Published Papers by Olga Tzatzadaki
Managing Destinations: From Theories to Practices, 2024
This chapter discusses how an urban regeneration process, with culture as an economic asset, can ... more This chapter discusses how an urban regeneration process, with culture as an economic asset, can contribute to creating a city brand and identity for the city of Mestre, a new habitat, and economic opportunities for the local community, as well as helping neighboring Venice tackle overtourism. This chapter highlights that places suffering from undertourism often are located closely to those suffering from overtourism. Urban regeneration policies driven by culture can be a key solution for both places, by creating a new future, identity, and economic opportunities for one community and for the other, in helping to regulate their touristic flows.

Realtà mediali. Medialità, arte e narrazioni, a cura di Anna Fici e Claudio Gnoffo, 2023
Il contributo desidera evidenziare i racconti letterari, degli scrittori del Nordest italiano, ch... more Il contributo desidera evidenziare i racconti letterari, degli scrittori del Nordest italiano, che si presentano come un vero e proprio “resoconto” della vita quotidiana di questo territorio; vita quotidiana “prodottasi” dopo il periodo del cosiddetto miracolo economico avvenuto, in questa zona d’Italia, nella seconda metà del secolo scorso. Si tratta di narrazioni che si distanziano notevolmente dai racconti mainstream, soprattutto quelli legati al benessere raggiunto e ai suoi effetti nel quotidiano. La vita quotidiana, secondo il fondamentale studio di Henri Lefebvre, è anch’essa un “prodotto” di una serie di trasformazioni economiche, sociali e spaziali. Secondo lo stesso autore, è nella descrizione della vita quotidiana che si leggono gli effetti delle grandi trasformazioni economiche e il prodotto socio-spaziale di queste ultime. Una fertile fonte di informazioni che riguardano la vita quotidiana e le sue manifestazioni è, secondo Lefebvre, la letteratura che si rivela essere uno strumento molto efficace per la restituzione di tutto quello che difficilmente si coglie attraverso metodi di ricerca più tradizionali; si tratta di informazioni in ambiti che sono socialmente significativi per una società locale, sull’immaginario collettivo, sulle emozioni, sulla sensazione dei luoghi, sugli spazi d’animo verificatisi in questi ultimi, su paure, bisogni e desideri. Per il caso di studio preso in considerazione, il Nordest italiano (un territorio ideale per questa tipologia di analisi, viste le sue rapide e profonde trasformazioni economiche, spaziali e sociali degli ultimi cinquant’anni), abbiamo raccolto narrazioni prodotte, in esso e su di esso negli ultimi vent’anni, da scrittori che sono, in questi spazi, testimoni-privilegiati della vita quotidiana. Si tratta di autori come Romolo Bugaro, Francesco Maino e Vitaliano Trevisan e delle loro narrazioni “senza filtri” sulla realtà. Nello stesso momento, si cerca di capire il più possibile, la realtà che ha generato e che tuttora genera queste narrazioni. Il contributo riporta una breve restituzione di questa analisi, che si è concentrata, soprattutto, sulle caratteristiche del profilo socio-spaziale di questo territorio, indagandone, secondo la classificazione lefebvriana, le sue pratiche spaziali.

, World Heritage. Industrial Sites and Public Works-“From local to global, 2022
Venice has been experiencing a situation of overtourism for some time now. Despite the crisis tha... more Venice has been experiencing a situation of overtourism for some time now. Despite the crisis that the sector faced due to the global Covid-19 pandemic, the number of arrivals in Venice is quickly returning to pre-Covid levels. In addition to the numerical increase, the process of "Disneyfication" in Venice is accelerating at an ever-faster pace. The city is being transformed into a large theme park, oriented towards a form of massive and rapid “hit-and-run” consumption. The tourist experience is centered around ephemeral activities that seem to have the sole purpose of being projected on social media as the only testimony of status achievement. Recent research even shows that, often, the primary, and only, goal of a trip to Venice is to take a photograph between canals and palaces and immediately upload the shot to the web.
Moreover, the concentration of tourist traffic along the route that touches the few universally recognized landmarks results in an extremely dense flow of visitors and commercial tourist offerings, leaving the rest of the city deserted.
However, the rich commercial history of the city of Venice and its industrial past can offer a different and diversified experience. Greater awareness of the city’s origins allows for the exploration of less frequented but highly significant places, which are equally relevant from an aesthetic perspective. This rediscovery is highly compatible with what UNESCO expects to occur at one of its sites, touching on significant elements of local territorial identity. It is also an intelligent attempt to rebalance visitor flows, not only geographically but also in terms of the intrinsic quality of the experience, which can no longer be instantaneous, but instead becomes thoughtful and comprehensive. This encompasses dialogue and true experiential enjoyment of the (few remaining) industrial, artisanal, and creative spaces of the city.

