
Rosalia Pagliarani
Storica dell’arte e Dottore di ricerca, dal 2014 è in ruolo nel personale scientifico dei Musei Vaticani, presso il Reparto di Arte dell’Ottocento e Contemporanea.
Formatasi presso l’Ateneo de La Sapienza di Roma con Claudio Zambianchi per il settore di Arte Contemporanea (Laurea quadriennale e Scuola di Specializzazione triennale) e con Caterina Volpi per il settore di Arte Moderna (Dottorato di Ricerca e Scuola di Specializzazione), svolge studi e ricerche sia nell’ambito contemporaneo che in quello dell’età moderna.
Si è dedicata all’artista del primo novecento Romolo Romani (tesi di laurea e pubblicazioni), all’arte italiana e francese nell’età del simbolismo e delle avanguardie, all’arte italiana negli anni centrali del Novecento, all’Arte Povera (collaborazione con l’artista Giuseppe Penone, studi su Fabio Mauri) e alle grandi rassegne espositive di arte contemporanea (collaborazione, con Micol Forti, alle Biennali di Venezia 2013 e 2015 per la realizzazione del primo e secondo Padiglione della Santa Sede). Si è occupata anche della storia delle esposizioni universali, con particolare riferimento alle partecipazioni vaticane, di arte inglese e francese del secondo ottocento e di arte sacra e teorie estetiche tra Francia e Italia, con particolare riferimento alla Cappella di Henri Matisse a Vence e della sua posizione all’interno della Querelle de l’art sacré (tesi della Scuola di Specializzazione, seguita da C. Zambianchi con correlazione di M. Forti).
L’ambito di ricerca negli ultimi anni ha riguardato anche lo studio di collezioni e arredi romani del secondo Seicento e primo Settecento, analizzati a partire dalla trascrizione di inventari topografici e testamenti, entro un’ottica metodologica di recente sviluppo, lo studio del display of arts, che mira a integrare i diversi aspetti storico-artistici, sociali, politico-economici e non ultimo scenografici, che emergono dalle scelte di arredo delle dimore dell’età barocca (tirocinio universitario in collaborazione con il Getty Institute di Los Angeles; Dottorato di Ricerca; articoli su riviste specialistiche e volumi collettanei).
L’esperienza maturata nel contesto della Pubblica Amministrazione dal 2000 al 2014, nell’ex Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio e precedentemente nella Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, in qualità di Assistente Tecnico Museale, ha reso possibile un contatto diretto con il patrimonio archeologico e con le testimonianze artistiche dell’età moderna, in particolare nel territorio laziale (collaborazione al progetto Museo Diffuso Lazio, con Rossella Vodret, e redazione scientifica della rivista «Nel Lazio», con Anna Imponente).
Address: Rome, Lazio, Italy
Formatasi presso l’Ateneo de La Sapienza di Roma con Claudio Zambianchi per il settore di Arte Contemporanea (Laurea quadriennale e Scuola di Specializzazione triennale) e con Caterina Volpi per il settore di Arte Moderna (Dottorato di Ricerca e Scuola di Specializzazione), svolge studi e ricerche sia nell’ambito contemporaneo che in quello dell’età moderna.
Si è dedicata all’artista del primo novecento Romolo Romani (tesi di laurea e pubblicazioni), all’arte italiana e francese nell’età del simbolismo e delle avanguardie, all’arte italiana negli anni centrali del Novecento, all’Arte Povera (collaborazione con l’artista Giuseppe Penone, studi su Fabio Mauri) e alle grandi rassegne espositive di arte contemporanea (collaborazione, con Micol Forti, alle Biennali di Venezia 2013 e 2015 per la realizzazione del primo e secondo Padiglione della Santa Sede). Si è occupata anche della storia delle esposizioni universali, con particolare riferimento alle partecipazioni vaticane, di arte inglese e francese del secondo ottocento e di arte sacra e teorie estetiche tra Francia e Italia, con particolare riferimento alla Cappella di Henri Matisse a Vence e della sua posizione all’interno della Querelle de l’art sacré (tesi della Scuola di Specializzazione, seguita da C. Zambianchi con correlazione di M. Forti).
L’ambito di ricerca negli ultimi anni ha riguardato anche lo studio di collezioni e arredi romani del secondo Seicento e primo Settecento, analizzati a partire dalla trascrizione di inventari topografici e testamenti, entro un’ottica metodologica di recente sviluppo, lo studio del display of arts, che mira a integrare i diversi aspetti storico-artistici, sociali, politico-economici e non ultimo scenografici, che emergono dalle scelte di arredo delle dimore dell’età barocca (tirocinio universitario in collaborazione con il Getty Institute di Los Angeles; Dottorato di Ricerca; articoli su riviste specialistiche e volumi collettanei).
L’esperienza maturata nel contesto della Pubblica Amministrazione dal 2000 al 2014, nell’ex Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio e precedentemente nella Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, in qualità di Assistente Tecnico Museale, ha reso possibile un contatto diretto con il patrimonio archeologico e con le testimonianze artistiche dell’età moderna, in particolare nel territorio laziale (collaborazione al progetto Museo Diffuso Lazio, con Rossella Vodret, e redazione scientifica della rivista «Nel Lazio», con Anna Imponente).
