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2019, Bollettino della Società Filosofica Italiana
In the Symposium and Phaedrus Plato transforms the coeval way of thinking about eros. Since the time of Homer eros had been conceived as an appetite. Both appetites and eros are desires, but eros is a desire which cannot really be satisfied, because unlike an appetite, it is not a desire to possess an object, but rather arises from the perception of the value of people and things. Keywords: Plato, Eros, philosophy, appetite, desire.
Aphrodite, Eros and Pan (o Socrate?) Marco Procopio I F [...] voltosi in contemplazione dell'ampio mare del bello, partorisca molti discorsi, belli e magnificenti, e pensieri, in un'illimitata ricerca filosofica.
A theatrical experience featuring the staging of Plato's Symposium at the University of Bergamo provides an opportunity to reflect on this text and its elements of "theatricality," on the resonance it continues to manifest in European culture after centuries, and on the symposium itself as a cornerstone institution of Greco-Roman culture and beyond. The collection of contributions gathered in this volume, authored by scholars from various disciplines, offers a new perspective on the symposium in its broader dimensions—ritual, diachronic, and geographically widespread—and echoes the voices of Socrates and Diotima, not only in theater but also in art, literature, and philosophy. Read the entire issue online at https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/issue/view/40/11
OMNE TULIT PUNCTUM QUI MISCUIT UTILE DULCI Studi in onore di Arturo De Vivo a cura di Giovanni Polara, Satura, Napoli, 2020
G. Ugolini (Hg. a cura di), "Die Kraft der Vergangenheit – La forza del passato", Hildesheim-Zürich-New York: Georg Olms Verlag, 2005, pp. 231-241., 2005
rnfi)vo' (Diotima a socrate) Sigmund Freud, nella creazione della psicoanalisi, dette un rilievo assolutamente cenfale alla sessualita; per essere più esatti le pulsioni sessuali, o libido, poi eros, rappresentarono uno dei cardini portanti sui quali ruoto la metapsicologia freudiana, nonché la ricostruzione delle dinamiche intrapsichiche e relazionali nelle loro manifestazioni patologiche e non. Tutúo questo è risaputo. È anche noto che al riguardo Freud si richiamò ripetutamente all'eros di Platone. L'obbiettivo di questo contributo è di sondare brevemente in quali forrne e con quali significati egli si riallacciò alla concezione del filosofo gtreco, se i richiami risultano giustificati sul piano storico e filologico, e infine se fu la lettura dei testi platonici a suggerire a Freud determinate valenze dell'eros; dunque se vi sia una "patemità" platonica della rinomata concezione della sessualità freudiana. Vi sono due indirizzi principali rispetto ai quali Freud si appoggiò a Platone, che segnano al contempo due delle più importanti vie della concettualizzazione della sessualità: I'una concerne la sua estensione sul piano delle dinamiche psichiche; I'altra la sua trasposizione sul piano biologico, a sua volta articolata in due filoni. Seguiamo la partizione freudiana.
ACME, 2016
La definizione di ἐπιστήμη come ὀρθὴ δόξα legata αἰτίας λογισμῷ, che compare in Menone 98a, presenta notevoli difficolta interpretative non solo per quanto riguarda l’identificazione dell’αἰτία, ma anche per la possibilita o meno di scorgere sullo sfondo di tale enunciazione la teoria delle Idee (nella versione dei cosiddetti “dialoghi della maturita”). La questione puo essere affrontata sia considerando il controverso passo all’interno del contesto piu ampio del dialogo (dove compare per la prima volta la teoria dell’ἀνάμνησις, che alla teoria delle Idee e strettamente legata), ma anche in relazione a passi di altri dialoghi platonici, in particolare Fedro 249b-c: qui, dove l’epistemologia platonica si sviluppa secondo la teoria delle Idee, la volonta di Platone di alludere direttamente a Menone 98a sembra offrire una chiave interpretativa anche per quella precedente formulazione. La necessita di leggere ogni dialogo secondo le sue specificita (periodo di composizione, argomento pr...