Stati Generali del Patrimonio Industriale 2022, (a cura di) E. Currà, M. Docci, C. Menichelli, M. Russo, L. Severi, Venezia: Marsilio Editori (ricerche Marsilio), ISBN 978-88-297-1666-1, 2022
Il contributo desidera evidenziare il "costo" socio-spaziale causato dalla deindustrializzazione ... more Il contributo desidera evidenziare il "costo" socio-spaziale causato dalla deindustrializzazione del territorio del Nordest italiano, che nella seconda parte del Novecento è diventato territorioprotagonista del boom economico italiano. Il modello dell'industrializzazione diffusa e del knowhow artigianale locale hanno "prodotto" un proprio territorio, caratterizzato da migliaia di capannoni. Oggi, una gran parte di questi sono sfitti e, dal punto di vista spaziale, economico e ambientale, essi rappresentano una delle sfide più grandi per la regione (consumo di suolo, riqualificazione, nuovi usi) e per i proprietari privati (tasse di proprietà, basso valore immobiliare, numerosi vincoli). Tuttavia, c'è anche l'impatto sociale ed emotivo causato dalla deindustrializzazione, che si cerca di indagare attraverso narrazioni letterarie; uno strumento di analisi urbana ricco di rappresentazioni dell'immaginario collettivo. La graduale perdita di un simbolo rappresentante l'anima e un vero e proprio modo di vivere della società locale è un punto cruciale e di partenza per le nuove politiche urbane. Capannoni and the Northeast Italian region: an (im)material heritage to enhance

Fuori Luogo, 2022
The paper attempts to draw a linkage between daily rhythms in a micro scale and emotional resilie... more The paper attempts to draw a linkage between daily rhythms in a micro scale and emotional resilience. Firstly, the theory of rhythms is briefly presented, based on Lefebvre’s work Elements of Rhythmanalysis, in which the importance of deepening our knowledge on urban rhythms is suggested. According to Lefebvre, a stable or non stable frequency and repetition in a rhythm, can identify signs of illness, whether is for the micro (individual and his daily movements) or for the macro (economy, politics, society) life. Moreover, an arrhythmic situation can often cause a series of negative emotions, such as fear, anxiety and depression, proving that rhythms are directly connected to emotions. Secondly, a brief overview of the relation between emotions and social sciences is suggested, in order to highlight the importance in studying emotions and their social dimensions. In the third part of the paper, we discuss about Covid-19 (an arrhythmic situation both in micro and macro life), suggesting that, working on a stable daily rhythm in the micro life (an eurhythmic condition), could help in maintaining a positive emotional status; small interventions on daily micro rhythms (in other words, “bottom-up” solutions), could be the first step towards a more resilient, emotionally, society.

Planum Publisher, 2021
Il territorio delle Dolomiti bellunesi, seppur di maggior estensione rispetto a quello interessan... more Il territorio delle Dolomiti bellunesi, seppur di maggior estensione rispetto a quello interessante le Dolomiti in Trentino o in Alto Adige, non sembra essere valorizzato quanto quello ricadente sotto l’amministrazione delle due provincie autonome, in termini di marketing territoriale turistico. Inoltre, nel bellunese, è presente un alto divario fra comuni in condizione di sovraccarico di flussi turistici in alta stagione (Cortina, parte del Cadore e dello Zoldano) e comuni in cui, i vincoli imposti dal sito, non permettono l’avvio di attività diverse da quella turistica che è, comunque, poco incisiva e che quindi presentano un alto tasso di disoccupazione e di spopolamento. Per i contesti territoriali caratterizzati da sovraccarico o da sotto carico turistico (overtourism/undertourism), le piattaforme digitali possono contribuire alla regolazione dei flussi, per i primi, e alla costruzione di un’offerta turistica, per i secondi. Il saggio propone un approccio basato sulla tecnologia e sulla terza missione, che potrebbe aiutare questi contesti a sviluppare dei piani (di mobilità sostenibile e di turismo intelligente) basati su modelli di economia collaborativa (Collaborative Business Models) e quindi sulla collaborazione fra l’Università, la popolazione locale, gli stakeholders interessati e la pubblica amministrazione. Attraverso questo approccio si potrebbe, da un lato, lavorare per garantire che l’effetto di overtourism non influisca negativamente sul sito UNESCO e sulla vita quotidiana dei residenti che lo abitano e, dall’altro, migliorare e diversificare l’offerta di servizi turistici nei comuni del bellunese caratterizzati da sotto carico turistico.

Planum Publisher, May 2021
Il saggio intende evidenziare come le narrazioni (in particolare quelle “non-convenzionali”), pos... more Il saggio intende evidenziare come le narrazioni (in particolare quelle “non-convenzionali”), possano essere utili per la produzione di conoscenza, all’interno dei processi di analisi urbana ma anche come feedback sulle trasformazioni spaziali avvenute nel territorio. Il passaggio da una tipologia di pianificazione “dall'alto” verso una forma più dialogica e partecipativa, ha compreso anche un percorso verso il riconoscimento e un crescente utilizzo di diverse narrazioni urbane. Dagli anni Novanta, diversi sono stati i pianificatori che hanno evidenziato l’importanza delle narrazioni, distinguendole in narrazioni nella/per la/della pianificazione. Il saggio si concentra sulle narrazioni per la pianificazione e in particolare su quelle derivanti da fonti “non-convenzionali” (narrazioni letterarie e filmiche), cercando di evidenziarne l’importanza per la pianificazione. Di seguito, si riportano brevemente i risultati della sperimentazione di questi strumenti per una ricerca sul territorio della città diffusa del nordest italiano, in cui, attraverso narrazioni letterarie e filmiche su tale contesto, ma anche attraverso le testimonianze degli scrittori (essendo testimoni privilegiati della vita in questi spazi), si è cercato di ottenere informazioni sul vissuto quotidiano, sulle emozioni urbane e sul profilo socio-spaziale di questa forma di città; informazioni che crediamo siano difficilmente ottenibili da altri strumenti di ricerca urbana.

