Papers by Donatella Izzo

Dans la galerie des animaux associés à la représentation des Cyniques, figure le cochon. Cette an... more Dans la galerie des animaux associés à la représentation des Cyniques, figure le cochon. Cette analogie est présente surement chez Dion Chrysostome et chez Athénée, elle est peut-être déjà présente chez le poète comique Eubule et elle est probablement sous-entendue chez Plutarque. Dans tous ces cas, la caractéristique animale mise en évidence est le manque de politesse par rapport aux habitudes de la bonne société, caractéristique qui constitue une fierté du point de vue des Cyniques (notamment chez Dion Chrysostome et Plutarque) et un blâme du point de vue des détracteurs des Cyniques (cf. les personae loquentes chez Eubule et chez Athénée). Comme pour le chien, les cyniques utilisent le modèle animal pour paracharattein to nomisma et pour indiquer un modus vivendi qui pour le reste de la société est considéré comme une régression mais qui pour eux représente le retour à la nature, l’unique possibilité pour une vie libre et heureuse.
Aitia, 2023
This article analyses the figure of mouse in cynical sources. In the first part, I show that para... more This article analyses the figure of mouse in cynical sources. In the first part, I show that parasitism is the main characteristic of this traditionally despised animal. In the second part, my analysis focuses on some passages taken from cynical literature, where the mouse has both a negative or a positive connotation. Finally, I develop some reflections on the trinomial mouse-parasite-cynical philosopher regarding the concepts of reciprocity and self-irony.

Ipparchia fu una filosofa cinica vissuta nel IV secolo a.C.1. Quasi tutte le fonti in nostro poss... more Ipparchia fu una filosofa cinica vissuta nel IV secolo a.C.1. Quasi tutte le fonti in nostro possesso, tarde e piuttosto scarse, sono raccolte nelle Socratis et Socraticorum reliquiae di Gabriele Giannantoni (SSR V I). La fonte più ricca e importante è costituita da una sezione del sesto libro della Vite di Diogene Laerzio (VI 96-98). La Suda allude ad alcuni suoi scritti, dei quali non ci è rimasto nulla. Originaria di Maronea e cresciuta probabilmente in seno a una famiglia agiata, Ipparchia si innamora del cinico Cratete, povero e brutto, tra i cui discepoli figura anche suo fratello, Metrocle di Maronea. I familiari tentano di dissuaderla, e altrettanto fa lo stesso Cratete: «Lo sposo è questo; questi i suoi averi. Prendi una decisione in base a questo. Costui, infatti, non potrà essere tuo sposo, se tu non acquisirai anche il suo stesso modo di vivere» (Diogene Laerzio VI 96 = SSR V I 1). Nulla fa vacillare la ferma determinazione di Ipparchia, che, minacciato perfino il suicidio, ottiene infine di potersi unire al filosofo e di vivere secondo i principi della filosofia cinica. Rinuncia quindi a ogni forma di possesso materiale e si unisce a Cratete pubblicamente (si tratta della celebre κυνογαμία, il “matrimonio cinico”). La loro unione costituisce un unicum anche perché i Cinici erano contrari all’istituzione del matrimonio. L’incoerenza dei due filosofi è tuttavia solo apparente, se si considera che il loro ménage familiare non aveva nulla di convenzionale (mi riferisco anche all’educazione impartita ai figli) e che Ipparchia, come sottolineava Epitteto, era «[…] non una donna, ma un doppio di Cratete»2. Particolarmente noto è l’aneddoto ambientato alla corte di Lisimaco in cui Ipparchia, impassibile, tiene testa alle provocazioni del filosofo cirenaico Teodoro, rivendicando la scelta di dedicarsi alla sua educazione pur essendo una donna: «[…] ti sembra forse che io abbia preso una cattiva decisione riguardo a me stessa, se, il tempo che avrei sprecato presso i telai, l’ho messo invece a profitto della mia educazione?» (Diogene Laerzio VI 98= SSR V I 1). Le fonti, pur scarse, ci permettono dunque di apprezzare l'eccezionalità di questa figura, tra le rarissime donne filosofe del mondo antico, che, attraverso gli aneddoti di cui è protagonista, fa mostra di tutte le principali virtù ciniche: l’ἀναίδεια (“l’assenza di vergogna”), l’ἀδοξία (“la rinuncia alla buona reputazione”), l’εὐτέλεια (“la frugalità”), la καρτερία (“la resistenza”), l’ὀξύτης (“l’acume”), l’ἀδιαφορία (“l’indifferenza”) e la coerenza rispetto ai principi del βίος κατὰ φύσιν (“la vita secondo natura”), e del παραχαράττειν τὸ νόμισμα (“il falsificare la moneta corrente”).
Dans les v. 489-491 des Nuées d’Aristophane, les scholiastes ont suggéré une allusion aux cynique... more Dans les v. 489-491 des Nuées d’Aristophane, les scholiastes ont suggéré une allusion aux cyniques à cause de l’expression «κυνηδὸν [...] σιτήσομαι». Récemment, Marie-Odile Goulet-Cazé a pensé à une allusion spécifique à Antisthène. Cet article propose de revenir sur ces hypothèses en s’appuyant en particulier sur l’analyse du mécanisme comique présent tout au long de ce dialogue et d’analyser des passages, tirés de sources d’époque successive, où cette image est en effet liée aux Cyniques.