MISCELLANEA GRAECOLATINA III, 2015
Abstract Some More Thoughts on the Greek Basis for Leonardo Bruni’s Version of Plato's Phaedo (codes 136 and Bodmerianus Tubingensis Mb14) The prior condition of a translation is its source text, and the knowledge of this source is an essential factor for critical judgment. Many years ago the author of this article showed that the main Greek basis for Leonardo Bruni’s version of Plato's Phaedo is the ms. Bodmerianus 136, but he also assumed that a different source text might have been used. In this article that auxiliary source is now identified in the current ms. Tubingensis Mb 14. The Tübingen manuscript presents numerous corrections derived from Par. Gr. 1811, one of the manuscripts that Manuel Chrysoloras had made available to the students of his school in Florence, and was employed in turn, probably by Chrysoloras himself, to make corrections and changes in the Parisian manuscript. The chronology of the Phaedo version (aD 1405) provides a secure terminus ante quem for the availability and use of the Tubingensis in Florence. Thanks to the accurate comparison with the Greek text it is now possible to understand almost always when Bruni erred in interpreting or introduced more or less arbitrary variations in the original wording of Plato. It is also possible to better define the aims, difficulties and strategies of Bruni’s first oratory translation of one of Plato’s great dialogues.
ELEPHANT&CASTLE 34 | III, 2024
Nel Simposio Platone inserisce l'indagine su eros sviluppata nei discorsi che si tengono a casa di Agatone all'interno di una precisa strategia narrativa nella quale si avverte l'eco programmatica del dramma. Nel mio articolo intendo osservare alcuni aspetti di questa ripresa letteraria. Nella fattispecie, oltre al motivo della porta, mi so ermerò sull'incipit e sull'explicit del dialogo e sulla presenza di un personaggio ἄκλητος, per dimostrare il visibile infl usso della commedia sul dialogo almeno per quanto riguarda il piano narrativo.
Indice riassuntivo delle serie e dei doni del Dio Serie di Eros Caratteri generali di tutte le serie 'erotiche' Serie Noetica: Eros e Phanes – Intelletto Noetico Il Fiore di Fuoco e la Divinità senza occhi Genealogie della “Divinità Primordiale” Il Vivente-in-sé e la Bellezza lucente Eros e la Tetrade Il Vivente-in-sé e le Forme Ascesa alla Bellezza Noetica: il “mediatore” per eccellenza Realtà Divina oggetto di amore Eros ed estasi bacchica: “divenire Eros” Processione intermedia al di sopra del Cosmo: Noerica; Hypercosmica; Hyper-Encosmica Altre genealogie di Eros Zeus ed Eros: Demiurgia universale e Modello Il Politico del Tutto e la Philia: Zeus-Eros Φίλιος Afrodite, Eros e gli Elementi del Tutto – la proporzione armonica e il Cosmo: Eros unificatore di tutte le cose Processione Encosmica: “che si particolarizza in mille modi nel Cosmo” Trasporto bacchico di Angeli, Daimones, Eroi e Anime Reciproca relazione fra Cielo e Terra encosmici: progressione generativa Eros e Dioniso Eros “più giovane di tutti gli Dei” Eros, Classe Demonica ed Eroi Dai Modelli al mondo sub-lunare: costituzioni, matrimoni e generazione - “tutti hanno a cuore le opere di Citerea che crea l'amore” Doni di Eros Noerici: la Triade delle Virtù anagogiche, la “divina follia” - essere cari agli Dei Provvidenziali: discesa delle anime, i “Divini Amanti” Materiali: il Bello nel mondo materiale; l'immortalità attraverso la generazione – ma anche, pericoli dello stile di vita 'ctonio'
L'obiettivo della mia tesi è di esaminare la correlazione tra i concetti di eros, conoscenza e visione nell'opera platonica, cercandone le radici all'interno del pensiero greco, nelle modalità in cui alcune forme letterarie della Grecia arcaica e classica si rapportano con questi concetti.
"Campi immaginabili", 48-49 (2013)/50-51(2014), pp. 132-156.