Italian Journal of Sociology of Education, 2019
This paper argues on the use of narration (written and oral) as a socio-spatial diagnosis tool fo... more This paper argues on the use of narration (written and oral) as a socio-spatial diagnosis tool for urban studies. Throughout the use of literary work and the authors’ oral testimonies, we can deepen our knowledge on the dynamics of urban space and how this space is being related to the individual. In order to understand these dynamics, we need “bottom – up” tools for the interpretation of the urban space, that are born from inside the society itself. In order to respond to the needs of a particular society in urban planning, we need to know as much as possible about this society, and the authors inside of it, can reveal many of its hidden dimensions. The paper continues in reporting some of the results of a research done in the Italian North-East Region with the collaboration of four contemporary Italian authors of the Region. Through their novels and personal testimonies, we tried to understand what are the dominant emotions of an individual living in these territories, in relation to the space of the diffused city but also in relation to the local society. A particular mention to the emotion of fear is being reported entirely from the research.

ABACO - Revista de Cultura y Ciencas Sociales , Dec 2018
In the western world, city centers are going through a gentrification process in the last years, ... more In the western world, city centers are going through a gentrification process in the last years, in which, often local merchants are being replaced by international firms of goods. As a result, cities are becoming more and more alike, struggling with identity issues as most of their local components are disappearing each day. On the other hand, people visiting these spaces see always the same shops in the city centers and living the same, consumption-oriented, experiences, which are being "shared" on social media in order to testify particular experiences in specific places. Tourism has become something that "I want people to know I am experiencing" rather than getting to know new places, cultures and local stories, which is called the invisible part of a city. One part of this particular invisible part, for Venice which is our case-study, are its artisanal activities, which for centuries sustained a strong urban economy and made Venice famous for its products around the world. Helping survive local elements such as the artisanal activities, is all about maintaining the real local identity of Venice, the invisible city, something that a visitor can't experience anywhere else, contributing to a unique experience which can't be similar anywhere else. Policies that help protect those activities would help in maintaining a certain diversity in city centers, offering images and experiences to the visitors that are different for each center, and contributing in keeping alive the local identity.
Conference Presentations by Olga Tzatzadaki

CONVEGNO SISEC 2024 – Cagliari, "LAVORO, IMPRESE E TERRITORI TRA PROSSIMITÀ E DISTANZA", 31 gennaio – 3 febbraio 2024, 2024
Misurare l’impatto della deindustrializzazione, e delle conseguenze ad essa legate, non è un’oper... more Misurare l’impatto della deindustrializzazione, e delle conseguenze ad essa legate, non è un’operazione semplice. Si tratta di capire quale sia il “costo sociale” di tale fenomeno e di approfondire, il più possibile, gli aspetti riguardanti i significati simbolici delle strutture industriali che, spesso, sono direttamente legate alla vita quotidiana di intere comunità locali. Comprendere cosa significhino le strutture dell’industria per le comunità locali è necessario per capire il loro valore all’interno di un preciso momento storico, ma anche per l’orientamento di eventuali politiche future. Uno degli strumenti disponibili, nella ricerca qualitativa, e che, in questo contributo, si desidera evidenziare è quello della narrazione, soprattutto letteraria. Utilizzando questo strumento si vuole comprendere come un fenomeno urbano sia rappresentato nell’immaginario collettivo della società locale. La sensazione dei luoghi e i loro significati simbolici vengono rappresentati e raccontati nelle opere letterarie. In esse si racconta quello che è socialmente significativo per le comunità, l’importanza e il valore che i luoghi assumono esse stesse. Si raccolgono, inoltre, informazioni sull’anima della società locale, ovvero su quello che compone, non solo materialmente ma anche immaterialmente, l’identità place-based della stessa.
Molti studiosi hanno studiato il Miracolo Veneto, ovvero il processo e le ragioni che hanno portato il Nordest italiano ad essere una delle regioni più ricche d'Europa, a partire dagli anni Settanta e per i successivi quarant’anni. Se ogni società produce il proprio spazio, come afferma Henri Lefebvre nella sua opera La produzione dello spazio (1974), allora anche il Nordest, denominazione assunta da questa parte di territorio proprio a partire dal boom economico, non poteva non produrre i propri spazi, fisici e mentali. L’industrializzazione diffusa e il know-how artigianale hanno “prodotto” un proprio territorio, caratterizzato da migliaia di capannoni. Si tratta di un patrimonio industriale senza un particolare valore materiale, storico o architettonico che, tuttavia, rappresenta l’anima della comunità e di questo suo recente e glorioso momento storico. Senza dubbio, la chiusura di un numero notevole di capannoni industriali in questi territori dopo la crisi economica degli ultimi dieci anni, non si traduce solamente in termini materiali ma anche immateriali; essi ricordano un’epoca che non c’è più. La loro grandissima diffusione nel territorio del Nordest e l’abbandono di un numero molto alto di questi, diventa un fenomeno con delle conseguenze socio-spaziali ma anche emotive.
Nel Nordest, a partire dagli anni Duemila, una serie di romanzi, soprattutto autobiografici, raccontano il post-boom economico e le conseguenze delle trasformazioni socio-spaziali. I testi si presentano come una vera e propria “denuncia” su quello che il territorio è diventano dopo le trasformazioni; le conseguenze spaziali, sociali, ambientali e culturali che queste trasformazioni hanno portato. Il territorio in questi racconti si presenta come una condizione indispensabile, come un vero e proprio protagonista e non come un semplice sfondo. Il capannone industriale, il protagonista per definizione del boom economico, non poteva che essere rappresentato e raccontato anche nelle opere letterarie prodottesi negli ultimi anni. Insieme a questo, la pratica del lavoro e il suo significato per la società locale domina i racconti letterari di questo spazio negli ultimi anni.
Il contributo desidera evidenziare l’importanza del processo analitico per comprendere a fondo gli impatti, di diversa natura, dei processi di deindustrializzazione. Si tratta di impatti e di effetti che non sono sempre facili da misurare, ma che risulta necessario farlo per l’orientamento delle politiche future e per comprendere un preciso momento storico, dall’inizio alla fine. In questo processo, la narrazione letteraria potrebbe rivelarsi uno strumento molto efficace e di grande aiuto per chi si occupa di trasformazioni economico-politiche, culturali e urbane.
11th AISU Congress September 13-16, Ferrara, 2023
The contribution highlights how the novel can become a valuable source for urban analysis, especi... more The contribution highlights how the novel can become a valuable source for urban analysis, especially for gathering information on the daily life of local contexts. The novel delivers information on emotions, which for writers, condition the individual's daily life. Conditioning the everyday means that emotions are capable of transforming practices and spaces and transforming urban space. The contribution ends with the results of a study conducted in the Italian Northeast region.

