
Vincenzo FONTANA
Vincenzo Fontana (Ravenna, 8 agosto 1946) è un architetto e storico dell'architettura italiano. Docente all'università di Venezia, come autore attualmente è piuttosto noto anche al di fuori degli ambienti accademici, principalmente per un corposo testo illustrato: Profilo di architettura italiana del Novecento. Il volume riporta una sintesi ragionata degli stili, correnti e orientamenti di tutto l'ultimo secolo della nostra architettura. In copertina del libro è riconoscibile uno scorcio della Torre scenica, opera di fine secolo dell'architetto milanese Aldo Rossi. "Il nuovo paesaggio dell'Italia giolittiana" nel 1981 ha aperto tutta una serie di studi sulla trasformazione delle città, delle campagne e delle montagne italiane ai primi del Novecento che vanno dall'archeologia industriale alla gestione del territorio, come hanno dimostrato numerose recensioni di storici e specialisti. il suo saggio su "Alvise Cornaro e la Santa Agricoltura" in occasione della mostra a Padova del 1980 è stato apprezzato da Gianfranco Contini Alvise Corner e la <<santa agricoltura>>. Nel 2008 è stato fellow della Bogliasco Foundation per l'architettura del paesaggio. A Ravenna ha curato l'allestimento del Museo dantesco del comune accanto alla tomba di Dante 1980-89 museo dantesco comune di Ravenna e a Mezzano ha progettato con Giuseppe Rustichelli la scuola media <<Manara Valgimigli>> 1978-80BiografiaDopo la laurea in architettura, conseguita nel 1969 a Venezia è stato assistente all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) ed in seguito, nello stesso ateneo, professore di Storia dell’arte contemporanea. Ha insegnato al Politecnico di Torino e a Venezia Storia dell’urbanistica e dell’architettura.Dal 1970 al 1987 è stato coordinatore della Università Internazionale dell’arte di Venezia con visiting professor: Buckminster Fuller, Costantino Nivola, György Kepes, Isamu Noguchi, Louis Kahn, Tobia Scarpa. Ha seguito in particolare teoria architettonica del Cinquecento, architettura civile e industriale dell’Italia giolittiana, archeologia industriale e, attualmente, ricerche su giardini storici del Veneto dove si occupa della loro catalogazione in collaborazione con la Regione Veneto stessa.[1]Da novembre 2011 è in pensione, ma continua a fare ricerca partecipando a convegni e pubblicando. Molte delle sue lezioni sono on line suffisso <<Fonvi>>, su You Tube e su Google canale <<Vincenzo Fontana>>
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L’arco trionfale, nonostante le lontane suggestioni che provenivano dalle porte delle agorài ellenistiche o dalle porte urbane delle città etrusche, fu certamente un manufatto d’invenzione romana e rimase sempre un segno distintivo e peculiare delle città appartenenti all’Impero, poiché conservò la sua funzione purificatorio-espiatoria di segnale di un rito di passaggio, ma assunse anche fini celebrativi-commemorativi.
1. Tipi e forme di sepoltura a Roma, dalla Repubblica a Costantino 2. Tipi e forme di sepoltura nella penisola italica e nelle province dell'Impero 3. Le tombe imperiali di Roma: i cosiddetti 'mausolei' e il caso eccezionale della Colonna Traiana 4. Ipogei, colombari, catacombe e basiliche funerarie 5. Gli ultimi 'mausolei' imperiali e la Rotonda di Santa Costanza Tipi e forme di sepolture a Roma, dalla Repubblica a Costantino Nel corpus della giurisprudenza romana non vi furono leggi particolarmente vincolanti i generi e le forme di sepoltura per chi, avendone i mezzi, desiderasse costruirsi una tomba ove accogliere le proprie ceneri o le proprie spoglie: eccezion fatta per alcuni limiti imposti alla estensione dell'area, all'altezza e alla esibizione di un lusso eccessivo, regnava in materia un'ampia libertà. Bisognava, piuttosto, provvedere da vivi e fin nel dettaglio alla propria sepoltura, non potendo confidare, per il rispetto dei desideri espressi o delle volontà formulate, né sui doveri dei congiunti né sullo zelo degli amici a causa del rapido corrompersi dei sodalizi sociali. Ciascuno, in sostanza, poteva decidere liberamente della forma da conferire alla sua ultima abitazione: non c'erano regole da seguire nel disegno e nella costruzione e, pertanto, non c'era necessità di protocolli che fissassero regole e procedure e nemmeno di architetti (Vitruvio non dedica alle tombe né un capitolo né un paragrafo): principale scopo da raggiungere era la realizzazione con qualsiasi mezzo di un monumentum che assicurasse la memoria del defunto tra i vivi, unico modo di proseguire la vita. In tali circostanze il tipo delle sepolture realizzate fu quanto mai vario e articolato, forse come in nessun altro ambito di costruzioni. Delle tombe dei tempi più antichi poco sappiamo se non che quelle aristocratiche godevano del privilegio di essere ricavate in terreni di famiglia presso le domus urbane sino a quando non fu varato un provvedimento che aboliva il privilegio gentilizio vietando qualsiasi sepoltura entro il pomerium, determinando l'inizio di un esodo fuori le mura in terreni già posseduti o appositamente comperati. E furono i terreni lungo le direzioni di più forte espansione a essere investiti poiché in quelle aree stesse le famiglie più abbienti avevano preferito o preferivano acquistare.
