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2016
La grafica vettoriale è una tecnica di rappresentazione dell'immagine, nella quale gli elementi grafici che la costituiscono sono un insieme di forme primitive geometriche, come punti, segmenti di retta, poligoni, curve di Bézier, ecc. I programmi di grafica vettoriale permettono di attribuire successivamente a queste forme colori pieni e sfumature. Questi elementi vengono geometricamente gestiti nel disegno con l'indicazione delle coordinate dei punti di applicazione. Per questo una immagine generata con questa tecnica si definisce immagine vettoriale ed è radicalmente diversa da una immagine generata con software di grafica raster (o bit mapped) in quanto nella grafica raster le immagini vengono descritte e generate non come oggetti matematici mappati per coordinate, ma come una griglia di pixel opportunamente colorati. La grafica vettoriale ad un primo sguardo sembra essere la meno adatta alla visualizzazione di oggetti, proprio perchè il suo non operare per pixel le preclude la gestione fotografica di toni e sfumature. Tuttavia utilizzando alcuni strumenti e tecniche dei programmi di grafica vettoriale, come le sfumature e i riempimenti "per trama sfumata", è possibile ottenere dei lavori molto simili al rendering, spesso molto adatti alla visualizzazione nell'ambito del product design. In queste pagina alcuni lavori dell'autore e di alcuni studenti del corso di Basic Design dell'ISIA di Firenze. Sopra, un particolare del "wireframe" della tavola con in evidenzia le aree mimetiche, campite per "trama sfumata"
Aphex, 2011
C'è qualche entità in virtù di cui la proposizione che Aphex è una rivista on line è vera? Entità di questo genere sono state chiamate "fattori di verità" (truth-makers): i fattori di verità sono le entità che rendono vere le proposizioni. Il dibattito sui fattori di verità è stato centrale nella discussione filosofica degli ultimi vent'anni: nozioni come quella di rendere vero e fattore di verità promettevano infatti da una parte di gettare un ponte fra temi centrali in filosofia, come la teoria della verità, l'ontologia e la metafisica, dall'altra di rivitalizzare la veneranda teoria della verità come corrispondenza. In quanto segue verranno esposte le linee principali del dibattito che ha ruotato intorno a due questioni: 1) la corretta analisi della nozione di rendere vero; 2) gli argomenti pro o contro l'esistenza di fattori di verità. INDICE 1. LA FONDATEZZA DELLA VERITÀ 2. TEORIA DELLA CORRISPONDENZA E FATTORI DI VERITÀ 3. CHE COS'È IL RENDERE VERO? 3.1. Le analisi modali 3.2. Le analisi essenzialiste 3.3. Rendere vero e spiegazioni 4. VERITÀ E FATTORI DI VERITÀ Stefano Caputo -I fattori di verità Periodico On-line / ISSN 2036-9972 4.1. L'utilità metodologica dei fattori di verità 4.2. Fattori di verità e difesa delle intuizioni 5. CONCLUSIONE: TEORIA DELLA VERITÀ O METAFISICA? 1. LA FONDATEZZA DELLA VERITÀ Alcuni di noi credono che Berlusconi sapesse che Ruby era minorenne, altri credono il contrario. Chi di noi crede il vero? Al di fuori di sparute province filosofiche, pochi di quelli che comprendono il significato della parola "vero" sarebbero disposti a negare che c'è solo un tribunale, una suprema corte d'appello legittimata ad attribuire il torto e la ragione quando si tratta di verità o falsità: la realtà stessa. Se è vero che Berlusconi sapesse o non sapesse che Ruby era minorenne non dipende dai nostri desideri a riguardo e nemmeno dalle prove di cui disponiamo a sostegno dell'una o dell'altra tesi: i giudici, e gli storici dopo di loro, potrebbero non arrivare mai a disporre di alcuna prova conclusiva a sostegno di una o dell'altra tesi, eppure solo una di esse rimarrebbe vera e lo sarebbe perché e solo perché le cose stanno in un certo modo. Se Berlusconi sapeva che Ruby era minorenne allora proprio e solo per questo chi di noi credeva che lui lo sapesse crede qualcosa di vero e chi di noi credeva il contrario qualcosa di falso; se invece non lo sapeva allora, proprio e solo per questo, la ragione stava dall'altra parte. La realtà è, normalmente, ciò di cui intendiamo parlare e ciò a cui sono rivolte le nostre credenze, di conseguenza se ciò che diciamo e crediamo è vero lo è perché la realtà, il mondo, sono fatti in un certo modo. In che modo? Ovviamente nel modo in cui noi pensiamo e crediamo che siano fatti. Chiamerò tale intuizione, che sembra cogliere un aspetto centrale della nozione di verità, l'intuizione della dipendenza della verità dalla realtà o intuizione della fondatezza della verità. Essa può essere espressa mediante il seguente principio della dipendenza della verità dalla real-Stefano Caputo -I fattori di verità Periodico On-line / ISSN 2036-9972 tà: la verità di una proposizione dipende (è spiegata) da come stanno le cose. Lo stesso principio si può formulare, in termini forse metafisicamente più suggestivi, come il principio della fondatezza della verità: la verità è fondata dalla realtà. 1 2. TEORIA DELLA CORRISPONDENZA E FATTORI DI VERITÀ
