Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2003, Cuadernos de Prehistoria y Arqueología
…
31 pages
1 file
Sulla base dell'esame della documentazione archeologica disponibile proveniente da santuari e luoghi di culto del Sannio, questo contributo cerca di analizzare alcuni aspetti connessi all'uso della dedica di armi nel mondo sannitico e di evidenziare la complessità di tale fenomeno. Per quanto riguarda il principale luogo di culto sannita (il noto santuario pentro di Pietrabbondante), la notevole presenza di armi e parti dell'armamento fra i materiali votivi ne rivela chiaramente il ruolo centrale nelle forme ideologiche di auto-affermazione e auto-rappresentazione sannitiche. Sembra plausibile interpretare le armi e le parti dell'armamento dedicate sia come preda di guerra (skyla o làphyra apò tòn polemìon) che come armi proprie del dedicante (òpla oìs autòs echreìto). Per quanto concerne altri santuari e luoghi di culto sannitici (Campochiaro, Schiavi d'Abruzzo, Valle d'Ansanto, ecc.), pare verosimile ritenere che la presenza di armi e parti dell'armamento dedicate sia riconducile a offerte individuali, connesse a dediche private (òpla oìs autòs echreìto), pratiche iniziatiche, riti di passaggio, ecc.
La religiosità dei Sanniti. Cosmo Iannone, Isernia 2016 – preface by Dominique Briquel, This book presents a brief but detailed and updated overview of the main problems concerning the religiosity of the Samnites, and particularly of the Samnites " Pentri " , who for centuries, in ancient times, were the fiercest amongst Rome's enemies. In order to do so, several thematic chapters have been developed where the general trends of the cults are introduced. The treatise also focuses on a few exemplary case-studies that contribute in a peculiar way to the understanding of the times, the spaces, the objects and the rites of this Italic civilization. These chapters are devoted to the following themes: • An introduction to the sources, the topics, and the studies of the Samnites' religiosity • The Italic ver sacrum • The funerary practices of the Samnites • The sacred places of the Samnites • The gods of the Samnites • The so-called " Tavola Osca " , a document of extraordinary historical value • The political-religious complex of Pietrabbondante and the supreme divine triad that was worshipped there • The triad from Pietrabbondante and the Indo-European comparative hypothesis A rich bibliography as well as a selection of images of meaningful sites and objects furnishes the text. Although the published works of archeologists, philologists, and epigraphists are considerably more numerous, the forms and the structures of the religious culture of the Samnites have not been to date amongst the most visited subjects by historians and anthropologists of religions in ancient Italy. This is in fact the first book that focuses on these themes from a historical-anthropological perspective exclusively. The treatise is introduced by two prefaces written by two eminent scholars: Dominique Briquel (Sorbonne, Paris) and Gianluca Tagliamonte (University of Salento, Lecce).
Marina Rubinich e Alessandra Giumlia-Mair (a cura di), Le Arti di Efesto, Catalogo della Mostra, Milano 2002, pp. 90-103, 2002
Kaulonía, Caulonia, Stilida (e oltre), IV. Il santuario di Punta Stilo. Studi e ricerche, 2017
Sicilia archeologica, 2003
Armi votive in Sicilia: Atti del Convegno Internazionale di Studi Siracusa Palazzolo Acreide 12-13 Novembre 2021, 2022
Full Citation: Marconi, Clemente and Farinholt Ward, Andrew: Armi e pratica rituale nel settore meridionale del grande santuario urbano di Selinunte, in: Scarci, Azzurra, Graells i Fabregat, Raimon und Longo, Fausto (Hrsg.): Armi votive in Sicilia: Atti del Convegno Internazionale di Studi Siracusa Palazzolo Acreide 12-13 Novembre 2021, Heidelberg: Propylaeum, 2022 (RGZM – Tagungen, Band 48), p. 151-170. https://doi.org/10.11588/propylaeum.1127.c15484
C. BONANNO (a cura di), Il Museo Archeologico Regionale di Aidone. Guida, 2011
La Tuscia e in particolare la regione intorno al Lago di Bracciano è stata feudo di grandi famiglie e in particolare dei Farnese, che qui hanno lasciato tra il '500 e il '600 un mondo straordinario di castelli, chiese, quadri e affreschi che costituiscono uno dei più grandi manifestazioni dell'Ermetismo italiano.