AIS Territorio - Convegno di Fine Mandato "I luoghi del vivere quotidiano. Accessibilità, accoglienza, ambiente, anima", Università degli Studi di Milano Bicocca Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale , 19-20-21 gennaio 2023 , 2023
Il contributo desidera evidenziare l’importanza delle narrazioni non-convenzionali, nel nostro ca... more Il contributo desidera evidenziare l’importanza delle narrazioni non-convenzionali, nel nostro caso letterarie, per produrre conoscenza sull’identità socio-spaziale locale dei luoghi, usando come caso studio il Nordest italiano.
La narrazione letteraria è uno strumento cognitivo con una lunga storia nel processo analitico sociologico. Secondo i suoi sostenitori, dai padri fondatori della Sociologia, ovvero Durkheim, Weber, Simmel e la Scuola di Chicago fino a Coser, Schutz, Ricoeur, Bourdieu e altri ancora, tale narrazione può costruire conoscenza rilevante su tutto quello che è socialmente significativo per una società locale, materialmente e immaterialmente. Questa metodologia può contribuire immensamente all’approfondimento sul profilo socio-spaziale della stessa e, nello stesso tempo, rinnovare la “cassetta degli attrezzi” di chi si occupa di analisi urbana. Nel romanzo, viene raccontata una storia verosimile, ambientata in un quadro del reale e del quotidiano che non può essere molto diverso da quello proprio dello scrittore; in essa, lo scrittore racconterà inevitabilmente tracce dell’identità socio-spaziale locale. Questo quadro del quotidiano testimonia il modo in cui una determinata società è organizzata in un preciso momento storico. Secondo Henri Lefebvre, che si è occupato di vita quotidiana per circa sessant’anni, scriverà che è nella letteratura che il ricercatore può leggere il quotidiano come “prodotto” del sistema economico-politico vigente; quello che egli può trovare nella letteratura sono le pratiche spaziali raccontate e gli spazi di rappresentazione in quest’ultima proiettati. Le pratiche spaziali non sono altro che le pratiche quotidiane degli abitanti e degli utenti dello spazio, mentre gli spazi di rappresentazione sono gli spazi che assumono significati simbolici per la società locale.
Nella seconda parte del contributo, si cerca di presentare quelli che sono gli spazi di rappresentazione per la società contemporanea del Nordest italiano, così come vengono raccontati all’interno di opere letterarie prodotte in questo territorio, dalla parte di scrittori-abitanti di questi spazi. La società produttrice del miracolo veneto ha prodotto i propri spazi, che sono rappresentativi della sua identità; per gli scrittori, tra questi spazi troviamo anche la villetta, la tipologia di residenza più diffusa e più amata dalla società locale. Si tratta di uno spazio che assume significati simbolici per la società locale e che faccia parte dell’anima di questo, recente, glorioso momento storico per la stessa. Gli scrittori selezionati raccontano questi spazi dell’anima locale e, dunque, il quotidiano, le emozioni, i sogni e i desideri che ruotano intorno ad essi; un materiale prezioso per chi è interessato ad approfondire il più possibile sull’identità socio-spaziale dei luoghi e su quello che compone il DNA dei territori.
International Conference "Memoria Storica y Patrimonio Industrial", Instituto de Ciencias Sociales y Humanidades BUAP - 8-10 December, Ciudad de Puebla, Messico, 2022