codiciricerche.it
Indice Presentazione pag. 2 Cap. 1 -Gambling: un fenomeno in espansione pag. 4 Cap. 2 -Il gioco patologico: definizioni, diagnosi e trattamento pag. 16 Cap. 3 -Caratteristiche ed esperienze dei giocatori d'azzardo patologici in carico al Ser.T. di Lodi pag. 26 Cap. 4 -Servizi residenziali e territoriali nel trattamento del GAP: un'indagine Delphi pag. 56 Cap. 5 -Le occasioni di gioco: un'etnografia del territorio della provincia di Lodi pag. 67 Cap. 6 -Conclusioni e strategie di miglioramento pag. 83 Riferimenti bibliografici pag. Rosenthal 1992]. 2. Dato ufficiale Aams, aggiornato al 10/03/2010. L'elenco completo è reperibile all'indirizzo http://www.gioconews.it/attachments/5758_elenco_salebingo10marzo2010.pdf. 3. È bene notare che la normativa che legalizza i giochi di abilità (Decreto Bersani n. 223 del 2006, convertito nelle Legge n. 248 dello stesso anno) non specifica un elenco dettagliato di giochi, ma ne offre solo una definizione piuttosto generica. In ogni caso, è possibile sostenere che fra gli skills games siano inclusi il Texas Hold'Em, gli scacchi, il bridge, il sudoku, etc.
La schedatura dei reperti è riportata integralmente nel CD allegato al volume e consultabile on-line all'indirizzo: www.linelab.eu/aubc/dnc Fotografie: Impaginazione delle illustrazioni e redazione grafica: Susanna Salines e Marina Giaretti, con la collaborazione di Elisa Chiotto, Fabio Coi e Carlotta Nichele
2021
La Vittoria, in sardo "Sa Bitòria", è un termine propriamente sardo, la cui radice riporta al "Bitu" o "Bitzu" (Becco del Falco) riscontrabile nella cultura egiziana, orientale, greca e romana.
Atti XVIII Giornate di Studio sul Vetro Comitato Italiano AIHV, 2017
A restoration re-treatment was necessary when the cup signed by Ennion belonging to the Pavia Civic Museum, was selected for the exhibition at the Metropolitan Museum of New York “ Ennion: Master of Roman Glass” and “Ennion and his legacy” at the Corning Museum of Glass. This paper explains which methodologies have been used during the conservation process, the details highlighted and the practical difficulties the conservator came across.
Santuario di Montetosto, 2017
In the magic land of Etruria (Italy), 43 kilometers from Rome,there's the ancient town of Cerveteri (the old Caere). Nearby, there is "Montetosto" a flat land measuring almost 4 acres. In his fields Mr. F.T. grows wheat, artichokes, pumpkins and beans. Over than his farm he holds tree very important Etruscan monuments. 1) The tumulus of Montetosto (VII c.B.C.) with one or more graves or tombs. One of the largest tumuli in Etruria, measuring 63 m of diameter; the first grave has 3 rooms. 2) An important road (I am working on it) connecting Caere with its harbours, one of which is Pyrgi. It is almost 11 m large, with two traffic lane and lay-by for carts e.t.c. (VII.VI c.B.C.). 3) A shrine or temple, perhaps 54 m in wide, built on order of Delfy's oracle because of the killing of thousands greek war prisoners (540-535 B.C.).
L’indagine archeologica sulla fornace di Loreto (AN) ha avuto luogo nei mesi di maggio – giugno del 2010, configurandosi come un intervento di emergenza in seno a lavori edili finalizzati alla costruzione di un edificio di civile abitazione. L’intervento è stato condotto dalla Soc. Coop. ArcheoLAB sotto la direzione scientifica del dott. Maurizio Landolfi della Soprintendenza Archeologica delle Marche.L’area indagata si colloca su una zona abbastanza pianeggiante, immediatamente fuori del centro storico, lungo una delle direttrici che collega Loreto a Portorecanati. La struttura, in parte scavata nel banco naturale in argilla e collocata su un pendio naturale digradante da NE a SW, interessa un areale di circa 130 mq per una lunghezza di 13,70 m e una larghezza di 9,40 m. Rimosso il livello di accumulo moderno (US 2), durante una fase di scavo meccanico non controllata, sono stati messi in luce i perimetrali del centro produttivo e gli strati di defunzionalizzazione che lo obliteravano internamente; le successive operazione di indagine archeologica hanno permesso la lettura in modo chiaro dello sviluppo generale della struttura.Si presenta come una struttura a sviluppo orizzontale, con due fornaci e prefurni distinti collegate da un corridoio in comune12. Purtroppo non si conserva per intero: tutto il settore W è stato distrutto da interventi edili moderni.