€ 30.00 48/49 -50/51 RIVISTA SEMESTRALE DI CULTURA Campi immaginabili Campi immaginabili Rubbettino 48/49 -50/51 RIVISTA SEMESTRALE DI CULTURA Campi immaginabili Campi immaginabili R u b b e t t i n o La letteratura è… (qualcosa di non semplicemente identico a se stessa). Francesco Orlando, Letteratura e psicanalisi
Platone nel pensiero moderno e contemporaneo, vol. IX, 2016
Scopo di questo lavoro è tentare un'analisi dell'emozione, così come essa appare in alcuni dialoghi di Platone, un'analisi dell' emo zione in generale, della natura di ciò che il filosofo considera un'emo zione1. Tale analisi è operata da Platone con un metodo che è 1 La prima domanda che possiamo porci è a quale termine greco corrisponda il nostro termine "emozione"; e la prima immediata risposta a questa domanda è che esso corrisponde al termine 1ta8oç. Analizzare, come è stato fatto, lo scarto tra gli impieghi preplatonici e l'uso platonico dd termine pathos consente di esplicitare in alcuni casi la fedeltà, in altri la rottura del pensiero del filosofo rispetto alla tradizione culturale greca. Assente nella lingua dell'epica e della lirica arcaica, il termine 1ta8oç -scrive Lanza (cfr. D. LANZA, Pathos, in I Greci. Storia Cultura Arte Società, a cura di S. Settis, 2, II, Torino, Einaudi, 1997, pp. 1147-1155) -ricorre sotto la forma del corrispondente verbo, generalmente_ connotato in Omero da marche negative: subire dolori, sventure ecc., in Saffo, in Tmeo, in Teognide con il valore di vox media: "godere di buona/cattiva salute. !:uso lirico si mantiene nella lingua tragica, ma sempre maggiore diventa il peso delle connotazioni negative. n termine pathos estende il proprio spettro semantico fino ad indicare la disgrazia subita o, brachilogicamente, il resoconto che se ne dà" (cfr. Esa-m.o, Agamennone, 669). La letteratura medica, coeva o di poco successiva alla tragedia, non usa il termine diversamente: esso indica sempre qualche cosa che si subisce e che modi fica l'equilibrio dell'organismo. A pathos si accompagna, con significato sostanzial mente uguale, la neoformazione �tci8J]J-1a. I termini indicano un'alterazione transeunte, l'affezione di un organo rilevabile sintomaticamente, un vero e proprio morbo, una sindrome equivalente a nosema (per l'uso del termine nei testi ippocratici cfr. M. VEGETI1, Tra passioni e malattia. Pathos nel pensiero medico antico, in "Eienchos", XVI (1995), pp. 217 -230; Si veda anche M. VEGEm, La psicopatologia delle passioni nella medicina antica, in Nella disp ersione del vero. I filoso/i: la ragione, la fo lli a, a cura di G. Borrelli e F.C. Papparo, Napoli, Filema, 1998, pp. 33-42). Stando alla documentazione, si può osservare che tra il V e il IV secolo l'insieme pascholpathos è definibile a partire da due opposizioni fondamentali. La prima è quella che lo oppone all'azione: pathos è ciò che capita a qualcuno senza che egli abbia parte attiva nella realizzazione. La seconda è quella che lo oppone alla permanenza: pathos è ciò che altera momentaneamente un ordine stabilmente definito o ne indica l'alterazione intervenuta. In entrambi i casi segnala estraneità e temporaneità, per lo (litavooujl&v!]), non fa altro che dialogare, interrogando e rispondendo da sé a se stessa, aff ermando e negando n. Ed ancora 185d-e: uMa per Zeus, Socrate, io non saprei che dire, se non che innanzi tutto mi pare che non ci sia alcun organo proprio per [cogliere] queste cose Oa realtà, il non essere, somiglianze e dissomiglianze, identità e diversità, e inoltre l'uno e ogni altro numero, c&. 185c d), come c'è per quelle (il caldo, il duro, il leggero, il dolce, cfr. 184e), anzi mi sembra che l'anima da sé per mezzo di se stessa indaghi ciò che è comune a tutto n.
