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2023
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In questo testo ho raccolto alcune delle interviste apparse poi in forma ridotta (o mai pubblicate) su "L'arte dell'essenziale. Un'escursione filosofica nelle terre alte" (Bottega Errante, 2023). In this document, I have collected some of the interviews appeared in shortened form (or never published) on "L'arte dell'essenziale. Un'escursione filosofica nelle terre alte" (Bottega Errante, 2023).
FINESTRE sull'ARTE, 2020
“Nella crisi il museo ha investito per migliorare il dialogo coi bambini”. Parla Andreina Contessa, direttrice del Castello di Miramare di Ilaria Baratta, scritto il 10/04/2020, 17:20:33 Categorie: Interviste 1
"La Modernità letteraria", 2013
Quando è scultura, 2010
angela vettese / yves hersant andrea pinotti / gérard wajcman cristina baldacci / clarissa ricci sophie-isabelle dufour / marinella venanzi tania vladova / valeria burgio anna rosellini / patrizia magli andrea mattiello / paola nicolin glenn harper / eva ogliotti antoni muntadas / arnaldo pomodoro Tutti i diritti riservati Per i saggi di Yves Hersant, Gérard Wajcman, Sophie-Isabelle Dufour e Tania Vladova, traduzione dal francese di Rosella Prezzo Per il saggio di Glenn Harper, traduzione dall'inglese di Monica Fiorini Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dei titolari dei diritti e dell'editore. L'editore resta a disposizione degli aventi diritto per quanto riguarda le eventuali fonti iconografiche non individuate. Progetto grafico della copertina di Valeria Zevi Redazione di Ester Borgese Layout grafico di Valeria Zevi In copertina: Doris Salcedo, Shibboleth (particolare), 2007, calcestruzzo e metallo, 167 m, Turbine Hall, Tate Modern, Londra
2010
Conosco e frequento Marina da molti anni. All'inizio condividevamo aperitivi e cicaleccio da bar. Nel tempo, le chiacchiere sono diventate amicizia e affetto profondo. Al punto che oggi sento Marina più come una consanguinea che un'amica. Da qualche anno parliamo spesso di scrittura. In verità avremmo voluto farlo anche prima-e ce lo dicevamo spesso-ma io non mi sentivo mai all'altezza e tendevo a schivare l'argomento; oppure, se proprio capitava, mi limitavo ad ascoltare, assentire, imparare. Insomma, non ero un'interlocutrice divertente e il discorso cadeva subito. Un po' alla volta sono diventata più attiva, e oggi le conversazioni con Marina su questo o quel romanzo appena letto, su come questo e quell'autore scelgono il lessico, dirigono i dialoghi, danno voce ai personaggi, sono un rito a cui difficilmente potrei rinunciare. Asciutto e bilanciato come il Margarita che solo lei sa preparare (provare per credere), e che spesso accompagna le nostre conversazioni «letterarie» (con le virgolette, perché la letteratura sconfina sempre in qualcos'altro). Però c'è un però. Marina parla volentieri di narrativa altrui, ma è irriducibilmente schiva sulla propria. Tanto, che quasi non riesce a nominare i suoi racconti, ma li chiama «cose» o «robe». Né vi fa mai riferimento se non è costretta o interrogata. Inoltre, se le fai una domanda, comincia con un'occhiataccia e finisce con un «boh»; se poi osi un apprezzamento, si ritrae come il suo gatto più socievole (l'altro non si fa mai vedere) quando decide che l'hai accarezzato troppo. Risultato: non se ne parla. Detto ciò, forse è chiaro perché ho scelto di parlare dei racconti di Marina.
