Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2022, Pedagogia e Vita
…
12 pages
1 file
L’edificazione di comunità politiche frutto di un’autentica cura di sé, intesa come attenzione massima verso la persona e “preparazione” alla vita adulta (Platone, Alcibiade). L’epimèleia heautoù (cura di sé) che percorre due direttrici: una spirituale, connessa alla ricerca della verità, e una comunitaria, connotante la dimensione di cittadino. La ragione risiede nella tesi secondo cui preoccuparsi di sé significa preoccuparsi della propria realtà di appartenenza. Questo apre ad un percorso, quello educativo del cittadino, che non può prescindere dalla partecipazione alla vita politica e, dunque, dal proprio ruolo in comunità. Dall’epimèleia la possibilità di rileggere con occhio nuovo l’oggi, nella prospettiva di costruzione di un bene comune che sia una ricchezza per tutti e per ciascuno.
Il lavoro verte su un’analisi e un commento di passi tucididei e aristotelici in cui compaia esplicitamente il concetto dell’homonoia. Lo scopo della tesina è quindi indagare le differenti declinazioni della ‘concordia’ all'interno della produzione di Tucidide e di Aristotele, cercando di porre in evidenza analogie e differenze.
La predicazione savonaroliana come esempio di congiunzione tra la politica intesa come costruzione di uno stato nuovo e giusto e l'aspirazione ad una vita cristiana.
Progettualità sociale e politiche, 2019
Nel 2018, lo studioso e designer Ezio Manzini ha presentato e analizzato il potenziale trasformativo di queste pratiche nel libro Politiche del quotidiano, pubblicato per Edizioni di Comunità nella collana cheFare. Prendendo spunto dal libro, cheFare, Triennale di Milano e DESIS Network hanno costruito un seminario a inviti sul futuro delle politiche del quotidiano, che si è tenuto il 19 ottobre 2018 alla Triennale. Il seminario è stato un punto di arrivo per articolare e sedimentare i tanti dibattiti che hanno seguito le presentazioni del libro in giro per l’Italia e le conferenze che il volume ha ispirato. Progettualità sociale e politiche è la pubblicazione che raccoglie le riflessioni che Ezio Manzini, Bertram Niessen, Marianna D’Ovidio, Guido Smorto, Davide Agazzi, Mattia Diletti, Marianella Sclavi e Daniela Selloni hanno sviluppato nel corso del seminario.
Logos: Anales del Seminario de Metafísica, 2009
La relazione si propone di affrontare il tema del fondamento della comunità politica in Kant attraverso la problematizzazione del concetto di luogo. Sarà innanzitutto sinteticamente ripercorsa l'effettiva trattazione del tema della comunità politica all'interno del corpus delle opere kantiane, ovvero il luogo o i luoghi della sua effettiva elaborazione. Tale ripercorrimento intende analizzare il tema del fondamento della comunità politica, ovvero del politico in senso complessivo, che trova nella Fondazione della metafisica dei costumi un suo contesto di elaborazione paradigmatico per quanto spesso misconosciuto o sottovalutato rispetto alla sua collocazione all'interno del "sistema" kantiano. In tale opera sarà in particolare analizzato il concetto di regno dei fini (Reich der Zwecke). Attraverso un'analitica disamina dei suoi elementi terminologici e concettuali costitutivi, si intende inquadrare tale nozione quale compiuto fondamento della comunità politica, che travalica ogni luogo fisico, al tempo stesso che apre ogni possibile spazio morale, inteso come spazio della normatività insieme etica e giuridica, e fonda ogni possibile agire politico che intenda non sottrarsi all'imperativo della ragione pura pratica.
La sfida della comunità consiste nell’intenderla non solo e non primariamente in funzione di ciò che essa include e protegge, di ciò che identifica e istituisce, ma anche in relazione a ciò che esclude. L’onere sta nel concepire la comunità non solo in base a se stessa, ai suoi fini e alle sue autorappresentazioni, ma anche in base alle relazioni che rende possibili e a quelle che sanziona. Il paper analizza l'idea diltheyana di comunità e la sua ermeneutica storica per cercare di venire incontra a tali esigenza.