Address: Rome, Lazio, Italy
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BOOKS by Rosalia Pagliarani
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Abstract: il testo è dedicato alla ricostruzione della prima, intensa e fondativa, attività espositiva e di promozione culturale della Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani voluta da Paolo VI nel 1973, celebrata nel volume che ripercorre i suoi primi cinquant’anni di attività (1973-2023). Per lo stesso volume ha svolto co-curatela e curato la sezione bibliografica in apparato.
La storia dei Padiglioni vaticani alle Expo nella seconda metà del Novecento, a partire dal 1964 sino all’esperienza di Milano 2015, è ripercorsa in questi due capitoli, anche attraverso la presentazione di nuova documentazione archivistica e fotografica, in particolare per quanto attiene alla straordinaria vicenda del trasporto e dell’allestimento della Pietà di Michelangelo alla World Fair di New York del 1964, ricostruita a partire dalle carte d’archivio dello scenografo Jo Mielziner conservate presso la New York Public Library.
PAPERS and ESSAYS by Rosalia Pagliarani
Il contributo indaga il ruolo, dai connotati antropologici e semiotici, svolto dalle grandi copie in scala reale e dai calchi della Pietà vaticana, eseguiti nel corso del Novecento come vere e proprie “controfigure” dell’opera, in grado di sostituirne la presenza e, in alcuni casi, persino l’essenza agli occhi del grande pubblico, contribuendo alla diffusione nella cultura di massa dell’opera di Michelangelo e alla sua “storiografia visiva”. Sino alla clamorosa inversione dei rapporti canonici tra copia e originale che si crea in seguito all’attentato che la Pietà vaticana subisce nel 1972, momento in cui il “calco Mercatali”, conservato presso la Fabbrica di San Pietro, serve da modello per il reintegro delle parti distrutte del volto della Vergine e garantisce la possibilità stessa di un restauro fedele, attraverso l’esecuzione di calchi dal calco.
This contribution aims at reconstructing the thirty-year link between Paolo de Gaufridy, journalist and art critic of Genoese adoption, and the Via Crucis by Gaetano Previati. A relationship formed around 1907 which continued until at least 1947, springing from the conviction that the work could be considered the principal vehicle of a new period of modern religious art, not only in Geneva, but nationally. Thanks to examination of the exchange of correspondence between the Genoese journalist and the art critic, Ugo Ojetti, now conserved in the Historic Archive of the National Gallery in Rome, it has been possible to detail clearly the circumstances of a project for the purchase of the fourteen Stations of the Via Crucis by the Municipality of Genova, for which De Gaufridy reached the stipulation of a personal contract with the gallery owner, Alberto Grubicy, aimed at obtaining exclusive intermediation on the sale of the work. Notwithstanding the failure of the deal, de Gaufridy continued to interest himself in the destiny and exhibition of the Via Crucis, as well as writing about it extensively in the Press throughout his career, promoting incessantly knowledge of where it was to be seen. The case also appears to have been an interesting episode in relation to the development of the early 19th century debate concerning a renewal of religious art.
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Abstract: il testo è dedicato alla ricostruzione della prima, intensa e fondativa, attività espositiva e di promozione culturale della Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani voluta da Paolo VI nel 1973, celebrata nel volume che ripercorre i suoi primi cinquant’anni di attività (1973-2023). Per lo stesso volume ha svolto co-curatela e curato la sezione bibliografica in apparato.
La storia dei Padiglioni vaticani alle Expo nella seconda metà del Novecento, a partire dal 1964 sino all’esperienza di Milano 2015, è ripercorsa in questi due capitoli, anche attraverso la presentazione di nuova documentazione archivistica e fotografica, in particolare per quanto attiene alla straordinaria vicenda del trasporto e dell’allestimento della Pietà di Michelangelo alla World Fair di New York del 1964, ricostruita a partire dalle carte d’archivio dello scenografo Jo Mielziner conservate presso la New York Public Library.
Il contributo indaga il ruolo, dai connotati antropologici e semiotici, svolto dalle grandi copie in scala reale e dai calchi della Pietà vaticana, eseguiti nel corso del Novecento come vere e proprie “controfigure” dell’opera, in grado di sostituirne la presenza e, in alcuni casi, persino l’essenza agli occhi del grande pubblico, contribuendo alla diffusione nella cultura di massa dell’opera di Michelangelo e alla sua “storiografia visiva”. Sino alla clamorosa inversione dei rapporti canonici tra copia e originale che si crea in seguito all’attentato che la Pietà vaticana subisce nel 1972, momento in cui il “calco Mercatali”, conservato presso la Fabbrica di San Pietro, serve da modello per il reintegro delle parti distrutte del volto della Vergine e garantisce la possibilità stessa di un restauro fedele, attraverso l’esecuzione di calchi dal calco.
