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CANTIMORI-COMPLETO

di Pietro Missiaggia (vedi in fondo*) 1.1. Un anti-clericale da Mazzini al fascismo e i primi studi sul Rinascimento e la Riforma Delio Cantimori nacque il 30 agosto 1904 nel paese di Russi in provincia di Ravenna dal padre Carlo e dalla madre Silvia Mazzini. Il padre, Carlo, fu un intellettuale di spicco del Repubblicanesimo romagnolo, e poi insegnante e preside di liceo che faceva proprio il corpus ideologico mazziniano per poi aderire alle idee dannunziane che videro che poi il loro apice con l'impresa di Fiume. L'influsso delle idee del padre di stampo repubblicano, ma per lo più progressiste e socialiste fu fondamentale nella formazione sia politica che poi storica del giovane Carlo e si intrecceranno lungo tutta la sua vita. Oltre all'influsso paterno, ad esercitare una prima influenza sul futuro intellettuale, sono gli influssi dati dall'ambiente liceale, dall'anno 1919 al 1924, del Ginnasio e poi del Liceo Classico di Ravenna e per concludere gli studi nel Liceo-ginnasio Giovanni Battista Morgagni di Forlì ove ottenne la maturità classica nel 1924 per poi essere ammesso, sempre nello stesso anno, alla Normale Superiore di Pisa dove si avvicinerà al fascismo. Il fascismo per Cantimori veniva visto come un movimento rivoluzionario capace di andare oltre la reazione, specialmente quella di impronta cattolica, e il comunismo d'ispirazione marxista. In questo periodo della Normale di Pisa, egli collaborò al Mensile "Vita Nova" diretto da Giuseppe Saitta, allievo di Gentile, e fondato da Leandro Arpinati. Il fascismo veniva visto come uno Stato autoritario anti-capitalista, quindi di fatto rivoluzionario, nonché veniva visto come coronamento della vicenda risorgimentale italiana, come del resto, era "di moda" fra molti intellettuali e storici dell'epoca come Gioacchino Volpe, Giovanni Gentile e lo stesso Giuseppe Saitta. Come scrive lo studioso Eugenio di Rienzo, riprendendo un testo di Gisella Longo 1 sugli intellettuali vicini