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La martire, il culto e le identità territoriali a cura di Elena Onori Il volume propone un percorso originale che si snoda tra le quattro sezioni del convegno itinerante che si è svolto nel 2018 in quei luoghi dove sono vivi la memoria e il culto di Santa Vittoria vergine e martire. Dai temi storico-territoriali legati alla Sabina e al monachesimo in riferimento al culto dei santi e alla loro diffusione nell'età tardo antica e medioevale, si passa ai culti martiriali e alle rilevanze archeologiche relative al culto di Santa Vittoria, per poi prendere in esame le diverse espressioni figurative e devozionali della Vergine e martire romana. Il percorso si conclude con un focus sulle vicende storiche e cultuali della Santa nella marca fermana anche in relazione ai rapporti con l'Abbazia di Farfa. Agli studiosi il compito di cogliere quanto è stato puntualizzato circa i concetti già acquisiti e le problematiche già sviscerate e tutti gli spunti validi per nuovi approfondimenti e nuove acquisizioni.
2021
La Vittoria, in sardo "Sa Bitòria", è un termine propriamente sardo, la cui radice riporta al "Bitu" o "Bitzu" (Becco del Falco) riscontrabile nella cultura egiziana, orientale, greca e romana.
Il ritrovamento fortuito e la dimessa veste del manoscritto sommarivese potevano assecondare un suo ritorno all'oblio, sollevando così coloro che ne sono stati sfiorati da faticose letture, riscritture, ricerche storiche, proposte di eventi e rappresentazioni.
Osservazioni sui paragrafi delle 'Leggi' ittite relative al matrimonio, 2017
BIDR viene pubblicato annualmente. La pubblicazione di articoli e contributi scientifici proposti alla Rivista osserva i criteri di massima per la valutazione della ricerca scientifica adottati dalle Autorità universitarie italiane. Tali saggi saranno pertanto sottoposti all'approvazione di due esperti scelti dalla Direzione all'interno di un gruppo di studiosi predeterminato, il cui elenco è a disposizione degli interessati, rispettando l'anonimato dell'autore e dei lettori.
Giacomo Laderchi nacque nel 1678 a Faenza da un illustre famiglia di quella città 1 . Entrò giovanissimo nella Congregazione dell'Oratorio di S.Maria in Vallicella a Roma. Si distinse subito per la sua dottrina, dimostrando una particolare disposizione verso gli studi storici, secondo la grande tradizione iniziata dal cardinale Cesare Baronio e, per alcuni anni, fu coadiutore della biblioteca Vallicellana 2 . Venne utilizzato da importanti personaggi del suo tempo, come il Granduca di Toscana Cosimo III de' Medici e Papa Clemente XI. In particolare, padre Laderchi divenne un fidato collaboratore del Pontefice, per problemi storici, teologici e giuridici 3 .Da questa posizione di fiducia, l'oratoriano s'adoperò per contrastare il circolo giansenista romano 4 . Il suo carattere, come risulta dalla lettura dalle sue lettere, era improntato ad una certa durezza e asprezza, come dimostrò in tutte le polemiche in cui venne coinvolto. Interessante è la confidenza che Laderchi 1 G.B. DI CROLLALANZA, Dizionario storico-blasonico, I ,Bologna 1965, p.2. 2 E.PINTO, La biblioteca Vallicellana in Roma, Roma 1932, pp.97-98. 3 In un elenco di opere manoscritte del padre Laderchi , qui pubblicato in appendice, si può notare come molti lavori fossero commissionati da Clemente XI. Altro segno della fiducia riscossa dal padre oratoriano risulta dalla sua designazione come perito storico, da affiancare al Legato pontificio, che avrebbe dovuto presiedere il concilio nazionale francese, voluto da Luigi XIV per l'accettazione della Bolla Unigenitus. Importante fu la collaborazione del padre Laderchi alla spinosa questione della monarchia sicula. L'agente granducale a Roma Anton Maria Fede così descrisse il rapporto di fiducia tra l 'oratoriano ed il Papa: " Devo anche confidare a V.S.Ill.ma con il più religioso segreto, che la penna eruditissima del nostro padre Laderchi ha distesa un'opera dottissima sopra tali vertenze,come ha desiderato il Sommo Pontefice, dal quale fù anche chiamato a Palazzo domenica sera in ora molto avanzata, che si degnò di conferir seco nel suo gabinetto la minuta della bolla estintiva della pretesa monarchia di Sicilia, obbligandolo ancora con espresso comandamento di aggiungere, e di diminuire alcune particolarità ,come eseguì colla più somma repugnanza, e modestia possibili " Archivio di Stato di Firenze, Mediceo del Principato,( d'ora in poi ASF,Med.Princ.) 3934, A. M. Fede a C. A. Gondi, 23 febbraio 1715). 4 Per esempio, si deve all'influenza di padre Laderchi la bocciatura di Gaspare Cerati all'episcopato di Piacenza, cfr. E. DAMMIG, Il movimento giansenista a Roma, Città del Vaticano 1945, p.122. Si vedrà nel prossimo paragrafo un dettagliato quadro dell'azione del Laderchi contro il giansenismo. 