Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2016
…
23 pages
1 file
La letteratura moderna ha generalmente interpretato la festività delle Quinquatrus come una celebrazione propria di Marte, in base all’attività saliare certificata da alcuni feriali antichi per il 19 marzo. In realtà, da numerosi ed evidenti indizi, le Quinquatrus devono considerarsi come una festa di exclusiva pertinenza di Minerva, oltretutto già a partire dall’epoca arcaica: in primo luogo, il dies natalis della dea è ricordato da varie fonti per questa data; ma rivestono una importanza decisiva, ai fini dell’individuazione della titolarità della festa, soprattutto l’analisi etimologico-lessicale del sostantivo Quinquatrus e le relazioni mitologico-calendariali sottese a questa festività. La concomitante presenza dei rituali dei Salii durante le celebrazioni dedicate a Minerva, pertanto, altro non è che una chiara testimonianza della stretta connessione tra il culto di Marte e quello della dea, nel primo mese dell’anno arcaico.Modern scholars have generally interpreted the festiv...
2016
La letteratura moderna ha generalmente interpretato la festività delle Quinquatrus come una celebrazione propria di Marte, in base all’attività saliare certificata da alcuni feriali antichi per il 19 marzo. In realtà, da numerosi ed evidenti indizi, le Quinquatrus devono considerarsi come una festa di esclusiva pertinenza di Minerva, già a partire dall’epoca arcaica: il dies natalis della dea è ricordato da varie fonti per questa data; ma rivestono un'importanza decisiva, ai fini dell’individuazione della titolarità della festa, soprattutto l’analisi etimologico-lessicale del sostantivo Quinquatrus e le relazioni mitologico-calendariali sottese a questa festività. La concomitante presenza dei rituali dei Salii durante le celebrazioni dedicate a Minerva, pertanto, altro non è che una chiara testimonianza della stretta connessione tra il culto di Marte e quello della dea, nel primo mese dell’anno arcaico. Modern scholars have generally interpreted the festivity of Quinquatrus as a celebration pertinent to Mars, as some ancient feriali certify the activity of Salii priests for 19 March. Actually, by numerous and evident clues, the Quinquatrus must be considered as a festival dedicated exclusively to Minerva, moreover, already since the archaic era: the dies natalis of the goddess is mentioned by different sources on this date; but, for the identification of the ownership of this festival, it is of decisive importance especially the lexical and etymological analysis of the noun Quinquatrus and the calendarial and mythological relationships that the festivity denotes. Therefore, we have to interpretate the concomitant presence of rituals of Salii during the celebrations dedicated to Minerva only as a clear testimony of the close connection between the cult of Mars and that of the goddess, in the first month of the archaic year.
2018
All’interno dell’arcaico feriale romano, le festività di Anna Perenna e Minerva risultano indissolubilmente collegate da un complesso sistema mitologico e cultuale, finalizzate alla celebrazione dei riti di passaggio femminili al principio del nuovo anno. Il nesso tra le due divinità è infatti ribadito dalla sacralità del numero 5 per Minerva e dall’etimologia del sostantivo Quinquatrus, entrambi riconducibili alla centralità del quindiale compreso tra il 15 ed il 19 marzo, momento in cui l’arcaica comunità romana ritualizzava la comparsa del menarca e quindi l’accesso delle nuove donne nella comunità. In the archaic Roman calendar the festivities of Anna Perenna and Minerva were closely connected to each other through a complex mythological and cultural system, concerning the celebration of post-pubescent transition rites at the beginning of the new year. The connection between these divinities is confirmed by the sacred significance of the number 5 for Minerva and by the etymological analysis of the noun Quinquatrus: both the number and the noun, in fact, are linked to the importance of the five-day period between the 15th and 19th of March, since this was the moment when the archaic Roman society ritually acknowledged the first appearance of menstrual blood and therefore celebrated the transformation of girls into women.
G.Galante (ed.), Giornata di Studio per il decimo anniversario dell'istituzione del Museo civico archeologico "Lavinium" "Ferdinando Castagnoli: dalla ricerca archeologica nel Lazio arcaico alla valorizzazione del territorio", Roma, 2017
Contributo della prof.ssa Maria Fenelli ("Sapienza" Università di Roma) in cui sono sintetizzate l'iconografia, le caratteristiche tecnico-artistiche, il contesto votivo e gli elementi peculiari della statua fittile di Minerva Tritonia e di altri importanti esemplari di statue in terracotta da Lavinium. L'articolo è stato pubblicato per l'edizione della Giornata di Studio in occasione del decimo anniversario dell'istituzione del Museo Civico Archeologico "Lavinium", in cui sono esposti, oltre alla statua di Minerva Tritonia, numerosi altri reperti provenienti dalle indagini scientifiche condotte Lavinium (Pratica di Mare) dall'Istituto di Topografia Antica fin dalla metà degli anni Cinquanta.
