Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2022, Medioevo romanzo
…
6 pages
1 file
Estudis Romànics, 2024
Calabria, ed è stato Fellow di Villa I Tatti a Firenze. In oltre cinquant'anni di carriera si è occupato di filologia occitana, catalana e italiana, di metrica, di critica letteraria, di letteratura italiana contemporanea, di informatica umanistica, firmando una decina di volumi e un centinaio di articoli di altissimo valore. Il suo primo interesse scientifico lo lega indissolubilmente alla Catalogna, allorché decide di laurearsi con una tesi sul poeta Ausiàs March e di partire nel 1969 alla volta di Barcellona per svolgervi le ricerche necessarie. Come egli stesso ricorda: Sapevo, perché lo avevo letto nei libri e me lo avevano detto i miei professori italiani, che Ausiàs March era un grandissimo poeta, al punto di influenzare i maggiori poeti castigliani del Siglo de Oro; ma nel giro di pochi giorni di lavoro alla Biblioteca de Catalunya mi resi conto che la bibliografia su di lui si riduceva a ben poco. Poco quantitativamente e per di più di modesto livello, salvo qualche notevole eccezione e nonostante un leggero incremento delle pubblicazioni in occasione del quinto centenario dalla morte, dieci anni prima. Questa situazione rendeva da un lato più facile il mio lavoro, perché di cose da dire ce n'erano tantissime, dall'altro avevo l'impressione di muovermi nel vuoto. 1
Public Knowledge Project PLN, 2023
In ricordo di Costanzo Di Girolamo (1948-2022).
Scelta di ricordi di San Girolamo di Agnano, 2019
Il monastero dei monaci Olivetani di San Girolamo di Agnano (Pisa) non esiste più da molto tempo. Il complesso edilizio oggi comprende una chiesa intitolata a sant’Iacopo e dei resti di strutture comunitarie diventate abitazioni private. Sono (o meglio erano) perduti quasi tutti i ricordi. Pur avendo avuto vita “gloriosa”, i documenti erano fino ad ora introvabili. Ma ecco, che all’Archivio di Stato di Firenze nel fondo Compagnie religiose soppresse da Pietro Leopoldo ritornano alla luce dalla massa della Compagnia di San Michele. Chi scrive li ha trovati casualmente, avendo in progetto un’altra ricerca. Sono numerosi registri e fascicoli, ripartiti in altrettanti faldoni e rilegati con trascuratezza al tempo del Patrimonio Ecclesiastico di fine Settecento. Il materiale è tanto per chi vorrà studiarlo. Da parte mia presento la trascrizione di due testi: un sommario della storia e la descrizione del monastero compilato tra Cinque e Seicento e un registro di amministrazione degli ultimi decenni del Trecento
2020
Gentile Direttore, passeggiando per il centro storico di Catania, sono rimasto sorpreso dalla lettura di una targa accanto al portone di Palazzo Geraci-Guerrera, segnalato come Palazzo Manganelli. Per averlo letto sulla sua rivista, sapevo che quello di via Antonio di Sangiuliano non era Palazzo Manganelli; e, più che mai, non poteva essere stato edificato nel XVIII secolo perché lo stile architettonico è, fuor di dubbio, più recente rispetto a quello del vero Palazzo Manganelli che si affaccia nella dirimpettaia e omonima piazza. Nel confessarle il mio stupore per la clamorosa svista, sono pervaso dal dubbio che anche le segnalazioni riguardo ad altri palazzi del centro storico possano depistare l'ignaro turista che, in un susseguirsi di passa parola, potrebbe stendere un velo di