ESA RN37 (Urban Sociology) IV Midterm Conference, Bologna, 27 - 29 January, 2021
The paper studies the embodied daily habits of the entrepreneurial class in the widespread suburb... more The paper studies the embodied daily habits of the entrepreneurial class in the widespread suburban city (città diffusa) of the northeast Italian region, as such habits have been built up after the economic boom of the region, in the last decades. It’s the particular social behaviors and everyday spatial practices of this class, which define a particular place-based identity, through which one desires to be identified in the minds of the local community. The radical economical changes in the territory introduced a self-constructed middle class, which follows certain patterns of everyday gestures, behaviors and lifestyle, also manifested trough consumption preferences. It is interesting to understand how body language and certain spatial practices represent a testimony of social status and well-being achieved, and how the body and lifestyles convey emotional messages (eg, shame/pride/fear) to the public (local society/social media), which receives and decodes them. Our goal is to describe this class’s identity characteristics through the study of the body in relation to the space and to the local community, in order to interpret the social “product” of the economic boom in this territory. The research methodology proposed is a discussion between different narrative voices: literary and cinematographic narration (the so-called “non-conventional tools” of research) produced by local writers and cinematic directors and their interviews. Such tools, very rich and accurate in descriptions, can unveil information not obtainable by conventional tools of research, for the study of relationships between the individual, the space (private and public) and the everyday. This work has a threefold goal: to investigate the everyday practices of identity construction of the entrepreneurial-middle class in the territory under investigation, to highlight the importance of not-conventional tools in urban research and to understand the transformation of local identities as a “social product” of radical and sudden economical and spatial transformations.

Conference Proceedings of the 21th International Conference on Industrial Heritage GEOGRAFIAS, GEOMETRIAS Y EMPLEOS, 25-28 September 2019, Gijon-Spain, 2019
This paper reports the socio-spatial "cost" of the abandoned industrial sheds (capannoni) in the ... more This paper reports the socio-spatial "cost" of the abandoned industrial sheds (capannoni) in the diffused city (città diffusa) of the Italian NorthEast Region through narratives (written, in form of novels, and oral, in form of interviews). The rapid and radical urban transformations in the Region, because of its miraculous economic boom in the last forty years, erased its rural tradition and replaced it with thousands of small and medium industrial districts, which, after the economic crisis of the last decade, have been abandoned. These industrial sheds do not have a historical or cultural value and represent today one of the most difficult and urgent issues of the Region. Spatially, their soil consumption is considerable and visually, they create disorder, because of their abandonment. Environmentally, they are a threat for the public health as, most of them, were constructed by scarce materials, which are now slowly being dispersed in the soil and aquatic layers. Socially, they represent no advantage as common goods for the local community, while they are rather a "weight" on the shoulders of private subjects who still have to pay the ownership's taxes anyway. The literary production of the Region, in the same years, was very fertile because of the radical socio-spatial and economic transformations of the latter, and inside of it, we have numerous descriptions of the industrialization of the territory, as well as its socio-spatial product. Authors describe very accurately the rise but also the end of this symbol of a glorious era for the Region: of the capannoni. The paper tries a socio-spatial analysis of such reality, through literary narrations and oral testimonies by the same authors, who are also privileged witnesses of life in these spaces, while intends to point out the problem from a social, cultural and emotional point of view.

2nd International Conference on Contemporary Affairs in Architecture and Urbanism, 2019
This paper argues on the importance of narration (written and oral) as a socio-spatial diagnosis ... more This paper argues on the importance of narration (written and oral) as a socio-spatial diagnosis tool for urban studies. Throughout the use of novels, as well as of oral testimonies of their authors, hidden dimension of the urban space are revealed. We need tools to understand these dynamics and help to create a link between society and research. Exploring the emotions of the individual who is living in a particular urban space is crucial for planners, if we want an environment in which people flourish and reach their best of their development. Planning analysts are taught to separate cognitive and emotional qualities of judgment and tend to study cognitive rather than emotional relationships. In order to respond to the needs of a particular society in urban planning, we need to know as much as possible about this society, and the authors inside of it, could act as the "voice" of a patient (society) while narrating his emotions to a researcher. The paper continues in reporting some of the results of a research done in the città diffusa of the Italian NorthEast Region, with the collaboration of four contemporary Italian authors of the Region. Through a colloquium between different approaches and methodologies such as literary text, sociological text, empirical observation and oral narrations, we tried to describe the dominant emotions present in these spaces.
Not published papers by Olga Tzatzadaki