Hieroglyphica. Cléopâtre et l'Egypte entre France et Italie à la Renaissance, atti del XVII convegno del Gruppo di Studio sul Cinquecento Francese (Verona, Palazzo Pompei, 4-6 novembre 2015), a cura di R. Gorris, Tours, Presses Universitaires François Rabelais, 2021, pp. 417-426
È quasi un luogo comune ricordare come Cleopatra sia sempre stata giudicata secondo categorie di genere, in base alle quali la donna che esorbita dai limiti del suo sesso diviene una creatura pericolosa. Vero è che non sempre furono accentuati gli aspetti negativi, ma il giudizio rimase sostanzialmente avverso, come, fra tanti, ricordava Pierio Valeriano: « Nam et mulieres si quae virtutem hanc consecutae sint, viriliter agere dicuntur. Unde Horatius de Cleopatrae animis ait: Nec muliebriter expavit ensem. » Neppure il suicidio era stato un atto virile, perché Cleopatra non era ricorsa alla spada, come Marc'Antonio1. Alla base di tale visione misogina stava l'idea che la colpa principale di una donna derivasse da un cattivo comportamento sessuale e, nelle arti figurative, il concetto divenne esplicito in una particolare modalità con cui venne trattato il suicidio di Cleopatra: un serpente le mordeva il seno2. La scelta era significativa in quanto non era suffragata dalle fonti classiche, quali Plutarco (Vita di Antonio, 86), e Boccaccio (1361-13623). Piuttosto, l'opzione del seno si rifaceva a Fulgenzio (V-VI secolo), secondo cui Augusto « Aegyptiacam superatam reginam lactandas preabere mammas serpentibus persuasit » (De aetatibus mundi et hominis, XIV4). E venne ripresa da Antoine Dufour nel suo libro sulle donne illustri (1504): « Par désespoir elle prist deux aspicz bien venimeux et tous en vie les mist sur ces deux mamelles, qui un ung moment la tuèrent5. » Una prova tangibile di tale biasimo è offerta da un dipinto di Girolamo da Cotignola (Bayeux, Musée des Beaux-Arts, 1520 ca.6), raffigurante il suicidio della regina, dinnanzi a un soldato, immagine par excellence della mascolinità, che, indicando Cleopatra moribonda, invita a vigilare contro le tentazioni femminili. Forse proprio come cattivo exemplum da evitare Laura Dianti, seconda moglie di Alfonso d'Este, si era fatta dipingere una Cleopatra da Battista Dossi nel 15467. Un concetto moralistico, d'altronde, è stato letto anche nel dipinto di Jean Cousin, Eva prima Pandora (Parigi, Louvre, 1549 ca.), dove Cleopatra sarebbe evocata dal serpente al braccio della giovane e da un secondo rettile messo in luce tra l'erba dalle analisi diagnostiche: la sovrapposizione di tre donne, portatrici di sciagure per l'umanità, non poteva essere più eloquente8. Non casualmente, l'accento erotico nell'iconografia di Cleopatra con il serpente si era intensificato con il ricorso al nudo9. È considerata una delle prime raffigurazioni moderne di Cleopatra la cosiddetta Simonetta Vespucci di Piero di Cosimo (Chantilly, Musée Condé, 1485-1495 ca.). Il dipinto passò ai Vespucci solo nel 1586 ed è probabile che, in quel momento, si fosse deciso di dare un nome di famiglia al soggetto10; di fatto, la nudità era inconcepibile per una donna aristocratica rinascimentale11, mentre ben si adattava a figure classiche o allegoriche. È stato notato il Le lachrymae di Valeriano Cleopatra e l'orecchino di perla nel Cinquecento
navigatore "virtuoso": Amerigo Vespucci 5 FABIO L. SATTIN Benedetto Cotrugli: lezioni di impresa da un mercante umanista del XV secolo GIOVANNI BARRACCO Umanesimo, esigenza di verità e dramma della frontiera in due romanzi di Franco Vegliani
in: G. Urso (a cura di), Hispania terris omnibus felicior. Premesse ed esiti di un processo di integrazione, Atti del convegno internazionale, Cividale del Friuli, 27-29 settembre 2001, Pisa 2002, pp. 255-270
Le voci dell'oratore. Oratoria e spettacolo nell'excursus quintilianeo De pronuntiatione [I.O. XI,3], in Scena e spettacolo nell'antichità, Atti del Convegno Internazionale di Studio (Trento, 28-30 marzo 1988), Firenze 1989, pp. 253-267; L. PÉREZ GÓMEZ, Quintiliano y la semiótica del teatro, «Emerita» 58,1990, 99-111. Qualcosa anche in S. GASTALDI, Il teatro delle passioni. Pathos nella retorica antica, in Il concetto di pav qo" nella cultura antica, Atti del Convegno tenuto a Taormina dal 1 al 4 giugno 1994 = «Elenchos» 16,1995, pp. 57-82 (part. p. 81 s. con riferimento al VI libro della Institutio).
A painting kept in the Palazzo d’Arco in Mantua is recognized as a portrait of Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, the first graduated woman in the world, and attributed to the painter Sebastiano Bombelli.
Tra Brescia, Verona, Trento, Mantova, alcuni dei luoghi della regione attorno al lago di Garda che, nel corso del tempo, sono stati attraversati dal culto di un'unica dea, Minerva.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Forme di aggregazione nel mondo romano (ed. by E. Lo Cascio-G. Merola), Bari, 2007
Trascrizione dei banni emanati il 7 settembre 1769 in occasione della festività di Santa Maria del Vetrano, nell’agro di Montescaglioso, 2024
Fata Morgana Web 2019. Un anno di visioni, 2019
Terra Insubre, 2015
Arte veneta, 2022
“Sicilia Millenaria. Dalla microstoria alla dimensione mediterranea – Atti del Convegno di Montalbano Elicona, 9-10-11 ottobre 2015” a cura di L. Catalioto, G. Pagano, E. Santagati, Leonida Edizioni, ISBN – 978-88-99361-74-7, Reggio Calabria 2016, pp. 97-134, 2016
Wiley Online Library
Maia, 76/1 (2024), pp. 96-110