This contribution aims at reconstructing the thirty-year link between Paolo de Gaufridy, journalist and art critic of Genoese adoption, and the Via Crucis by Gaetano Previati. A relationship formed around 1907 which continued until at least 1947, springing from the conviction that the work could be considered the principal vehicle of a new period of modern religious art, not only in Geneva, but nationally. Thanks to examination of the exchange of correspondence between the Genoese journalist and the art critic, Ugo Ojetti, now conserved in the Historic Archive of the National Gallery in Rome, it has been possible to detail clearly the circumstances of a project for the purchase of the fourteen Stations of the Via Crucis by the Municipality of Genova, for which De Gaufridy reached the stipulation of a personal contract with the gallery owner, Alberto Grubicy, aimed at obtaining exclusive intermediation on the sale of the work. Notwithstanding the failure of the deal, de Gaufridy continued to interest himself in the destiny and exhibition of the Via Crucis, as well as writing about it extensively in the Press throughout his career, promoting incessantly knowledge of where it was to be seen. The case also appears to have been an interesting episode in relation to the development of the early 19th century debate concerning a renewal of religious art.
Il secondo tomo della tesi è dedicato alla trascrizione integrale di oltre cinquanta documenti, inediti o parzialmente editi, tra inventari, testamenti e codicilli, decreti di Congregazioni, lettere, perizie edili, biografie. I documenti sono stati rinvenuti in diversi archivi romani, vaticani, genovesi e di altre città italiane.
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La presenza del nucleo collezionistico della cappella del Rosario di Vence presso i Musei Vaticani - dove nel 2011 è stata inaugurata la “Sala Matisse” - ha consentito di approfondire la ricerca storico-critica e archivistica intorno all’opera e all’utlimo periodo dell’attività del maestro, incentrata sulle gouaches découpées. Lo studio, che ha incluso gli archivi di Alfred Barr Jr. presso il MoMA di New York, si focalizza sulla ricezione critica della cappella nel primo decennio della sua esistenza, analizzandone l’accoglienza da parte di critici, giornalisti, artisti e pubblico, il ruolo svolto dal cenacolo domenicano legato alla rivista «L’Art sacré», la diffusione delle immagini e fotografie e infine il coinvolgimento all’interno della “querelle de l’art sacré” (1951-1953) che si accende intorno alla nuova arte sacra francese del secondo dopoguerra.
L’antologia presenta i principali contributi a carattere letterario, archivistico e storico artistico apparsi sulla rivista scientifica di classe A «Rossocorpolingua» (area 10 ANVUR: Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche) nei suoi primi 4 anni di attività, dall’ ANNO I, Numero 1 (giugno 20218) all’ANNO V, numero 2 (Giugno 2022).
https://rossocorpolingua.it/
[ISBN: 978-88-366-4613-5]
Henri Matisse, Crucifixion, d’aprés Prud’hon (olio su tela, 1892-1893), pp. 66-67;
Henri Matisse, Crucifix pour l’autel (bronzo, 1951), pp. 68-69;
Henri Matisse, La Sainte Vierge, (due litografie, 1951), pp. 70-73.
Ben Shahn, Menorah (tecnica mista su carta, 1965), en/it, pp. 360-361 (con ill. a p. 295)
Abraham Rattner, tre tavole dalla serie In the Beginning… (litografie su carta, 1972): Variations for the Menora; The Shema; The Bush Was Burning With Jire but the Bush Was not Consumated [sic], en/it, pp. 360-362.
http://shop.museivaticani.va/kkshop/PUBBLICAZIONI/Pubblicazioni-per-Settori-Museali/Collezione-Arte-Contemporanea/Musei-Vaticani/Il-silenzio-delle-immagini/D1318/2_1475.do
Volume pubblicato in occasione della mostra omonima, Milano, Palazzo Reale, 24 maggio-1 luglio 2018, Roma, Contrasto/Edizioni Musei Vaticani, 2018
Autrice delle traduzioni dall'inglese /translations from English to Italian:
D. Campany, Arte dall’Arte [tit. orig.: Making Art from Art], pp. 53-58;
J. Lamoureux, La collezione si fa immagine [tit. orig.: The Collection Turned Image], pp. 117-124.
The catalogue, in Italian/English edition, edited by Micol forti and Elisabetta Cristallini, starts with a first section devoted to introductory essays by card. Gianfranco Ravasi, Micol Forti and Elisabetta Cristallini, which substantiate and develop the proposed theme, tracing the path of realization through the choice of issues and artists. The heart of the book is dedicated to the three artists and to the different parts of the Pavilion: Monika Bravo, Elpida Hadzi-Vasileva, Mario Macilau. Each work of art is accompanied by a scientific essay and a rich selection of large-scale photographs, which illustrates the process of theoretical and procedural realization, accompanying the reader on a journey within the project and the work in progress of the Pavilion. Octavio Zaya, art critic and curator in South America, introduces the section dedicated to Monika Bravo; Ben Quash, English biblical scholar and exegete, reads through the sacred texts the work of Elpida Hadzi-Vasileva; Alessandra Mauro, an expert in photography of international fame, introduces for the first time to the Italian public the work of Mário Macilau. A final section is dedicated to the biographies of the artists, followed by a selection of solo and group exhibitions and an updated bibliography.