Il declino delle industrie manifatturiere tradizionali e l'emergere di nuovi tipi di produzione d... more Il declino delle industrie manifatturiere tradizionali e l'emergere di nuovi tipi di produzione dopo gli anni '70 del Novecento hanno trasformato le città dal punto di vista urbanistico ma anche sociale, che a loro volta hanno cercato di adattarsi in questi nuovi modelli di vita. Sembra che le città cambiano per poter attrarre più investimenti possibili da attori globali e che le lo Stato non ha più come obiettivo quello di di distribuire equamente la popolazione, le industrie e le infrastrutture sul territorio nazionale ma punta sulla riconcentrazione delle capacità di sviluppo economico nell'ambito di luoghi subnazionali strategici come le città e le città-regione. In questo contesto in cui inevitabilmente vengono privilegiati alcuni posti rispetto ad altri nello spazio nazionale, esso si trasforma in modi diversi, l'economia risulta frammentata e tutto questo riforma anche la gerarchia sociale. Mentre le città si competono fra di loro per attrarre il capitale globale, usando le loro risorse, la loro ristrutturazione viene imposta non da attori locali ma dalle tendenze globali sull'economia e sulla produzione. Queste politiche di solito non vengono formate per rispondere alle esigenze della società locale ma per rispondere a quello che i nuovi sistemi dell'economia comandano.

Il declino delle industrie manifatturiere tradizionali e l'emergere di nuovi tipi di produzione d... more Il declino delle industrie manifatturiere tradizionali e l'emergere di nuovi tipi di produzione dopo gli anni Settanta del Novecento hanno trasformato le città dal punto di vista urbanistico ma anche sociale. E' sempre più radicata l'idea che le città cambino per poter attrarre più investimenti possibili da attori globali e che le lo Stato non abbia più come obiettivo primario l'equa redistribuzione di popolazione, industrie e infrastrutture sul territorio nazionale ma che punti principalmente sulla concentrazione delle capacità di sviluppo economico nell’ambito di luoghi subnazionali strategici come le città e le città-regione. In questo contesto, in cui inevitabilmente vengono privilegiati alcuni luoghi rispetto ad altri nello spazio nazionale, esso si trasforma in modi differenti, l'economia risulta frammentata e tutto questo genera ripercussioni anche sulla gerarchia sociale. Mentre le città competono fra loro per attrarre il capitale globale, la loro ristrutturazione viene imposta non da attori locali ma dalle tendenze globali dell'economia e della produzione. Tali politiche non vengono costruite in risposta ai bisogni della società locale ma per rispondere alle esigenze dei nuovi sistemi dell'economia globale.
Papers by Olga Tzatzadaki