inconsapevole menzogna sulla verità strapazzata dai responsabili dell'informazione. Marco Saporita, Sant'Agata li Battiati (CT) Lo stupito lettore è assalito da un dubbio più che legittimo. Dopo la segnalazione, mossi da curiosità, abbiamo censito 28 palazzi del centro storico di cui ventiquattro con le informazioni certificate da: Comune di Catania, Università degli Studi, Rotary club Catania est e Sostare. Undici cartelli risultano carenti o errati, per cui torneremo presto sull'argomento per fare chiarezza come abbiamo scritto nell'editoriale. Elio Miccichè Palazzo Geraci-Guerrera, via Antonino di Sangiuliano, 269 Incontri-La Sicilia e l'altrove Rivista trimestrale di cultura-fondata da E. Aldo Motta nel 1987
IURA, 2007
Lo avevo conosciuto da pochi mesi, nel maggio del 1984, quando FRANCESCO CASTRO mi fece dono degli scritti di diritto islamico del suo maestro ANTONIO D'EMILIA. Fu una sorta di elezione o forse una scommessa su un probabile futuro allievo, non ancora laureato, quella "trasmissione" di scienza che da allora non sarebbe più cessata, anzi si sarebbe accresciuta di innumerevoli lezioni, pazienti correzioni, pacati incoraggiamenti, entusiastici progetti e attente conclusioni. Ogni momento era caratterizzato da quello spirito che solo le antiche madrase possono offrire, là dove lo shaykh intrattiene i suoi allievi all'ombra di una palma o di una qibba per ripararli dalla calura e accompagnarli lungo il ben più ardente cammino della cultura e della scienza.
«Babariol babariol babarian»: Studi in ricordo di Costanzo Di Girolamo, ed. a cura di Francesco Carapezza, Paolo Di Luca, Francesca Sanguineti, Oriana Scarpati, Napoli: Federico II University Press - Fedoa Press, 281-291. ISBN: 978-88-6887-318-9. DOI: https://doi.org/10.6093/978-88-6887-318-9., 2024
non poteva non ricordare i suoi progetti e pubblicazioni di ordine digitale, nella direzione di quelle che oggi chiamiamo le Digital Humanities e che in Italia, nel nostro campo di lavoro, avete tradotto opportunamente in Filologia Digitale. Pensavo che fosse necessario, non solo perché le iniziative che Dino ha avuto in questo senso sono state, nella prospettiva del lungo periodo, di grande impatto per la nostra ricerca, ma soprattutto perché le ha intraprese prima di molti altri, con una prospettiva futura non solo su dove stava andando la ricerca nel campo delle humanities, ma anche su dove doveva e su dove ci conveniva che andasse, come poi si è senz'altro verificato. E vorrei fare ancora un'altra premessa: Di Girolamo non ha partecipato in questo processo con grandi riflessioni teoriche né con grandi piani quinquennali pieni di promesse, ma con fatti, e quindi mostrando come si deve fare facendo. Questo atteggiamento ha comportato una notevole assenza di materiale 'operativo' scritto da Dino che potesse aiutarci a capire come la pensava. Direi che siamo davanti a uno o due papers, rimasti quasi nell'ambito dei gray materials. 1 Il resto rimane in 1 Alcune delle idee di Dino sui progetti digitali si possono leggere in note sparse.
Dizionario Biografico degli Italiani, 2013
Girolamo Orsi è un medico attivo ad Ancona nella seconda metà dell'Ottocento, protagonista dell'assistenza, della sanità e dell'igiene in città e provincia, impegnato nella lotto contro il colera e il vaiolo.
Enthymema XXXI , 2022
In ricordo di Costanzo Di Girolamo (1948-2022).