1 fece a Carlo Antonio Gondi, segretario granducale: "Io alle mie in riguardo delle quali mi sono scelta una maniera di vita lontana dalla conversazione degli uomini e del loro commercio, benchè non lontano (Iddio vuol così)dagl'impicci della corte" 5 . Nella ricerca e negli studi profuse parte del suo patrimonio, tanto che venne a trovarsi in estrema necessità finanziaria, come dimostra un memoriale inviato a padre Alessandro Bussi preposito della Vallicella 6 . Trascorse la sua vita a Roma, dove morì all'età di sessant'anni, il 25 aprile 1738, nei suoi ultimi anni venne colpito da infermità di mente 7 . opere archeologiche Al settore dell'archeologia, secondo la tradizione filippina dei padri Bosio e Aringhi, Laderchi dedicò un'opera di descrizione delle Basiliche dedicate a Roma ai Santi Pietro e Marcellino: De Sacris basilicis Ss. Martyrum Marcellini et Petri dissertatio historica, Romae, per Franciscum Gonzagam, 1705 8 . Giacomo Laderchi pubblicò, poi, nel 1722 un lavoro sulla basilica romana di S.Cecilia: S.Caeciliae Acta et transtyberina basilica illustrata saeculorum singulorum monumentis asserta etc., Romae , ex typ. Rocchi Bernabò, 1722. In quest'opera il martirio e il culto della vergine romana viene illustrato attraverso la descrizione delle fonti patristiche e liturgiche che durante i secoli hanno parlato della santa e del luogo del suo culto. Sempre di natura archeologica è il testo del padre Laderchi, che tratta di un'epigrafe 5 ASF,Med.Princ.3934 , G.Laderchi a C.A. Gondi,15 gennaio 1715. 6 Ivi, 3935, Memoria per il M. Rev .p. Alessandro Bussi preposito fatta da G.Laderchi per informare la congregazione del presente suo stato, infra. 7 C.GASBARRI, L'Oratorio di Roma dal Cinquecento al Novecento, Roma 1962, pp.183-184.La notizia della morte di padre Laderchi venne segnalata dal Diario di Roma, che lo definì: "Soggetto assai cospicuo per aver composte molte dotte et erudite opere "(Diario ordinario, n.3238, 3 maggio 1738, Roma, Chracas, 1738, p.1 ).
2019
«Sono stata scritta da uomini e donne di ogni tempo» sostiene il geniale punto di vista in prima persona dell’ultimo romanzo di Mariapia Veladiano, che sceglie di raccontare la storia della madre di Gesù giocando innanzitutto con il ruolo della sua protagonista. In tanti l’hanno riletta e riscritta, affidandole nomi e caratteri con cui è stata invocata nei secoli. Veladiano le dà quindi la parola perché sia lei a raccontarsi questa volta, ma lo fa costruendo un personaggio consapevole del destino che ha già subito – «mi hanno raccontata in poesia, in pittura, in musica, nel vetro, nel ghiaccio immacolato, a punto croce, sulle volte delle cattedrali e sui selciati delle piazze, a chiacchierino e col tombolo» – mentre ri-narra la storia che «ha tagliato il tempo in due».
latinoamericando.info, 2021
Non sono tempi semplici per Edir Macedo e la sua Igreja Universal do Reino de Deus (Chiesa Universale del Regno di Dio – IURD) al centro di un gigantesco scandalo di riciclaggio di denaro, oltre ad altre accuse, in Angola e alle prese, in Brasile, con la vicenda giudiziaria di suo nipote, l’ex-sindaco di Rio de Janeiro Marcelo Crivella, indicato da Bolsonaro come possibile ambasciatore in Sudafrica, verosimilmente su indicazione dello stesso Macedo nel tentativo di mettere fine alla profonda crisi, che la Universal sta vivendo in vari Paesi del continente africano. Progetto, tuttavia, non semplice da realizzare a seguito del ritiro, da parte della Polizia Federale brasiliana, del passaporto di Crivella. Una storia paradossale, che, una volta di più, rivela il lato dilettantesco del governo Bolsonaro, come, parimenti, lo stretto legame che unisce Edir Macedo e il Presidente della Repubblica. Uno dei grandi nodi problematici della democrazia brasiliana è questo perverso legame tra manipolatori dell’opinione pubblica, come sono oggi le Chiese evangeliche, in particolare quelle neopentecostali, ed una politica, la quale, tranne poche isole felici, vive in Brasile un lungo periodo di discredito. Di qui, la presa che soggetti come Macedo e la sua Chiesa Universale hanno su quelle ampie fette della popolazione poco scolarizzate, non scolarizzate o vittime di quello che oggi si chiama ‘analfabetismo di ritorno’, fungendo, di fatto, da influencer religiosi e da cinghia di trasmissione tra gli elettori e il mondo politico. Per questo, chiunque conosca, pur minimamente, la geografia elettorale brasiliana è consapevole del fatto che nessun candidato può eleggersi senza l’appoggio della vasta e variegata galassia evangelica, più ancora, forse, senza l’appoggio di alcune chiese neopentecostali, le quali, come è il caso della IURD, contano un esercito di fedeli che segue ciecamente ogni orientamento impartito dal proprio pastore. Si tratta di una vera distribuzione di oppio sotto forma di confusi o volutamente travisati precetti religiosi, che ha come convitato di pietra una pressoché assente formazione scolastica pubblica, che, pur a macchia di leopardo, interessa tutti gli Stati brasiliani e che richiederebbe una riforma radicale tesa ad invertire i rapporti di forza, capovolti all’epoca della dittatura militare, tra scuola pubblica e le sempre più care e classiste scuole private.