The authors give a new interpretation of the expression »pot of Telemachus« quoted by Athenaeus 9... more The authors give a new interpretation of the expression »pot of Telemachus« quoted by Athenaeus 9, 407–408 on the basis of three passages of Timocles (fr. 23, 7 and 18 K.-A.). In a first part, they show that this image, since Wilamowitz, has been read in an historicist way, scholars trying to explain it as reflecting the role of the orator Telemachus of Acharnes during the famine of the 320s. Now it is necessary to explain this expression bearing in mind the peculiar way it works as a comic one, and the way Athenaeus exposes it: in a second part, the article shows that the pot of beans and also the fact that Telemachus brings it himself (without being helped by a slave) are in the comic convention an image of rusticity and even coarseness rather than of poverty. From these characteristics, it is possible to go further and to suggest a new, political and historical interpretation of the expression, in the third part of the article: indeed, in the comic tradition, it allows to portray Telemachus as a demagogue, boorish and also greedy, hypocritical and corruptible, just as Cleon in Aristophanes. In conclusion, the authors refer to the modern posterity of this image and show how, when quoted by Erasmus and Frugoni, it loses its political character and becomes a symbol of poverty.
This paper analyses the premiere of the last work by Project "Theatron. Teatro antico alla Sapien... more This paper analyses the premiere of the last work by Project "Theatron. Teatro antico alla Sapienza", Euripides's Hippolytus, a tragedy interspersed with many philosophical echoes. Specifically, the most important thematic threads highlighted by the mise-en-scène will be identified, considering both the script (and thus the cuts to the text and translating choices) and dramaturgical aspects (direction, actors' performance, set design and costumes).

This paper attempts to reinterpret verses 118-28 of Persa of Plautus from multiple perspectives. ... more This paper attempts to reinterpret verses 118-28 of Persa of Plautus from multiple perspectives. In particular, the identification of the cynic mentioned therein with Diogenes of Sinope is definitively excluded and is suggested the presence of a general reference to the Cynics in the verses 118-26 and the presence of a specific allusion to Crates of Thebes in verses 127f. This examination helps to reconsider the relation of Persa with the eventual “original” greek, the dating of the latter, the Roman audience's reaction to philosophical references of this type, and the comic ploys used by Plautus. Conversely, in philosophy, the importance of Plautus’ testimony in the world of ancient Cynicism sources is re-discussed, with emphasis on highlighting the need for caution in respect to the overwhelming predominance of Diogenes of Sinope’s fame in relation to other Cynics in the anecdotal literature and in other works as well.
Conference Presentations by Donatella Izzo

L’alterità, la diversità, l’opposizione sono tutte forme e declinazioni di una stessa questione: ... more L’alterità, la diversità, l’opposizione sono tutte forme e declinazioni di una stessa questione: l’incontro con l’altro, il diverso, il nemico. Infatti, l'identità specifica di un'epoca, di un popolo o di una società si delinea anche a partire dalla contrapposizione con l'altro da sé e dalla risposta a questa constatazione di diversità.
In riferimento al testo letterario, questo rapporto di opposizione assume un ruolo fondamentale sia come oggetto della narrazione, sia come dispositivo retorico. In entrambi i casi, la messa in scena di un conflitto, reale o fittizio, è una potente strategia comunicativa attraverso la quale concetti, ideali e valori possono trovare una rappresentazione dinamica.
Su queste tematiche, i dottorandi del corso di dottorato in “Le Forme del Testo” organizzano due giornate seminariali che avranno luogo martedì 6 e mercoledì 7 dicembre 2016 presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento, Via Tomaso Gar, 14, Trento (TN)
Book Reviews by Donatella Izzo
Compte-rendu - Étienne Helmer (dir.), Mendiants et mendicité en Grèce ancienne
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Papers by Donatella Izzo
Conference Presentations by Donatella Izzo
In riferimento al testo letterario, questo rapporto di opposizione assume un ruolo fondamentale sia come oggetto della narrazione, sia come dispositivo retorico. In entrambi i casi, la messa in scena di un conflitto, reale o fittizio, è una potente strategia comunicativa attraverso la quale concetti, ideali e valori possono trovare una rappresentazione dinamica.
Su queste tematiche, i dottorandi del corso di dottorato in “Le Forme del Testo” organizzano due giornate seminariali che avranno luogo martedì 6 e mercoledì 7 dicembre 2016 presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento, Via Tomaso Gar, 14, Trento (TN)
Book Reviews by Donatella Izzo
In riferimento al testo letterario, questo rapporto di opposizione assume un ruolo fondamentale sia come oggetto della narrazione, sia come dispositivo retorico. In entrambi i casi, la messa in scena di un conflitto, reale o fittizio, è una potente strategia comunicativa attraverso la quale concetti, ideali e valori possono trovare una rappresentazione dinamica.
Su queste tematiche, i dottorandi del corso di dottorato in “Le Forme del Testo” organizzano due giornate seminariali che avranno luogo martedì 6 e mercoledì 7 dicembre 2016 presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento, Via Tomaso Gar, 14, Trento (TN)