In the western world, city centers are going through a gentrification process in the last years, ... more In the western world, city centers are going through a gentrification process in the last years, in which, often local merchants are being replaced by international firms of goods. As a result, cities are becoming more and more alike, struggling with identity issues as most of their local components are disappearing each day. On the other hand, people visiting these spaces see always the same shops in the city centers and living the same, consumption-oriented, experiences, which are being "shared" on social media in order to testify particular experiences in specific places. Tourism has become something that "I want people to know I am experiencing" rather than getting to know new places, cultures and local stories, which is called the invisible part of a city. One part of this particular invisible part, for Venice which is our case-study, are its artisanal activities, which for centuries sustained a strong urban economy and made Venice famous for its products around the world. Helping survive local elements such as the artisanal activities, is all about maintaining the real local identity of Venice, the invisible city, something that a visitor can't experience anywhere else, contributing to a unique experience which can't be similar anywhere else. Policies that help protect those activities would help in maintaining a certain diversity in city centers, offering images and experiences to the visitors that are different for each center, and contributing in keeping alive the local identity.
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Published Papers by Olga Tzatzadaki
Moreover, the concentration of tourist traffic along the route that touches the few universally recognized landmarks results in an extremely dense flow of visitors and commercial tourist offerings, leaving the rest of the city deserted.
However, the rich commercial history of the city of Venice and its industrial past can offer a different and diversified experience. Greater awareness of the city’s origins allows for the exploration of less frequented but highly significant places, which are equally relevant from an aesthetic perspective. This rediscovery is highly compatible with what UNESCO expects to occur at one of its sites, touching on significant elements of local territorial identity. It is also an intelligent attempt to rebalance visitor flows, not only geographically but also in terms of the intrinsic quality of the experience, which can no longer be instantaneous, but instead becomes thoughtful and comprehensive. This encompasses dialogue and true experiential enjoyment of the (few remaining) industrial, artisanal, and creative spaces of the city.
Conference Presentations by Olga Tzatzadaki
Molti studiosi hanno studiato il Miracolo Veneto, ovvero il processo e le ragioni che hanno portato il Nordest italiano ad essere una delle regioni più ricche d'Europa, a partire dagli anni Settanta e per i successivi quarant’anni. Se ogni società produce il proprio spazio, come afferma Henri Lefebvre nella sua opera La produzione dello spazio (1974), allora anche il Nordest, denominazione assunta da questa parte di territorio proprio a partire dal boom economico, non poteva non produrre i propri spazi, fisici e mentali. L’industrializzazione diffusa e il know-how artigianale hanno “prodotto” un proprio territorio, caratterizzato da migliaia di capannoni. Si tratta di un patrimonio industriale senza un particolare valore materiale, storico o architettonico che, tuttavia, rappresenta l’anima della comunità e di questo suo recente e glorioso momento storico. Senza dubbio, la chiusura di un numero notevole di capannoni industriali in questi territori dopo la crisi economica degli ultimi dieci anni, non si traduce solamente in termini materiali ma anche immateriali; essi ricordano un’epoca che non c’è più. La loro grandissima diffusione nel territorio del Nordest e l’abbandono di un numero molto alto di questi, diventa un fenomeno con delle conseguenze socio-spaziali ma anche emotive.
Nel Nordest, a partire dagli anni Duemila, una serie di romanzi, soprattutto autobiografici, raccontano il post-boom economico e le conseguenze delle trasformazioni socio-spaziali. I testi si presentano come una vera e propria “denuncia” su quello che il territorio è diventano dopo le trasformazioni; le conseguenze spaziali, sociali, ambientali e culturali che queste trasformazioni hanno portato. Il territorio in questi racconti si presenta come una condizione indispensabile, come un vero e proprio protagonista e non come un semplice sfondo. Il capannone industriale, il protagonista per definizione del boom economico, non poteva che essere rappresentato e raccontato anche nelle opere letterarie prodottesi negli ultimi anni. Insieme a questo, la pratica del lavoro e il suo significato per la società locale domina i racconti letterari di questo spazio negli ultimi anni.
Il contributo desidera evidenziare l’importanza del processo analitico per comprendere a fondo gli impatti, di diversa natura, dei processi di deindustrializzazione. Si tratta di impatti e di effetti che non sono sempre facili da misurare, ma che risulta necessario farlo per l’orientamento delle politiche future e per comprendere un preciso momento storico, dall’inizio alla fine. In questo processo, la narrazione letteraria potrebbe rivelarsi uno strumento molto efficace e di grande aiuto per chi si occupa di trasformazioni economico-politiche, culturali e urbane.
La narrazione letteraria è uno strumento cognitivo con una lunga storia nel processo analitico sociologico. Secondo i suoi sostenitori, dai padri fondatori della Sociologia, ovvero Durkheim, Weber, Simmel e la Scuola di Chicago fino a Coser, Schutz, Ricoeur, Bourdieu e altri ancora, tale narrazione può costruire conoscenza rilevante su tutto quello che è socialmente significativo per una società locale, materialmente e immaterialmente. Questa metodologia può contribuire immensamente all’approfondimento sul profilo socio-spaziale della stessa e, nello stesso tempo, rinnovare la “cassetta degli attrezzi” di chi si occupa di analisi urbana. Nel romanzo, viene raccontata una storia verosimile, ambientata in un quadro del reale e del quotidiano che non può essere molto diverso da quello proprio dello scrittore; in essa, lo scrittore racconterà inevitabilmente tracce dell’identità socio-spaziale locale. Questo quadro del quotidiano testimonia il modo in cui una determinata società è organizzata in un preciso momento storico. Secondo Henri Lefebvre, che si è occupato di vita quotidiana per circa sessant’anni, scriverà che è nella letteratura che il ricercatore può leggere il quotidiano come “prodotto” del sistema economico-politico vigente; quello che egli può trovare nella letteratura sono le pratiche spaziali raccontate e gli spazi di rappresentazione in quest’ultima proiettati. Le pratiche spaziali non sono altro che le pratiche quotidiane degli abitanti e degli utenti dello spazio, mentre gli spazi di rappresentazione sono gli spazi che assumono significati simbolici per la società locale.