Gli Autori esaminano il tema del ne bis in idem: anzitutto, sottolineano l'importanza di tale principio, che rappresenta un valore fondamentale della società democratica e moderna; in secondo luogo, si concentrano, in maniera critica, sul concetto di ne bis in idem e lo inquadrano quale garanzia essenziale del sistema giuridico. Ulteriore passaggio è quello dedicato alla differenza tra il ne bis in idem sostanziale e quello processuale. La trattazione si conclude, da un lato segnalando i profili di merito del "dialogo" in atto sullo specifico tema tra le Corti e dall'altro lato facendo cenno alle soluzioni future per scongiurare la duplicazioni dei procedimenti e dei trattamenti sanzionatori.
EREDITA’ SIMBOLICHE, MANDATI, FAMILIARI RIVERBERI. INCONTRARE LE FAMIGLIE DEGLI ALLIEVI., 2022
Beppe Pasini, psicoterapeuta, didatta del Centro Milanese di Terapia della Famiglia; Erika Roncoroni, psicoterapeuta, assistente didatta; Centro Milanese di Terapia della Famiglia; Valentina Bandirali, Francesca Nardi, Renata Pugliese; allieve del IV anno del Centro Milanese di Terapia della Famiglia. Pubblicato su Connessioni, rivista on line del Centro Milanese di Terapia della Famiglia nr 12/22 The article recounts and thematises a meeting that took place with some relatives of the students of the family psychotherapy school of the MILAN FAMILY THERAPY CENTER OF MILAN attending the specialization training, dedicated to exploring the role of symbolic inheritances and the expectations of the family system on the professional vocation of their relative. What role do expectations, dreams, prophecies present in the family system have on the future therapist? How do family members experience the choice to become a psychotherapist of one of its members? As a future family therapist, is it helpful to explore these symbolic and relational dimensions in the course of your training? The drafting of the article adopts a polyphonic structure. The different voices of the protagonists: the teacher, the students, the family members, the theories dialogue with each other, giving the experience the meaning of an encounter in search of possible isomorphisms by combining formative and clinical dimensions. Between emotions, discoveries and affections ABSTRACT L'articolo racconta e tematizza un incontro avvenuto con alcuni famigliari degli allievi della scuola di psicoterapia famigliare del CENTRO MILANESE DI TERAPIA DELLA FAMIGLIA DI MILANO frequentanti il training di specializzazione, dedicato ad esplorare il ruolo delle eredità simboliche e delle aspettative del sistema famigliare sulla 'vocazione' professionale del loro congiunto. Quale ruolo hanno le aspettative, i sogni, le profezie presenti nel sistema famigliare sul futuro terapeuta? Come vivono i componenti della famiglia la scelta di divenire uno/a psicoterapeuta di uno dei suoi membri? Come futuro/a terapeuta della famiglia è utile esplorare queste dimensioni simboliche e relazionali nel corso della propria formazione? La stesura dell'articolo adotta una struttura polifonica. Le diverse voci dei protagonisti: il didatta, gli/le allievi/e, i famigliari, le teorie dialogano tra loro conferendo all'esperienza il significato di un incontro alla ricerca di possibili isomorfismi coniugando dimensioni formative e cliniche. Tra emozioni, scoperte e affetti.
Linguaggi» (CTL) è costituita da volumi monografici pubblicati sia nel tradizionale formato a stampa, sia in modalità digitale disponibile sul web: una scelta, quest'ultima, concordata dal Comitato Scientifico per garantire ai contenuti la più ampia diffusione possibile e per poterne assicurare, nel contempo, la massima fruibilità.
La scena è ad Atene. Presenta due case, quella di Euclione e quella di Megadoro; in mezzo, più indietro, il tempio della Buona Fede.
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RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO TRIBUTARIO, 2017
Rinascimento e genesi della modernità, 2022
Forme istituzionali e politiche di inclusione delle élites nell’età giulio-claudia. Note su vecchi e nuovi documenti epigrafici, 2020
Paolo Di Pasquale, 2023
SULL'EMBRIONE UMANO E L'EQUIVOCO DI E. SEVERINO, 2021