Papers by michael lettieri
The Canadian Modern Language Review

Quaderni d'italianistica, 1990
La prima edizione àeW Orazio fu pubblicata da Pietro Aretino nel 1546 a Venezia con i torchi di G... more La prima edizione àeW Orazio fu pubblicata da Pietro Aretino nel 1546 a Venezia con i torchi di Gabriel Giolito de' Ferrari. Dopo questa prima stampa del 1546 il Giolito ristampò V Grazia nel 1549. Questa seconda edizione è in apparenza una pura replica dell'originale del 1546 con la stessa lettera dedicatoria a Paolo III. Considerato comunque che l'Aretino in quel periodo si trovava a Venezia e la stampa si faceva molto probabilmente con la sua approvazione, è possibile che vi effettuasse qualche correzione o cambiamento. La probabilità che l'Aretino sia intervenuto nella stampa del 1549 viene rafforzata dalla lettera datata Venezia maggio 1548, dove l'autore scrive a Trifone Gabriele di aver ricomposto VOrazia e di averne corretto (dietro il suggerimento dello stesso Trifone) "alcune sue durezze": "sì mi hanno colmo di piacere le laudi che la lingua magnifica del vostro giuditio egregio ha dato aìVHoratia, tragedia da me ricomposta, poi ch'io l'hebbi fornita di comporla, sì credetti al cenno che mi faceste d'alcune sue durezze [.. .]" (e. 248). dunque probabile che la seconda stampa racchiuda i mutamenti che Trifone Gabriele aveva proposto all'autore e che egli aveva accettato. Quest'ipotesi diventa certezza nel commento di A.G.C. Galletti, il quale, senza aver sottoposto rigorosamente ad esame integrale e comparativo le due cinquecentine, decide di riprodurre l'edizione del 1549 perché in confronto all'edizione del 1546 risulta "migliorata d'assai, siccome dalla lettera dell'Aretino a Trifone Gabriele ci vien confermato" (4).' Sulla scia del Galletti qualche anno più tardi anche Salvatore Bongi osserva che tutte e due le giolitine possono "dirsi egualmente originali perché fatte ambedue sotto l'occhio dell'autore" (134). In ogni modo, lo stesso Bongi poi giustamente osserva che l'intervento dell'Aretino nella seconda edizione resta "a verificarsi col raffronto delle due stampe" (133). Tuttavia sia per il confronto delle due stampe sia per la ripubblicazione dell'opera stessa si dovette aspettare oltre tre secoli." Infatti la messa all'Indice di tutte le opere dell'Aretino nel 1558 non risparmiò nemmeno VOrazia, che non fu più ristampata dopo il 1549. L'opera divenne così rara che già nello stesso sedicesimo secolo era difficile averne una copia tant'è vero che l'editore delle commedie aretiniane del 1588 non vi potè includere la tragedia, da lui erroneamente citata con il titolo di Hortensia,' perché non ne riuscì a trovare una copia. Il Bongi, inoltre, ci fa notare che ben 39 esemplari deWOrazia furono distrutti solamente nella succursale che Gabriel Giolito gestiva a Napoli (LXXXV)."* QUADERNI dilaliaiiislica Volume XI, No. 1, 1990
The Canadian Modern Language Review, 1984

Quaderni d'italianistica, 1994
Pietro Aretino wrote in ali of the literary genres (short story, epic, familiar letters, the asce... more Pietro Aretino wrote in ali of the literary genres (short story, epic, familiar letters, the ascetic tale, lyric poetry and satire, comedy and tragedy), but it is his dramatic works that have received most of the favourable criticism. Of his plays, the one to which Aretino probably dedicated most of his artistic energy, was the tragedy Orazio (1546), which the author himself considered superior to the rest of his literary output (// quarto libro de le Lettere di M. Pietro Aretino 69, Letter to Card. Durante Duranti).' Its importance is evident in the fact that Orazio precedes by more than half a century the historical tragedies of Shakespeare, the most illustrious exponent of that genre. Moreover, both Lope de Vega's El honrado hermano (1598)^and Pierre Comeille's Horace (1640)^are indebted to Aretino's tragedy. However, Orazio has been for many years the object of unfavourable criticism, stemming mainly from the author's questionable reputation which has haunted him over the centuries and only recently has been corrected. The "divine" Aretino, as he was called by Ludovico Ariosto, was subjected to a systematic attack on his person and was judged exclusively from the moral standpoint. He was described, just to mention a few epithets, as "impious," "atheistic," "infamous," and "Lucifer on earth." For centuries, literary critics have judged his works, including Orazio, without always having read them, copying from one another and basing themselves mainly on the general moralistic opinion held of Aretino by various defamers, who derived their opinions from his libellous diatribes and sonnets, most of which are actually attributable to Aretino' s former friends. Along these lines, Girolamo Tiraboschi, for example, after calling Aretino a crazy impostor, ignorant, wicked, presumptuous, and irreligious, harshly criticizes his literary skills: Lo stile dell'Aretino non ha né eleganza, né grazia alcuna; anzi a me pare ch'ei sia stato uno de' primi ad usare di quelle ridicole iperboli e di quelle strane metafore che tanto poi furono in uso nel secol seguente [...]. Le Commedie in prosa e molte delle Poesie da lui comjX)ste sarebbono men ricercate da alcuni, se fossero meno oscene. I sei tomi di lettere da lui scritte [.. .] appena trovano lettori [...]. Una penna ravvoltasi fra tante sozzure ebbe ancora l'ardire di volgersi a cose sacre, e di scrivere Vite, Leggende, parafrasi di Salmi [...]. Ma checché altri ne dicano, esse sono e sì infelicemente scritte, e alcune ancora sì piene d'errori, per cui sono state giustamente dannate [...]. (102, 104)
Lettura e conversazione, 1986
Lettura e conversazione, 1986
Lettura e conversazione, 1986
Lettura e conversazione, 1986
Lettura e conversazione, 1986
Lettura e conversazione, 1986
Lettura e conversazione, 1986
Lettura e conversazione, 1986
Lettura e conversazione, 1986
Lettura e conversazione, 1986
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Papers by michael lettieri
Con testi (in italiano o inglese) di Giuseppe Rosato, Thomas Martone, Leo Strozzieri, Floriano De Santi, Enzo Fabiani, Silvia Pegoraro, Maurizio Calvesi, Dacia Maraini, Paola Di Felice, Norma Bouchard, Marcel Danesi, Frank Nuessel, Michael Lettieri e un'intervista al maestro Mastrodascio di Marco Lettieri.
Il volume è impreziosito da una ricco inserto con una selezione delle opere del Maestro.