Nella seconda parte del contributo, si cerca di presentare quelli che sono gli spazi di rappresentazione per la società contemporanea del Nordest italiano, così come vengono raccontati all’interno di opere letterarie prodotte in questo territorio, dalla parte di scrittori-abitanti di questi spazi. La società produttrice del miracolo veneto ha prodotto i propri spazi, che sono rappresentativi della sua identità; per gli scrittori, tra questi spazi troviamo anche la villetta, la tipologia di residenza più diffusa e più amata dalla società locale. Si tratta di uno spazio che assume significati simbolici per la società locale e che faccia parte dell’anima di questo, recente, glorioso momento storico per la stessa. Gli scrittori selezionati raccontano questi spazi dell’anima locale e, dunque, il quotidiano, le emozioni, i sogni e i desideri che ruotano intorno ad essi; un materiale prezioso per chi è interessato ad approfondire il più possibile sull’identità socio-spaziale dei luoghi e su quello che compone il DNA dei territori.
Not published papers by Olga Tzatzadaki
Papers by Olga Tzatzadaki
Moreover, the concentration of tourist traffic along the route that touches the few universally recognized landmarks results in an extremely dense flow of visitors and commercial tourist offerings, leaving the rest of the city deserted.
However, the rich commercial history of the city of Venice and its industrial past can offer a different and diversified experience. Greater awareness of the city’s origins allows for the exploration of less frequented but highly significant places, which are equally relevant from an aesthetic perspective. This rediscovery is highly compatible with what UNESCO expects to occur at one of its sites, touching on significant elements of local territorial identity. It is also an intelligent attempt to rebalance visitor flows, not only geographically but also in terms of the intrinsic quality of the experience, which can no longer be instantaneous, but instead becomes thoughtful and comprehensive. This encompasses dialogue and true experiential enjoyment of the (few remaining) industrial, artisanal, and creative spaces of the city.
Molti studiosi hanno studiato il Miracolo Veneto, ovvero il processo e le ragioni che hanno portato il Nordest italiano ad essere una delle regioni più ricche d'Europa, a partire dagli anni Settanta e per i successivi quarant’anni. Se ogni società produce il proprio spazio, come afferma Henri Lefebvre nella sua opera La produzione dello spazio (1974), allora anche il Nordest, denominazione assunta da questa parte di territorio proprio a partire dal boom economico, non poteva non produrre i propri spazi, fisici e mentali. L’industrializzazione diffusa e il know-how artigianale hanno “prodotto” un proprio territorio, caratterizzato da migliaia di capannoni. Si tratta di un patrimonio industriale senza un particolare valore materiale, storico o architettonico che, tuttavia, rappresenta l’anima della comunità e di questo suo recente e glorioso momento storico. Senza dubbio, la chiusura di un numero notevole di capannoni industriali in questi territori dopo la crisi economica degli ultimi dieci anni, non si traduce solamente in termini materiali ma anche immateriali; essi ricordano un’epoca che non c’è più. La loro grandissima diffusione nel territorio del Nordest e l’abbandono di un numero molto alto di questi, diventa un fenomeno con delle conseguenze socio-spaziali ma anche emotive.
Nel Nordest, a partire dagli anni Duemila, una serie di romanzi, soprattutto autobiografici, raccontano il post-boom economico e le conseguenze delle trasformazioni socio-spaziali. I testi si presentano come una vera e propria “denuncia” su quello che il territorio è diventano dopo le trasformazioni; le conseguenze spaziali, sociali, ambientali e culturali che queste trasformazioni hanno portato. Il territorio in questi racconti si presenta come una condizione indispensabile, come un vero e proprio protagonista e non come un semplice sfondo. Il capannone industriale, il protagonista per definizione del boom economico, non poteva che essere rappresentato e raccontato anche nelle opere letterarie prodottesi negli ultimi anni. Insieme a questo, la pratica del lavoro e il suo significato per la società locale domina i racconti letterari di questo spazio negli ultimi anni.
Il contributo desidera evidenziare l’importanza del processo analitico per comprendere a fondo gli impatti, di diversa natura, dei processi di deindustrializzazione. Si tratta di impatti e di effetti che non sono sempre facili da misurare, ma che risulta necessario farlo per l’orientamento delle politiche future e per comprendere un preciso momento storico, dall’inizio alla fine. In questo processo, la narrazione letteraria potrebbe rivelarsi uno strumento molto efficace e di grande aiuto per chi si occupa di trasformazioni economico-politiche, culturali e urbane.
La narrazione letteraria è uno strumento cognitivo con una lunga storia nel processo analitico sociologico. Secondo i suoi sostenitori, dai padri fondatori della Sociologia, ovvero Durkheim, Weber, Simmel e la Scuola di Chicago fino a Coser, Schutz, Ricoeur, Bourdieu e altri ancora, tale narrazione può costruire conoscenza rilevante su tutto quello che è socialmente significativo per una società locale, materialmente e immaterialmente. Questa metodologia può contribuire immensamente all’approfondimento sul profilo socio-spaziale della stessa e, nello stesso tempo, rinnovare la “cassetta degli attrezzi” di chi si occupa di analisi urbana. Nel romanzo, viene raccontata una storia verosimile, ambientata in un quadro del reale e del quotidiano che non può essere molto diverso da quello proprio dello scrittore; in essa, lo scrittore racconterà inevitabilmente tracce dell’identità socio-spaziale locale. Questo quadro del quotidiano testimonia il modo in cui una determinata società è organizzata in un preciso momento storico. Secondo Henri Lefebvre, che si è occupato di vita quotidiana per circa sessant’anni, scriverà che è nella letteratura che il ricercatore può leggere il quotidiano come “prodotto” del sistema economico-politico vigente; quello che egli può trovare nella letteratura sono le pratiche spaziali raccontate e gli spazi di rappresentazione in quest’ultima proiettati. Le pratiche spaziali non sono altro che le pratiche quotidiane degli abitanti e degli utenti dello spazio, mentre gli spazi di rappresentazione sono gli spazi che assumono significati simbolici per la società locale.
Nella seconda parte del contributo, si cerca di presentare quelli che sono gli spazi di rappresentazione per la società contemporanea del Nordest italiano, così come vengono raccontati all’interno di opere letterarie prodotte in questo territorio, dalla parte di scrittori-abitanti di questi spazi. La società produttrice del miracolo veneto ha prodotto i propri spazi, che sono rappresentativi della sua identità; per gli scrittori, tra questi spazi troviamo anche la villetta, la tipologia di residenza più diffusa e più amata dalla società locale. Si tratta di uno spazio che assume significati simbolici per la società locale e che faccia parte dell’anima di questo, recente, glorioso momento storico per la stessa. Gli scrittori selezionati raccontano questi spazi dell’anima locale e, dunque, il quotidiano, le emozioni, i sogni e i desideri che ruotano intorno ad essi; un materiale prezioso per chi è interessato ad approfondire il più possibile sull’identità socio-spaziale dei luoghi e su quello che compone il DNA dei territori.