Sezione Di Lettere, 2014
Franco Longoni è mancato nella sua Milano lo scorso 14 giugno. Vi era nato il 28 luglio del 1949. Dal padre Mario, compositore di operette, aveva ereditato la passione per la musica che lo aveva indotto a studiare il flauto traverso e a diplomarsi presso il Conservatorio di Milano. Dopo essersi laureato alla Statale in Letteratura greca con Dario Del Corno, ed aver estratto dalla sua tesi un articolo sulla storia del ditirambo uscito in «Acme» nel 1976, aveva cominciato ad insegnare nella scuola. Ben presto la sua fervida intelligenza e la sua passione per la letteratura di ogni epoca lo portarono ad interessarsi di libri antichi in genere e di autori italiani dal Seicento al primo Ottocento. Le modalità del suo esordio come italianista sono indicative del suo modo di lavorare e di intendere la ricerca. Verso la fine degli anni Ottanta, Longoni venne in possesso di un manoscritto appartenuto a Foscolo-già noto però malamente studiato-della traduzione lucreziana di Alessandro Marchetti. Foscolo vi aveva disseminato sui margini note e prove di traduzione oltre che copiato una primigenia redazione del sonetto Alla sera. Franco si rese conto subito dell'importanza del codice per la storia della poesia foscoliana e lo studiò a fondo in tale prospettiva, arrivando a concepire e confezionare un prezioso libretto intitolato Letture di Lucrezio, uscito per Guerini nel 1990. Vi raccolse l'edizione critica dei frammenti di traduzione e degli altri appunti foscoliani, compreso il sonetto citato, riunendo così tutti gli scritti di Foscolo relativi o ispirati al De rerum natura, cui antepose una
Annali, 2007
RICORDO DI LUCIO SUSMEL Scrisse di Susmel un giornalista, qualche mese fa «Ci sono uomini che, da soli, possono innescare una rivoluzione. Anche nel modo di concepire una scienza e le sue finalità. Lucio Susmel… è certamente uno di questi. Un 'rivoluzionario' romantico, che ha impresso una vera e propria svolta nel modo di intendere le scienze forestali nel nostro Paese, e nel mondo. E che di battaglie, nella sua lunga vita, ne ha condotte parecchie. 'Sono nato il 3 agosto 1914. Le dice niente questa data? Quel giorno scoppiò la Prima Guerra Mondiale: con un esordio così, il mio destino era già segnato', gli disse Susmel con tono scherzoso». Era figlio d'Istria, di Fiume, che allora non era italiana. Italiano erano il suo cuore, le sue radici culturali, la sua passione per l'arte e per la solare bellezza di questo Paese. Firenze è stata la sua vera patria, amalgama di scienza e di arte di cui anche la sua vita era plasmata. A Firenze s'era trasferito dall'Istria per affrontare i suoi studi forestali, fino alla laurea, nel '37. La guerra, subito dopo, costituì una pausa dolorosa nel suo impegno di ricercatore. Non amava molto parlare di quegli anni, di cui portava ricordi di privazioni (quelli da studente) e di ansie e di paure per la sua nuova famiglia (quelli della guerra), e di dolore per l'abbandono della casa di Fiume lasciata in mano alle truppe titine. Certo è che egli si portò a Firenze ricordi belli delle foreste della sua terra natale, come i rovereti di Montona così legati alla storia di Venezia e di cui si trovano i segni qua e là nella sua formidabile produzione d'oltre trecento articoli scientifici, di cinquanta note tecniche, di dieci ponderosi trattati e nei sei volumi didattici di cui è stato autore. E quei boschi d'Istria e di Dalmazia sono vivi nel ricordo dei suoi raccon-(*) Prof. ordinario di ecologia forestale presso l'Università di Padova.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Scritti teorici e tecnici di agricoltura, a cura di Sergio Zaninelli, vol. III, Dall'Ottocento agli inizi del Novecento, 1992
Francesco Orlando, testimonianze e ricordi, a cura di D. Ragone, Pisa, ETS, 2012, p. 204-209, 2012
Omaggio a Pietro (Pierre) Boglioni, in Agiografia e culture popolari – Hagiography and popular cultures. In ricordo di Pietro Boglioni, a cura di P. GOLINELLI, Bologna, Clueb, 2012, pp. 11-15., 2012
in Dizionario Biografico degli Italiani, 90, 2017
Polymatheia. Studi classici offerti a Mario Capasso, 2018
Studia universitatis hereditati znanstvena revija za raziskave in teorijo kulturne dediščine, 2016
Nomos. Le attualità nel diritto, 2017
Bollettino del Centro Studi Vichiani, 2021
Lo Stato costituzionale. Radici e prospettive, 2023