Etica e bellezza, a cura di S. Achella e F. Miano, Orthotes, Napoli, 2019
F in dall'antichità il pensiero si è interrogato sul legame tra le forme del vivere bene e l'esperienza della bellezza. Lungo una tradizione che attraversa autori e momenti della filosofia questo rapporto ha assunto configurazioni e declinazioni differenti, arricchito sempre più dalla complessità che ognuno dei due aspetti, quello etico e quello estetico, ha saputo apportare a questa relazione. L'insieme dei saggi raccolti in questo volume rivela come questo punto di osservazione che cerca di mettere in relazione etica e bellezza offra la possibilità di rileggere autori, momenti della storia del pensiero, questioni antiche e recenti della filosofia con uno sguardo rinnovato. Questo sguardo incrociato si mostra cioè in grado di illuminare il sapere etico e filosofico sotto una luce diversa, e consente di aprire nuovi varchi nella ricerca filosofica.
ScuolaFilosofica, 2023
Si ritiene che la Repubblica di Platone abbia dato la prima e più influente formulazione filosofica della divisione tra la ragione e le passioni: Platone si riferisce loro con i termini pathe o pathêmata. Nella Repubblica le passioni sono ciò che contraddistingue la parte irrazionale dell’anima, il cui tratto distintivo è l’inferiorità e la necessità di mantenerla sotto il controllo della ragione. Platone precisa inoltre che ogni parte non razionale è denominata per la sua peculiare passione, la parte concupiscibile (epithumêtikon) per l’appetito (epithumia) e la parte vigorosa (thumoeides) per la collera (thumos). Eppure, nella Repubblica, sorge una difficoltà che non concerne tanto la divisione tra parte concupiscibile e collerica dell’anima quanto il fatto che Platone assegna anche alla parte razionale dell’anima, che dovrebbe contrastare quella irrazionale, passioni come desideri, piaceri ed eros. Non sarebbe dunque da rintracciare nella Repubblica una distinzione matura tra ragione e passioni. Tale distinzione è rintracciabile in contesti differenti dalla Repubblica, vale a dire nel Simposio, nel Fedro e nel Timeo, fermo restando che le teorie espresse nei dialoghi menzionati rappresentano un naturale sviluppo o elaborazione di quanto espresso nella Repubblica per quanto riguarda desideri, piaceri ed emozioni della parte irrazionale dell’anima.
Fra bruttezza e amore c'è sempre guerra reciproca (Discorso di Agatone in Platone, Simposio 196a)
Prometheus XLI (2015), pp. 67-80
In the field of studies on the 'theatricality' of Plato’s dialogues, this article deals with Plato's 'Symposium', its references to theatre (real and metaphorical), and in particular its relationship with Aristophanes’ 'Frogs' and Euripides' 'Bacchae'. In fact, in his dialogue Plato refers repeatedly to these classical plays, that share their Dionysiac nature with the 'Symposium' their Dionysiac nature: in the verbal competition of the philosophic symposium, the arbiter of which is called Dionysus, Socrates is seen as the comic Aeschylus of Aristophanes’ 'Frogs' (winner of the challenge with Euripides in the underworld, and crowned by Dionysus like Socrates by Alcibiades), and also as the tragic Dionysus of Euripides’ 'Bacchae' (the only tragedy with this god as a character). Thus Socrates appears the absolute king of theatre. The message we receive from these echoes and allusions, is that the mysterious 'player who is able to write comedies as well as tragedies' (mentioned by Socrates in the final part of 'Symposium'), is precisely the philosopher: Platonic philosophy is proposed as a new form of theatre that puts together comedy and tragedy in a single search for truth.
Esercitazione scritta di Seminario di Storia della Filosofia del prof. Elio Cesari, Centro Salesiano di Studio "Paolo VI" - Nave (BS), Facoltà di Filosofia, Università Pontificia Salesiana, a.a. 2007 – 2008
redazione luigi coiro art director enrica d'aguanno grafica franco grieco in copertina Girolamo Imperato Immacolata Concezione particolare, 1600 circa tempera su tavola, cm 163 x 114 Napoli, Ente Morale Istituto Suor Orsola Benincasa, Museo Storico Universitario, inv. 500 alle pagine 2 e 143 Disegno per un ninfeo particolari prima metà XVIII secolo Londra, Victoria and Albert Museum, E.571-1975 arte'm è un marchio registrato di prismi certificazione qualità ISO 9001: 2008 www.arte-m.net stampato in italia © copyright 2020 by prismi editrice politecnica napoli srl tutti i diritti riservati 6. [architettura e restauri] direttore scientifico Renata Picone comitato scientifico internazionale
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