; Sitografia 6 | benetton stUdios 1 | Biografia: afra e toBia Scarpa; DaviD zannor.
Fornire un quadro esautivo sulla coltivazione della vite e sugli aspetti legati alla produzione del vino nel Mezzogiorno medievale continentale è impresa ardua. Una prima difficoltà deriva dall'assenza di studi in numero congruo sull'argomento a carattere perlomeno regionale: tra i pochi non si può non ricordare il lavoro di Mario Del Treppo su Amalfi medievale, i saggi di Raffaele Licinio e qualche paragrafo del volume di Jean-Marie Martin sulla Puglia medievale o riflessioni in articoli di Pierre Toubert sulla Campania settentrionale 1 . Alcune parti dell'opera di Augusto Lizier forniscono informazioni ancora oggi preziose per chiunque voglia intraprendere uno studio sui problemi legati alla coltivazione della vite in età prenormanna, mentre i saggi di Giovanni Cherubini e Giovanni Vitolo costituiscono studi di partenza ineludibili per le problematiche legate al commercio del vino nel Mezzogiorno bassomedievale 2 . Tuttavia manca ancora per la regione meridionale un lavoro * Mi è gradito ringraziare il professor Pietro Dalena per l'impulso a intraprendere questa ricerca e per i numerosi suggerimenti, i consigli, le indicazioni e le discussioni che sono alla base di tanta parte del presente lavoro. 1 M. Del Treppo, Amalfi: una città del Mezzogiorno nei secoli IX-XIV, in M. Del Treppo, A. Leone, Amalfi medioevale, Napoli 1977, pp. 24 ss.; R. Licinio, Uomini e terre nella Puglia medievale. Dagli Svevi agli Aragonesi, Bari 2009 2 , in part. pp. 67-81; J.-M. Martin, La Pouille du VIe au. Xlle siècle, Rome 1993; P. Toubert, Paesaggi rurali e tecniche di produzione nell'Italia meridionale della seconda metà del XII secolo, ora in Id., Dalla terra ai castelli. Paesaggio, agricoltura e poteri nell'Italia medievale, Torino 1995, pp. 316-341. 2 A. Lizier, L'economia rurale dell'eta prenormanna nell'Italia meridionale meridionale (Studi su documenti editi dei secoli IX-XI), Palermo 1907; g. Cherubini, I prodotti della terra: olio e vino, in Terra e uomini nel Mezzogiorno normanno-svevo, Atti delle settime giornate normanno-sveve, Bari 1987, pp. 187-234; G. Vitolo, Produzione e commercio del vino nel Mezzogiorno medievale, in "Rassegna Storica Salernitana", V, 1, 1988, pp. 65-75. Una bella sintesi sulla vitivinicoltura italiana con ampi accenni al Mezzogiorno in A. Cortonesi, 7 Un'ottima sintesi in G. Volpe, Villaggi e insediamento sparso in Italia meridionale tra tardoantico e altomedioevo: alcune note, in Dopo la fine delle ville: le campagne dal VI al IX secolo, a cura di G. P. Brogiolo, A. Chavarria Arnau, M. Valenti, Mantova 2005, pp. 221-243. 8 C. Wickham, Framing the Early Middle Ages. Europe and the Mediterranean, 400-800, Oxford 2005, pp. 58 ss. 9 Expositio totius mundi et gentium, a cura di J. Rougé [Sources Chrétiennes, 124], Paris 1966, p.190. 10 Cassiodoro, Variae, ed. Th. Mommsen, MGH, Auctores Antiquissimi, Hannover-Leipzig 1894, VIII/31, XII/14, p. 371; ivi, XII/15, pp. 372-373. 11 Ivi, XII/12, p. 369. 12 Gregorii I Papae, Registrum Epistularum., ed. P. Ewald, L. Hartman MGH, Epistulae, Berolini 1957 2 , I, 64. 13 Si veda a tal proposito infra, la parte dedicata al commercio. 14 Rarissimi diventano infatti i rinvenimenti di contenitori vinari a Roma, principale mercato del vino campano. Si veda E. Savino, Campania tardoantica, Bari 2005, pp. 57-60. 15 Per la quale si veda supra, nota 6. 16 Sulle condizioni dell'Italia meridionale alla fine della guerra goto-bizantina si vedano ad es. E. Zanini, Le Italie bizantine, Bari 1998. Per una rilettura delle conseguenze del conflitto sulle strutture economico-insediative nel Mezzogiorno G. Noyé, Villes, économie et société dans la province de Bruttium-Lucanie du IVe au VIle siècle in La storia dell'alto medioevo italiano (VI-X secolo) alla luce dell'archeologia (Convegno Internazionale, Siena 1992), a cura di R. Francovich, G. Noyè, Firenze 1994. Sul ruolo della peste da ultimo M. Mc Cormick, The origins of European Economy. Communications and Commerce AD 300-900, Cambridge 2001, pp. 114 ss. Per le diverse conseguenze del conflitto si veda ad es. Savino, Campania tardoantica, cit., pp. 205 ss. 17 MGH, Ep., II, IX, 53, a. 598. 18 Iohannis Diaconi, Chronicon episcoporum sanctae neapolitanae ecclesiae, ed. B. Capasso, Monumenta ad neapolitani ducatus historiam pertinentia, riedizione a cura di R. Pilone, Salerno 2008 2 , I, p. 282. Un'urna equivale a circa 13 litri; si veda C. Salvati, Misure e pesi nella documentazione storia dell'Italia del Mezzogiorno, Napoli 1970, p. 13. 19 Liber Censuum Romanae Ecclesiae, a cura di P. fabre, L. Duchesne, Paris 1905, I, p. 352; Regesti dei documenti dell'Italia meridionale. 570-899, a cura di
Settembre, nei calendari dei mesi è, a partire dall'età carolingia, il mese della vendemmia. A seconda delle aree geografiche, la stessa talvolta è però raffigurata in agosto o in ottobre. E la data della vendemmia riportata nelle fonti medievali è sovente utile per ricostruire la storia del clima attraverso il succedersi di annate "buone" e "cattive".
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Forlimpopoli. Documenti e Studi XXXI, 2020
Atti dei Convegni “Cervisia. La birra nell’archeologia e nella storia del territorio”, Pombia 13/4/2003 e “Spuma Cervisiae. La birra nella tradizione novarese del banchetto, dai dati archeologici a oggi”, Pombia 19/9/2004, Quaderni di cultura pombiese 1, pp.81-88, Pombia (Novara)., 2005
VI Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, 2012
Il vino nella cultura e nella religione sulle due sponde dell'Adriatico, 2022
Incontro a tavola tra due civiltà: il vino e la birra, a cura di Francesco Filotico. Atti della Giornata internazionale di studio (Manduria, 25 maggio 2019) , 2023
in M.T. Giannotta, F. Gabellone, A. Dell'Aglio (a cura di), Fruizione di contesti archeologici inaccessibili. Il progetto MARTA Racconta, Lecce 2014, pp. 211-218
Incontro a tavola tra due civiltà: Il vino e la birra. Atti della Giornata internazioale di Studio (Manduria 25 Maggio 2019), 2023
Il vino dei Templari. Ricerche a Bologna tra archivistica, iconografia, palinologia e genetica, 2018