
Carlo Galli
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Papers by Carlo Galli
suoi progetti di design (domestico e urbano), emblematici per definire “La teoria del sistema
Disequilibrante”. Attraverso l’analisi di questo artista emergeranno alcuni principi fondanti
del design radicale. L’obiettivo è quello di mettere in discussione i parametri fondamentali
dello spazio domestico convenzionale. Ogni oggetto è concepito da La Pietra come un
dispositivo in grado di generare una certa tensione “disequilibrante”. Egli intende scardinare
le consuetudini dell’ambiente domestico borghese attraverso la distruzione e riconversione
dell’oggetto stesso. L’artista poliedrico, che si definisce come un “fisico teorico”, ricerca
problemi, li porta all’esasperazione e trova una qualità concettuale e formale attraverso la
problematica stessa. Il progetto apre interrogativi più che offrire soluzioni e deforma la
tradizione per cercare una nuova “cultura del design”. La sinestesia tra le arti è per lui un
mezzo essenziale attraverso cui cercare nuovi significati. La cosa più interessante è che,
con un fine sociale, Ugo La Pietra sperimenta materiali e tecnologie mai adoperate,
riproponendo dinamiche andate perdute nel Design italiano. A figure come Ugo La Pietra si
deve l’avvicinamento dell’artigianato al Design. Interpretando questa disciplina come
un’attività mentale e intellettiva, trova una nuova possibilità per il Design, tra approccio
artistico e politecnico. Importate contestualizzare la sua mentalità in un ambiente in cui si
stava sempre più perdendo la “cultura del fare”, e il legame con il territorio. Negli anni
sessanta la maggior parte della produzione era industriale e seriale, ogni oggetto era
autoreferenziale, pensato per essere venduto in qualsiasi luogo della terra. L’unione tra
tecnologia avanzata, artigianato e il prodotto artistico è un fenomeno attuale in quanto il
mercato internazionale è sempre più interessato all’oggetto di eccezione. La sua opera deve
essere intesa come artistica, non cerca soluzioni e pragmatismo ma pone domande per
generare una nuova consapevolezza. Per tutta la vita ricerca la liberazione della forma.
suoi progetti di design (domestico e urbano), emblematici per definire “La teoria del sistema
Disequilibrante”. Attraverso l’analisi di questo artista emergeranno alcuni principi fondanti
del design radicale. L’obiettivo è quello di mettere in discussione i parametri fondamentali
dello spazio domestico convenzionale. Ogni oggetto è concepito da La Pietra come un
dispositivo in grado di generare una certa tensione “disequilibrante”. Egli intende scardinare
le consuetudini dell’ambiente domestico borghese attraverso la distruzione e riconversione
dell’oggetto stesso. L’artista poliedrico, che si definisce come un “fisico teorico”, ricerca
problemi, li porta all’esasperazione e trova una qualità concettuale e formale attraverso la
problematica stessa. Il progetto apre interrogativi più che offrire soluzioni e deforma la
tradizione per cercare una nuova “cultura del design”. La sinestesia tra le arti è per lui un
mezzo essenziale attraverso cui cercare nuovi significati. La cosa più interessante è che,
con un fine sociale, Ugo La Pietra sperimenta materiali e tecnologie mai adoperate,
riproponendo dinamiche andate perdute nel Design italiano. A figure come Ugo La Pietra si
deve l’avvicinamento dell’artigianato al Design. Interpretando questa disciplina come
un’attività mentale e intellettiva, trova una nuova possibilità per il Design, tra approccio
artistico e politecnico. Importate contestualizzare la sua mentalità in un ambiente in cui si
stava sempre più perdendo la “cultura del fare”, e il legame con il territorio. Negli anni
sessanta la maggior parte della produzione era industriale e seriale, ogni oggetto era
autoreferenziale, pensato per essere venduto in qualsiasi luogo della terra. L’unione tra
tecnologia avanzata, artigianato e il prodotto artistico è un fenomeno attuale in quanto il
mercato internazionale è sempre più interessato all’oggetto di eccezione. La sua opera deve
essere intesa come artistica, non cerca soluzioni e pragmatismo ma pone domande per
generare una nuova consapevolezza. Per tutta la vita ricerca la liberazione della forma.