Il De Martino, 2018
Poteri della lettura. Pratiche, immagini, supporti, 2024
Nell’Éloge du mauvais lecteur, Maxime Decout traccia il profilo del cattivo lettore, istanza letteraria che, opponendosi volontariamente alla logica intima del testo, si dimostra capace di dare vita alle sue possibilità non realizzate, esponendo allo stesso tempo la dimensione del senso al rischio di una totale dissoluzione. Proprio queste due modalità della cattiva lettura sembrano essere riunite nel protagonista e narratore dei Figli della mezzanotte di Salman Rushdie, che riesce a conferire una forma al proprio racconto e a portarlo a termine solamente grazie alla relazione, tutta interna alla cornice testuale, con un’ulteriore cattiva lettrice. Oltre a costituire il piano dell’enunciazione, il rapporto tra le diverse manifestazioni della cattiva lettura incarnate dai due personaggi determina infatti il modo in cui il testo stesso prende forma, venendo ad assumere il valore di un’allegoria della genesi dell’opera d’arte, che sorge solamente dove stili di razionalità eterogenei confliggono e si intrecciano.
Versants. Revista suiza de literaturas románicas
Il rapporto tra scrittrici e scrittori e la radio risale agli albori di questo media: dizioni, conferenze, corsi, organizzazione culturale, la loro presenza accompagna l’evoluzione della radio, in sintonia con i mutamenti che la cultura e i suoi rappresentanti vivono nello spazio pubblico. Con l’avvento della televisione, un altro possibile luogo di parola si apre. La presenza degli scrittori e, parzialmente, delle scrittrici, è trasversale alle trasmissioni culturali radiotelevisive; questo saggio si interessa però in particolar modo ai diversi aspetti delle interviste letterarie alla radio, partendo da alcuni esempi tratti dagli archivi della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI). Keywords: intervista letteraria, oralità, genere, posture letterarie, Radio svizzera di lingua italiana (rsi).
Ricerche di storia dell'arte, 2001
Pier Luigi Capucci, Simonetta Simoni (a cura di), Arte e complessità, Ravenna, Noema, 2018
“Arte e complessità” è stato il tema intorno al quale si è svolto il Festival della Complessità a Bologna nel Luglio 2017. Il volume, oltre all’insieme degli interventi del convegno, raccoglie contributi successivi su questo argomento inviati da altri studiosi. Ma anche, soprattutto, mostra le molteplici connessioni tra esperienze, idee e persone accomunate dall’interesse e dalla passione per questo campo di studi e di pratiche. La complessità è infatti un modo di vedere il mondo “non determinista e non riduzionista”, alla ricerca di parole, immagini, suoni, testi, forme che lo rendano più comprensibile e pensabile come insieme di sistemi, di reti con ampia varietà di interrelazioni, dove sono co-presenti ordine e disordine, forme note e forme emergenti autorganizzate, regolarità e imprevedibilità. Se la complessità è molteplicità, relazione, feedback, il sapere complesso è dato da altrettante discipline ed esperienze/esperimenti che possiamo connettere, dando vita a nuove configurazioni e idee. E se tutti i saperi sono pensati da umani, siamo noi ad avere il compito di intrecciarli, superando gli specialismi. Come curatori, rileggendo l’insieme degli scritti, siamo colpiti sia dal ripetersi e sovrapporsi di alcune parole-chiave (e infatti ricorsività e ridondanza sono concetti importanti per la complessità) sia dall’interesse con- diviso per il valore cognitivo ed esperienziale profondo delle forme artistiche. In particolare di quelle contemporanee, create da persone che ci propongono la loro personale visione del mondo in cui viviamo, negli stessi anni, in realtà diverse e lontane eppure inevitabilmente interdipendenti. Da queste pagine emerge infatti un comune denominatore tra le esperienze degli autori, degli artisti e dei fruitori: l’arte è davvero imprescindibile perché amplia le nostre capacità intuitive, ci permette di apprendere dalle emozioni, di afferrare concetti e approfondire significati altrimenti poco accessibili e oscuri, di creare nuove idee e visioni del mondo. Oggi è difficile riuscire a comprendere e a descrivere la complessità del mondo senza attivare atteggiamenti e approcci artistici. L’arte appare come una sorta di filosofia della contemporaneità, una risorsa determinante per capire il presente e guardare al futuro.
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il volto umano del diritto , 2019
Flash Art, n. 335, 2017
Leonardo Sciascia Trent'anni dopo, in "Il Giannone" , 2019
Per l'arte in Abruzzo, 2017
Marcel Duchamp. Interviste pomeridiane, 2020