LA CATTEDRALE DI VITERBO RILETTURA DI UN MANUFATTO ARCHITETTONICO, 2021
Il presente lavoro nasce dall’esigenza di chiarire alcuni punti essenziali inerenti la storia edilizia della Cattedrale di S. Lorenzo a Viterbo poiché, sebbene indagata, essa presenta ancora degli interrogativi per via di una situazione stratigrafica molto complessa dovuta ai molteplici interventi che hanno interessato la struttura nel corso dei secoli. Per quanto concerne le fasi più antiche, per le quali sono molto scarse le fonti d’archivio e completamente assenti elementi strutturali, il panorama appare piuttosto confuso anche a causa di una serie di ipotesi e datazioni inesatte avanzate da molti storici ed eruditi locali nella prima metà del Novecento che hanno portato ad una lettura errata delle fasi della struttura. Un caso esemplare è quello riferibile all’abside sinistra (a cornu Epistolae), l’unica delle tre absidi rimasta originale, a lungo erroneamente datata all’Altomedioevo a causa dell’apparecchiatura muraria di cui parleremo e, nonostante lo sforzo profuso da alcuni studiosi per rettificare l’errore, in alcune pubblicazioni recenti appare ancora datata al IX-X secolo. Anche per i periodi successivi la situazione non è del tutto definita: benché le fonti d’archivio a nostra disposizione divengano molto più numerose, è emersa la necessità di una loro sistemazione tramite l’analisi incrociata delle stesse con gli elementi architettonici e strutturali ancora leggibili che ha portato in alcuni casi a confermare quanto già noto, in altri a modificare quanto si riteneva oramai acquisito sulla storia dell’edificio. Va sottolineato che proprio per i periodi più ricchi di documentazione scritta ci si è spesso imbattuti in varie incongruenze rispetto a quanto si riscontrava nell’analisi del manufatto architettonico come, ad esempio, il rifacimento “totale” della navata centrale eseguito nel XV secolo di cui si parlerà nel testo. Nella presente pubblicazione si è tentato pertanto di definire le principali fasi costruttive della Cattedrale cercando di far collimare, senza forzature, quanto desunto dalla ricerca documentale con l’osservazione diretta del monumento. Partendo dalle fonti d’archivio edite e inedite, si è proceduto all’analisi della fabbrica prendendo in considerazione anche le murature e le aperture con l’intento di definirne le relazioni stratigrafiche rispetto alla struttura. Tutto questo ha avuto come fine ultimo quello di raccogliere dati utili a una definizione cronologica sia delle singole parti sia dell’insieme del complesso chiesastico. 19 Per quanto concerne la ricerca d’archivio, oltre ai testi editi, alcuni dei quali come ricordato in precedenza non del tutto attendibili, si sono rivelati fondamentali i documenti inediti e in particolare il manoscritto di Giuseppe Signorelli, Chiese, conventi e confraternite di Viterbo conservato presso la Biblioteca Comunale degli Ardenti, le Sacre visite ed alcuni inventari conservati presso il Ce.Di.Do. (Centro Diocesano di Documentazione per la storia e la cultura religiosa di Viterbo), questi ultimi particolarmente utili per una definizione, anche se parziale, delle cappelle presenti in chiesa prima della loro chiusura nel 1952. Successivamente si è passati all’individuazione, tramite lo studio diretto della struttura, delle fasi costruttive della chiesa. La Cattedrale è stata scomposta in corpi di fabbrica dei quali si è tentato di tracciare le tappe edilizie fondamentali, essenziali per desumerne l’evoluzione architettonica. Ciò ha permesso una suddivisione in fasi che sono state rese visivamente, quando possibile, con la realizzazione di planimetrie. L’analisi è stata integrata anche da alcune considerazioni di carattere critico: in queste pagine viene messa in evidenza una serie di caratteristiche e di considerazioni finora rimaste inedite anche per i motivi accennati sopra. Infine l’analisi delle murature, eseguita tramite confronti con contesti già studiati o datati grazie alle fonti archivistiche, ha portato, oltre che ad alcune conferme, a nuove definizioni cronologiche dell’edificio. Alcune interessanti considerazioni sul linguaggio utilizzato per il disegno della facciata (che era ancora in cerca di una paternità) concludono il nostro percorso dimostrando, da ultimo, anche l’importanza architettonica del S. Lorenzo di Viterbo per il territorio viterbese e non solo.
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San Paragorio di Noli. Le fasi del complesso di culto e l'insediamento circostante dalle origini all'XI secolo, a cura di Alessandra Frondoni, 2018
Architettura dell'Eclettismo. Il gusto e la moda. Progettazione e committenza, 2019
La bottega veneziana, 2004
SULL'EMBRIONE UMANO E L'EQUIVOCO DI E. SEVERINO, 2021