Romans added few innovations to greek military architecture but walls and gates was very important features of the urban concept in roman world.
The chief Roman innovation in building technology was the opus coementicium that allowed to build great domes like Pantheon in Rome and thermal halls, but the structure was incrusted with marbles, stuccos and painted to give a luxury look, while floors were covered with mosaics. Roads, aqueducts and ports gave a great efficiency to the vast empire, only comparable with modern times
hydraulic, engineering, architecture and mechanical physic. Vitruvius' and Alberti's ideal of an universal architect sets as new specific technologies and sciences are born.
Venezia nel Cinquecento fu uno straordinario laboratorio di idraulica, ingegneria, architettura, fisica meccanica. L'ideale di Vitruvio e Leon Battista Alberti di un architetto universale tramonta mentre nascono specializzazioni tecnologiche e scientifiche.
L’arco trionfale, nonostante le lontane suggestioni che provenivano dalle porte delle agorài ellenistiche o dalle porte urbane delle città etrusche, fu certamente un manufatto d’invenzione romana e rimase sempre un segno distintivo e peculiare delle città appartenenti all’Impero, poiché conservò la sua funzione purificatorio-espiatoria di segnale di un rito di passaggio, ma assunse anche fini celebrativi-commemorativi.
1. Tipi e forme di sepoltura a Roma, dalla Repubblica a Costantino 2. Tipi e forme di sepoltura nella penisola italica e nelle province dell'Impero 3. Le tombe imperiali di Roma: i cosiddetti 'mausolei' e il caso eccezionale della Colonna Traiana 4. Ipogei, colombari, catacombe e basiliche funerarie 5. Gli ultimi 'mausolei' imperiali e la Rotonda di Santa Costanza Tipi e forme di sepolture a Roma, dalla Repubblica a Costantino Nel corpus della giurisprudenza romana non vi furono leggi particolarmente vincolanti i generi e le forme di sepoltura per chi, avendone i mezzi, desiderasse costruirsi una tomba ove accogliere le proprie ceneri o le proprie spoglie: eccezion fatta per alcuni limiti imposti alla estensione dell'area, all'altezza e alla esibizione di un lusso eccessivo, regnava in materia un'ampia libertà. Bisognava, piuttosto, provvedere da vivi e fin nel dettaglio alla propria sepoltura, non potendo confidare, per il rispetto dei desideri espressi o delle volontà formulate, né sui doveri dei congiunti né sullo zelo degli amici a causa del rapido corrompersi dei sodalizi sociali. Ciascuno, in sostanza, poteva decidere liberamente della forma da conferire alla sua ultima abitazione: non c'erano regole da seguire nel disegno e nella costruzione e, pertanto, non c'era necessità di protocolli che fissassero regole e procedure e nemmeno di architetti (Vitruvio non dedica alle tombe né un capitolo né un paragrafo): principale scopo da raggiungere era la realizzazione con qualsiasi mezzo di un monumentum che assicurasse la memoria del defunto tra i vivi, unico modo di proseguire la vita. In tali circostanze il tipo delle sepolture realizzate fu quanto mai vario e articolato, forse come in nessun altro ambito di costruzioni. Delle tombe dei tempi più antichi poco sappiamo se non che quelle aristocratiche godevano del privilegio di essere ricavate in terreni di famiglia presso le domus urbane sino a quando non fu varato un provvedimento che aboliva il privilegio gentilizio vietando qualsiasi sepoltura entro il pomerium, determinando l'inizio di un esodo fuori le mura in terreni già posseduti o appositamente comperati. E furono i terreni lungo le direzioni di più forte espansione a essere investiti poiché in quelle aree stesse le famiglie più abbienti avevano preferito o preferivano acquistare.
Romans added few innovations to greek military architecture but walls and gates was very important features of the urban concept in roman world.
The chief Roman innovation in building technology was the opus coementicium that allowed to build great domes like Pantheon in Rome and thermal halls, but the structure was incrusted with marbles, stuccos and painted to give a luxury look, while floors were covered with mosaics. Roads, aqueducts and ports gave a great efficiency to the vast empire, only comparable with modern times
hydraulic, engineering, architecture and mechanical physic. Vitruvius' and Alberti's ideal of an universal architect sets as new specific technologies and sciences are born.
Venezia nel Cinquecento fu uno straordinario laboratorio di idraulica, ingegneria, architettura, fisica meccanica. L'ideale di Vitruvio e Leon Battista Alberti di un architetto universale tramonta mentre nascono specializzazioni tecnologiche e scientifiche.