Karthago, 2007
"G. d'Annunzio" I santuari rurali sono senz'altro tra le emergenze archeologiche più rappresentative della chora di Cirene, sia per la loro numerosità, che per localizzazione e caratteristiche peculiari. La loro dislocazione topografica intorno a Cirene ci ha sin dall'inizio incuriosito, motivo per cui la nostra Unità di Ricerca ha fatto delle ricognizioni di alcuni di questi santuari uno dei temi principali di studio. In particolare ci interessano quei santuari agresti, che fungono nella chora di Cirene da cesura tra la città ed il territorio, mostrando un grado tale di integrazione tra il mondo classico e quello indigeno, da farne quasi le principali "roccaforti" della ellenizzazione del territorio intorno a Cirene. Già per i santuari extra moenia di altre colonie greche, ed in modo particolare per quelle della Magna Grecia di fondazione achea, si era ipotizzato che essi funzionassero come una ceinture sacrée 1 , una sorta di corona di santuari dislocati intorno alla colonia, subito a ridosso della cinta muraria, a segnare in un certo senso il confine religioso della città. Con le ricognizioni nella chora di Cirene abbiamo potuto constatare che questa funzione appare anche molto articolata e soprattutto è caratterizzata da almeno tre "cinture sacre", che scandiscono, insieme ai limiti ideali dei territori legati alla città, anche i passaggi graduali della ellenizzazione del territorio Cireneo. 1 R. MARTIN, «Rapports entre les structures urbaines et les modes de division et d'exploitation du territoire», in M.I.FINLEY (ed), Problèmes de la terre en Grèce ancienne,
Abstract: Le Grotte di Pertosa si aprono nella valle del fiume Tanagro (Campania meridionale) e costituiscono una delle principali risorgenti carsiche dei monti Alburni. Il sistema sotterraneo, lungo 3 km, è attraversato da un copioso torrente con portata idrica variabile tra 350 e 600 l/s. Nell’ampia antegrotta furono condotti scavi già alla fine dell’Ottocento ad opera di G. Patroni e P. Carucci: le loro indagini accertarono l’interesse archeologico del sito e portarono al riconoscimento di varie fasi di frequentazione umana, dalla preistoria al medioevo. La costruzione di una diga e di una banchina presso l’ingresso, utili rispettivamente allo sfruttamento idroelettrico delle acque interne e all’avvio del processo di turisticizzazione della cavità, sommergendo e inglobando il giacimento impedì in seguito ogni ulteriore ricerca fino al 2004, allorché nuove indagini sono state intraprese con approccio multidisciplinare e moderno. Tra le varie classi di manufatti recuperati con le ricerche compaiono molte armi metalliche, inquadrabili cronologicamente tra l’età del Bronzo e l’epoca ellenistico-romana. La loro presenza rivela la consuetudine – durata diversi secoli – di un abbandono e forse addirittura di un lancio direttamente nelle acque circolanti nella cavità. Pugnali, coltelli, teste di ascia, punte di freccia e di lancia, elmi sono stati lasciati nell’antegrotta per motivazioni che non possono esulare dalla sfera del sacro. The Grotte di Pertosa are located in the Tanagro Valley (Southern Campanian region) and represent one of the main karst springs of the Alburni Mountains. The underground system is 3 km long and it hosts a subterranean river with an average volume flow rate of 350-600 l/s. Excavations in the vast entrance chamber had already been carried out in late 19th century by G. Patroni and P. Carucci. Their investigations proved the presence of an archaeological deposit and led to the identification of different phases of human frequentation, from prehistory to the medieval era. The construction of both a dyke and a platform in the entrance, respectively for the purpose of hydroelectric exploitation of the underground water and the beginning of a process of opening up the cave to tourism, submerged and covered the archaeological deposit. This then prevented the possibility of carrying out any additional research until 2004, when new investigations were undertook with a multidisciplinary and modern approach. Within the various classes of artefacts recovered through the researches in the cave, many metal weapons are listed, chronologically referring to an era which spread from the Bronze Age to the Hellenistic-Roman period. Their presence reveals the habits – which lasted for many centuries – of frequently abandoning weapons and perhaps throwing them directly in the water circulating in the cave. Daggers, knives, axes, arrow points, spearheads, helmets were all left in the entrance chamber for reasons which cannot lie outside of the sacred sphere.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
KASKAL. Rivista di storia, ambienti e culture del Vicino Oriente Antico, 2006
Bollettino della Unione Storia ed Arte, 8, III serie, 2013
in Dialoghi sull'archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo. IV convegno Internazionale di studi. Fenomenologia e interpretazione del rito (Paestum 15-17 novembre 2019), 2021
in GRILLO E., RUBINICH M., SCHENAL PILEGGI R., I pinakes di Locri Epizefiri. Musei di Reggio Calabria e di Locri, a cura di Lissi Caronna E., Sabbione C., Vlad Borrelli L., Atti e memorie della Società Magna Grecia, IV Serie, Parte II (2000-2003), 2003, tomo 1, pp. 3-119
38 convegno su Storia Daunia, 2018
In: Azzurra Scarci • Raimon Graells i Fabregat • Fausto Longo (a cura di), Armi votive in Sicilia. RGZM -Tagungen 48 , 2022
Armi votive in Magna Grecia, 2018
IL RESTAURO DELL’ORGANO, Gebrüder Mayer 1888 op. 34, Chiesa R.C. di San Francesco Saverio in Trento, 2010, 2010
Santi, guerrieri e mercanti al porto di Bari, 2017
Les Carnets de l'ACoSt