La Libera Università della Politica torna a Filaga per offrire una piattaforma permanente di formazione e dibattito per il potenziamento della comunità politica e come nodo autorevole dell’armatura culturale e civile del territorio. Il crollo delle illusioni di una crescita economica esponenziale e senza controlli e l’attuale crisi come grande catarsi di una società fondata sull’idolatria della demagogia e dell’egoismo ci rivela la luminosità di una via allo sviluppo fondata sull’etica, sulla responsabilità e sulla cooperazione. Crollata la grande illusione, sepolti i miti del consumismo sotto il terremoto del global change finanziario, possiamo riscoprire il valore di abitare una società della conoscenza e perseguire nuovi obiettivi mutati con grande celerità. Nel riannodare i fili intessuti nelle precedenti edizioni del Laboratorio di Filaga abbiamo il compito e la responsabilità di re-immaginare il ruolo della Libera Università della Politica e le sue relazioni con tutte le realtà dell’alta formazione del pensiero e con il territorio. Una nuova Filaga interattiva e cooperativa è quella che vogliamo proporre per il 2009. Una “Filaga 2.0” che costituisce un’occasione per attivare un indispensabile political network che alimenti, rafforzi ed attivi la comunità politica, capace di giocare le sfide che ci si presentano di fronte. La Libera Università della Politica dal 30 agosto al 5 settembre torna a Filaga con l’VIII Stage di formazione socio-politica per riproporre una piattaforma alla rinascita della comunità politica dopo il crollo dei “falsi idoli” delle demagogie e degli egoismi. Il crollo delle illusioni di una crescita economica esponenziale e senza controlli e l’attuale crisi come grande catarsi di una società fondata sull’idolatria del “capitalismo egoista” ci rivela una via allo sviluppo fondata sull’etica, sulla responsabilità e sulla cooperazione. Quando saremo usciti dalla crisi globale, quando avremo rafforzato il ruolo della politica e ricostruito il tessuto economico devastato dall’ebbrezza dei derivati, quando avremo riconnesso la relazione valore-lavoro, l'uomo potrà riprendere la capacità di esercitare una rigorosa etica della responsabilità, in cui la partecipazione allo sviluppo sarà ampia e le libertà individuali agiranno entro l’interesse collettivo. Le giornate di Filaga non intendono solo discutere di come rianimare il cuore malato dell’Occidente, ma come agevolare la nascita di un nuovo cuore finanziario, produttivo, culturale e politico. Al rischio che il nuovo ordine mondiale sia governato da un G2 tra Cina e America – la Chimerica – dobbiamo contrapporre un Euro-Mediterraneo portatore di nuove economie e risorse, ma anche talenti e volontà, capace di accelerare i necessari processi di pace e di contrastare una radicalizzazione a due teste della globalizzazione post-crisi. Non possiamo limitarci ad affrontare problemi le cui soluzioni siano preconfezionate, ma dobbiamo immaginare quali saranno le domande di domani per predisporre le soluzioni nel presente. Nelle giornate di Filaga vorremmo contribuire a riscoprire una comunità politica pensante più ampia possibile, capace di fare rete e di abbattere confini settoriali e geopolitici: a partire dal Sud. Il Sud di una nuova prospettiva culturale, etica e geopolitica intende agire propulsivamente all’interno di una modernità non vista solo come macchina produttivistica e repressiva, ma come apertura, come produttrice di fraternità ed eguaglianza, nella convinzione che il Sud non ha solo da imparare, ma anche qualcosa da insegnare attingendo alla sua millenaria sapienza. Spetta alle classi dirigenti del Sud scoprire rotte che spesso sono antiche ed inedite, figlie di una stratificazione culturale conservata nel genius loci. In un discorso sul Sud che voglia essere orientato all’azione politica e non solo consegnato alla storiografia, la specificità del Mezzogiorno non solo non va cancellata o abolita, ma è la traccia decisiva per annodare i fili di una nuova soggettività, per scoprire, sulla scia di antiche rotte, la possibilità di convivenza futura, sapendo tessere reti culturali, produttive, educative e cooperative che rafforzino l’armatura identitaria del Sud – in particolare del Mediterraneo – come antidoto alla ripresa di un conflitto sterile, ancorché sanguinoso, tra modelli, visioni e paradigmi. Ripensare il Sud sotto il profilo dell’autonomia, tuttavia, non vuol dire rinchiudersi nel locale, proteggersi entro nicchie identitarie perdendo il gusto dei grandi scenari e di contribuire alle traiettorie del futuro. L’autonomia è basata su una crescita della cittadinanza e della responsabilità da parte del Sud. L’autonomia non è un vessillo sotto le cui insegne ripararsi, ma deve essere un progetto, politico.
P.O.I. – RIVISTA DI INDAGINE FILOSOFICA E DI NUOVE PRATICHE DELLA CONOSCENZA, 2021
This paper examines the relationship between bodies and politics in order to show how images of corporeality construct modes of inclusion and exclusion and define processes of subjectivation. Beginning with an analysis of the frontispiece of Hobbes's Leviathan, the paper explores the feminist criticisms of Margaret Cavendish and Mary Wollstonecraft. Then, the study considers biology's laying claim to bodies in order to analyze processes of naturalization, read and criticized through the works of Carla Lonzi and Angela Putino. Finally, I address the concept of somatechnics to illustrate the stratification of political bodies.
Anno XXXIV, n. 1 BIBLIOTECA DI RIVISTA DI STUDI ITALIANI Aprile 2016, 2016
Un episodio dimenticato del contrasto fra scienza e Chiesa a metà dell'ottocento; protagonisti il fisico mantovanoGilberto Govi, di origini ebraiche, e il matematico cattolico Francesco Faà di Bruno.
La raccolta di saggi dal titolo Religione e politica nella società postsecolare propone una questione che ha assunto, in particolare nell'ambito della filosofia politica, una rilevanza formidabile. Non si può non riflettere oggi su concetti quali “post-secolarizzazione” considerando che la via presa dal fenomeno religioso non sembra più essere quella del ritrarsi del fenomeno religioso nella sfera privata ma, al contrario, la “deprivatizzazione” delle ragioni e pretese religiose all'interno degli stati liberali occidentali, conduce a porci ...
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
ITALIENAZIONE, 2022
ItalianiEuropei, 2022
Rationes Rerum 5, 99-116, 2015
Zwischen Pragmatik und Performanz: Dimensionen mittelalterlicher Schriftkultur, a cura di C. Dartmann, T. Scharff, C. F. Weber, Turnhout, Brepols, 2011 (Utrecht Studies in Medieval Literacy, 18), pp. 237-262.
‘Uyūn al-Akhbār (Studi sul mondo islamico) 3.Conflitti e dissensi nell’Islām, 2009
Heliotropia - An online journal of research to Boccaccio scholars, 2010
Lavoro di ricerca, 2020
http://www.lircocervo.it/index/?p=494
Lavoro di ricerca, 2020
Treccani.it Lingua italiana, 2024
"DEP. Deportate, esuli, profughe". Rivista telematica di studi sulla memoria femminile, 2022
Filosofia politica, 1997